Castel Santangelo sul Nera, i Vigili del Fuoco mettono in salvo le opere d'arte
(Agenzia VISTA) - Macerata, 21 Novembre 2016 - Nelle immagini le difficili operazioni dei Vigili del Fuoco che sono riusciti a raggiungere l'interno della Chiesa di Santo Stefano , a Castel Santangelo sul Nera in provincia di Macerata. I vigili tra le macerie recuperano le opere d'arte rimaste sepolte dal crollo. Statue e dipinti vengono messi in sicurezza e portati fuori la chiesa di S.Stefano risale al XIII secolo.
Courtesy VVFF
Camillo e Fabio Angelucci da Mevale, affreschi tra i ruderi della Madonna della Neve (manortiz)
Camillo e Fabio Angelucci da Mevale, gli affreschi tra i ruderi del Santuario della Madonna della Neve, Castel santa Maria (Cascia)
Camillo e Fabio Angelucci da Mevale
attivi seconda metà del XVI sec
Scuola marchigiana-mevalese
Note biografiche: Il padre Gaspare, capostipite della dinastia degli Angelucci, è sicuramente l’artista più interessante della famiglia. Ebbe modo di viaggiare e a Roma, poté frequentare la bottega di Raffaello. Tornato in Valnerina portò con sé la maniera della scuola romana, divenendone uno dei maggiori esponenti. Gaspare si occupava anche e sopratutto del lavoro d’intaglio del legno costruendo tabernacoli, cornici, altari, con i quali “completava” le opere pittoriche, pulpiti, ma anche mobili. Anche i figli Camillo e Fabio, si applicarono nell’arte dell’intaglio del legno oltre che nella pittura.
Camillo fu attivo tra il 1540 e il 1585 e lavorò in vari comuni della Valnerina da solo o insieme al padre o al fratello minore. Molto più abile nella scultura lignea che nella realizzò intorno alla metà del XVI secolo tre tabernacoli lignei per le chiese di Mevale, Croce e Aschio, oggi visibili nel Museo di Visso mentre a Ussita è conservata nella Chiesa di SS. Maria Assunta un’Assunzione realizzata nel 1584 insieme al fratello Fabio.
Fabio, il minore dei fratelli Angelucci, fu attivo tra il 1568 e il 1603, operando spesso insieme al nipote Ascanio Poggini, ultimo rappresentante della scuola mevalese attivo fin verso il 1620.
Annotazioni: Il capostipite della famiglia Angelucci fu Gaspare, padre di Camillo e Fabio, quest’ultimo fu aiutato in alcune esecuzioni dal nipote Ascanio Poggini. Pittori e intagliatori operarono per circa un secolo tra i comuni di Visso, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Pievetorina, Camerino e. in Umbria. a Cascia, Norcia, Trevi, Spoleto oltre che nella stessa Pieve di Mevale.
Monogramma, firma: La famiglia mevalese lasciò la propria “firma” sulle pareti della Chiesa della Ss. Annunziata a Mevale (*).
“Gaspar Mevalanus faciebat 1538”: firma e data sul retro della “Madonna con Bambino e i SS. Andrea e Sebastiano”, conservata nel Museo ex Chiesa di S. Agostino a Visso.
“FABIUS ANGELUTIUS MEVALENSIS PINGEBAT 1589 – DIE XX IULII”: a Castelsantangelo sul Nera, nella Chiesa di S. Sebastiano a destra delle SS. Margherita, Lucia e Apollonia vi è una piccola targhetta sulla quale è iscritto il nome del pittore e la data.
“Camillus Angelutius mevalensis pictor faciebat Anno D.ni 1573”: nel 1573 realizzò la Visitazione della Madonna a Santa Elisabetta, un olio su tavola che si trova nel Monastero di S. Giacomo di Cerreto di Spoleto, sul quale è dipinta in un cartiglio con la sua firma e la data.
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Vigili del Fuoco - Norcia (PG) - Chiesa di Santa Maria degli Angeli - www.HTO.tv
Vigili del Fuoco - Norcia (PG) - Chiesa di Santa Maria degli Angeli -
diversi comuni dell’Italia centrale il 24 Agosto delle repliche del 26 Ottobre e del 30 Ottobre.
Di parole sull’argomento ne sono già state profuse a fiumi ma, personalmente, credo non ne esistano di tali da riuscire a descrivere esaustivamente la devastazione ed il dolore generati da questa tragedia. Credo che la cosa più sensata sia “demandare” il compito, direttamente, alle immagini girate dai Vigili del Fuoco.
Le immagini testimoniano la violenza del terremoto, le immediate operazioni di soccorso alle popolazioni colpite, l’incessante, ed instancabile, opera dei Vigili del Fuoco per cercare ed estrarre dalle macerie, il più delle volte a mani nude, i sopravvissuti e recuperare i corpi dei meno fortunati.
Un lavoro immane, svolto con la proverbiale abnegazione tipica del Corpo, non solo nei momenti immediatamente successivi alla catastrofe, ma che continua ancor oggi per rendere possibile la vita dei sopravvissuti e di quanti sono impossibilitati a rientrare nelle proprie abitazione perché crollate o gravemente danneggiate, in maniera dignitosa.
Un’opera che si perpetua ben oltre la “mera” emergenza e che prosegue anche per recuperare, e mettere in salvo, l’enorme patrimonio artistico di quei territori.
Agli Uomini ed alle Donne del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, impegnati nei soccorsi, va tutta la nostra gratitudine ed incondizionata riconoscenza.
Michela Cossidente
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Madonna con Bambino in salvo, la statua lignea recuperata dai vigili del fuoco
Madonna con Bambino in salvo, la statua lignea recuperata dai vigili del fuoco: