Chiesa antica di S.Pietro in Bosco ad Ala (Trento) - Ancient church in Ala (Trentino, Italy)
Chiesetta romanica di S.Pietro in Bosco ad Ala (Trento), dove secondo una leggenda, nel VI secolo d.C. , qui si incontrarono il re dei Longobardi Autari e la regina Teodolinda. All'interno sono visibili alcuni antichi affreschi.
Church of S.Pietro in Ala (Trentino, Italy). Inside there are some ancient fresco paintings.
Trentino - Chiesa di San Pietro a Cembra in Val di Cembra
Cembra (Trento) - La chiesa di San Pietro è una chiesa in stile tardo gotico è la chiesa più antica di tutta la Val di Cembra.
Conserva al suo interno un ciclo affrescato della vita di Cristo (XVI sec.) e una splendida raffigurazione del Giudizio Universale (XVIII sec.), opera di Valentino Rovisi, appartenente alla scuola del Tiepolo.
Presso il presbiterio, in corrispondenza dell’arco santo, sono visibili i resti di una rara cella memoriale, urna in pietra e muratura destinata a custodire le reliquie del Santo Patrono.
Ala di Trento: Bandiera Arancione 10/10/10 e chiesa San Pietro in Bosco (TV Telepace)
Ala di Trento proclamata Bandiera Arancione dal Touring Club: giornata del 10/10/10. Reportage sull'apertura della chiesa antica di San Pietro in Bosco e delle visite ai palazzi, con le guide in costume usati ai tempi dei velluti. Oltre ad Ala anche le città di Caderzone e Molveno sono state proclamate Bandiere Arancioni. (servizio TV Telepace, rubrica Pietre vive)
Le campane di Trento - Parrocchia di S.Pietro
Trento - Quartiere Tedesco - Piazzetta Anfiteatro - Parrocchia dei Ss.Pietro e Paolo
7 campane in Mib3 maggiore di cui le 6 maggiori in scala diatonica mentre la 7^ è l'ottavino, elettrificate a slancio:
Mib3 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
Fa3 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
Sol3 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
Lab3 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
Sib3 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
Do4 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
Mib4 = Luigi Colbacchini di Trento, 1922
*Per chi va per qualche motivo a Trento consiglio di ascoltare dal vivo queste campane*
La chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, orientata a est, è situata nella zona centrale della città di Trento. Risalente al XII secolo, venne ricostruita verso la fine del XV secolo in stile tardo gotico. L'elegante facciata, definita come il manifesto del neogotico in Italia, fu progettata dall'architetto Pietro Estense Selvatico nel 1848 e realizzata dallo scultore Antonio Gradenigo. Il prospetto cuspidato, tripartito da pilastri ottagonali conclusi da pinnacoli, è coronato dalla statua di San Pietro; nel settore centrale, entro un arco carenato, si apre un portale ogivale cuspidato e, nei settori laterali, si collocano due bifore coronate da ghimberghe. Il campanile svetta sul lato nord con doppia cella campanaria e slanciata cuspide piramidale con embrici. All'interno, la chiesa è a tre navate suddivise da pilastri ottagonali, reggenti arcate ogivali, in quattro campate; il presbiterio è rialzato su due gradini e concluso da un'abside poligonale; le volte sono reticolate. La cappella posta a nord del presbiterio conservava il corpo del Simonino, fanciullo morto durante la Pasqua del 1475 e venerato come beato dalla Chiesa sino al 1965. In prossimità dell'area absidale è stato rinvenuto un sacello sotterraneo: si tratta di un'abside di epoca romanica con calotta composta da conci calcarei. La chiesa è a pianta rettangolare ad asse maggiore longitudinale, a tre navate, con due cappelle speculari a pianta poligonale; il presbiterio è a pianta rettangolare concluso da abside poligonale e affiancato, sulla sinistra, da una cappella a pianta ottagonale, preceduta da due ambienti a pianta quadrata. Il campanile è a pianta quadrata, posto a nord del presbiterio; fusto con paramento in pietra a vista; prima cella campanaria in muratura di pietra a vista aperta da monofore ogivali; seconda cella campanaria in cotto aperta da bifore, con doccioni zoomorfi angolari e coronata da timpani, uno dei quali provvisto di quadrante di orologio; cuspide piramidale con embrici di colore verde. In cella è presente un concerto di 7 campane fuse dalla fonderia Colbacchini di Trento nel 1922 in sagoma pesante. La campana maggiore di nota Mib3 ha un diametro di 130,5 cm. e un peso di 13,07 q.li. La seconda di nota Fa3 ha un diametro di 115,3 cm. e un peso di 8,87 q.li. La terza di nota Sol3 ha un diametro di 102,3 cm. e un peso di 6,40 q.li. La quarta di nota Lab3 ha un diametro di 97,1 cm. e un peso di 5,55 q.li. La quinta di nota Sib3 ha un diametro di 84,8 cm. e un peso di 3,60 q.li. La sesta di nota Do4 ha un diametro di 76,0 cm. e un peso di 2,59 q.li. La settima di nota Mib4 ha un diametro di 61,3 cm. e un peso di 1,35 q.li.
