La Corale Sisto V di Grottammare a Roma
ROMA -- Come tradizione, in ogni geneatico di Papa Sisto V, la Corale Sisto V si reca a Roma, con eventi unici e legati al Pontefice che ha creato la nostra chiesa truentina.
Dopo le recenti esperienze alle chiese di San Giovanni in Laterano e dei Santi Vincenzo e Anastasio (nei pressi della fontana di Trevi, ndr.), la visita del 2013 ha avuto come teatro la meravigliosa Basilica di Santa Maria Maggiore, uno dei quattro pilastri della Roma Cristiana. Si tratta della più picena delle quattro chiese simbolo di Roma, da una parte per la tomba di Papa Niccolò IV, pontefice ascolano di Lisciano, dall'altra per la Cappella del Sacramento, gioiello di fine Cinquecento, che ospita le tombe e i monumenti dedicati a San Pio V e soprattutto a Sisto V.
La Corale Sisto V di Grottammare e L'Ancora hanno avuto il privilegio di entrare in questa cappella e di ammirare ciò che state vedendo in questo video, in un evento svoltosi sabato 14 dicembre.
Si tratta di un evento semplice quanto simbolico, culminato con la messa privata proprio nel luogo in cui è sepolto Felice Peretti, opera del Fontana. La celebrazione è stata animata dalla Corale ed ha avuto degli aspetti d'estremo interesse, oltre ad essere un modo per ricordare le più illustri personalità grottammaresi della storia recente, che hanno contribuito notevolmente alla nascita e alla crescita di questa importantissima realtà associativa grottammarese.
Il gruppo della corale è stato capeggiato dal Presidente Concetti, dal Presidente Onorario Petrelli e dal Maestro Luigi Petrucci. Presente anche il Vicesindaco Alessandro Rocchi in rappresentanza del Comune di Grottammare.
Dopo la celebrazione, il gruppo ha partecipato ad una visita guidata tra le bellezze di Santa Maria Maggiore: la copertura a Cassettoni, la Sacra Famiglia del Mancini e soprattutto la Sacra Culla.
Dopo la Visita di Santa Maria Maggiore, il pomeriggio è stato libero e gioioso tra le strade e le vie di Roma, nel ricordo di chi ha contribuito a migliorarla alla fine del Cinquecento: il nostro Papa Felice Peretti, Papa Sisto V.
Grottammare - Oltre 500 figuranti per il Cristo Morto
Una Via Crucis che dalla chiesa di San Giovanni Battista si è snodata lungo le vie del vecchio incasato
Grottammare
GROTTAMMARE, la perla dell’Adriatico, è una località turistica della Riviera delle Palme celebrata da più di tre secoli per la bellezza del paesaggio, per le suggestive atmosfere di pace e di serenità, per le ricche memorie storiche e culturali che preserva e custodisce gelosamente come uno scrigno. L’ospitalità, la cura minuziosa del suo patrimonio architettonico ed un modello di crescita che ha conciliato armoniosamente il progresso urbano e il rispetto coscienzioso della natura e del mare, hanno consentito a Grottammare di ricevere importanti riconoscimenti, tra i quali spiccano la Bandiera Blu d’Europa, le Tre vele nella Guida Blu di Legambiente edita da Touring Club Italiano e il diploma del Borghi più Belli d’Italia per il Vecchio Incasato. La spiaggia, che si estende per cinque chilometri, è costeggiata da uno splendido lungomare ricco di palme, aranci ed oleandri, gioie di colori e profumi. Pedalando serenamente lungo la pista ciclo-pedonale che attraversa tutta la marina del paese, possiamo percorrere lontani dal traffico il Lungomare sud (Bandiera Blu 2017), impreziosito da fontane decorate e da originalissime rotonde che si protendono sulla spiaggia, per arrivare sul nuovo Lungomare nord (Bandiera Blu 2017) che, recentemente riqualificato, offre una splendida balconata verde sul mare. Per intensi momenti di riflessione e di riposo basta stendersi sulle panchine di piazza Kursaal, nella parte nord della città, cuore ideale della marina. La piazza di circa 5000 mp, lastricata in travertino, ornata da una fontana a raso e da pinete e palme, si affaccia direttamente sulla spiaggia per confluire nel Viale Marino, splendido nel suo genere, dove le palme e la pavimentazione in porfido e in