Offida (Marche), Chiesa di sant'Agostino, Annunciazione con Santi sec. XVII (manortiz)
Annunciazione, inizi del XVII secolo: da notare l'Angelo annunziante con um bel vestito di merletto a tombolo, tipico lavoro artigianale di Offida.
San Giuseppe, santa Caterina da Siena, san Nicola da Tolentino ed un santo Vescovo
Nei pressi del Palazzo Comunale sorge l'ex convento di S. Agostino con l'annessa cappella del Miracolo Eucaristico, imponente edificio in laterizio la cui costruzione, iniziata nel 1338, fu completata nel 1441.
La prima costruzione fu realizzata modificando l'antica struttura esistente rappresentata da una chiesina dedicata a S. Maria Maddalena (1254), così chiamata ai tempi di Alessandro IV (?-1261), come riferito dagli storici offidani Rosini ed Allevi, e da un piccolo romitorio.
Tali lavori di modifica (dalle fondamenta) terminarono durante il priorato di un certo frate Jacopo, come è dato leggere sulla facciata centrale della chiesa: Tempore prioratus fra tris Jacobi hoc peractum fuit sub kD. MCCCCXXXXI (1441).
La conferma di tali lavori è sostenuta dallo storico Rosini che ci parla di modifiche sostanziali già a partire dal 1350 ed è testimoniata da una epigrafe posta sulla parete settentrionale della chiesa.
Tale epigrafe, di difficile lettura, riporta con chiarezza la seguente datazione: Anno Domini MCCCL VIII (1358).
Nel XVI sec., come attestato da atti del notaio G. B. Radicotica, risalenti ai periodo 1493-1514, fu rinnovato il pavimento dell'intera chiesa
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Offida, Chiesa di sant'Agostino also known as the Sanctuary of the Miraculous Eucharist (manortiz)
The miracle of the Eucharist in Offida, Italy (1280) --The Story of Newlyweds, a Sorceress and a Mule.
The Eucharistic miracle of Offida actually took place in the city of Lanciano, the site of another extraordinary miracle not related to this one. This miracle, which is now kept in Offida some 60 miles north of Lanciano, occurred in 1273 to a newlywed couple named Ricciarella and Giacomo (James) Stasio, their mule, and a witch...
Il miracolo è un avvenimento accaduto nel 1273 a Lanciano ed è la storia di Ricciarella e del marito Giacomo Stasio, carrettiere, i quali passavano giornate fra continui litigi.
La donna, per riconquistare la pace familiare, si fece convincere da una fattucchiera a trafugare l'ostia consacrata durante la comunione mattutina per mescolarla nei cibi del marito e, dopo aver a lungo meditato, la pose su un coppo arroventato per polverizzarla. A questo punto avvenne il prodigio perché l'ostia si trasformò in brandelli di carne ed il sangue incominciò ad uscire così copioso tanto che la donna fu costretta a tamponare il coppo, sul quale aveva posto l'ostia, con una tovaglia domestica. Presa dal rimorso seppelli tutto nella stalla sotto il letame ma, alla sera, quando il marito tornò dal lavoro, il mulo si rifiutò di entrare nella sua dimora. Solo dopo ingiurie e percosse il mulo entrò nella stalla, ma si inginocchiò con il muso rivolto verso il luogo dove erano sepolti i resti dell'atto sacrilego.
Siccome la scena si ripeteva tutte le sere e l'armonia fra i coniugi diventava sempre più precaria, la donna confessò tutto a fra Giacomo Diotallevi, priore del convento agostiniano, il quale prese i resti del miracolo e, nel 1280, li portò ad Offida. I consoli ed i religiosi offidani, dopo aver ascoltato il racconto del priore, decisero di onorare degnamente il miracolo e commissionarono ad un valente orafo veneziano una croce d'argento all'interno della quale furono posti i resti del prodigio (sec. XIV). Durante il viaggio di ritorno verso Offida le reliquie sfuggirono miracolosamente alle navi del doge il quale, venuto a conoscenza che un monaco della Marca trasportava via mare delle cose prodigiose, aveva deciso di impadronirsene per arricchire Venezia di un altro tesoro. Da allora le reliquie sono conservate nella chiesa di S. Agostino.