Suonate:
-Distesa delle 5 campane mezzane (2^, 3^, 4^, 5^ e 6^) alle Ore 16:45 per la Messa prefestiva delle Ore 17
16 Giugno 2018
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Tour Guidato - Un antica chiesa a Berzano Di San Pietro
In questo video raggiungeremo un luogo remoto e nascosto a Berzano di San Pietro (provincia di Asti, nelle vicinanze di Vezzolano), l'antica chiesa dal borgo, che sorge al di sopra di una piccola collina, offrendo uno dei panorami più belli del Piemonte.
La musica all'interno del video è utilizzata sotto licenza Creative Commons.
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LINK:
(Google Maps)
San Pietro di Cadore - Piccola Grande Italia
Nel cuore del Comelico, terra di Dolomiti, il Comune di San Pietro di Cadore sorge al confine con l'Austria, ultimo lembo di Veneto incastonato tra Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
Le prime tracce della presenza umana in queste alte valli risalgono a 10.000 anni fa con il passaggio dei primi cacciatori mesolitici. Terra di confine attraverso le alpi ospitò celti, veneti e romani anche se le prime tracce documentabili che attestino compravendite di proprietà risalgono al XII secolo. Agli inizi del secondo millennio il Cadore fu governato dalla famiglia dei Da Camino, di schiatta longobarda, poi dal patriarca di Aquileia ed infine, dal 1420 dalla Serenissima Repubblica di Venezia.
TENNO, L’UNICUM MEDIEVALE DEL TRENTINO
Aldo Gorfer, probabilmente il più attento cronista del territorio trentino del 900, l’aveva compreso molto bene. Tenno e il tennese rappresentano un luogo a parte, tipico ed espressivo della linea di demarcazione, del limine che frappone il mondo delle pianure da quello alpino.
Una linea tutta italica, oltre che nel clima, anche nelle architetture, insomma, nello “spirito di questo luogo”.
La chiesa di San Lorenzo, proprio sotto il piccolo borgo di Frapporta con il caratteristico castello a guardia dei Veneziani, è un esempio, raro quanto prezioso, dell’espressione artistica paleo cristiana.
L’essenzialità delle linee, la forzata coerenza con una chiesa primitiva quanto legata ai principi evangelici, fanno di questa chiesa un luogo di studio e di meditazione sui veri valori della cristianità.
Le frazioni che compongono questa pagina di medioevo a cielo aperto sono, oltre a Tenno e Frapporta, Cologna, Gavazzo, Pranzo e Ville del Monte.
Paesi dove si respira ancora la vita di un tempo, dove i bambini possono ancora giocare in strada, dove orti e fiori abbelliscono un paesaggio del tutto identico a quello appenninico.
È in questo clima, in questa bagno antropologico che unisce l’identità del luogo ad un’ipotesi di turismo “alternativo” che si conferma il successo di “Rustico medioevo” la manifestazione che si rinnova da 29 anni e che rilancia il valore culturale e sociale di questi posti.
Le tappe della nostra giornata prevedono poi una visita al lago con relativo bagno e una capatina al vicino rifugio San Pietro dove ci accoglie il nuovo gestore Aldo Galvagni.
