Saronno (Varese) FESTA DI POPOLO, Sant'Antonio Abate
Saronno (Varese) FESTA DI POPOLO, Sant'Antonio Abate
IL CALENDARIO LITURGICO CATTOLICO IL 17 GENNAIO CELEBRA IL SANTO EREMITA EGIZIANO DEL IV SECOLO VISSUTO IN UNA GROTTA DEL DESERTO E VENERATO IN TUTTO IL MONDO CRISTIANO COME TAUMATURGO.
NEL QUARTIERE IN CUI IL PADRE DEL MONACHESIMO HA LA SUA PICCOLA CAPPELLA-DI ATTINENZA DELLA CHIESA SACRA FAMIGLIA RETTA DA DON ALBERTO CORTI-IL Gruppo Storico Sant'Antoni da Saronn DA 13 ANNI ORGANIZZA IL CORTEO DI QUADRI STORICI IN COSTUME CHE SFILANO IN CITTÀ RACCONTANDO STORIA E TRADIZIONE INIZIATE NEL LONTANO XIV SECOLO.
(LETTURA Claudio Boselli)
Cuasso al Piano - Santa Messa nella parrocchia di Sant’Antonio Abate
«Vivere la giustizia dà bellezza alla nostra Chiesa e alla società civile»
Domenica 19 giugno, il cardinale Angelo Scola si è recato a Cuasso al Piano (Varese), dove ha celebrato la Santa Messa nella parrocchia di Sant’Antonio Abate. Al termine della celebrazione pranzo con i sacerdoti del Decanato Valceresio.
Il territorio è articolato in quattro parrocchie: Sant’Ambrogio, Sant’Antonio Abate, Santi Giuseppe e Anna (a Cuasso al Monte) e Santa Maria Nascente (a Brusimpiano).
Sant'Antonio Abate Mamoiada (NU) (Sant'Antoni de su ohu) 17 01 2020
La Festa di Sant'Antonio Abate è preceduta da intense giornate in cui i cittadini di Mamoiada si preparano per celebrare il santo. Alle donne spetta il compito di preparare i dolci: papassinu biancu e nigheddu, coccone 'in mele e sas caschettas. I papassinos prendono il nome dalla papassa, l'uva passa. Sono biscotti a base di uva passa e noci ricoperti di glassa. Numerose sono le varianti, tra questi i papassinos nigheddu, dolci tipici della festa di Sant'Antonio Abate. Anche questi sono a base di uvetta e noci ma viene aggiunto il vino vino cotto che gli conferisce un aspetto scuro. Boccone 'in mele è un tipo di pane dolce e infine sas caschettas dei biscotti a base di mandorle e miele.
Mentre le donne trascorrono il tempo in cucina agli uomini spetta il compito di raccogliere la legna e accatastarla per il falò. Intanto in paese vengono raccolte delle offerte e ogni famiglia porta il vino, i dolci e altro cibo da consumare insieme durante i giorni di festa.
La festa inizia nel pomeriggio del 16 gennaio quando il prete benedice il falò della chiesa della patrona Beata Vergine Assunta girando per tre volte attorno al fuoco seguito dalla statua del Santo e da tutti i fedeli. Dopo la benedizione vengono accessi tutti i fuochi nei vari rioni. I falò sono circa quaranta e per tutta la notte i cittadini si sposteranno da un quartiere all'altro per condividere il vino e i dolci. Canti e balli accompagnano la festa.
Il giorno seguente, il 17 gennaio, si tiene il rito della vestizione dei Mamuthones e Issohadores, maschere tipiche del carnevale sardo. Le maschere danno il via alla processione danzata che visita tutti i falò accesi dove trovano gli uomini e le donne del rione che offrono vino e dolci per ringraziarli. La festa continua per tutta la notte.
Il 18 gennaio è Sant'Antuneddu, il giorno in cui la festa si conclude. In ogni rione ci si riunisce per bruciare gli ultimi tronchi e consumare il cibo.
