Le campane di Roccaporena (PG) chiesa di San Montano
Roccaporena, chiesa di San Montano. Plenum per un battesimo.
So che questo video era già in rete grazie a ReporterAG ma ho voluto metterlo su YT lo stesso.
Vi spiego com'è mndata:
Nell'andare a Norcia per il raduno nazionale campanari, ci siamo fermati a Cascia (dove non sono riuscito a riprendere il din-don allegrezza perchè ho schiacciato male i tasti della telecamera) e a Roccaporena. Quando sono entrato mi ero accorto che ci fosse la cattedrale ma non mi ero accorto che dietro la cattedrale c'era la chiesa di San Montano fin quando da star sul parcheggio nan mi sono trovato il campanile a vela sotto al naso. In un primo momento ho pensato fosse chiusa perchè la porta di destra era chiusa ma a sinistra vedo che è aperta e una bambina che viene battezata al che io e Francesco il Campanaro (ex francesco Checco futuro campanaro barbieri) abbiamo aspettato che la celebrazione finisse per chiedere al parroco se potevamo suonare e lui ha accettato. Lo ringrazio molto. Così ci siamo fiondati alle corde e abbiamo cercato di suonare il meglio possibile, ma non è stato facile perchè essendo i bracci lunchi e storti non riuscivamo a farle rintoccare bene, alla fine ho adottato un compromesso cioè io prima tiravo abbastanza forte e poi saltavo aggrappandomi alla corda per fare da zavorra e ha funzionato. Purtroppo in questo video c'è solo la parte iniziale ma spero che vi piaccia. Da questo viddeo si riprende il solito ordine. un video ogni 4-5 giorni o sennò mi tocca fare dei periodi giganti dove non metto niente perchè non riesco a registrare.
Roccaporena Cascia Santuario di Santa Rita
Roccaporena Cascia Santuario di Santa Rita
Roccaporana il paese esiste sin dal Medioevo, quando, nel 1381 vi nacque Santa Rita da Cascia. Nel 1939 venne fondata l'Opera di Santa Rita, per promuovere il culto della Santa, curare e far conoscere i suoi ricordi a Roccaporena, fare opere di carità sul suo esempio istituendo un orfanotrofio. Il tradizionale isolamento dei luoghi venne interrotto nel 1950, quando venne inaugurata la strada (l'unica) che collega Roccaporena a Cascia.
Monumenti e luoghi d'arte :
Scoglio di Santa Rita (XIV secolo), roccia ove secondo la tradizione la santa pregava intensamente, tanto da lasciare impresse le impronte delle ginocchia e dei gomiti. Lo scoglio si trova sulla sommità di uno sperone roccioso, a circa 120 m d'altezza rispetto alla base della valle. Nel 1919 la roccia venne inglobata in una cappellina, ricostruita nel 1979 in seguito ad un terremoto.
Via Crucis, sentiero religioso che si inerpica dal fondo valle su fino allo scoglio, artisticamente illuminato di notte.
Casa di Santa Rita (XIV secolo), con l'annesso Orto del Miracolo, dove nell'inverno 1457 sbocciò una rosa e maturò un frutto di fico. Nel 1629 il cardinale Fausto Poli la consacrò in cappella; all'interno è conservata una tela del pittore napoletano Luca Giordano (XVII secolo).
Santuario di Santa Rita (1948), progettato dall'architetto Oreste della Piana. L'ingresso è abbellito da un portico, l'interno è a tre navate, l'abside e le pareti sono adornate da mosaici. In due cappelle laterali vi sono sei vetrate istoriate realizzate nel 1966 dall'artista milanese Amalia Panigati. Nella chiesa si conserva anche il manto in pelle che, secondo la tradizione, appartenne a Rita.
Chiesa di San Montano (XIII secolo), ove Santa Rita sposò il marito Paolo di Ferdinando. L'interno è a due navate, coperte da volte a crociera; l'abside è arricchito da alcuni affreschi del XV secolo.
Lazzaretto, originariamente un ospedale ove la Santa curò parecchi malati.
Cascia - Roccaporena
Una breve gita domenicale, nella terra dove tutto parla di Santa Rita. Roccaporena il paese natale, Cascia dove sorge la splendida basilica. La salita allo scoglio della preghiera è poco impegnativa e ricca di spiritualità.
Roccaporena - Cascia
Roccaporena, paese nativo di S.Rita , Come uno scrigno, questo angolo dell'Umbria custodisce i ricordi di S.Rita da giovane, da sposa, da madre e, dopo il crudele assassinio del marito, da vedova.