marmo di carrara fanno da ideale cornice alle ville liberty costruite agli inizi del Novecento. Il viale prosegue, poi, nella bellissima pista ciclo-pedonale che si snoda tra gli scogli e il mare e consente di raggiungere l’ultima spiaggia a nord, un tratto molto ampio, libero ed ancora incontaminato. Come altri insediamenti di origine medievale, la marina di Grottammare è dominata dal Vecchio Incasato aggrappato alla collina, negli ultimi anni è stato oggetto di un meticoloso restauro. Tra i vicoli lastricati e antiche mura calcinate dal sole sorgono preziosi monumenti come la Chiesa di S. Agostino e la Chiesa di S. Lucia quest’ultima costruita sulla casa che diede i natali al papa Sisto V. In Piazza Peretti, il cuore segreto del borgo che si apre su uno splendido loggiato panoramico, è possibile ammirare, inoltre, il Teatro dell’Arancio e la Chiesa di San Giovanni Battista, sede del Museo Sistino. Dal 2004, il Torrione della Battaglia, una fortificazione che risale al XVI secolo, custodisce un museo che conserva una prestigiosa collezione di opere dello sculture grottammarese Pericle Fazzini, autore della celebre Resurrezione nella Sala Nervi in Vaticano. Dal 2013, infine, nel nuovo Museo Il Tarpato dedicato a Giacomo Pomili detto “Il Tarpato” il visitatore può conoscere l’ampia ispirazione dell’artista, attraverso cinque stanze tematiche, dedicate alle opere d’esordio, alle leggende dipinte, alle tele religiose, ai quadri sensuali dominati dalle figure femminili e dal paesaggio. Per offrire a cittadini e turisti occasioni di intrattenimento e di crescita, Grottammare è animata in ogni momento dell’anno da un’intensa vita culturale. Nei mesi estivi è possibile passeggiare lungo Corso Mazzini, l’arteria principale della città, tra mercatini, artisti di strada e cantastorie oppure ascoltare musica in Piazza Fazzini o ancora divertirsi con il grande Cabaret al Parco delle Rimembranze. Chi ama, invece, le atmosfere più romantiche e la quiete, può riscoprire la musica classica e la poesia nell’affascinante scenario del borgo medievale. E poi il cinema, l’arte, il teatro e tante altre opportunità di divertimento che non si limitano al periodo estivo ma proseguono nei mesi invernali, alternati a momenti di ricerca culturali, di confronto e di dibattito sulla letteratura, sulla politica, sulla filosofia, sulla storia dell’arte, sulla musica d’autore e su tante altre discipline.Tra gli eventi più significativi che hanno luogo a Grottammare ricordiamo: Cabaret amoremio! - Festival Internazionale dell'Umorismo (agosto), il Festival Liszt (luglio/agosto), Juttenizie – passeggiata enogastronomica (agosto/settembre) e il Presepe vivente (26 dicembre/1 e 6 gennaio). Grottammare insomma è il luogo ideale per tutti coloro che desiderano trascorrere un periodo di pace tra mare e natura, senza rinunciare alla pienezza artistica che può offrire un territorio ricco di storia e di cultura.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License. ( CC BY - SA )
ABRUZZO - ROCCA SAN GIOVANNI Borgo della Costa dei Trabocchi - 4k
© CLAUDIO MORTINI™◊ Rocca San Giovanni è un piccolo centro in provincia di Chieti, fa parte dell'esclusivo club dei “Borghi più belli d'Italia”, disposto sulla sommità di un colle roccioso che si eleva a 155 metri dal livello del mare tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino.
Di chiara impronta medievale, Rocca San Giovanni, posta su uno sperone roccioso e circondata interamente da campi coltivati, nel tredicesimo secolo, grazie alla volontà dell’Abate Oderisio II, vive un periodo di splendore: la cerchia dell’abitato viene allargata; si costruisce una possente cinta muraria e tre torri quadrangolari con lo scopo di dare rifugio, in caso di assalti, ai monaci appartenenti all’Abbazia di San Giovanni in Venere; inoltre si edificano chiese e monumenti che con il tempo, purtroppo, sono andati perduti. Si conservano alcuni resti delle mura, un torrione e il campanile, costruzioni oggi sapientemente restaurate.
