TERNI: DUOMO Cattedrale di S.Maria Assunta + SANT’ALÒ e S.ta PARASCHEVA (ortodossa) + S. Giovannino
Colinda maramureseana la Biserica Sf Cuv Paraschev(Sant Alò)-Terni 2015
Biserica San Alo Terni biserica pentru romanii din Italia Televiziunea Romana Cronici votive
Settimana di preghiera unità dei cristiani 2017 - vespro nella chiesa ortodossa Sant'Alò
Orvieto (Terni - Umbria - Italy)
Piccolo borgo dell’Umbria, abbarbicato su di una rupe di tufo, Orvieto ha una storia antica. Ed è un vero e proprio gioiello dell’architettura etrusca, ricco di testimonianze, d’architetture civili e religiose e di angoli da esplorare.
Famosa soprattutto per il Duomo dalla facciata a mosaico, Orvieto offre in realtà tutta una serie di itinerari storico-artistici.
DA VEDERE:
Gli Etruschi a Orvieto
A ridosso di Orvieto, numerosi sono i siti d’epoca etrusca e i luoghi di sepoltura che negli anni sono stati scoperti. Tra i principali siti, meritano una visita la Necropoli di Crocifisso del Tufo – costruita secondo uno schema di vie ortogonali che ricalca i modelli urbanistici dell’epoca – e i vari musei che ospitano testimonianze provenienti dalle vicine necropoli etrusche.
Il Museo Archeologico Nazionale di Orvieto e il Museo della Fondazione Claudio Faina ospitano ceramiche a figure rosse, armature da parate composte di elmo, corazza, schinieri e scudo, e tutta una serie di oggetti da corredi funerari, sia di importazione che di produzione locale: spille, monili, pugnali in metallo, vasellame di bucchero.
Infine, in piazza della Repubblica, è possibile visitare i sotterranei della chiesa di Sant’Andrea.
Il duomo di Orvieto
Simbolo di Orvieto, e capolavoro dell’arte gotica italiana, il Duomo cittadino è molto più che una chiesa. Il suo Sacro Corporale ospita moltissime opere d’arte, e la sua armonia è incredibile se si pensa che – qui – hanno lavorato per oltre tre secoli più di venti artisti.
Iniziato nel 1290 per offrire al Corporale del Miracolo di Bolsena un posto dove essere venerato, il Duomo fu costruito fino alla seconda metà del Millecinquecento. Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani e Andrea Orcagna si alternarono, e l’effetto è straordinario: i bassorilievi con Storie del Vecchio e Nuovo Testamento e del Giudizio Finale, il fronte impreziosito dai mosaici e dal rosone di Andrea Orcagna, le cappelle. Veri capolavori d’arte religiosa.
E sono proprio le cappelle, ad essere imperdibili. Innanzitutto la Cappella del Corporale, dove il corporale è quello del Miracolo di Bolsena, un evento fondamentale per la chiesa cattolica, che vide un’ostia perdere del sangue. Il Duomo fu costruito proprio per ospitare il corporale, che oggi trova posto – insieme all’ostia – in un reliquiario d’oro, argento e smalto, d’epoca medievale.
C’è poi la Cappella di San Brizio, importantissima testimonianza del Rinascimento italiano e affrescata da Beato Angelico, Benozzo Gozzoli e da Luca Signorelli. A tema Giudizio Universale, ospita scene straordinarie che incantano il visitatore.
Il pozzo di San Patrizio
Capolavoro dell’ingegneria costruito nel 1527 per volere di papa Clemente VII da Giuliano da Sangallo il Giovane, il pozzo di San Patrizio aveva un obiettivo: assicurare ad Orvieto la disponibilità d’acqua per tutto l’anno. E in effetti, questo pozzo scavato nel tufo, raggiunge l’acqua nascosta sotto la rupe su cui il borgo è costruito.
Profondo 62 metri e con 72 finestre, si caratterizza per le due scale elicoidali gemelle: una per la discesa, una per la risalita. Grazie ad esse, e grazie alla possibilità di far scendere nel pozzo i muli da soma, le operazioni di carico dell’acqua erano molto più semplici. Oggi, il pozzo di San Patrizio può essere visitato. Basta aver voglia di scegliere, e poi di risalire, i suoi 258 gradini.