Cascia (PG) campana Civica
Campana medievale in Fa#3 crescente dell'anno 1300 posta sulla torre civica di Cascia (PG). Questa campana era tra quelle dell'Umbria che un tempo venivano suonate a rinterzi (cioè come il campanone di Gubbio). A suonare con questa tecnica nella ValNerina rimane solo (che io sappia) Ferentillo (più verso Terni).
Per essere una campana medievale la reputo musicalmente molto dritta e molto particolare al tempo stesso. A me personalmente ha sempre fatto impazzire.
Presente anche un Re4 crescente per i quarti.
La Basilica di Santa Rita da Cascia dopo il terremoto con il drone
Video fornito dall'Ufficio Stampa della Basilica di Santa Rita da Cascia
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Viaggio in Umbria - un video visionario di Davide Vasta
“Viaggio in Umbria”
un video visionario di Davide Vasta
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Cascia (PG) - S.Francesco
A coloro che diranno immediatamente che queste due campane non vanno, chiedo di riflettere. Penso infatti che siamo di fronte a due splendidi pezzi storici. L'utilizzo che se ne fa (in questo caso il suono contemporaneo di tutte e due) non le valorizza visto che hanno la stessa nota più o meno.
Ho anche altri dati e foto.
L'audio e il video potrebbero coincidere non perfettamente visto che sono di due suonate diverse.
A voi.
Visita all'oratorio montano di San Sfirio sul monte Legnoncino, sopra postazione della Linea Cadorna
La chiesetta di San Sfirio, Il cui culto è circoscritto al Colichese, alla Val Varrone, alla Valsassina e alla riva orientale dell’Alto Lago di Como, sorge sulla cima del Monte Legnoncino in provincia di Lecco Secondo un’antica leggenda, Santa Margherita aveva numerosi fratelli che erano molto legati da affetto. Uno di loro morì tragicamente, ma si attribuì la colpa alla sua poca fede nella Provvidenza. I fratelli rimasti, colpiti dalla tragedia, divennero eremiti scegliendo come loro dimora luoghi solitari sui monti della Valsassina. Solo Margherita, unica sorella, si fermò in un luogo pianeggiante della valle, a Casargo, recandosi spesso a visitare ciascuno dei fratelli nei loro eremi. I nomi dei fratelli cambiano nelle varie tradizioni della leggenda, ma quelli più sicuri a cui sono dedicate delle chiesette montane sono Sfirio, Ulderico, Grato, Fedele, Defendente. Sfirio era il più anziano dei fratelli. Dai singoli romitaggi i santi erano in grado di comunicare tra loro accendendo dei fuochi per far sapere che tutto andava bene. La chiesetta, edificata nel XIII secolo, è citata in documenti del “500 e nel 1661 con il nome di San Sefiro si celebrava la messa nella chiesetta l’ultimo venerdì di maggio per invocare la protezione sulla campagna. Sempre da fonti d’archivio si sa che agli inizi del “700 la chiesetta fu distrutta da un fulmine e per interessamento del sindaco di Sueglio fu avviata la ricostruzione con la raccolta delle offerte anche nei villaggi del lago, in Val Varrone e nella Valsassina, la chiesa fu riconsacrata nel 1709 e da allora la data della messa fu spostata al 17 luglio tuttora in vigore. Nel 1869 il parroco fece una ricognizione del corpo del santo, si rinvennero solo poche ossa e una medaglia, il tutto fu chiuso in teca di vetro ed è oggi conservato nella parrocchiale di San Martino in Sueglio. Si suppone che in realtà queste chiese fossero ubicate in posizioni strategiche facenti parte di un fittissimo tessuto paramilitare-strategico di origine alto-medioevale con chiari scopi di avvistamento e segnalazione sulle vie di accesso alla Valtellina e alla Valchiavenna.
COME ARRIVARE : Da Dervio si percorre la strada provinciale della Valvarrone fino all'abitato di Tremenico, giunti all'inizio del paese si prende sulla sinistra la strada per i Roccoli Lorla e si prosegue fino alla località di Lavadee, da qui si prosegue ancora per un breve tratto fino dove termina la strada in corrispondenza di un parcheggio. Da qui si riscende per una decina di metri fino ad imboccare sulla destra una strada militare sterrata che in 45 minuti porta alla sommità del Legnoncino dove oltre la chiesetta è visitabile una postazione di avvistamento, appena restaurata, della “Linea Cadorna”.
Coordinate Geografiche :
46° 04’ 32”
09° 21’ 26”
h = 1.711 m./s.l.m.