Qui visitiamo anche la baita dedicata al poeta rivano Giacomo Floriani, cantore della natura e della tradizione attraverso il suono evocativo del dialetto trentino.
Oggi questa baita, fortemente voluta dagli amici del poeta, è tornata ad essere parte della gestione della SAT di Riva del Garda, proprietaria anche del vicino rifugio Pernici, e può essere presa in affitto per trascorrere dei periodi immersi nella natura.
come amava fare il poeta rivano.
Interessante anche una visita alla vicina chiesa di San Pietro, esempio di architettura romanica e di fede popolare.
Fu luogo di grande devozione, anche eremitica, tanto da dare il nome a tutta la località a metà montagna che si stende d'intorno.
Il panorama che si gode dal portico della chiesa e ancor più dalla terrazza del rifugio viene definito “amoenissimum” a sottolineare la bellezza dell’alto Garda e delle sue montagne.
I mestieri di montagna nel Presepe di San Pietro
Lanfranco Fietta, Direttore artistico del presepe di Scurelle , ospite di Lucia Ascione a Bel tempo si spera, racconta il presepe di Piazza San Pietro
IL RIFUGIO SAN PIETRO MONTE CALINO
Sul Monte Calino, a 974 m., presso una antica chiesetta del 1683, ma pare risalga addirittura al medioevo, sorge il rifugio San Pietro.
Accanto alla chiesa sorgeva l'antico romitorio, dimora di un eremita, che fu acquistato dalla Sezione SAT di Riva del Garda nel 1930; ampliato e trasformato in rifugio venne inaugurato nel 1931.
la chiesa di San Procolo a Naturno
la chiesa di San Procolo conserva il più ampio ciclo di affreschi di età carolingia in Alto Adige
La Chiesa di Santa Croce del Bleggio, Trentino, Italy
. For at least 500 years, my father and his ancestors lived in the parish of Santa Croce del Bleggio, in Trentino, Italy. This is a video of the first time I ever visited the parish church where all my paternal ancestors were baptised, married and buried. In this video you will see the sacred wooden shepherd's cross after which the parish was named, which was discovered on top on nearby Monte San Martino around 1600, and brought to the church in 1624, as well as the 1,000 year old sub-terranean chapel with 800 year old frescos of angels on Romanesque pillars. You will also see the 1,000 year old square baptismal font in which all the babies of the parish were baptised for hundreds of years, and remnants of the even more ancient Longobard church dating from around 700 A.D. If you are descended from people of this region, I guarantee they would have been here! Hope you enjoy it and please leave a comment.
Madonna di Pietralba - La storia del Santuario dal 1553 ai giorni nostri narrata da un frate
Il Santuario della Madonna di Pietralba (in tedesco Wallfahrtsort Maria Weißenstein, in ladino Santuarie de Baissiston) è uno dei principali santuari in Alto Adige, collocato a 1 520 m s.l.m., tra i paesi di Nova Ponente e Monte San Pietro (Petersberg) Bolzano . La storia - Il Santuario fu fondato nel 1553, dopo il ritrovamento della statuetta miracolosa, una Pietà in alabastro, effettuato da un contadino del luogo, Leonhard Weißensteiner (da cui il nome del santuario), al quale sarebbe apparsa la Vergine Maria, guarendolo dalla sua malattia. A titolo di ringraziamento, la Madonna gli avrebbe chiesto di erigere una chiesetta, dove coloro che lo volessero potessero andare a lodarla e invocarla. Tale cappella divenne ben presto molto frequentata, tanto che fu necessario costruire un edificio più grande.
I lavori iniziarono nel 1638, furono completati nel 1654 e la sua consacrazione si ebbe nel 1673. Il convento fu invece costruito nel 1722. Questa nuova chiesa comprende tuttora una vetrata dove si può ammirare una statua della Madonna Addolorata con Gesù deposto dalla croce sulle sue ginocchia, la cappella originaria costruita da Leonhard, l'altare maggiore con foglie in oro e argento, affreschi di Adam Mölk, del Pussjäger, di A. Siber e di F. Haider. Il luogo fu rilevato nel 1718 dall'Ordine dei servi di Maria di Innsbruck. Nel 1787 il santuario fu soppresso dall'imperatore Giuseppe II e la statuetta fu trasferita a Laives; la chiesa fu profanata e adibita a deposito legname.