Underground: la città sotterranea
Ma Orvieto non è bella solo in superficie: nella sua rupe si nasconde un complesso labirinto scavato nel corso di 2500 anni e composto da oltre 1200 grotte, cunicoli, pozzi e cisterne, venute alla luce per caso dopo una frana. Oggi, grazie al progetto di Orvieto Underground, quel labirinto può essere visitato. Ed è un’esperienza davvero indimenticabile.
La visita guidata, prenotabile online, si snoda lungo un agevole percorso che attraversa strutture ipogee rimaste intatte. Laddove il sentiero corre parallelo alla rupe, panoramiche aperture fanno filtrare la luce. E tutto s’accende di leggenda.
La bistecca del villano
Testimonianze storiche a parte, Orvieto ha anche una sua tradizione culinaria. O, meglio, ha prodotti tipici assolutamente degni di nota. Su tutti, la pera di Monteleone. Soprannominata “bistecca del villano” per via del suo valore nutrizionale, ha un peso medio di 140 – 160 grammi e una forma conica corta. La sua buccia è gialla, liscia e spessa, la polpa saporita e aromatica. E, a detta dei buongustai, è buonissima al forno oppure in una zuppa dolce, insieme alle castagne. L’ideale per rifocillarsi, dopo un giro tra le diverse anime d’Orvieto.
Chiesa Santa Pudenziana - Narni - Terni
Studio delle Proiezioni di luce in Santa Pudenziana - Stefano Cavalieri
Chiesa ortodossa Terni-concert.canzoni natalizie 2012mpeg
Duomo Terni,opera commissionata dal vescovo Paglia spiegata dall'autore: 'Gay e trans si salvano'
L'opera muraria, realizzata sulla controfacciata del Duomo dal pittore argentino Ricardo Cinalli, nel 2007, fu commissionata dall'allora vescovo di Terni don Luigi Paglia - oggi arcivescovo e presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia - e il parroco Fabio Leonardis, allora direttore dell'Ufficio beni culturali della diocesi e segretario della Consulta regionale per i beni culturali ecclesiastici. I lavori sono stati seguiti giorno e notte dallo stesso don Fabio Leonardis e da ripetute visite in cantiere del Vescovo Paglia. Tra i personaggi presenti nell'opera, appaiono omosessuali, transessuali, ladri, spacciatori. L'artista , attraverso l'opera, vuole significare che Cristo, nel giorno del giudizio salva tutte le creature senza distinzione di razza, credo religioso, politico ed orientamento sessuale.
Duomo di Terni
Duomo di Terni Cattedrale di Santa Maria Assunta. Simbolo satanico pentacolo. SIMBOLOGIA SATANICA. Qui potete vedere simbolo satanico, il sigillo del Baphomet - è ‘il simbolo ufficiale della Chiesa di Satana. Quella stella indica la presenza di satana, è anche uno dei simboli principali dell’occultismo, del satanismo. Esso è sempre stato usato nella magia rituale, ed è utilizzato anche nella divinazione, per l'evocazione degli spiriti maligni e per invocare l'aiuto demoniaco. Messaggio subliminale satanico. La testa di un capro con due corna che sono iscritte nelle due punte della stella verso l’alto, il capro rappresenta Satana. La domanda che ci facciamo è dunque questa: Chi e perché ha voluto mettere quel simbolo satanico lì? La Bibbia dice: 2 Corinzi 6:14-18 ..La luce può essere unita alle tenebre? Vi potrà mai essere un'intesa tra Cristo e il demonio? Quale accordo fra tempio di Dio e idoli? Perciò uscite di mezzo a loro e riparatevi, dice il Signore,.. E io vi accoglierò. Matteo 13:9 Chi ha orecchi, cerchi di capire!
STATE ATTENTI AI SIMBOLI SATANICI.
Celebrazione del vescovo Piemontese al Santuario di Sant'Antonio di Padova in Terni
COLINDA MARAMURESANA 2018 TERNI ITALIA
Descrizione
Itinerario a Piediluco in Umbria
Piediluco è una graziosa località a pochi chilometri da Terni sulla riva dell'omonimo Lago di Piediluco che, insieme al fiume Velino, alimenta le vicine Cascate delle Marmore.
Piediluco oggi è un pittoresco borgo il cui nome significa ai piedi del bosco sacro e mantiene un assetto urbanistico rimasto intatto dal medio evo, con basse casette colorate dislocate tra il lago ed il monte.
Il lago, come vedete, offre scorci paesaggistici molto suggestivi essendo circondato da rilievi boscosi, tra i quali la Montagna dell'Eco che è inconfondibile per la sua forma di largo cono rovesciato.