EXTN-047_097
Making Of Viaggio in Umbria by Davide Vasta
Making of di “Viaggio in Umbria”
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Cascia (PG) - Terremoto, conclusi lavori per campanile chiesa S.Ippolito (13.04.17)
- Cascia (Perugia) - Terremoto, conclusi lavori per campanile chiesa S.Ippolito (13.04.17)
BRUNO AYMONE CHANNEL - ROCCAPORENA SANTUARIO E CASA NATALE DI SANTA RITA -
ROCCAPORENA
(CASCIA)
SANTUARIO E CASA NATALE DI
SANTA RITA
Luglio 2012
In principio Roccaporena era una ghirlanda di vecchie e piccole case, illuminate da fioche lampade a petrolio. Era un paesello sepolto in una profonda e angusta fossa a forma di triangolo, perduto tra le gole del Corno, circondato da fertili campi e da montagne con spuntoni di roccia geometrici che danno risalto alle alte e scoscese vette definite dai colori dei frassini, delle querce, dei cerri e dei carpini.
Molteplici le suggestioni di una natura superba, in un mondo di pace e di poesia. Gli abitanti erano dediti alla pastorizia e al lavoro dei campi. Sentieri, piste sassose e infangate, asini, muli e veicoli da trasporto: semplicità e modestia hanno permesso che passassero secoli senza che mutasse il volto del borgo denominato Roccaporena.
Questo era il paese dove è nata Margherita Lotti, la nostra S. Rita. Fino al 1900, anno della canonizzazione di S. Rita, Roccaporena è rimasta quasi identica a ciò che era nei secoli XIV e XV, completamente isolata dal resto del mondo. Solo dopo le due Guerre Mondiali si presentò la necessità e l'opportunità di costruire una strada per accogliere i pellegrini e continuare la carità di Rita con un'opera che portasse il suo nome. Nel 1950 Roccaporena è finalmente collegata a Cascia con una rotabile, benedetta e inaugurata dal Vescovo Mons. Settimio Peroni alla presenza del Ministro degli Interni On. Mario Scelba.
Un'altra dorata fogliolina della Margherita è il Santuario. Costruito su disegno dell'architetto albere Oreste Della Piana, fu consacrato e aperto al culto nel 1948.
Nel quadriportico, al centro della fontana, c'è la statua di Santa Rita, vestita da popolana, dello scultore Venanzio Crocetti di Roma (1968). Due cappelle affiancano il Santuario: in quella di destra si conserva, in una fine custodia il manto di pelle della Santa, preziosa reliquia da tutti venerata.
Nell'abside, tutto in mosaico, sono raffigurati il Crocefisso, l'Addolorata, sant'Agostino, san Nicola da Tolentino, santa Rita, san Giovanni Battista, san Montano.
Il Santuario è il punto di riferimento per la celebrazione eucaristica, le confessioni, le preghiere e le devozioni d'ogni tipo in onore della Santa.
VIDEO: BRUNO AYMONE
POSTPRODUZIONE: BAYPRESSAGENCY
CAMPANILE DELLA BASILICA DI SANTA RITA DA CASCIA (PG)
BRUNO AYMONE CHANNEL - SANTUARIO e MONASTERO di SANTA RITA CASCIA -
SANTUARIO E MONASTERO DI SANTA RITA
CASCIA
30 Luglio 2012
Intervista a Suor Cecilia
Santa Rita da Cascia Vedova e religiosa
22 maggio - Memoria Facoltativa
Roccaporena, presso Cascia, Perugia, c. 1381 - Cascia, Perugia, 22 maggio 1447/1457
La tradizione ci racconta che, portata alla vita religiosa, fu data in sposa ad un uomo brutale e violento che, convertito da lei , venne in seguito ucciso per una vendetta. I due figli giurarono di vendicarlo e Rita, non riuscendo a dissuaderli, pregò Dio farli piuttosto morire. Quando ciò si verificò, Rita si ritirò nel locale monastero delle Agostiniane di Santa Maria Maddalena. Qui condusse una santa vita con una particolare spiritualità in cui veniva privilegiata la Passione di Cristo. Durante un'estasi ricevette una speciale stigmata sulla fronte, che le rimase fino alla morte. La sua esistenza di moglie di madre cristiana, segnata dal dolore e dalle miserie umane, è ancora oggi un esempio.
Patronato: Donne maritate infelicemente, Casi disperati
Etimologia: Rita = accorc. di Margherita
Martirologio Romano: Santa Rita, religiosa, che, sposata con un uomo violento, sopportò con pazienza i suoi maltrattamenti, riconciliandolo infine con Dio; in seguito, rimasta priva del marito e dei figli, entrò nel monastero dell'Ordine di Sant'Agostino a Cascia in Umbria, offrendo a tutti un sublime esempio di pazienza e di compunzione.