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Le reliquie del Miracolo Eucaristico di Offida
Le reliquie del Miracolo Eucaristico di Offida (AP)
La chiesa di Sant'Agostino, Ascoli Piceno
Simulazione di una videoproiezione architetturale; Laboratorio di Disegno dell'Architettura e del Paesaggio, laurea magistrale in Architettura, Scuola di Architettura e Design E. Vittoria di Ascoli Piceno, Università di Camerino.
Prof. Daniele Rossi; prof.ssa Angela Magionami
Montefortino, Chiesa e Convento di sant'Agostino (manortiz)
Costeggiando il lato est delle mura di Montefortino e percorrendo un breve tratto di strada statale, si giungerà alla Porta di Santa Lucia o Porta di Levante a cui si accede al centro storico. Risalendo il colle si giungerà al nucleo più antico dell’abitato dove si trova la quattrocentesca Chiesa di San Francesco che venne costruita utilizzando i residui dei materiali della vecchia fortezza demolita nel 1444.
Sorge sui resti dell’antica Chiesa di Santa Maria del Girone di cui oggi è rimasta la campana del 1310 ed alcuni tratti di muratura posti sul lato meridionale della chiesa.
Al suo interno, a unica navata, si possono ammirare stucchi in stile barocco e dipinti ad olio su muro. Sono inoltre custoditi una Madonna del Rosario, opera di Simone De Magistris del 1577, un Crocifisso ligneo e un tabernacolo entrambi del seicento.
A lato della chiesa sorgeva il convento che ospitava i Frati minori Francescani che venne edificato nel 1549. Il convento fu poi soppresso nel 1810 sotto il Regno Italico, l’edificio abbandonato fino a raggiungere la più totale rovina per essere poi demolito agli inizi del XX sec. La chiesa invece venne affidata alla Confraternita del Santissimo Sacramento.
A seguito delle numerose ed intense scosse sismiche che si sono verificate nel Settembre del 1997 la chiesa subì lesioni un po’ in tutto l’edificio ma in particolare sulla facciata, nella volta di copertura dell’abside e nella parte alta della torre. Nel Luglio del 1999 venne approvato il progetto di ripristino, recupero e restauro che portò al rifacimento del tetto, all’inserimento di tiranti interni alle murature, al consolidamento della volta e alla riparazione delle diffuse lesioni con la tecnica del “cuci-scuci” (che consiste nel sostituire ogni singolo mattone o pietra danneggiata con altri nuovi, avendo cura di rendere quanto più omogenea possibile la fusione tra la muratura vecchia e nuova).
Oggi la chiesa viene utilizzata come auditorium ed aperta solo in speciali occasioni.
Santa Vittoria in Matenano, Organo dell'organaro ortezzanese Giuseppe Attili (manortiz)
santa Vittoria in Matenano (Marche, Italy) Chiesa di sant'Agostino
1736 d.C. Viene costruito l'organo monumentale di Sant'Agostino dall'organaro Giuseppe Attili di Ortezzano con il riutilizzo di canne cinque-seicentesche recuperate da un organo più antico presente nella chiesa. In un documento dell'Archivio storico comunale di Ripatransone (Supplicationes et memorialia 1621-23), pubblicato da Ginaluigi Spaziani, L'organo ad Ascoli Piceno dal XV al XIX secolo, Grottammare, Stamperia dell'Arancio, 2001, p.98, troviamo una sorta di listino prezzi predisposto da un organaro del tempo dal quale possiamo valutare da soli l'importanza e la maestosità del nostro organo:
o Per un'organo come quello de S.Francesco della Ripa o pure de S.Agostino de Offida:
Scudi duecento trenta;
o Per un'organo come quello de S.Angelo de Ascoli dico delli Monaci bianchi:
Scudi trecento cinquanta;
o Per un'organo come quello de lo Duomo de Macerata o pure de S.to Agostino de Recanati:
Scudi ottocento;
o Per un'organo come quello de lo Duomo d'Ascoli o pure de lo Duomo de Fermo:
Scudi mille et cento;
o Per un'organo come quello de la S.ta Casa de Loreto;
Scudi mille et doi cento;
o Per un'organo come quello de S.to Agostino da S.ta Vittoria;
Scudi mille et doi cento cinquanta;
o Per un'organo come quello de S.Pietro de Gubbio:
Scudi mille et ottocento;
o Per un'organo come quello de S.Giovanni Laterano de Roma: Scudi tre milia et cinque cento.
