Chiesa di San Pantaleo (Martis - Sassari)
La chiesa di San Pantaleo è un ex luogo di culto situato poco fuori dall'abitato di Martis, nella Sardegna settentrionale.
La chiesa, sino al 1920 consacrata al culto cattolico, versa in condizioni strutturali precarie a causa del cedimento della collina che la ospita e che ne ha comportato l'abbandono. Nonostante un intervento di riqualificazione effettuato tra il 1988 e il 1989, una parte del tetto è crollata.
Edificata in forme romaniche ma con influenze gotico-aragonesi, la chiesa ha subito diversi interventi e rimaneggiamenti.
Venne eretta tra il 1300 e il 1325 con una unica navata a cui nel XIV secolo furono aggiunte due navate laterali. Massicci pilastri a sezione cruciforme sostengono ciò che resta della copertura a botte; l'aula termina con il presbitero di forma rettangolare. La facciata è segnata da un ampio portale sormontato da un grande rosone.
fonte: wikipedia
Chiesa di San Pantaleo Martis
Martis Chiesa di San Pantaleo, costruita nel XIII secolo in stile romanico-gotico
S.Pantaleo nel paese di Martis - Sardinia (Italy)
Chiesa a cielo aperto.
aldobb.it
MARTIS p 2
Il paese di Martis e la chiesa medievale di S.Pantaleo(è l'ultima nel filmato)
Sardegna cultura - Chiesa romanica San Pantaleo - Dolianova
MARTIS (SS) Sardegna. 1^ parte. foto di Alberto Debidda
Colcada a pes de s'ampia costera
de Montefrancu, s'illongad'inclina;
a conca e pes alzolas de codina:
larga ogni piatta ogni carrera.
(seguirà traduzione).
Sdraiata ai piedi dell'ampia costa di Montefranco, s'incurva allungandosi; all'inizio e alla fine, spiazzi di codina(*): larga ogni piazza e ogni strada. (*) roccia bianca.
Così, Stefano Virdis, descriveva Martis in una poesia del 1954.
Martis è un piccolo paese che si trova al centro dell'Anglona, a nord della Sardegna. Gli abitanti sono circa 600. La Chiesa di S.Pantaleo, risalente al XIV secolo, è in stile romanico-gotico con tracce aragonesi e lombarde. La sua posizione domina la valle del rio Carrucana , con accanto i resti della foresta pietrificata.
Cattedrale San Pantaleo
Cattedrale di San Pantaleo di Dolianova vista dal drone.
Copia di MARTIS (ss) Sardegna. - 2^ parte. foto di Alberto Debidda
Per la descrizione vedere la 1^ parte.
Martis Rapaces Lupi
Il Video di Vincenzo Alori
Roma, chiesa di San Pantaleo
Folla in chiesa durante gli scontri al termine della manifestazione del 9/6/2007
SANTU PANTALEO IN COMUNE DE MARTIS
RUDERE ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
Chiesa di S.Pantaleo A Dolianova.Arte medievale in Sardegna ai tempi dei giudicati.
A Dolianova e'sita la cattedrale di San Pantaleo,edificio romanico-pisano di notevole interesse artistico,e costruito tra il 1100 e il 1289.
E'interessante notare l'affresco dell'albero sradicato, a ricordo della influenza del giudicato di Arborea,
Questa cattedrale,e'un esempio molto ben conservato dello stile romanico pisano in Sardegna.
L'affresco dell'albero deradicato,e'databile al trecento.Esso e'composto da una cornice rossa quadrata,all'interno della quale,si sviluppano tre cerchi concentrici,dove trovano posto,santi e profeti.Nel cerchio centrale,e'raffigurato il Cristo crocefisso.Dalla croce,fuoriescono dei rami ai quali,sono appese delle sfere conteneti frasi di pieta'.A destra,e'poi raffigurato S.Francesco,recante sulla mano un cartiglio,mentre con la destra impartisce una benedizione.
Nel 1257,il giuducato di Arborea,partecipo'alla guerra contro il giudicato di Cagliari,che venne sconfitto dopo circa 14 mesi di guerra,e cosi'alcuni territori come l'Ogliastra e il Sarrabus,andarono al giudice di Gallura,mentre altri territori come quello di Dolia(Dolianova)andarono al giudicato di Arborea.