Da vedere, in stile romanico a tre navate, anche la chiesa di San Matteo Apostolo e il Palazzo Municipale del XIX secolo, di ispirazione classica
Da visitare anche il centro storico del paese caratterizzato da piccoli vicoli che un tempo pulsavano di vita e che a poco a poco si vanno rianimando. Discendendo lungo il corso, si raggiunge una splendida terrazza panoramica dalla quale è possibile ammirare la valle sottostante.
Vallevò, stretta fra un mare carezzevole e morbide colline, Vallevò si raccoglie tutta in un pugno: una manciata di case basse affacciate sugli orti, alcuni Trabocchi, e un porto domestico popolato da piccole barche
Un dono lungo cinquant'anni, a tu per tu con Don Giovanni Flammini
GROTTAMMARE -- Suonano le campane pomeridiane nella chiesa di San Pio V, in attesa del campanone, pronto per annunciare a festa, sabato 29 giugno, il mezzo secolo di sacerdozio del terzo parroco della sua storia: Don Giovanni Flammini. Le telecamere dell'Ancora On Line, sono andate a intervistarlo.
Don Giovanni, com'è nata la Sua vocazione alla vita sacerdotale?
È nata all'interno della mia famiglia Cristiana, babbo e mamma due semplici cristiani, ma profondamente cristiani. Mi hanno fin da bambino educato ad essere al servizio della Chiesa. Inoltre, ha contribuito la presenza in famiglia di uno zio frate, Padre Francesco Illuminati, che molti grottammaresi hanno conosciuto, perché è stato per tanti anni fondatore e direttore dell'Oasi Santa Maria. Inoltre vi è anche la testimonianza forte di sacerdoti che a Cupra Marittima, io sono nato là, nella parrocchia di San Basso, mi hanno dato e ho sentito subito il desiderio di mettermi al servizio del signore. Sono andato al seminario da ragazzino, ho fatto la prima media, poi il biennio del Liceo a Ripatransone e a Fano per proseguire il resto del Liceo e la teologia.
Dal 1980 è parroco della Parrocchia di San Pio V, quali sono i ricordi più belli di questi 33 anni?
Io sono venuto a Grottammare per obbedienza, stavo benissimo a San Benedetto del Tronto, ero stato dodici anni alla Chiesa della Marina come Viceparroco, poi due anni e mezzo a San Filippo Neri, dove pensavo di diventare Parroco, perché Don Gaetano stava molto male e voleva lasciare e aveva pensato di farmi continuare in quella parrocchia. Mai pensavo a Grottammare. Mi ci ha mandato prima come Viceparroco di Don Mario (Cocci Grifoni, il secondo parroco della storia della Chiesa di San Pio V, ndr.), il vescovo Radicioni, io ho obbedito, come ho cercato di obbedire sempre, ai nostri Vescovi, e mi sono trovato poi, successore di Don Mario nel 1980. I momenti più belli sono stati tanti, a tutti i livelli, dai battesimi che ho fatto, ai matrimoni, anche i funerali, perché sono stato vicino alla gente che rideva, sorrideva, gioiva, soffriva e piangeva. Ho cercato di fare il Padre, come dice Papa Francesco fate i padri, rivolto a noi preti; e ho cercato di fare il padre e per la vita di ogni padre ci sono momenti belli e ci sono momenti tristi, li ho vissuti tutti.
Nella comunità di San Pio V, Don Giovanni coincide con le associazioni cattoliche giovanili. Vedendole nascere, cosa rappresentano per Lei?
Sono la mia vita, sono il frutto della mia vita sacerdotale, non ero ancora Parroco quando con Gianfilippo Carboni, grande Santo davvero, partito troppo presto, abbiamo nel 1978 iniziato con lo scoutismo, poi con un altro Santo, Enrico Carminucci, cominciamo con l'ACR e con la presenza del nuovo vescovo Chiaretti, nel 1983, iniziai il cammino neocatecumenale, per me e per tanti che mi hanno seguito. Sono nate altre realtà: il terzo ordine Francescano, il gruppo ministranti, la Corale Sisto V che ho sollecitato. Sono stati i frutti oltre della pastorale ordinaria in parrocchia, sono stati frutti della mia presenza sacerdotale a Grottammare e a San Pio.
Nella Diocesi il suo nome è legato ai pellegrinaggi in Terra Santa, può spiegare il Suo amore per i luoghi Natii di Gesù?