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Caratteristiche
Trasmissione: interamente meccanica.
Somiere principale in noce con 11 registri; piccolo somiere ausiliario ad alimentazione separata per Mi-Re-Do del Principale 16′.
Tre mantici cuneiformi originali collocati nel basamento dell'organo.
Pressione del vento: 59 mm di colonna d'acqua.
Temperamento: mesotonico modificato, con 5 terze quasi pure: do-mi, fa-la, sol-si, re-fa#, la-do#.
Disposizione fonica
Manuale (45 tasti, do 1-do 5, 1ª ottava corta)
Principale 16′
Principale 8′
Ottava 4′
Quintadecima 2′
Decimanona 1 1/3′
Vigesimaseconda 1′
Vigesimasesta 2/3′
Vigesimanona 1/2′
Voce umana (dal do 2)
Flauto in duodecima (Nazard) 2 2/3′
Cornetta (dal do 2) 1 3/5′
Pedale (17 tasti, do 1-sol# 2, ottava corta)
Accoppiamento permanente con il manuale
Accessori
Tiratutti a manovella (a partire dalla Quintadecima)
Usignolo (tirante a sinistra della tastiera)
AMATRICE la cittadina degli spaghetti all'amatriciana [Full HD]
© CLAUDIO MORTINI **
Chi crede che gli spaghetti all'amatriciana siano un'invenzione della capitale, dovrebbe fare un salto ad Amatrice ed assaporare il piatto più gustoso della cucina locale: capirebbe subito che il merito della fortunata creazione va a questa cittadina laziale della provincia di Rieti, popolata da circa 2700 abitanti e parte del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga.
Anticamente parte del Regno delle Due Sicilie, Amatrice era compresa fino al 1927 nella provincia dell'Aquila, in Abruzzo. Se col tempo la località ha cambiato capoluogo, è rimasta immutata la collocazione spettacolare: il centro abitato è incastonato in una conca lussureggiante, all'intersezione tra il Lazio, l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo, e si sviluppa su un altopiano centrale che va dai 900 ai 1000 metri di quota. Sullo stesso terrazzo naturale brillano le acque del Lago Scandarello, un bacino artificiale creato nel 1924, e tutt'intorno i Monti della Laga si dispongono a corona, toccando un'elevazione massima di 2400 metri.
La composizione della catena montuosa, ricca di rocce poco permeabili, favorisce la presenza di moltissime fonti perenni, che dissetano il territorio rendendolo estremamente fertile e verdeggiante. La vegetazione, folta e profumata, spazia dai cerri, castagni e pioppi alle faggete montane, fino a raggiungere le praterie sulle vette più alte, che in estate si agghindano di fiori multicolori. Dove la fauna cede il passo alla nuda roccia, un reticolo contorto di torrenti forma delle cascate spettacolari, che in inverno si cristallizzano e assumono una bellezza glaciale.
Nel fascino selvaggio della natura trova spazio questa cittadina regolare, curata e graziosa: Amatrice ha una pianta regolare, tradizionalmente attribuita a Nicola Filotesio, il quale l'avrebbe progettata dopo la distruzione del 1529. Tuttora il tessuto urbano e una trama di gioielli architettonici da non perdere, come la Torre Civica del XIII secolo e le austere torri campanarie della Chiesa di Sant'Agostino. Quest'ultima costruzione invita i fedeli tramite uno splendido portale tardo-gotico, e all'interno attira gli sguardi con gli affreschi dell'Annunciazione e della Madonna con Bambino e Angeli.