Fra le tante stranezze o fatti strepitosi che accompagnano la vita dei santi, prima e dopo la morte, ce n'è uno in particolare che riguarda s. Rita da Cascia, una delle sante più venerate in Italia e nel mondo cattolico, ed è che essa è stata beatificata ben 180 anni dopo la sua morte e addirittura proclamata santa a 453 anni dalla morte.
Quindi una santa che ha avuto un cammino ufficiale per la sua canonizzazione molto lento (si pensi che sant'Antonio di Padova fu proclamato santo un anno dopo la morte), ma nonostante ciò s. Rita è stata ed è una delle più venerate ed invocate figure della santità cattolica, per i prodigi operati e per la sua umanissima vicenda terrena.
Rita ha il titolo di santa dei casi impossibili, cioè di quei casi clinici o di vita, per cui non ci sono più speranze e che con la sua intercessione, tante volte miracolosamente si sono risolti.
Nacque intorno al 1381 a Roccaporena, un villaggio montano a 710 metri s. m. nel Comune di Cascia, in provincia di Perugia; i suoi genitori Antonio Lottius e Amata Ferri erano già in età matura quando si sposarono e solo dopo dodici anni di vane attese, nacque Rita, accolta come un dono della Provvidenza.
La vita di Rita fu intessuta di fatti prodigiosi, che la tradizione, più che le poche notizie certe che possediamo, ci hanno tramandato; ma come in tutte le leggende c'è alla base senz'altro un fondo di verità.
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Mattarella esce dal monastero di Santa Rita
HOTEL ROCCAPORENA CASCIA (PERUGIA)
HOTEL ROCCAPORENA fr. Roccaporena Tel 0743 7549 Fax 0743 754800 Albergo con sala congressi dotata di 600 posti, altre sale da 50 a 250 posti. Disponibilità anche di salette per meeting. Un grande e moderno foyer con servizio bar, palestra con parquet, sala pesi, campo di calcio in erba, campi di bocce, 130 camere tutte con bagno.
Vigili del Fuoco - Todiano - Chiesa di San Bartolomeo - www.HTO.tv
Nelle immagini dei Vigili del Fuoco, le drammatiche conseguenze del sisma che ha colpito diversi comuni dell’Italia centrale il 24 Agosto, le repliche del 26 Ottobre e del 30 Ottobre.
Di parole sull’argomento ne sono già state profuse a fiumi ma, personalmente, credo non ne esistano di tali da riuscire a descrivere esaustivamente la devastazione ed il dolore generati da questa tragedia. Credo che la cosa più sensata sia “demandare” il compito, direttamente, alle immagini girate dai Vigili del Fuoco.
Le immagini testimoniano la violenza del terremoto, le immediate operazioni di soccorso alle popolazioni colpite, l’incessante, ed instancabile, opera dei Vigili del Fuoco per cercare ed estrarre dalle macerie, il più delle volte a mani nude, i sopravvissuti e recuperare i corpi dei meno fortunati.
Un lavoro immane, svolto con la proverbiale abnegazione tipica del Corpo, non solo nei momenti immediatamente successivi alla catastrofe, ma che continua ancor oggi per rendere possibile la vita dei sopravvissuti e di quanti sono impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazione perché crollate o gravemente danneggiate, in maniera dignitosa.
Un’opera che si perpetua ben oltre la “mera” emergenza e che prosegue anche per recuperare, e mettere in salvo, l’enorme patrimonio artistico di quei territori.
Agli Uomini ed alle Donne del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, impegnati nei soccorsi, va tutta la nostra gratitudine ed incondizionata riconoscenza.