Questa montagna deve il suo nome al fatto che è in grado di rimandare un intero endecasillabo in maniera perfetta.
San Francesco passò da Piediluco nel 1208 e a cavallo tra il 13° e il 14° secolo fu edificata la Chiesa di San Francesco a ricordo della visita.
Per questo itinerario ringraziamo il Residence Albornoz di Piediluco che è stato base strategica della troupe di Eats&Travels.
Visita l'Italia con noi!!!
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San Valentino Terni Italia 0233
San Valentino: La scultura che racconta ....
La salma del Santo è venerata nella Basilica di Terni.
San Valentino - 14 febbraio
La più antica notizia di S.Valentino è in un documento ufficiale della Chiesa dei secc.V-VI dove compare il suo anniversario di morte. Ancora nel sec. VIII un altro documento ci narra alcuni particolari del martirio: la tortura, la decapitazione notturna, la sepoltura ad opera dei discepoli Proculo, Efebo e Apollonio, successivo martirio di questi e loro sepoltura. Altri testi del sec. VI, raccontano che S.Valentino, cittadino e vescovo di Terni dal 197, divenuto famoso per la santità della sua vita, per la carità ed umiltà, per lo zelante apostolato e per i miracoli che fece, venne invitato a Roma da un certo Cratone, oratore greco e latino, perché gli guarisse il figlio infermo da alcuni anni. Guarito il giovane, lo convertì al cristianesimo insieme alla famiglia ed ai greci studiosi di lettere latine Proculo, Efebo e Apollonio, insieme al figlio del Prefetto della città. Imprigionato sotto l'Imperatore Aureliano fu decollato a Roma. Era il 14 febbraio 273. Il suo corpo fu trasportato a Terni al LXIII miglio della Via Flaminia. Fu tra i primi vescovi di Terni, consacrato da S.Feliciano vescovo di Foligno nel 197. Preceduto da S.Pellegrino e S.Antimo, fratello dei SS.Cosma e Damiano.
La festa del vescovo e martire Valentino si riallaccia agli antichi festeggiamenti di Greci, Italici e Romani che si tenevano il 15 febbraio in onore del dio Pane, Fauno e Luperco. Questi festeggiamenti erano legati alla purificazione dei campi e ai riti di fecondità. Divenuti troppo orridi e licenziosi, furono proibiti da Augusto e poi soppressi da Gelasio nel 494. La Chiesa cristianizzò quel rito pagano della fecondità anticipandolo al giorno 14 di febbraio attribuendo al martire ternano la capacità di proteggere i fidanzati e gli innamorati indirizzati al matrimonio e ad un'unione allietata dai figli. Da questa vicenda sorsero alcune leggende. Le più interessanti sono quelle che dicono il santo martire amante delle rose, fiori profumati che regalava alle coppie di fidanzati per augurare loro un'unione felice. Oggi la festa di S.Valentino è celebrata ovunque come Santo dell'Amore. L'invito e la forza dell'amore che è racchiuso nel messaggio di S.Valentino deve essere considerato anche da altre angolazioni, oltre che dall'ormai esclusivo significato del rapporto tra uomo e donna. L'Amore è Dio stesso e caratterizza l'uomo, immagine di Dio. Nell'Amore risiede la solidarietà e la pace, l'unità della famiglia e dell'intera umanità.
RIAPRE AL CULTO LA CHIESA DI SAN GIOVENALE AD ORVIETO
A cura della Direzione Canali Tematici di TELEORVIETOWEB NETWORK - Direttore Antonello Romano - Art Director Camilla Ballarin - Executive Producer Maria Lavinia Sperotti
Discover Terni, Umbria, Italy
Image 1: Santuario Francescano del Presepio (Greccio)
Image 2: Star Trails a Sant'Erasmo
Image 3: Acqua
Image 4: Panorama vista da San Gemini
Image 5: Chiostro del Sacro Speco di S. Francesco d'Assisi - Narni TR
Image 6: La campagna umbra nei pressi di Narni
Image 7: Le Marmore in notturna
Image 8: Always together....
Image 9: LA CONCA TERNANA - La collina dei girasoli
Image 10: LA MIA TERNI -Terni: Piazza e Chiesa di S. Francesco.
Terni San Valentino 2014 ecco la rappresentazione vita del Santo (Umbria) Tradizioni popolari.