Chiesa di Sant' Antonio Abate Milano
La prima costruzione della chiesa, secondo le testimonianze sorta su un tempio risalente al IV sec, risale al XIII secolo, ed ha dato poi il nome alla contrada in epoche successive. Il complesso venne edificato dopo il 1272 dai frati Antoniani di Vienne, che vi si dedicavano a curare gli ammalati di fuoco sacro. Quando però Francesco Sforza decise di riunire tutti gli ospedali nella 'Cà Granda' (l'Ospedale Maggiore progettato dal Filarete), il convento perse la sua funzione e fu dato come commenda alla potente famiglia dei Trivulzio, che la conservò dal 1452 sino alla seconda metà del Cinquecento.
Si ipotizza che appartengano a questo periodo il bel campanile quattrocentesco, restaurato da Luca Beltrami, ed il primo chiostro in cotto, dei primi anni del XVI secolo. A partire dal 1565 l'azione del vescovo Carlo Borromeo fece di Milano uno dei centri principali della Controriforma: per il complesso di Sant'Antonio Abate ebbe inizio un nuovo periodo quando, nel 1577, esso fu affidato all'ordine dei Chierici regolari Teatini.
I Teatini sistemarono i chiostri e diedero l'incarico a Dionigi Campazzo, uno degli architetti della Cà Granda, di ricostruire la chiesa secondo la tipologia controriformistica: la pianta è a croce latina con una sola navata, tre cappelle laterali per lato, un breve transetto, volta a botte ed un profondo coro a pianta rettangolare. L'opera venne conclusa nel 1584 (alcuni tendono tradizionalmente ad attribuire il processo al Richini). La decorazione pittorica si sarebbe sviluppata negli anni successivi seguendo le tendenze controriformistiche e le richieste dei Teatini attraverso i temi iconografici della esaltazione della Croce e dei santi dell'ordine. La decorazione ebbe inizio, a fine Cinquecento, dalla cappella delle reliquie, nel transetto di sinistra, di cui erano patroni i Trivulzio, dove ai resti sacri già posseduti dalla chiesa si aggiunse un frammento della Santa Croce portatavi dai Teatini. I Reliquiari si trovano dietro la tela sull'altare, copia da Palma il Giovane del Cristo che porta la Croce.
Una seconda campagna decorativa ebbe inizio nel terzo decennio del Seicento: rimaneva da decorare la volta della navata, per la quale fu scelto il tema, caro ai Teatini, delle Storie della Vera Croce, coerente anche con l'importante reliquia conservata nella chiesa: gli affreschi, eseguiti tra il 1631 ed i 1632, durante l'infuriare di un'epidemia di peste, furono eseguiti dai fratelli Giovanni Carlone e Giovanni Battista Carlone. Anche gli affreschi dell'archivolto della cappella del transetto destro sono posteriori al 1630: vi si trova rappresentata la figura, fortemente scorciata dal basso, del Cristo in glora tra angeli di Tanzio da Varallo. Nel 1635 il giovane Francesco Cairo dipinse per la seconda cappella a sinistra lo Svenimento di S. Andrea Avellino, altra figura fondamentale per l'ordine ed il monastero milanese.
Nella piazzetta davanti alla chiesa, anticamente si trovava (sino alla metà degli anni settanta del Settecento) una colonna con un tabernacolo di stile gotico, attribuita a Jacopino da Tradate. L'opera scultorea, alla caduta in disuso dell'ospedale ed al termine del ruolo dei frati locali, venne acquistata dalla famiglia Belgioioso, che la fecero rimontare nel loro castello. Nel 1899 passò al Castello Sforzesco.
La chiesa e il complesso sono stati dichiarati recentemente monumento nazionale.
La Cappella Acerbi, o dell'AnnunciataModifica
La cappella dell'Annunciata (seconda sulla parete sinistra) custodisce i dipinti di Giulio Cesare Procaccini, raffiguranti l'Annunciazione (sull'altare), la Visitazione, a sinistra, la Fuga in Egitto, a destra, Angeli, sopra la pala e l'Eterno in gloria, nell'arcone, considerati fra i massimi capolavori del barocco milanese.
