Cherasco (Cuneo) chiesa abbaziale di S. Pietro - slideshow
E’ la chiesa più antica di Cherasco, edificata durante il XIII secolo con ampio reimpiego di pietre e i mattoni provenienti dal castello e dalla chiesa di Manzano, posti in destra al Tanaro. A questi si sono aggiunti nel tempo altri reperti antichi posti ad impreziosire ulteriormente la facciata su cui si trovano lapidi e sculture funerarie provenienti da Pollenzo e dai dintorni. Elementi romanici come i bacini ceramici verdi e blu o il loggiato ad archetti ciechi completano la decorazione della facciata. Durante il Settecento (1744) l’edificio è stato ampliato con l’aggiunta di due cappelle laterali, due portoni e due finestre quadrate. L’interno, a tre navate, è stato completamente restaurato; bisogna entrare nel campanile per poter ammirare il prezioso affresco eseguito nel 1448 che raffigura una crocifissione. Dal 2004 chi vista la chiesa di San Pietro può anche ammirare il “giardino dei semplici” realizzato sull’esempio di quelli che durante il Medioevo accompagnavano le comunità monastiche. Circondato da un muro costruito con ciottoli di fiume mescolati a mattoni, il giardino ha un disegno molto semplice ed è costituito da quattro aiuole disposte intorno a un percorso a croce. Percorrendo i vialetti lastricati il visitatore ha modo di osservare le diverse tipologie di giardino: da quello tipicamente medievale con l’orto dei semplici, il roseto, il prato fiorito e le piante aromatiche a quello più didattico in cui vengono illustrate le tecniche di coltivazione del passato. Quattro alberi, un melo, un melograno, un nespolo e un agrifoglio, simboleggiano le quattro stagioni e il passare del tempo. Il giardino è inserito fra i “Giardini storici di interesse botanico” riconosciuti dalla Regione Piemonte.
Cherasco ( Cn )
Immagini di Roberto Fadda
Videoguide - Carmagnola: arte
Numerose le testimonianze artistiche: la casa delle meridiane e la chiesa di S’Agostino nell’omonima piazza, la cinquecentesca casa Cavassa e la collegiata dei santi Pietro e Paolo che conserva la statua della Madonna miracolosa di primo Seicento.
Cherasco (Cuneo)
Dji Phantom 3
Matrimonio a Cascina Marinetta, Cherasco - Carmela & Gabriele
Vuoi saperne di più sui nostri video? Guarda qui:
Carmela e Gabriele si sposano al Monastero di Cherasco e festeggiano il ricevimento di matrimonio a Cascina Marinetta, sempre a Cherasco, primo paese delle Langhe venendo da Torino.
Guarda qui le foto del loro matrimonio:
Un grande evento, che è grande anche per il numero di invitati e amici che animano questa festa memorabile.
CERIMONIA DI NOZZE AL MONASTERO DI CHERASCO
Il Santuario di Cherasco è una Chiesa davvero scenografica per celebrare le nozze. Fra le sue ampie volte tutti gli invitati prendono posto in attesa della sposa.
Eccola entrare, sotto braccio al papà. La cerimonia può iniziare, Carmela e Gabriele si uniscono in matrimonio, e vengono accolti all’uscita da riso, bolle di sapone, gocce di pioggia, e soprattutto tanta gioia.
Una passeggiata per il borgo storico di Cherasco è l’occasione ideale per scattare molti ritratti agli sposi.
RICEVIMENTO DI MATRIMONIO A CASCINA MARINETTA
L’appuntamento con gli invitati è a Cascina Marinetta, sempre a Cherasco: ristorante che non conoscevamo ma da oggi è anche nella nostra mappa/elenco delle location in provincia di Cuneo.
Il momento dell’aperitivo si incendia con la pizzica. Ma ballare mette fame, e allora si continua con la cena e poi con il taglio della torta. Durante tutta questa serata, i brindisi non smettono mai di innalzarsi ai due sposi.
È un grande piacere aver raccontato il matrimonio di Carmela e Gabriele, con foto e video. Di una giornata così i ricordi devono rimanere per sempre!