Io fino al 2000, pensavo che per la fede non fosse necessario andare in Terra Santa, mai desiderato di andare, ma nel 2000, l'Anno Santo, sono stato quasi costretto ad accompagnare il gruppo dei giovani che partecipavano a questo pellegrinaggio, e mi sono innamorato di questi luoghi. Sono stato otto volte in Terra Santa e mi sono proposto di andarci ogni anno. Adesso sto programmando il prossimo pellegrinaggio, intitolato Sulle orme di Mosé per il prossimo febbraio. Perché sono entusiasta di questo e porto tante persone che ritornano entusiaste perché toccare con mano i luoghi della nostra fede, favorisce e rafforza la nostra fede.
29 giugno 2013, Don Giovanni Flammini compie cinquant'anni di sacerdozio, come li riassume?
Tanta gratitudine al Signore per le tante benedizioni che mi ha dato, tanta gratitudine a tanti confratelli, a tanti laici che mi hanno sostenuto, aiutato e anche tanta gratitudine a quanti mi hanno fatto stare sempre con i piedi per terra vedendo che sono un pover'uomo come tutti.
Grottammare - Chiesa Madonna della Speranza - Presepe
Presepe 2018 nella Chiesa Madonna della Speranza a Grottammare (ap). Tanti volontari entusiasti, al lavoro da oltre un mese, per l'allestimento di una splendida opera.
Visitatelo anche dal vivo!
L'ingresso di Don Dino Pirri alla Madonna della Speranza di Grottammare
17 gennaio 2015. Don Dino Pirri fa il suo ingresso presso la Madonna della Speranza di Grottammare.
Concerto d'estate Corale Sisto V
GROTTAMMARE - Come tradizione La chiesa di San Pio V, punto di riferimento della chiesa grottammarese, ha ospitato nella serata del 6 agosto il tradizionale concerto della Corale Sisto V, diretta da Don Luigi Petrucci e presieduta da Marco Concetti, alla presenza del Parroco Mons. Giovanni Flammini, del Sindaco di Grottammare Piergallini e del Vicesindaco Alessandro Rocchi.
Molte persone hanno preso parte a questo importante evento, d’estremo interesse perché capace come sempre di estrapolare brani rari e unici anche di provenienza territoriale, come le opere dell’ascolano Arturo Clementoni e il suggestivo canto dedicato a Grottammare, che assieme a Oremus Pro Pontifice (dedicato a Papa Francesco, ndr.), il Cantico delle Creature e Mamma e a molti altri, hanno costituito il ricco carnet di brani offerti nella serata.
La corale è stata accompagnata da due bravissimi giovani, meritevoli di grandi applausi da parte del pubblico: il Baritono Antonio Malavolta e il Tenore Paolo Simonetti, che hanno eseguito due brani d’ispirazione francescana: il Cantico delle Creature e la Benedizione di San Francesco, accompagnati all’organo dal Maestro Giuseppe Sabatini.
Per la corale Grottammarese, il concerto estivo è una data tradizionale di un 2014 già indimenticabile, in attesa della tradizionale visita a Roma prevista per il 13 dicembre nuovamente presso la chiesa di Santa Maria Maggiore.
Saluti da Celano - An Italian postcard of the 60s
Cartolina degli anni '60.
Saluti da Celano: Panorama, Portale della Chiesa di S.Giovanni, Gola delle Foci, Piazza IV Novembre, Castello medioevale - Particolare interno.
Altre informazioni / Further information: Ed. A. Santucci - Cart. e Tab. - Celano; Fototipia Berretta s a. Terni.
Collezione privata. Non in vendita. / Private collection. Not on sale.
Grottammare: La prima celebrazione di Don Giorgio Carini da Parroco di San Pio V
La Via Crucis di San Giovanni Battista 02 Campobasso Viaggio in Molise Puntata 2806 Telemolise
Marche - Città e borghi del piceno
Ascoli Piceno, Acquaviva Picena, S. Benedetto del Tronto, Grottammare, Cupra Marittima, Ripatransone, Offida, Montefiore dell'Aso, Carassai, Montalto Marche, Force, Castignano, Montemonaco e tanti altri paesi del territorio piceno.