Dopo una visita attenta delle bellezze più rappresentative della città, giunge il momento di premiarsi con i piaceri della tavola. Nessun luogo potrebbe essere più indicato di Amatrice, la terra natia del sugo all'amatriciana, con cui si condiscono gli spaghetti e i bucatini e grazie al quale la gastronomia di Roma è impropriamente divenuta celebre. In origine il condimento veniva preparato dai pastori con i semplici ingredienti che avevano a disposizione sulle montagne, mentre custodivano le greggi. Pasta, guanciale a cubetti e pecorino fresco erano gli ingredienti fondamentali, a cui si aggiunsero presto il pomodoro e l'olio di oliva. Soltanto nell'Ottocento, quando molti amatriciani si trasferirono a Roma a causa della crisi della pastorizia, e trovarono impiego nel settore della ristorazione, la ricetta si diffuse a livello nazionale. Oggi, nei menù dei ristoranti locali, si trovano le due ricette alternative: quella più povera e tradizionale, detta gricia, e quella ingentilita con la salsa di pomodoro.
Marche Expo 2015: Arte Sacra e Chiese
Santa Maria di Portonovo, Fonte Avellana, San Nicola di Tolentino, Offida, Santa Vittoria in Matenano, Loreto
Music CC:
Offida (Marche,Italy), Foyer di padre Antonio Monieri (manortiz)
Comunità del Foyer
di padre Antonio Monieri
Offida (Marche, Italy), Contrada Ciafone, 125
Null incontri di preghiera, formazione e orientamento. Solo in autogestione. gruppi giovanili e di adulti di ambo i sessi. 30 posti letto in 5 camere singole pi� camerate, con numerosi servizi in comune. cappella, sale ritrovo, cucina attrezzata, parco.
PADRE ANTONIO MONIERI fondatore e presidente del SOS Missionario HA COMPIUTO 90 ANNI!
l SOS Missionario è una Organizzazione Non Governativa di ispirazione cristiana,nata nel 1964 a San Benedetto del Tronto per opera di P. Antonio Monieri. Ha come fine la cooperazione tra i popoli per una promozione integrale dell'uomo e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sui problemi dello sviluppo, con particolare attenzione agli squilibri Nord/Sud. Nel 1985 è stata eretta in Ente Morale e nel 1988 riconosciuta idonea dal Ministero degli Esteri a svolgere attività di cooperazione internazionale si sensi della legge 49/87. Dal 1985 fa parte del C.I.P.S.I. (Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale). Nel settore della cooperazione il S.O.S. Missionario si adopera principalmente per la realizzazione di piccoli progetti di sviluppo mentre, programmi più vasti sono resi possibili grazie al cofinanziamento del Ministero degli Esteri e dell'Unione Europea. Ogni progetto viene sempre studiato e progettato d'intesa con i beneficiari e tendono al massimo coinvolgimento delle popolazioni locali nel rispetto delle loro esigenze. Dal 1997 è in corso una serie di progetti di cooperazione in Uganda, con una giovane Ong locale, la Tweyanze Development Agency --TDA che opera nella Contea di Katikamu. Gli interventi che si sono susseguiti negli anni sono diretti, sia alla formazione dei membri della TDA, affinché siano in grado di rispondere adeguatamente alle richieste di sviluppo del proprio Paese, sia al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Il programma di sviluppo si è articolato in fasi successive che hanno previsto corsi di formazione a vari livelli per i membri della TDA e microinterventi nel settore agricolo con la realizzazione di pozzi, avvio allevamenti mucche da latte e maiali. Attualmente è iniziato un progetto di sviluppo della coltivazione della vaniglia che andrà a sostituire le piccole piantagioni di caffè invecchiate ed in parte colpite da malattia. Da oltre 10 anni è attivo il progetto adozione a distanza per il sostegno scolastico di bambini e ragazzi in Asia, Africa ed America Latina, al fine di garantire loro la possibilità di seguire un regolare corso di studi.