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Chiesa di Santa Maria -Uta-
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Ad oriente del paese di Uta, appena distaccata dall'abitato, sorge isolata la splendida chiesa romanica di S. Maria, considerata uno dei più importanti monumenti religiosi del sud dell'isola per la sua caratteristica struttura architettonica, rimasta pressoché indenne da modifiche e depredazioni.
La sua costruzione si deve ai monaci benedettini di San Vittore di Marsiglia (detti Vittorini). Essi giunsero in Sardegna nella seconda metà del secolo XI, dopo aver avuto in dono chiese e terre.
Nel 1079, grazie all'aiuto del papa Gregorio VII, amico dell'abate marsigliese Riccardo, i Vittorini ottennero dal giudice di Cagliari Orzocco (Torchitorio I) le chiese di S. Giorgio e S. Genesio, ubicate nelle campagne di Decimo, con la condizione di costruirvi una loro cella.
Il figlio di Orzocco, Costantino (Salusio II), confermò la donazione con diploma del 30 giugno 1089, concedendo inoltre il priorato dell'eremo abbandonato di Santu Sadurru (San Saturnino), il colle di Bagnaria, le saline di Quartu, le peschiere di S. Bartolomeo e la donazione di otto chiese, fra le quali S. Ambrogio di Itta.
La donazione delle otto chiese fu sancita nel 1090 dall'arcivescovo di Cagliari, Ugone, che però indica S. Ambrogio come tempio di Uta. In un diploma successivo del 1119, l'arcivescovo Guglielmo ribadì le donazioni fatte ai Vittorini, confermando Uta come ubicazione di S. Ambrogio.
Pertanto, è da ritenere che i Vittorini si trovassero a Uta sin dalla fine del secolo XI, edificando nel secolo successivo (XII) la chiesa di S. Maria ed il monastero, probabilmente perché l'antico tempio avuto in dono era diventato inadatto alle loro esigenze.
Non si conosce una data certa, ma gli studiosi sostengono che la chiesa di S. Maria fu costruita intorno al 1140 (1135 - 1145) da maestranze di varia origine, francesi, toscane e addirittura arabe. Una conferma si avrebbe nell'abside, dove sono scolpite due croci, una francese e l'altra pisana.Nel 1258 lo smembramento del Giudicato di Cagliari portò i territori della curatoria di Decimo, di cui faceva parte Uta, nelle mani del toscano Gherardo della Gherardesca, conte di Donoratico. La supremazia di Pisa nel cagliaritano determinò una situazione poco favorevole alla permanenza dei monaci marsigliesi nel romitorio di S. Maria. Così essi lasciarono la zona, cedendo la chiesa ed il convento ai frati minori conventuali (i Francescani).
Dopo la conquista aragonese dell'isola, le antiche ville di Uta Jossu (ubicata nei pressi del centro dell'attuale Uta) e di Uta Susu (che sorgeva nelle vicinanze della chiesa di S. Maria) furono assegnate dall'Infante Alfonso al capitano di guerra Berengario Carroz, diventando parte del vasto feudo di Quirra. Gli abitanti dei due villaggi erano ben pochi e, intorno al 1584, come sostiene Fara, la zona si spopolò. L'unica presenza umana rimase quella dei frati del convento.
I Francescani mantennero la chiesa di S. Maria sino ai primi decenni del secolo XVII, quando si determinò un rigoglioso rifiorire del villaggio di Uta che finì per disturbare l'usuale pratica monastica. Forse esiste anche un altro motivo che provocò l'abbandono del luogo di culto: il desiderio dell'arcivescovo di Cagliari di entrare in possesso dello splendido tempio dedicato alla Madonna. Difatti, avvenne che, intorno al 1640, i minori conventuali cedettero all'arcivescovo di Cagliari il monumento di S. Maria per avere in permuta la più modesta chiesa tardo romanica di S. Barbara, ubicata nella collina omonima a qualche chilometro da Capoterra, luogo certamente più adatto alla preghiera claustrale.
Cascata di Martis in Sardegna 4K
san pantaleo
nearby piazza Navona....
Martis (Sardegna).wmv
Martis TgRegione
San Pantaleo e Caterina
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