Nel 1836 il santuario, riacquistato dai servi di Maria di Innsbruck, torna a essere un luogo di preghiera; nel periodo fascista i monaci di lingua tedesca furono sostituiti con monaci di lingua italiana, appartenenti ai servi di Maria di Vicenza, che lo curano ancora oggi.
Il 24 agosto 1885 una copia della statua della Madonna Addolorata fu nuovamente collocata nella chiesa, assieme a una processione che ha coinvolto oltre 130 sacerdoti e 15.000 credenti, con la presenza dell'allora vescovo della diocesi di Trento Giovanni Giacomo della Bona. In occasione di una visita di papa Giovanni Paolo II, il santuario fu elevato alla dignità di basilica minore. In preparazione del Giubileo del 2000 fu rinnovato l'ostello della gioventù e la casa del pellegrino.Dal 1993 al 22 febbraio 2012, padre Lino Pacchin è stato il priore del santuario. Nel suo futuro i servi di Maria gli hanno affidato l'incarico di priore provinciale di tutti i santuari della Lombardia e del nord-est. Fisicamente padre Lino è stato spostato al santuario della Madonna di Monte Berico, a Vicenza.Tuttora presso il santuario vi sono corridoi con centinaia di ex-voto, ovvero le testimonianze di gratitudine della gente verso la Madonna. Accanto alla basilica, si trova la cappella di San Pellegrino Laziosi, patrono dei malati di tumore, e un luogo denominato penitenzieria dove si ha la possibilità di potersi confessare.
Il Santuario è affidato alla custodia dei frati Servi di Maria.
The Cathedral of Trento and The Archeological Site of The Early Christian Basilica of Saint Vigilius
(May 2019) Hey Guys, I am visiting the Cathedral of Trento and The Archeological Site of The Early Christian Basilica of Saint Vigilius.
Il Duomo di Trento e La Basilica Paleocristiana di San Vigilio
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Frazioni pt.1: San Pietro in Trento
Alla scoperta di una frazione di Ravenna in cui si trovano un'antica cripta e la Torre Albicini, due luoghi immersi nei colori dei campi agricoli romagnoli.
Video di Pierpaolo Zoffoli
musica
Dentro de mi - Santiago Alegre
On the day choir single - Truman
leggi il post su: diravenna.it
Pronto il presepe di Piazza San Pietro, dal Trentino, 2019-12-04
Il 5 dicembre alle 16.30 verranno inaugurati il Presepe in legno di Scurelle, piccolo borgo della Valsugana, e verrà illuminato l'albero di Natale, donato dal comune di Rotzo, sull'Altipiano di Asiago (Vicenza), IL sindaco di Scurelle: Abbiamo messo nel presepe pezzi di alberi divelti dalla tempesta Vaia, con l'auspicio che i nostri boschi riescano a risollevarsi
Gubbio - Chiesa di San Francesco
La monumentale chiesa di San Francesco sorge sul lato meridionale di piazza Quaranta Martiri, nella parte bassa della città di Gubbio
Fu edificata intorno al 1255 all'interno di un vasto complesso francescano costruito dagli eugubini sui terreni dell'antica famiglia degli Spadalonga. Fu questa famiglia che, nel 1206-7, avrebbe accolto e vestito San Francesco dopo l'abbandono della casa paterna e la rinuncia alle ricchezze e fu qui che il santo indossò per la prima volta il saio che poi divenne l'abito dei francescani.
Giacomello Spadalunga di Gubbio, «colui che un tempo gli era amico», scrive il biografo, conobbe Francesco durante la prigionia a Perugia, dopo la sconfitta di Collestrada. L'edificazione di una grande chiesa e di un convento dedicati a Francesco, a pochi anni dalla sua morte, fu fortemente voluta dalla città di Gubbio, che lo accolse e lo adottò.
L'edificio presenta una pianta ogivale caratterizzata da una facciata rimasta incompiuta che conserva tuttavia un bel portale gotico ed una cornice ad archetti pensili sovrastata da un piccolo rosone. Le tre absidi presentano una struttura poligonale interrotta da monofore.
L'interno è suddiviso in tre navate sorrette da 14 alte colonne con base ottagonale. Le volte a crociera della copertura risalgono alla trasformazione subita dall'edificio nel XVIII secolo. Le pareti laterali che un tempo erano ricoperte da affreschi hanno perso in parte il loro splendore, ma nelle absidi si conservano ancora importanti opere del XIII-XV secolo.
Nell'abside di sinistra sono raffigurate, in 17 riquadri, le Storie della vita della Vergine, ciclo di notevole pregio eseguito nei primi anni del XV secolo da Ottaviano Nelli.
Nell'abside centrale, in alto, è affrescato Gesù in trono con ai lati San Pietro, San Paolo, San Francesco e Sant'Antonio, opere eseguite da un seguace locale del Maestro di San Francesco della seconda metà del XIII secolo.
Nell'abside di destra, vicino alla quale sono presenti i resti dell'antico Fondaco, si trovano affreschi del XIII-XIV secolo: nella parte superiore due episodi della vita di San Francesco, in quella inferiore al centro il Redentore e ai lati gli Evangelisti, entro cornici. Alle pareti affreschi di Santi.
Pieve di San Floriano (frazione di San Pietro In Cariano, Verona, Veneto) videomix
La pieve di San Floriano è un'antica pieve situata nel comune di San Pietro in Cariano, nella frazione di San Floriano, nel cuore della Valpolicella.
È considerata una delle più belle chiese romaniche della provincia di Verona.
Documenti storici menzionano la sua esistenza già a partire dall'anno 905, anche se l'edificio attuale risale al XII secolo. La pieve è stata edificata sul luogo dove prima sorgeva un cimitero pagano, come testimonia il numeroso impiego di marmi e pietre romane, fra cui due grandi cippi funebri. Altri resti d’are funerarie si trovano nel vialetto a fianco della chiesa, verso la strada provinciale.
In alcuni documenti risalenti ai secoli XI e XII si può venire a conoscenza che la sua giurisdizione ecclesiastica copriva i territori che oggi rappresentano i comuni di Marano, San Pietro in Cariano, Fumane e Pescantina. Era infatti a capo di uno dei tre piovadenghi in cui era diviso amministrativamente il territorio della Valpolicella. Gli altri erano relativi alla pieve di San Giorgio e alla pieve di Negrar.
La facciata della chiesa è tripartita e presenta un coronamento di un fregio di archetti. Realizzati partendo da due cippi sepolcrali romani due contrafforti dividono la facciata. Il protiro è sostenuto da due mensole con profilo a volte convesso, a volte concavo.
L'interno della chiesa è stato più volte oggetto di rivisitazioni fino al 1743, allontanandosi sempre di più dal suo stile romanico. L'interno è decorato da un unico ordine di pilastri corinzi risalenti al settecento. Dell'antico coro non rimane più nulla.
Originariamente l'edificio era dotato di tre absidi, di cui oggi ne rimane uno soltanto. Di quello posto a nord, rimangono solo alcune vestigia che compongono un muro attiguo alla canonica.
La muratura orientale della navata centrale è realizzata interamente in tufo, così come la facciata, mentre la navatella meridionale presenta un fianco in tufo e calcare. Sempre su questo fianco, vi sono sei monofore, in gran parte occultate. La strombatura di queste finestre appare scalinata e talvolta impreziosita da alcune sculture raffiguranti pavoni.
Oltre alla chiesa il complesso presenta un chiostro seicentesco e una imponente torre campanaria posta sul lato nord della chiesa. Il lato del chiostro adiacente alla chiesa presenta diverse sculture raffiguranti motivi floreali e decorazioni. Lo stile con cui sono stati realizzati ricorda molto quelli presenti a San Giovanni in Valle.Suo lato nord della pieve è presente una torre campanaria. Il basamento, di tale torre, è di pietra mentre la canna prosegue a file alternate di conci di tufo e cotto per terminare poi con il solo cotto della cella campanaria. La cella campanaria risulta essere aperta in bifore separate da colonnette di pietra. Anche questo campanile, come altri in Valpolicella, ricorda, nella sua impostazione, il campanile della basilica di San Zeno di Verona.