Nel settore educativo, il Sos Missionario organizza incontri formativi, convegni e dibattiti, pubblica un proprio bollettino ilNOTIZIARIO SOS MISSIONARIO in 5.000 copie per informare sulle proprie attività, promuove manifestazioni interculturali, anche in collaborazione con le locali associazioni di immigrati. Particolare attenzione dedica al mondo della scuola, dal 1985 e per oltre 10 anni, ha organizzato corsi di aggiornamento per insegnanti delle scuole elementari e medie allo scopo di offrire occasioni di confronto ed approfondimento sui temi dell'educazione alla mondialità; i responsabili EaS dell'associazione sono a disposizione degli insegnanti per favorire l'inserimento dell'educazione alla mondialità nelle programmazioni curriculari e per interventi nelle scuole. Presso la sede dell'associazione è allestito un Centro documentazione con libri, riviste, materiale audiovisivo che viene dato in prestito gratuitamente. Vengono elaborati programmi di educazione allo sviluppo anche in collaborazione con altri organismi italiani.
Costante impegno viene dedicato alla promozione del Commercio Equo e Solidale, presso la sede dell'associazione è allestito uno spaccio dei prodotti Equosolidali e numerose sono le occasione per partecipare a mercatini e mostre.
Se potess parlà lu Bov
Una poesia dedicata al Bov Fint, evento tradizionale del Carnevale Storico di Offida, scritta da Carla Carfagna. Produzione video a cura di Anna Maria Carfagna.
17^ CORSA DEL SERPENTE AUREO CROCE SANTA Offida 1 maggio 2018
Grottammare (Marche, Italy), panorama dalla Rocca (manortiz)
Grottammare sulla Riviera delle Palme è famosa come la 'perla dell'Adriatico', con i suoi aranceti e gli oleandri, l'oro delle spiagge e il mare incredibilmente blu. Grottammare, situata in provincia di Ascoli Piceno, a pochi chilometri dal capoluogo, rappresenta un breve e interessante itinerario di turismo nelle Marche. A passeggio per Grottammare, si è colpiti soprattutto dalle numerose case liberty con affreschi e maioliche floreali, il cui esempio più pregevole è il villino Matricardi-Cola, progettato nel 1913 dall'architetto Cesare Bazzani. Ma altre testimonianze risalgono al Medioevo quando Grottammare, possesso dell'Abbazia di Farfa, fu contesa a lungo tra Fermo ed Ascoli Piceno. L'attuale impianto di mura fortificate risale invece al XVI secolo, caratterizzato da violente contese con le comunità vicine e da attacchi pirateschi. L'itinerario nella cittadina così scopre edifici che dal '900 portano a ritroso attraverso i secoli. Dal XVIII secolo cominciò l'espansione di Grottammare verso la zona costiera, il cui impianto urbanistico, opera dell'architetto di origine lombarda Pietro Augustoni, si deve all'intervento di papa Pio VI nel 1700.
Per chi ama rintracciare per strade e monumenti anche gli echi della storia, è di enorme interesse sapere che a Grottammare si tenne l'incontro il 12 ottobre 1860, tra Vittorio Emanuele II, ospitato a Palazzo Laureati, e una delegazione di notabili partenopei che gli offrirono formalmente il Regno delle due Sicilie. Tre anni più tardi (1863) Grottammare venne collegata per ferrovia con Ancona e l'Abruzzo. L'avvento dei trasporti su rotaia diede ulteriore impulso allo sviluppo economico e demografico della cittadina. Nella suggestiva piazzetta di Grottammare Alta, città natale di Felice Peretti diventato papa con il nome di Sisto V, si affacciano il Teatro dell'Arancio, il Palazzo Priorale, l'Altana dell'Orologio e uno splendido belvedere. Poco distante si trova la seicentesca chiesa di Santa Lucia attribuita all'architetto Fontana. Nella passeggiata lungo le mura si può visitare il restaurato Torrione della Battaglia e la chiesa di Sant'Agostino (XVI sec.) che custodisce una Madonna di Vincenzo Pagani. Collocata sulla ripida strada che dalla marina porta al borgo antico, la chiesa presenta un'abside merlata, come fortificata, e un campanile mozzato, così ridotto, secondo la tradizione locale, perchè nel convento annesso alla chiesa fu ospitato il monaco agostiniano Martin Lutero, durante il suo viaggio verso Roma, prima del grande scisma.