La decorazione della cappella fu commissionata dal senatore Ludovico Acerbi nel 1609 in onore del fratello Borso che vi fu sepolto all'interno. L'Acerbi ottenne dai Padri Teatini il permesso di utilizzare la cappella come mausoleo, impegnandosi decorarla interamente, facendo realizzare l'altare, le balaustre, gli stucchi e tutte le opere di pittura e scultura. Le tele furono commissionate a Giulio Cesare Procaccini, impegnato in quegli anni nelle maggiori commissioni artistiche della città. I dipinti furono considerati uno dei capolavori più riusciti dell'artista già dai contemporanei. Così le descriveva il Torre nel suo Ritratto di Milano del 1674:
« Non evvi effigie che non paia uscita dal Paradiso alle bellezze che mostra la carnagione ell'è evidente, palpabile, direste tutti questi sembianti vivi »
Fuoco di S. Antonio Abate e le Maitunat a Campobasso, Giovedì 17-01-2019
Nel pieno centro storico di Campobasso, il quartiere è quello di Sant’Antonio Abate. Anche quest’anno la tradizionale accensione del gigantesco fuoco, in onore dell’eremita che strappava dalle fiamme infernali le anime dei peccatori, ha preso vita.
La serata si è conclusa tra canti popolari e “Maitunat”.
MILANO Chiesa di S. PIETRO IN GESSATE + Cappella di Sant'Antonio Abate o Cappella Obiano
La chiesa di Santo Stefano di Bizzozero a Varese
La chiesa di Santo Stefano, la cui planimetria risale all’XI secolo sorge sul luogo di due costruzioni precedenti, un sacello del VII e una chiesetta del VIII secolo. Si ipotizza che questi manufatti cristiani sorgessero sul luogo di un tempio pagano dedicato al dio Silvano come è testimoniato da una lapide romana del II secolo trovata nei pressi. Il campanile è del X secolo ma la cella campanaria del XVI. Nel 1574 la funzione religiosa fu trasferita nel centro abitato e per Santo Stefano iniziò un lungo periodo di abbandono tanto che agli inizi del “900 la chiesa era semidiroccata e solo nel 1969, con la creazione di un comitato per i restauri, iniziarono i primi interventi di recupero che terminarono nel 1975. All’interno troviamo rari affreschi romanici dell’altare, dell’arco di trionfo e sulla parete nord, una cappella dedicata all’Annunciazione mostra pregevoli affreschi gotici del XIV e XV secolo.
Accompagnamento Musicale : Andrea Falconiero(1585-1656) : Suite per danze: Brando dicho el melo
Coordinate geografiche :
45° 47’ 28”
08° 50’ 37”
H = 377 m./S.l.m.
via Portorose angolo viale Borri
TG del 18 Gennaio 2020 Speciale Sant'Antonio
Il nostro speciale dedicato al Falò di Sant'Antonio, la festa più amata dai varesini
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Sant'Antonio Abate a Sutri
E' una delle feste più diffuse della Tuscia quella di Sant'Antonio Abate, tanto che circa 40 comuni su 60, tra il 17 e il 23 gennaio, celebreranno il protettore degli animali con una serie di iniziative folcloristico-religiose.
Sagra di S.Antonio 2012 Besozzo (Varese) - Benedizione degli animali
Olgiate Olona (Varese Lombardia) Chiesa collegiata SS. Stefano e Lorenzo Martiri full moon night
Prepositurale antica collegiata Santi Stefano e Lorenzo Martiri.L’attuale chiesa prepositurale, una delle più antiche della Diocesi di Milano, trae le sue origini da due chiese:
quella dedicata a S.Stefano (chiesa invernale) e quella dedicata a S. Lorenzo (chiesa estiva).
Per la visita pastorale di S. Carlo Borromeo nel1582 si dovette restaurare la chiesa invernale che già
presentava tre navate: una centrale più ampia e due laterali più strette ma tutte tre a tre navate.
Con il passare degli anni e dei parroci furono aggiunte cappelle ed altari dedicati a S. Antonio da Padova, a
san Giuseppe, ai Ss. Stefano e Lorenzo, alla Vergine Maria (la cappella è dedicata alla Madonna del Rosario: luogo caro agli Olgiatesi, fu costruita nel 1525 come ex voto di ringraziamento alla Madonna invocata per essere liberati dalla terribile peste del 1524) e quella del Crocifisso e dei Caduti nella quale ancora oggi
trova posto la statua della Pietà quando viene traslata dalla chiesa di S. Antonio.