( Fotografie Giovanni Vagnarelli )
Trying Out Organ in Grottammare (Italy) 4/4 - Vidas Pinkevicius
Trying Out Organ in Grottammare (Italy) 4/4 - Vidas Pinkevicius, DMA
Secrets of Organ Playing - Creating Total Organists:
Would you like to know more about organ practice? If so, download my video practice guide How to Master Any Organ Composition and learn to play any organ piece up to 10 times faster:
Ascoli - Il Duomo riapre dopo il sisma, bello anche con le impalcature
Il Vescovo D'Ercole: Le ferite ci sono, chiesa in restauro come la nostra vita
ABBAZIA DI SAN PIETRO IN VALLE.mp4
Nel IV secolo Giovanni e Lazzaro, due eremiti siriaci in cerca di un luogo recondito, varcato il monte Solenne e scesi nella valle Suppenga avrebbero fondato l'eremo che sarebbe poi divenuto l'abbazia di San Pietro in Valle, sulle fondamenta di un preesistente insediamento pagano.
Fu Faroaldo II, duca di Spoleto e signore delle terre dove sorgeva l'eremo, a costruire la chiesa dedicata a San Pietro e il monastero, che adottò la regola di San Benedetto. Qui Faroaldo stesso vestì l'abito monastico e morì nel 728. Segui un periodo di pace e relativa popolarità, che si protrasse per oltre un secolo.
Nell'anno 840, i monaci furono espropriati dal vescovo di Spoleto. L'abbazia, semidistrutta in seguito sotto i primi Ottoni, fu riedificata tra la fine del sec. X e il XI da Ottone III e Enrico II. Dal giugno del 1190 l'Abbazia di San Pietro in Valle fu di proprietà del comune di Spoleto. Alla fine del XII sec., con ogni probabilità all'epoca di Gregorio II (1198-1226), fu unita alla basilica di San Giovanni in Laterano ed a questo periodo dovrebbero risalire gli ulteriori restauri agli edifici ed il ciclo di affreschi della navata.
Nel 1477 Sisto IV, per la decadenza della vita monastica, levò i monaci da questo monastero e cedette l'Abbazia in commanda alla famiglia Ancajani, i quali furono a varie riprese gli abati accomandatari dell'Abbazia fino al 1850, quando con l'avvento dell'unificazione d'Italia ne divennero i proprietari. L'ultimo erede degli Ancajani cedette la chiesa al parroco e vendette il convento, che si avvia a diventare residenza d'epoca.
La chiesa dell'abbazia fu compiuta in due epoche diverse: longobarda (sec.VIII) e romanica (sec. XII), ma i due stili sono così armoniosamente inseriti da non accorgersi della loro successione. All'interno della chiesa si trovano vari frammenti longobardi e sarcofagi roman, ma soprattutto un ciclo pittorico importantissimo per la lunga serie di soggetti del Vecchio e Nuovo Testamento che si svolgono sulle pareti della chiesa come in una finta galleria. Il Chiostro e gli ambienti monastici appartengono ad un'epoca più tarda rispetto alla chiesa, probabilmente verso il XII-XIII sec. Il lato settentrionale del chiostro, congiunto alla navata della chiesa, è scandito da 3 alti e grandi archi sorretti da pilastri quadrangolari. Gli altri 3 lati presentano una diversa situazione: l'ordine inferiore è costituito da portici con poderose volte a crociera sostenute da robuste e basse colonne di pietra locale.
Il Campanile è di pianta quadrata leggermente asimmetrica e presenta un parato murario costituito da blocchi irregolari di pietra locale. Le sue pareti sono variamente ornate di inserti di epoche precedenti; si notano, tra l'altro, suggestivi frammenti di epoca romana e longobarda. (Tratto da Bella Umbria)
Grottammare: Inaugurazione Museo del Tarpato e intervista a Tiziana Capocasa
di Nicolas Abbrescia
GROTTAMMARE -- La regione Marche è la prima in Italia per il rapporto tra musei e numero di abitanti. Da ieri Grottammare può contribuire a questa leadership, con un nuovo museo ubicato nel cuore del vecchio incasato e dedicato al pittore naif Giacomo Pomili, detto il tarpato, che ci ha lasciato nel 1997 all'età di 72 anni e che rimane e rimarrà nel cuore dei suoi concittadini, grazie alle sue pitture in cui il suo borgo natìo riveste un ruolo da protagonista, armonico quanto invaso da spicchi genialoidi di colore.