comune.grottammare.ap.it
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La chiesa di San Vincenzo e Anastasio, Ascoli Piceno
Simulazione di una videoproiezione architetturale; Laboratorio di Disegno dell'Architettura e del Paesaggio, laurea magistrale in Architettura, Scuola di Architettura e Design E. Vittoria di Ascoli Piceno, Università di Camerino.
Prof. Daniele Rossi; prof.ssa Angela Magionami
Offida, la situazione post Sisma
Servizio trasmesso nel notiziario di Tv Centro Marche,
in onda ogni giorno alle 6.30 - 7.30 - 11.50 - 13.30 - 19.30 - 20.30 - 23.00
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Smerillo (Marche)Chiesa di s.Caterina d'Alessandria con affreschi di scuola farfense (manortiz)
La chiesa di S. Caterina fu innalzata nell'area donata ai canonici Lateranensi da un abitante di Smerillo in suffragio della propria anima.
Per questo motivo essa ebbe sempre l'obbligo di chiedere la bolla di approvazione al Capitolo Lateranense, al quale, come atto di sudditanza, doveva pagare annualmente una libbra di pepe.
L'edificazione fu sicuramente compiuta entro il 14 agosto 1387: è infatti così datato un documento attestante che il Comune ne aveva sostenuto le spese acquistando in tal modo il diritto di Giuspatronato. Ancora incerte sono però le circostanze. Una delle ipotesi suggerite è che l'edificio sia stato costruito in occasione della liberazione di Fermo dal tiranno di Monte Verde avvenuta nel giorno della festa di S. Caterina.
Così gli abitanti di Smerillo, per ingraziarsi la città da cui dipendevano, avrebbero deciso di costruire entro le mura un edificio intitolato alla Santa.
Tuttavia è più probabile l'ipotesi che l'erezione di questa chiesa sia avvenuta per pubblico voto emesso in tempo di peste. Infatti risulta largamente documentato che in tutto il piceno nell'anno 1387 imperversò una terribile pestilenza. A Fermo morirono addirittura 3500 persone. Come infatti risulta da iscrizioni e pitture votive nele chiese di Ascoli, Offida, S. Vittoria, Ripatransone e Amandola, Santa Caterina d'Alessandria era spesso invocata a protezione dalla pestilenza.
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Offida - Santa Maria della Rocca a rischio
Il Comune torna alla normalità dopo l'alluvione
La chiesa di San Vincenzo e Anastasio, Ascoli Piceno
Simulazione di una videoproiezione architetturale; Laboratorio di Disegno dell'Architettura e del Paesaggio, laurea magistrale in Architettura, Scuola di Architettura e Design E. Vittoria di Ascoli Piceno, Università di Camerino.
Prof. Daniele Rossi; prof.ssa Angela Magionami
Carlo Acutis - Miracoli Eucaristici - con Antonia Salzano Acutis - Corridonia 6 maggio 2018
Domenica 6 maggio alle ore 16.30 presso la Chiesa di Sant’Agostino di Corridonia si inaugura la
Mostra internazionale sui Miracoli Eucaristici nel Mondo.
La mostra ideata e realizzata dal Servo di Dio Carlo Acutis (1991-2006) presenta, con un’ampia rassegna fotografica e con descrizioni storiche, alcuni dei principali Miracoli Eucaristici (circa 136) verificatisi nel corso dei secoli in diversi Paesi del mondo e riconosciuti dalla Chiesa.
Tra questi, quelli di Macerata 1356, Morrovalle 1560, Offida 1273.
Attraverso i pannelli (120X200) è possibile «visitare virtualmente» i luoghi dove sono accaduti questi Miracoli.