9 Settembre 2017
1 MAGGIO 2013 CHERASCO: 1° TR. CITTA' DI CHERASCO
Basilica di S.Maurizio Imperia
Breve visita alla Basilica di S.Maurizio ad Imperia (Sv) Italy
Bolgare, Sorvolo sull'abitato con Luca Serughetti
Bolgare (Bólgher in dialetto bergamasco è un comune italiano di poco superiore ai 6.000 abitanti della provincia di Bergamo, in Lombardia. Situato lungo il corso del fiume Cherio, dista circa 17 chilometri ad est dal capoluogo orobico.Alcuni ritrovamenti effettuati in tempi recenti hanno permesso di far risalire la nascita di Bolgare ai tempi dell'impero romano. Un mosaico inserito in un pavimento di una casa, alcune lapidi funerarie, nonché monete imperiali sono testimonianza di quell'epoca distante quasi 2000 anni. L'origine del nome sembra derivare dagli avvenimenti successi nel V secolo. Si narra difatti che, nel 452, la zona fu soggetta alle invasioni barbariche, e più precisamente dagli Unni. Questi invasori avevano al proprio seguito elementi appartenenti all'esercito bulgaro, che soggiornarono a lungo in questi territori. Il toponimo Bolgare deriverebbe quindi da Bulgare, ovvero località in cui soggiornano i bulgari.
Il primo documento scritto in cui viene menzionato il nome del paese risale però all'anno 830, quando in un lascito a favore della chiesa si menzionano alcuni territori siti in Bolgare.
Ma è il medioevo il periodo in cui il paese ha subito le maggiori trasformazioni, sia in ambito sociale che in quello strutturale. Difatti, a conseguenza delle lotte tra le fazioni guelfe e ghibelline, questa epoca vide un continuo fiorire di fortificazioni e torri.
Di queste rimane ancora oggi una torre che faceva parte del castello di proprietà della famiglia Berlendis, posto al centro del paese.
A dire la verità le torri erano due, ma nel 1706 una di queste fu abbattuta, unitamente a parte del castello stesso, per fare spazio alla chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro.
Di fazione guelfa, il paese fu raso al suolo nel XIII secolo dai milanesi, esponenti dell'opposta fazione. In seguito passò prima ai Conti di Cortenuova, poi, nel 1329 venne posto sotto la dominazione della signoria dei Visconti. Un nuovo cambio portò il paese ad essere un protettorato del Colleoni, alle dipendenze della Serenissima. Ma la tranquillità rimaneva soltanto un miraggio: il 24 maggio1378 un nuovo dramma colpì il paese: i ghibellini, sostenuti dai Visconti, rasero nuovamente al suolo il borgo, uccidendo gran parte degli esponenti di fazione guelfa.
Soltanto con l'affermarsi della Repubblica di Venezia la situazione fu portata alla normalità, anche se nell'anno 1630 la popolazione fu decimata, nell'ordine del 70%, a causa dell'ondata di peste che colpì l'intera Europa.
Con l'avvento della Repubblica Cisalpina, a cui passò nel 1797, Bolgare cominciò ad assumere le caratteristiche di borgo agricolo: le coltivazioni predominanti erano quelle di frumento e granoturco.
Di epoca recente, precisamente della seconda metà del XX secolo, sono invece gli insediamenti industriali che hanno contribuito ad un notevole accrescimento economico del paese.
Nella piazza centrale del paese vengono conservate strutture che rispecchiano la storia del paese: la torre guelfa, resto dell'antico castello della famiglia Berlendis del XIII secolo, e la chiesa parrocchiale di San Pietro, eretta in luogo del suddetto edificio fortificato.
All'interno dell'edificio sacro si possono ammirare dipinti di notevole fattura, pittori come Giovanni Raggi, Agostino Cavernesio e Paolo Zimengoli.
Altri edifici degni di nota sono il Palazzo Marenzi, sede municipale, ed il Palazzo Berlendis, risalente al XVII secolo con al proprio interno numerosi affreschi.
Fontanafredda, Serralunga d'Alba, Cuneo, Langhe, Piedmont, Italy, Europe
Barolo is a red Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) wine produced in the northern Italian region of Piedmont. It is made from the Nebbiolo grape and is often described as one of Italy's greatest wines. The zone of production extends into the communes of Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d'Alba and parts of the communes of Cherasco, Diano d'Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d'Alba, Novello, Roddi, Verduno, all in the province of Cuneo, south-west of Alba. Only vineyards planted in primarily calcareous-clay soils in the hills with suitable slopes and orientations are considered suitable for Barolo production. Barolo is often described as having the aromas of tar and roses, and the wines are noted for their ability to age and usually take on a rust red tinge as they mature. When subjected to aging of at least five years before release, the wine can be labeled a Riserva.