La torre ospita un concerto di cinque bronzi in Reb3, fusi dalla ditta Cavadini nel 1877. Il maggiore pesa 1330 kg e sono tutti montati per essere suonati secondo la tecnica a concerto delle campane alla Veronese.
Cristoforo viaggia nell'arte in Trentino Chiesa San Leonardo Lisignago
Cristoforo viaggia nell'arte in Trentino, Chiesa di San Leonardo a Lisignago, Valle di Cembra, Trentino
PARROCCHIA SAN PIETRO DI ROVERETO
Concerto di Campane per la Festa di N.S. del Monte Carmelo Zoagli.
Genova Carillons 16 luglio 2019.
Le campane di Casteggio (PV) Chiesa Parrocchiale di San Pietro Martire
Casteggio, Chiesa Parrocchiale di San Pietro Martire
Diocesi di Tortona
Concerto di 5 campane in Reb3
Fuse da: ??
Sistema: Ambrosiano
Distesa a 5, Allegrezza e Concerto Solenne a 5 per la Santa Messa Festiva delle ore 18.00 nella Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense (h. 17.30 e 17.45)
Domenica non potendo riprendere campane al mattino poichè impegnato alla Santa Messa Parrocchiale delle 10.30 in Duomo, ho deciso di rimandare l'attività campanaria alla sera, tanto campanili illuminati se ne trovano! Così ho pensato a Casteggio dato che sapevo che vi era un bel campanile in chiesa Parrocchiale. Così per prima cosa sono andato su internet a cercare l'orario della messa ed ho trovato, su un sito di un giornale locale, Santa messa alle 17.00! Partito da Vigevano alle 15.30 sono arrivato a Casteggio, nella parte alta, alle 16.26, in extremis! Dopo aver piazzato il cavalletto però, dopo i rintocchi, non vedo partire le campane ma sento quelle della chiesa bassa (che ha il campanile con gli altoparlanti, ed una campana muta!) suonare! Noo!! Avevano confuso gli orari! Così dovevo aspettare ancora un'ora! Dopo essere sceso nella parte bassa di Casteggio con mio papà a parcheggiare la macchina, abbiamo aspettato le 17 e siamo risaliti a piedi verso la chiesa Parrocchiale, arrivato su verso le 17.15, sono entrato in chiesa e ho chiesto al sacrista quando avrebbero suonato le campane e lui mi ha detto alle 17.30 e 17.45! Infatti nel vicino quadro era possibile vedere la scritta ORE 17.30 DIS12345. Così alle 17.25 mi piazzo nella piazzetta della chiesa e aspetto, dopo i rintocchi delle ore partono! Non contento, anche se la ripresa era venuta davvero bene perchè il campanile illuminato era molto suggestivo, ho deciso di riprendere anche il secondo segno e, dato che avevo avuto un leggero disturbo di una signora che aveva parcheggiato in piazza mentre riprendevo, ho deciso di piazzarmi nella scaletta che collega la strada per Montaldo Pavese alla Piazza della chiesa, molto stretta e completamente deserta!! Dopo aver fatto partire la registrazione alle 17.43, partono dopo poco alle 17.44!! - Strano, prima erano state puntuali, e perchè suonano l'allegrezza?? Non siamo mica in Diocesi di Vercelli.. - la risposta è subito data perchè dopo l'allegrezza parte il Solenne! Ah ecco.. Infatti nelle zone dell'Oltrepò Pavese, ma anche in Lomellina, spesso la suonata solenne è caratterizzata da una breve allegrezza e poi il solenne! (esempio: Arena Po) Beh che dire, proprio una bella Botta di Fortuna! Sulle campane dico solo che la situazione sembra quella del Duomo di Vigevano, perchè le due piccole sono molto metalliche, mentre le tre grandi sono belle: a voi l'ardua sentenza! Per la giornata di Domenica è tutto!! Vi do appuntamento a domenica prossima, 33^ e penultima domenica di T.O.! A Presto!