Febbraio 2014, nella Basilica di San Valentino a Terni,
si narra la vita del santo Valentino, divenuto in seguito al suo martirio,
l'emblema dell'amore eterno e protettore degli innamorati.
( la scena del taglio della testa (virtuale) del Santo è stata tolta in coda al filmato,
ma il Santo è cosi che viene giustiziato dai Legionari Romani, lungo la via Flaminia,
per ordine del Senato di Roma, favorevoli al martirio dei cristiani)
Buona visione a tutti. By Roby
San Gemini
Il percorso parte dalla località di Poggio Azzuano, raggiungibile con una camminata di circa 3 km da Sangemini. Qui è possibile visitare la chiesetta di Santa Caterina, grazioso edificio religioso dall'interno barocco che conserva una pregevole tela di Lazzaro Baldi del 1650.
Proseguendo lungo il tracciato che si snoda tra le belle campagne umbre si raggiunge l'importante area archeologica di Carsulae, uno dei centri romani meglio conservati del centro Italia.Si tratta di un sito archeologico di straordinaria importanza dal punto di vista storico e molte rovine sono ancora sepolte nell'area in attesa di essere riportate alla luce. Antica e fiorente città romana sorta lungo la Via Flaminia, fu abbandonata in seguito ad un importante smottamento del terreno che rese necessario lo spostamento della strada consolare. La città, che aveva conosciuto periodi di grande prosperità grazie ai commerci e ai pedaggi che l'arteria stradale le garantiva, andò incontro ad un forte declino. Oggi sono visibili numerose testimonianze dell'antico insediamento: la zona del foro con i resti della basilica e di due templi gemelli, il teatro e l'anfiteatro in buono stato di conservazione, l'imponente Arco di San Damiano, antico ingresso della città e diversi monumenti funerari situati perlopiù a ridosso dell'entrata. Al centro informazioni di Carsulae è presente un ricco museo contenente gli oggetti ritrovati durante gli scavi archeologici della zona, indispensabile per completare la visita di questa straordinaria area storica. Proseguendo lungo la strada che un tempo collegava Carsulae a Spoleto si incontra il bel complesso di edifici denominato Eremita di Cesi, ubicato in una zona naturalistica di pregio. lo splendido complesso di edifici religiosi sorge lungo la strada che andava da Carsulae a Spoleto, sul versante di Monte Maria Maggiore. La prima cappella costruita in questo luogo risale al VII secolo, anche se il convento nacque soltanto nel XII secolo. Luogo frequentatissimo per tutto il medioevo, ospitò tra gli altri anche San Francesco, incantato dalla tranquillità e la bellezza del posto. L'aspetto attuale si deve all'opera di San Bernardino da Siena, giunto sul posto nel 1420. Il complesso dell'Eremita è stato recentemente restaurato e si trova oggi in ottimo stato di conservazione.
Lasciandosi alle spalle l'Eremita, il percorso sale fino alla vetta del monte Maria Maggiore, la più alta dei Monti Martani con i suoi 1121 metri. Dalla cima, dove si trova un'area archeologica con i resti di un tempio italico frequentato già dal V secolo a.c. , si gode di un panorama straordinario che spazia su tutta la conca ternana.
Da monte Maria Magiore comincia la discesa che conduce alla piccolo paese di Cesi, un concentrato di storia ed arte con panorami e scorci tutti da ammirare. Cesi (437 m s.l.m. , 682 abitanti) sorge sulla zona in cui gli Umbri fondarono il primo insediamento attorno al VI secolo a.c. , origini testimoniate anche dagli scavi effettuati nella zona che hanno riportato alla luce reperti risalenti a quell'epoca. Il borgo come lo vediamo oggi iniziò a prendere forma in epoca medievale, quando Cesi era capitale delle Terre Arnolfe. Nei secoli successivi il centro della città venne arricchito con diversi palazzi nobiliari, elementi che ancora oggi spiccano nel tessuto urbano. Dopo l'unità d'Italia Cesi divenne comune autonomo, titolo che gli venne tolto nel 1929, quando il territorio venne annesso al comune di Terni. I monumenti più interessanti della città sono: Chiesa di San Michele Arcangelo: si tratta di un edificio paleocristiano costruito in stile romanico risalente al 1080, che viene attualmente utilizzato anche per convegni e concerti in occasione del Settembre Musicale Cesano.