Michela Cossidente
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Gita a Cascia - Roccaporena - Narni -Todi e Sangemini
Riprese video e montaggio Mario Mastroianni
Santa Rita da Cascia - Diocesi di Teggiano-Policastro - Nob. Cav. Attilio De Lisa
Nobile Cav. Attilio De Lisa (Padre di Rocco e Vincenzo + Fratello Fiore) onora da cattolico cristiano praticante del Comune di Sanza originario di San Rufo - Diocesi di Foggia-Bovino - Diocesi di Aversa) dell'Ordine Equestre Pontificio di San Silvestro Papa con a capo il Gran Maestro Papa Francesco e nei Cavalieri Templari Ugone dei Pagani). Rita da Cascia, al secolo Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 22 maggio 1457), è stata una monaca italiana dell'ordine agostiniano. Fu proclamata beata da papa Urbano VIII nel 1628 e santa da papa Leone XIII nel 1900.Molta parte della vita di Rita risulta oscura dal punto di vista della documentazione storica. Tra le pochissime fonti più o meno coeve, si annoverano l'iscrizione e le immagini dipinte sulla cassa solenne (datata 1457), il Codex miraculorum (elenco di miracoli registrato dai notai su richiesta del comune di Cascia, preceduto da una breve biografia scritta dal notaio Domenico Angeli, anch'essa del 1457), e una tela a sei scomparti con episodi della vita (1480 circa). La prima ricostruzione agiografica completa a noi giunta risale soltanto al 1610, ad opera di padre Agostino Cavallucci, agostiniano. Su tale testo si modelleranno tutte le successive biografie della santa. Cavallucci si basò sulla tradizione orale (in particolare quella interna al monastero di Cascia e quella degli abitanti di Roccaporena), e sulle poche fonti iconografiche precedenti, probabilmente servendosi, per il resto, di topoi agiografici consolidati.Il luogo di nascita è concorde per Roccaporena, una frazione montagnosa a circa cinque chilometri da Cascia (provincia di Perugia), all'epoca uno dei castelli ghibellini facenti parte del contado del comune di Cascia. Le date di nascita e morte sono incerte; dipendono tra l'altro dall'altezza cui si pone la data di morte, ovvero il 1447 per alcuni o il 1457 per altri, dopo quarant'anni di vita monacale.Papa Leone XIII, in occasione della canonizzazione di Santa Rita, sostenne le date 1381 e 1457.
Secondo le biografie tradizionali, Rita nacque da Antonio Lotti e Amata Ferri, genitori già anziani, molto religiosi, nominati dal Comune come pacieri di Cristo nelle lotte politiche e familiari tra guelfi e ghibellini, e in discrete condizioni economiche, come proprietari di terreni agricoli. I genitori, come era d'uso, la indirizzarono molto presto verso il matrimonio; Rita sposò quindi Paolo di Ferdinando di Mancino (o Mancini), forse un ufficiale della guarnigione di Collegiacone, descritto tradizionalmente come un uomo orgoglioso ed irruente, appartenente alla fazione ghibellina.Le nozze si tennero nella chiesetta di San Montano a Roccaporena. Secondo le agiografie tradizionali, il carattere mite di Rita acquietò, col tempo, lo spirito impulsivo e violento del marito, tanto che questi abbandonò le armi per convertirsi al lavoro presso un mulino da poco accomodato come loro casa. Nacquero due figli (forse gemelli), Giangiacomo Antonio e Paolo Maria. Dopo diciotto anni di matrimonio, Paolo Mancini venne ucciso — probabilmente da suoi ex-compagni, a causa di rancori passati ed accuse di tradimento — mentre rincasava in piena notte. Tuttavia, Rita non serbò odio, anzi perdonò gli assassini e pregò anche per i suoi due figli che, come era costume del tempo, probabilmente stavano pensando alla vendetta. I due figli, da lì a breve, morirono di malattia, quasi contemporaneamente. Tale sventura avvenne forse in un periodo compreso tra il 1401 e il 1403.Abbandonata anche dai parenti del marito, Rita decise di prendere i voti ed entrare nel monastero agostiniano di Santa Maria Maddalena, a Cascia. Chiese per tre volte inutilmente il noviziato, che le venne rifiutato per ragioni non chiare; alcuni biografi pensano che rappresentasse un ostacolo la presenza di una parente del marito mai vendicato tra le monache. Tuttavia, con tenacia, fede e preghiera, Rita convinse la famiglia Mancini ad abbandonare ogni proposito di vendetta. Dopo aver riconciliato i Mancini con le fazioni degli assassini, Rita riuscì ad entrare in monastero intorno al 1407. Secondo la tradizione agiografica che si rifà alla biografia di Cavallucci, Rita, in piena notte, venne portata in volo dal cosiddetto scoglio di Roccaporena (altura dove andava spesso a pregare) fino dentro le mura del monastero di Cascia dai suoi tre santi protettori (Agostino, Giovanni Battista e Nicola da Tolentino, quest'ultimo canonizzato soltanto nel 1446). Sempre secondo Cavallucci, la badessa del monastero mise a dura prova la vocazione e l'obbedienza di Rita, facendole annaffiare un arbusto di vite secco, presente nel chiostro del monastero. Il legno, dopo un po' di tempo, riprese vita e dette frutto. Nello stesso chiostro, oggi, è presente una vite risalente al XIX secolo. Durante i quarant'anni di vita monacale, Rita non solo si dedicò alla preghiera, a penitenze e a digiuni nel monastero, ma uscì spesso per andare in servizio a poveri e ammalati di Cascia.