La chiesa Santo Stefano protomartire fu oggetto di una sistemazione complessiva alla fine del '700, quando fu realizzata anche la facciata, poi nascosta dal pronao, e fu ampliata una prima volta nel 1914-1918 e consacrata il 27 agosto 1918 dall'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari.
Nel 1933 l’allora parroco don Lorenzo Cazzani propose ad autorità e fedeli di ampliare la chiesa; la proposta fu
accolta all’unanimità e ne fu decisa l’esecuzione secondo il progetto dell’architetto Ugo Zanchetta.
Il 18 aprile 1936 il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano, consacrò la chiesa dedicandola ai Santi
Martiri Stefano e Lorenzo.
Qualche mese prima era stato inaugurato l’organo rinnovato dalla ditta Nasoni di Varese; tale organo sarà poi
restaurato nel 2001 per volere del parroco don Eligio Genoni.
La decorazione della cupola e dei vari altari si prolungò per parecchi anni.
Il successore di don Cazzani, il parroco don Ferdinando Zappa nell’agosto del 1948 affida alla ditta Guidi di Olgiate e
Bernasconi di Varese il lavoro di pavimentazione e la costruzione del pronao.
Egli non vedrà la fine dei lavori e sarà il parroco don Aldo Zecchin ad inaugurare nell’ottobre del 1953, festa
della Madonna del Rosario, la chiesa finalmente terminata ed il maestoso pronao sul quale spiccano le parole
SANCTIS MARTIRYBUS STEPHANO ET LAURENTIO DICATUM .
Nel 1992 si inaugura la cappella di Sant’Anna che viene utilizzata in inverno per celebrare la messa del mattino e quella vespertina.
Nel 1999 si inaugura il nuovo portone di bronzo. Viene offerto dalla signora Agostina Lazzarotto ved. Cermenati
in “memoria sui et suorum”. E’ diviso in quattro quadri; il battesimo di Gesù, la predicazione del Regno, la
Passione nell’orto degli ulivi e la Resurrezione.
Durante la S. Messa di mezzanotte del Natale 2000 si inaugurano le rinnovate bussole delle porte e la nuova
pavimentazione in granito sardo e gli armadi del ‘600 della sacrestia.
Nel 2002 vengono esposte le nuove vetrate e nel 2004 viene restaurato il Battistero.
Negli anni 2007 e 2008 sono restaurati i dipinti e le cappelle: sotto l’intonaco dell’arco della cappella della
Madonna vennero alla luce le figure di due Santi: S. Sebastiano e S. Rocco dipinti nel 1525 da Giovanni
Bellino Crespi di Busto Arsizio.
Presso la chiesta sono esposte alcune tele fatte restaurare dal Parroco don Eligio Genoni:
Martirio di S. Stefano – attribuito, secondo la Sovrintendenza ai Beni Culturali ed
ambientali, a Daniele Crespi secondo altri studiosi a Gioìvanni Battista del Sol del
XXVII sec.
Martirio di S. Flavia – copia di Luigi Allegri (detto il Correggio) XV sec.
S. Giuseppe col Bambino – copia di Guido Reni XVI sec.
Educazione della Vergine – Federico Bianchi XVII sec.
S. Francesco stigmatizzato – pittore lombardo XVII sec.
S. Ambrogio - pittore lombardo XVII sec.
S. Antonio Abate - pittore veneto-lombardo XVII sec.
S. Ambrogio – Biagio Bellotti (affresco riportato su tavola) XVIII sec.
La conversione di Saulo - pittore lombardo XVII sec.
S. Gregorio Magno e le anime purganti – scuola di Paolo Pagani XVII sec.
S. Giovanni Battista – Ambrogio Bellotti XVIII sec.
SS. Stefano e Lorenzo – Vanni Rossi XX sec.