Il museo del Tarpato è ubicato nel vecchio incasato, in Piazza Peretti, all'interno dei locali degli antichi forni, in coabitazione con uno di questi, classe 1600. Si tratta di un itinerario culturale che si sviluppa su due livelli e in cinque sale tematiche, ritraenti un clima sacro e profano, le opere più significative, le pitture giovanili e mature, fino ad arrivare alle opere dedicate a Lupo, il suo cane, migliore amico di un freddo ed eterno pittore ricordato purtroppo da morto, come molti altri grandi artisti.
Questa nuova creatura museale, si aggiungerà ai vicini musei di Pericle Fazzini, presso il cinquecentesco Torrione della Battaglia e al Museo Diocesano presso la Chiesa Di San Giovanni Battista.
La cerimonia d'Inaugurazione, notevolmente partecipata, si è svolta nel ventoso pomeriggio di domenica 12 maggio e ha visto la partecipazione del Sindaco Merli, del Vice Sindaco Piergallini, in veste di politico e di narratore dei versi di Baudelaire, della nipote del Tarpato Antonella Pomili, di Piergiorgio Cinì che ha recitato i testi di Gilberto Carboni, e del critico d'arte, Prof. Stefano Papetti, che oltre a definire Grottammare una meteora d'Italia, ha paragonato il Pomili con Fortunato Duranti, genio pittorico del Piceno (di Montefortino, ndr.) vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento.
Curatrice dell'allestimento della mostra è la giornalista Tiziana Capocasa, che oltre a raccontare le vicende del Pomili al pubblico presente, ha parlato ai nostri microfoni.
Due anni dopo, il sogno è diventato realtà, è stato inaugurato il Museo del Tarpato. Quali sono le tue impressioni?
Più che due anni a distanza di sedici anni dalla morte di Giacomo Pomili in arte il tarpato, finalmente arriva questo museo che rende giustizia, che da una giusta valorizzazione al talento e all'arte di Giacomo Pomili. In queste stanze espositive, cinque in tutto, negli antichi forni del paese alto, sono state esposte in modo permanente 43 opere. Fanno parte del percorso artistico di Giacomo Pomili, dalle prime opere d'arte importanti che posero l'attenzione della critica e del pubblico, i quattro tarpati, Papa Giovanni XXIII nella gloria del paradiso e poi tutte le altre opere che raccontano le leggende del Paese Alto, come quelle sul Ciclo di Esmeralda e sul Trittico di Sant'Aureliano. C'è anche un Tarpato nascosto, meno conosciuto, inedito in questo museo ed è il Tarpato Sacro, il Tarpato delle Crocifissioni, delle opere sui grandi monumenti della cristianità (Roma, Castel Sant'Angelo, San Pietro) e poi c'è l'immaginario femminile, le donne del Tarpato, cui è stato dedicato anche un calendario nel 2007. Questa è l'occasione per ammirare queste opere, che sono nate dalla grande arte, dal talento di un'artista che ha sofferto nella sua vita, un'esistenza difficile, la malattia, l'emarginazione e ha trovato riscatto nella pittura. In queste opere, queste tele, che sembrano sospese tra sogno e realtà, c'è il turbamento c'è l'emarginazione, c'è la sofferenza, che diventa germe della creatività. È davvero un museo molto bello, che sarà di richiamo sia per coloro che amano l'arte, ma soprattutto per i turisti che verranno a Grottammare, e avranno un museo e un luogo d'arte dove poter ammirare queste opere insieme al Museo dedicato a Pericle Fazzini e al Museo Sistino.
Plinio Spina Santa Lucia Chiesa del papa Sisto V a Grottammare AP
Il poeta Plinio Spina socio onorario dell'Arca dei Folli, scomparso il 3 Novembre del 2013
in questa bellissima poesia di Santa Lucia, luogo del suo primo amore e e gioie, l'odore d'incenso e l'incanto.
Sisto V Peretti
Felice Peretti nacque a Grottammare il 13 dicembre 1521 da una famiglia di modeste origini. Giovanissimo entrò nell'ordine dei frati minori conventuali e fu ordinato sacerdote nel 1547. La sua carriera ecclesiastica fu notevole e rapida e venne eletto Pontefice nel 1585, col nome di Sisto V.