In the past, Barolo wines tended to be rich in tannin. It could take more than 10 years for the wine to soften and become ready for drinking. Fermenting wine sat on the grape skins for at least three weeks extracting huge amounts of tannins and was then aged in large, wooden casks for years. In order to appeal to more modern international tastes, those that prefer fruitier, earlier drinking wine styles, several producers began to cut fermentation times to a maximum of ten days and age the wine in new French oak barriques (small barrels). Traditionalists have argued that the wines produced in this way are not recognizable as Barolo and taste more of new oak than of wine. The controversies between traditionalists and modernists have been called the Barolo wars., as depicted in Barolo Boys. The Story of a Revolution, a documentary film released in 2014. Prior to the mid-19th century, Barolo was a sweet wine. The fact that the Nebbiolo grape ripens late in October meant that temperatures would be steadily dropping by harvest. By November and December, temperatures in the Piedmont region would be cold enough to halt fermentation, leaving a significant amount of residual sugar left in the wine. In the mid-19th century, Camillo Benso, conte di Cavour, the mayor of Grinzane Cavour invited the French enologist Louis Oudart to the Barolo region to improve the winemaking techniques of the local producers. Using techniques focusing on improving the hygiene of the cellar, Oudart was able to ferment the Nebbiolo must completely dry, making the first modern Barolo. This new, dry red wine soon became a favorite among the nobility of Turin and the ruling House of Savoy, giving rise to the popular description of Barolo as 'the wine of kings, the king of wines. By the mid-20th century, wine production in the Barolo zone was dominated by large negociants who purchased grapes and wines from across the zone and blended it into a house style. In the 1960s, individual proprietors began estate bottling and producing single vineyard wines from their holdings. By the 1980s, a wide range of single vineyard bottlings were available, which led to a discussion among the region's producers about the prospect of developing a Cru classification for the area's vineyards. The cataloging of Barolo's vineyards has a long history dating back to the work of Lorenzo Fantini in the late 19th century to Renato Ratti and Luigi Veronelli in the late 20th century, but as of 2009 there is still no official classification within the region. However, in 1980 the region as a whole was elevated to DOCG status. Along with Barbaresco and Brunello di Montalcino, Barolo was one of the first Italian wine regions to attain this designation. The Barolo zone is located 3 kilometres (1.9 mi) southwest of the Barbaresco zone with only the vineyards of Diano d'Alba planted with Dolcetto between the two Nebbiolo strongholds. Compared to the Barbaresco zone, the Barolo zone is cooler and located on higher elevations, rising nearly 50 metres (160 ft) above Barbaresco. The harvest of the late ripening Nebbiolo grape usually takes place in early to mid-October though some producers are experimenting with viticultural techniques that allow for an earlier harvest in late September. At harvest time, rains and downy mildew are two of the main hazards to worry about, along with early spring hail damage earlier in the growing season. Like most of south central and southeastern Piedmont, the zone experiences a continental climate tempered by the Tanaro river and its tributaries - the Tallòria dell'Annunziata and Tallòria di Castiglione - that split the region into three main zones. To the west of the Tallòria dell'Annunziata is the commune of Barolo and La Morra. To the east of the Tallòria di Castiglione is the commune of Serralunga d'Alba located on one of the highest hilltops in the Barolo zone. Separated by a narrow valley to the west is the commune Monforte d'Alba located in the Monforte hills.
Greg back to Bach's Toccata in Dmin @Re-inaugurazione Organo della Chiesa di San Lorenzo 12/X/2018
Quello che si prova a mettere le mani su un gioiello del genere non si spiega, si sente e soprattutto si trasmette con le vibrazioni dell'aria che ti investe.
Fu l'ultima opera del Cerricola, al secolo Ennio Bonifazi, che salì a Sant'Oreste poco dopo aver completato l'organo di San Pietro in Vaticano e averlo messo nello mani di un certo Frescobaldi, giusto mentre il Maderno ritoccava la facciata della Chiesa.