La Mostra è già stata ospitata nei cinque Continenti: solo negli Stati Uniti d’America in quasi 10.000 Parrocchie e nel resto del mondo in centinaia parrocchie, compresi alcuni famosi Santuari Mariani come Fatima, Lourdes, Guadalupe.
Interverrà all’inaugurazione la
Sig.ra Antonia Salzano Acutis
mamma del Servo di Dio Carlo Acutis, il giovane che ha ideato e realizzato la Mostra.
La Mostra, patrocinata dal Comune di Corridonia, è organizzata dalla Confraternita del Ss.mo Sacramento, unitamente alla Parrocchia dei SS. Pietro Paolo e Donato, alla Confraternita della Morte e della Preghiera e all’Associazione Culturale L’Olmo.
Campane della Collegiata di S.M. Assunta in Offida (AP) v.546
Suonate per la messa domenicale della Trasfigurazione del Signore alle ore 11:00 e per l’Angelus feriale/festivo:
- [04:42] Distesa festiva delle 10:30 con le 3 campane minori (dura 2 minuti);
- [08:46] 31 tocchi sul campanone, eseguiti mentre le campane si stanno fermando;
- [09:40] Plenum solenne delle 10:47 circa (dura 3:15 minuti), suonato in esclusiva dal parroco che ringrazio infinitamente per la cortesia!!
- [16:45] 3-4-5-1 sul campanone a mezzogiorno (in sottofondo potete udire il campanone della torre civica in Mib3).
Concerto di 5 campane a slancio elettrificate dalla De Santis di Fermo (il programmatore è un GM-600 T che potete vedere qui ):
I: Re3
II: Fa#3 crescente
III: Sol3
IV: Si3
V: Sol4
Credo che i restauri della torre (e quindi dell’impianto) siano stati fatti in seguito al terremoto dell’Aquila, che ha fatto staccare alcuni pezzi di intonaco.
A fine video potete gustarvi un piccolo gioiello, un concertino di 6 campane in Do5 in accordo di “Ave Maria”, leggermente stonato ma che, su richiesta, può suonare la classica “E’ l’Ora che Pia”, azionando una sorta di “tamburo” in legno che si usa generalmente per il carillon, e gira all’infinito finché non viene staccata la corrente. Il sistema non funziona benissimo (qualche colpo viene inevitabilmente perso), ma devo dire che una roba del genere non me la sarei mai aspettata! Non posso che ringraziare il parroco per avermi accolto a braccia aperte ed avermi mostrato un qualcosa di straordinario, oltre ad avermi suonato il plenum in esclusiva per la realizzazione di questo video. Ed anche qui, sono stato leggermente sfortunato: considerando che nella zona, per la messa grande della domenica, suona quasi sempre il plenum, mi sono piazzato dal lato I-IV-V. E… Inaspettatamente, partono le 3 piccole. Peccato, avevo l’inquadratura perfetta pochi metri più indietro. Poco dopo, il campanone dà i tocchi… Santo cielo, Re3! Delle stesse dimensioni di Ripatrasone! Madonna di Loreto… Fai che il parroco acconsenta la mia richiesta… Inizialmente titubava, poi quando gli ho mostrato cosa stavo facendo, mi ha detto “corri che te le suono per 5 minuti!!” (in realtà il programmatore stacca a 3:15 minuti). Non potete immaginare come mi sentivo in quel momento… Bellissime campane, non c’è che dire, hanno molto l’aria d’Abruzzo, e considerando anche la vicinanza di Ripatransone, credo proprio che la grossa sia una Donati dell’Aquila, mentre le 3 piccole potrebbero essere Pasqualini. Nelle inquadrature iniziali mi sono soffermato sulla Torre Civica e sulle chiese dell’Addolorata (3 campanelle elettrificate di cui non sono riuscito a sapere se suonano) e della Madonna del Suffragio (2 campanelle a corda inceppate dalla Pasqualini e poste in un campaniletto triangolare, tipico stile delle chiesette ascolane e fermane).
N.B. Se volete vedere soltanto il plenum, cliccate qui