Fu un papa molto energico e nei cinque anni di pontificato, dal 1585 al 1590, fu attivissimo nella lotta contro il banditismo, attuò un'efficace riforma economica e finanziaria della chiesa e, con la consulenza di Domenico Fontana, si occupò del riassetto urbanistico di Roma.
Storia
La chiesa di Santa Lucia fu voluta dal Papa Sisto V nel luogo in cui si trovava la modesta casa della famiglia Peretti, dove il futuro papa era nato, e fu dedicata alla patrona del suo giorno natale. È una delle più evidenti testimonianze del rapporto che legava il papa e la sua famiglia a Grottammare. Per la costruzione della chiesa erano state abbattute numerose casupole che si trovavano in questa zona.
Il progetto iniziale venne affidato a Domenico Fontana (1543-1607), che era stato il progettista delle imponenti realizzazioni romane di Sisto V, e la costruzione venne avviata nell'aprile del 1590, ma dopo la morte del papa, nell'agosto dello stesso anno, il Fontana venne esonerato dall'incarico e i lavori si interruppero.
La costruzione fu ripresa per volontà di Camilla Peretti, sorella del defunto pontefice, come ricorda la scritta posta sull'architrave del portale d'ingresso, DIVE LUCIE CAMILLA PIRIEETA DICAVIT e la legenda della medaglia conservata al Museo Sistino di Grottammare, recante sul recto l'effigie della donna, con l'iscrizione: CAMILLA PERETTA SYXTI V. P. M. SOROR e sul verso la facciata della chiesa con la didascalia: SANTA LUCIA AN. D. M. D. LXXXX. Il confronto tra l'immagine dell'edificio sulla medaglia e quello effettivamente realizzato fa supporre che la chiesa venne costruita seguendo un progetto diverso da quello originario.
La chiesa fu ultimata presumibilmente nel 1595, come lascia supporre la realizzazione in quella data di due campane destinate alla chiesa, la maggiore delle quali reca incisa una scritta di dedica alla chiesa e l'anno 1595. Nel 1597 la chiesa era certamente terminata perché venne elevata a collegiata dal Papa Clemente VIII.
Don Rastislav, dalla Terra Santa alla nostra Diocesi: l'incontro di Grottammare
Di Nicolas Abbrescia
GROTTAMMARE -- Un pellegrinaggio in Terra Santa è qualcosa di più del semplice viaggio di scoperta che Proust decantava. Si scopre con occhi nuovi un universo non solo legato ai luoghi natii della nostra religione, ma soprattutto si acquisisce un'emozione inarrivabile che viene trasmessa anche dopo la fase del viaggio.
Con tale status, dopo l'esperienza di due mesi or sono, i partecipanti del pellegrinaggio e gli appassionati si sono ritrovati lunedì sera presso la sala Don Alessandro Verdecchia a Grottammare, nei locali di Via del Mercato di proprietà della Parrocchia di San Pio V, retta da Don Giovanni Flammini, devoto promotore e grande appassionato di questi pellegrinaggi.
L'oggetto del ritrovo è stata una testimonianza del sacerdote che nell'esperienza di viaggio ha rivestito il ruolo di accompagnatore dei pellegrini grottammaresi. Si tratta di Don Rastislav Dvorovy, una personalità unica e importante, non solo accompagnatore, ma professore ordinario presso la Redemptoris Mater in Galilea e responsabile per gli ucraini immigrati in Israele. (per rivedere l'intervista che l'Ancora On line ha realizzato clicca qui).
Ascoltare le parole di Don Rastislav è un'immersione salgariana nella società e nei luoghi della Terra Santa, ma non solo. È stata una testimonianza che ha toccato tematiche legate al turismo, al contesto religioso in una terra dove convivono varie confessioni e anche al ruolo del Sabato Ebreo, giorno di riposo per tale confessione, esaminandolo sociologicamente in un confronto con la nostra domenica.
Don Rastislav è per la settimana corrente ospite della nostra Diocesi e terrà altri due incontri: questa sera presso la Parrocchia SS.Annunziata a Porto d'Ascoli e venerdì 19 a Castignano, entrambi alle ore 21.15. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare, in particolare i giovani del concorso letterario Joseph Ratzinger.
La messa di san Pio
Don Luigi Carbone, liturgista diocesano, entra nel mistero della celebrazione vissuta dal santo di Pietrelcina