Oggi è tornato a suonare quell'organo come Cristo comanda e dove Cristo comanda, cioé nella nostra Chiesa di San Lorenzo ovvero nella cassa armonica per la quale è stato progettato e realizzato nella prima metà del'600.
È uno degli organi più antichi d'Italia e certamente uno dei pochissimi di quell'epoca che ancora suona...e come suona.
Ringrazio Don Emanuele Moscatelli che mi ha invitato a suonare dopo severa e lunga selezione (ma tu sai suona'??? Cammina vieni a fare il concerto!... Più o meno è andata cosí) e io da bravo stupido montanaro sono salito in ginocchio su quella scaletta diventata strettissima rispetto a quando la salivo da bambino al seguito di mio fratello (che suonava davvero)... e Ieri come oggi ho rimesso le mani sopra quei tasti di legno, senza spartiti forte solo dell'essere un autodidatta.
Portate pazienza e non cercate qui la grande esecuzione...il resto è vibrazione pura.
Greg
LUMACHE sotto la Chiesa Sant'agostino Alcamo
FRANCESCO AMATO DA 50 ANNI A Sant'Agostino con le sue Lumache.
Alba, Cuneo, Piedmont, Italy, Europe
Alba is a town and comune of Piedmont, Italy, in the province of Cuneo. It is considered the capital of the UNESCO Human Heritage hilly area of Langhe, and is famous for its white truffle, peach and wine production. The confectionery group Ferrero is based there. Alba's origins date from before the Roman civilization, connected probably to the presence of Celtic and Ligurian tribes in the area.
The modern town occupies the site of ancient Alba Pompeia, the name given after being officially recognized as a town by the Roman consul Gnaeus Pompeius Strabo while constructing a road from Aquae Statiellae (Acqui) to Augusta Taurinorum (Turin). Alba was the birthplace of Publius Helvius Pertinax, briefly Roman emperor in 193. After the fall of the Western Empire, the city was repeatedly sacked by Ostrogoths, Burgundians, Byzantines, Lombards, Franks, Hungarians and Saracens. In the 11th century it became a free commune (or city-state) and was a member of the Lombard League. Montferrat and the Visconti fought over the town; later it became a possession of the Gonzaga. Charles Emmanuel I of Savoy conquered it twice, while later France and Spain battled for its possession. The Treaty of Cherasco (1631) assigned Alba definitively to Savoy. During Napoleonic Wars, it was part of the Republic of Alba (1796) and of the Subalpine Republic, both French clients, before being annexed to the French Empire in 1802. It was an arrondissement center in firstly Tanaro department between 1802-1805, later in Stura one between 1805-1814 before liberation by Austrian troops. It was returned to Kingdom of Sardinia in 1814. Alba won a Gold Medal for Military Valour for the heroic activity of its citizens in the Italian resistance movement during the course of World War II. On 10 October 1944, the town was liberated by partisans who established a Republic of Alba which for a few weeks was able to maintain its independence from the Fascist Republic of Salò. The republic lasted to 2 November 1944, when Republic of Salo retook it. It was finally liberated by French troops on 2 May 1945.
Chiesa san Filippo Torino MI TO 19 settembre 2015
Torino Chiesa san Filippo 19 settembre 2015 per i concerti MI-TO
Coro e orchestra dell'accademia del santo Spirito
Kay Johannsen direttore
Pietro Mussino maestro del coro
Niccolò Jommelli ( 1714 - 1774 )
Veni Creator Spiritus per soprano,coro,violini,e continuo
Requiem per soli,coro e orchestra
Te Deum per soli,coro,e orchestra
Urbex Eremo e Torre Campanaria di Lanzo Torinese
L'eremo di Lanzo Torinese è stato, nel tempo, uno degli edifici a vocazione ospedaliera presenti nella città capofila delle Valli di Lanzo, nella provincia di Torino. Fu costruito su progetto dell'ingegnere Francesco Lanfranchi a partire dal 1661 tra Lanzo Torinese e Balangero dal conte Gaspare Graneri della Rocca di Ceres. Una volta terminato, assieme al terreno circostante di 175 ettari, fu donato all'ordine camaldolese.