Palazzo Contelori: un tempo sede del municipio della città, questo bel palazzo è caratterizzato da un corpo centrale situato tra due ali con portali simmetrici. Chiesa di S.Andrea: l'elemento più interessante di questo edificio religioso è la presenza sulla facciata di cippi funerari recuperati nella zona archeologica di Carsulae. Piazza Cesi: ai lati di questa piazza sorgono l'ex chiesa romanica di S. Andrea ed il palazzo Cittadini-Cesi, iniziato durante la prima metà del cinquecento. Mura medievali: questa forte cinta muraria sale fino a raggiungere il pianoro di S. Erasmo a quota 790 metri ed è intervallata da numerose torri di guardia. Arce Umbra: di questo antichissimo sistema difensivo (costruito dagli Umbri attorno al V secolo a.c.) sono presenti alcuni resti di forma poligonale, che testimoniano le antichissime origini della città. Palazzo Stocchi: dall'interno dell'edificio è possibile accedere alla Grotta Eolia, che si estende per oltre 200 metri tra stalattiti, stalagmiti e formazioni rocciose del sottosuolo. Palazzo Eustachi: edificato in età tardo-rinascimentale, sorge a ridosso delle mura medievali e si trova momentaneamente in stato di abbandono.
Chiesa di Sant'Agostino ad Orvieto
Orvieto in provincia di Terni nella regione Umbria nella Chiesa di Sant'Agostino vi troviamo:
Dodici monumentali statue degli Apostoli ed un gruppo scultoreo dell’Annunciazione, opere realizzate tra la fine del XVI e l’inizio del XVIII secolo, esposte nella Chiesa di Sant’Agostino ad Orvieto, sede distaccate del Museo dell’Opera del Duomo.
Tutte le statue furono collocate all’epoca della loro realizzazione all’interno del Duomo di Orvieto fino al 1897 quando, seguendo la moda di matrice purista dell’epoca, furono rimosse dalla Cattedrale tutte le aggiunte iconografiche apportate nel periodo del manierismo.
Numerosi artisti contribuirono alla realizzazione delle statue: Francesco Mochi autore del gruppo dell’Annunciazione e poi Raffaello da Montelupo, Francesco Mosca, Ippolito Scalza, Giambologna, Giovanni Caccini, Ippolito Buzi, Bernardino Cametti.
UMBRIA - PERCORSO LUNGO IL NERA - SCHEGGINO - SANT'ANATOLIA DI NARCO - CASTEL SAN FELICE
°° By CLAUDIO MORTINI °° Una tranquilla passeggiata in compagnia del fiume Nera, adatta a chiunque, data la facilità del percorso. Si può percorrere anche in MTB. Ideale per chi voglia passare qualche ora a stretto contatto con la natura, risalendo in maniera abbastanza dolce un tratto della Valnerina, da Scheggino passando da Sant'Anatolia di Narco, arrivando infine a Castel San Felice. Da vedere il borgo di Scheggino, piccolo borgo sulle rive del Nera. Da vedere la chiesa di San Nicolò, risalente al XIII secolo ma interamente rifatta nel XVI secolo al cui interno si trovano pregevoli affreschi attribuiti allo Spagna. Merita una visita anche la chiesa di Santa Felicita, il cui aspetto romanico attuale risale al XII secolo, tranne che per la facciata, ricostruita nel Seicento in seguito alla riduzione dell'unica navata. Nell'interno, con abside semicircolare e altare da mensa in pietra, è presente una cripta anch'essa databile al XII secolo. Poco fuori dal paese si trovano le Fonti di Valcasana, esempio dello spettacolo che la natura offre in queste zone. Sant'Anatolia di Narco: Il centro storico mantiene le caratteristiche di antico borgo fortificato, con mura di cinta, torrioni e tre porte di accesso. Dentro le mura si possono ammirare l'ex Palazzetto municipale con portico e botteghe medioevali, la chiesa parrocchiale di Sant'Anatolia, con all'interno una decorazione pittorica dei secoli XIVXV, il paliotto di marmo intarsiato dell'altare maggiore di scuola seicentesca napoletana, il Crocifisso ligneo ed alcune tele seicentesche. Fuori dalle mura merita una visita il Santuario della Madonna delle Grazie, la cui struttura attuale è stata edificata nel XVI secolo e reinterpreta artigianalmente le forme del rinascimento. Poco lontano si trova l'imponente Abbazia di San Felice, probabilmente costruita nel XII secolo.