Fu uno dei quattro eremi camaldolesi costruiti nel Seicento in Piemonte assieme a quelli di Torino, Busca e Cherasco, edifici in cui i monaci vivevano in celle in solitudine e preghiera. La maestosità dell'edificio era talmente grande che venne incluso nell'opera Theatrum Statuum Sabaudiae, in cui venivano raffigurati gli edifici più importanti di Casa Savoia.
Nel 1802, in seguito alla Rivoluzione francese, l'eremo venne chiuso e riconsegnato ai camaldolesi solo nel 1815 con l'avvento della Restaurazione. Nel 1836, vista la soppressione della famiglia camaldolese, l'eremo venne dato in affidamento ai carmelitani scalzi, che gestirono l'eremo fino alla soppressione degli ordini religiosi. Passato in mano demaniale (Ente Casa ecclesiastica), nel 1918 venne convertito della Croce Rossa Italiana in sanatorio per i reduci di guerra e poi per la cura della tubercolosi femminile; negli anni '60 del Novecento venne edificato, all'interno del parco, un edificio adibito ad ospedale. L'ospedale Eremo di Lanzo venne riconvertito in RSA nel 1995 e venne definitivamente chiuso nel 2013. Attualmente è in stato di completo abbandono e degrado.
l progetto lanfranchiano prevedeva la costruzione di una grande chiesa con la facciata rivolta verso Torino, grandi porticati nel retro della stessa sui quali affacciavano gli spazi di clausura, i parlatori, la foresteria, il chiostro, l'infermeria e i giardini. Le celle erano strutturate come piccole casette indipendenti con un giardino cintato disposte in file di quattro.Vennero edificati tutti gli edifici originariamente progettati ma col tempo buona parte di essi venne abbandonato e demolito. Ai giorni nostri restano solo, della costruzione originaria, la chiesa, il muro perimetrale e i ruderi di una unica cella monacale. Nella chiesa restano ancora, sempre più degradati, gli stucchi decorativi della stessa.
Leggenda urbana,edifici abbandonati,lasciati a se stessi,le indagini sono condotte senza asportare,imbrattare,provocare danni.
Urban legend, abandoned buildings, left to themselves, the surveys are conducted without remove, deface, damage.
Pinerolo
Immagini di Roberto Fadda
Savigliano (Cuneo) La città intera in 23 minuti
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BOSA (Sardegna) - Organo da salvare
L'organo della Chiesa del Carmine di Bosa costituisce a tutt'oggi una delle rare testimonianze esistenti in Italia della produzione dell'organaro lombardo Carlo Giuliani (Montegrino Valtravaglia 1796- Genova 1855) attivo fra Liguria, Basso Piemonte e Sardegna negli anni '20-50 dell'Ottocento.
Giuliani realizza in Sardegna, per quanto ne sappiamo, due organi a Cagliari - Chiesa dei Ss. Martiri Giorgio e Caterina nella via Manno, distrutto da eventi bellici nel 1943 - e appunto a Bosa.
Lo strumento in questione non suona da oltre mezzo secolo e la difficoltà di accedere alla tribuna ha eccezionalmente preservato il materiale. Detto questo, l'infestazione da parte di insetti xilofagi (tarlo etc.), l'azione dei topi - che hanno rosicchiato una parte del canneggio - unitamente alla qualità della lega metallica usata dal Giuliani costituiscono alcune criticità alle quali è possibile ovviare solo con un intervento accurato di restauro tale da ridare voce al prezioso strumento.
The organ of the Carmine Church in Bosa, still constitutes one of the rare examples in Italy of the organ builder Carlo Giuliani's production who has worked in Liguria, low Piedmont and Sardinia in the years 1820-1850.
Giuliani realized in Sardinia only two organs in Cagliari (church of Saints George and Catherine in the central via Manno, destroyed by war in 1943) and the one in Bosa.
The Carmine's Church organ has been voiceless for over half a century. The difficulty of access at the organ loft, in recent years, preserved the original builder's materials but a heavy infestation by woodworms and rats -- which have gnawed the metal pipes -- have damaged this remarkable work.
Today an accurate restoration can give voice and functionality to this magnificent instrument.
ANGHIARI (Arezzo, Toscana) la città intera in 11 minuti - al tramonto at sunset
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