Cristo e la samaritana – Paolo Pagani XVII sec
Ispezione Canonica di Sant'antonio Abate in Campoverde Salo' con Drone
Ispezione Canonica di Sant'antonio Abate in Campoverde Salo' con Drone.
sopralluogo aereo con l'ausilio di un Drone professionale, per visione dello stato di fatto, dopo la caduta del fulmine sul tetto del campanile.
Video realizzato in collaborazione con la canonica di Campoverde e GardaFleye (Nicolo' Brunelli e Manuel Cavedaghi)
Sant'Antonio Abate 'O fuoc 'e Sant'Antonio 2020
Una bellissima festa con simulazione di duelli medioevali, con un falò immenso e bei fuochi d'artificio ed infine tammurriate con la Paranza ro' Lione.
Basilica di s. antonio al laterano ( roma )
Benché sorta a non molti anni dalla morte dì papa Pio IX, la chiesa di S. Antonio a Via Merulana può considerarsi ancora come facente parte di quella architettura che, tanto per intendersi, può dirsi «piana».
Nel gruppo delle chiese «piane» questa del Carimini è tra le più rappresentative; e a questo titolo ha diritto di essere segnalata come esemplare di un gusto, se non proprio di uno stile.
Più ancora che per l'esterno, la chiesa si distingue nel «gruppo» per la soluzione personale, se non proprio originale, dell'interno. Quanto alle opere d'arte che la decorano, esse, dovute per la maggior parte ad artisti francescani, sono decisamente influenzate da reminiscenze rinascimentali, o puriste, quando non reputano opportuno giungere ad assumere sostanzialmente il carattere di copia.
Comunque è bene ripeterlo, la chiesa nel suo complesso è storicamente rappresentativa di un periodo: e già questo le avrebbe dato il diritto ad essere degnamente illustrata.
Se si aggiunge che l'Autore della monografia, ch.mo storico dell'Ordine serafico, ha sintetizzato con larga documentazione le vicende della chiesa, ancor più si comprenderà perché sia stato lieto di poter pubblicare questa monografia nella collana che ho l'onore di dirìgere.
Il complesso monumentale - chiesa, convento e collegio - presenta poi un 'altra caratteristica degna di rilievo. I Frati Minori hanno inteso, infatti, il bisogno di rivolgersi ad architetti e scultori di schietta sensibilità moderna, così che la chiesa è rappresentativa dell'Ottocento, il Collegio e il Convento sono viceversa esempi notevoli e pregevoli del Novecento.
VARESE - Battistero di S. GIOVANNI BATTISTA
Accanto alla Basilica di San Vittore e al Campanile del Bernascone, troviamo il Battistero dedicato a S. Giovanni Battista. Questa semplice costruzione di epoca romanica, ha rivelato, nel corso dei restauri effettuati nel 1948/49, origini ben più antiche. La tradizione lo vuole fondato dalla regina longobarda Teodolinda (ritratta in un affresco sulla perduta parete nord), ma di ciò mancano prove documentarie o archeologiche.
La parte più antica dell'edificio è senza dubbio la vasca battesimale esagonale che si trova al centro del pavimento dell'aula, e che è databile per analogia con manufatti simili ai sec. VIII-IX: è costruita in muratura, con le pareti ad imbuto e chiusa da una pietra con un foro centrale per lo scolo dell'acqua.
Questa vasca testimonia la presenza di un edificio preromanico di cui rimangono parti della pavimentazione e alcune tracce di muro, evidenziate dai restauri, che mostrano la pianta di un edificio esagonale con muri spessi, nicchie e una piccola abside sul lato est. Questo edificio fu profondamente modificato verso la fine del sec. XII.
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Video prodotto da TELENOVA - testo da basvit.it - chiesadimilano.it
Centenario recupero e tutela chiesa di S. Antonio, Viconago
Cento anni dalla dichiarazione monumento nazionale della chiesa di S. Antonio Abate di Viconago, risalente all'epoca medievale del XII secolo.
Le campane di Varese - Chiesa di San Antonio abate -suonata del mezzogiorno festivo
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Festeggiamenti salvezza play-out post Nardò - S. Antonio Abate del 26 maggio 2013 parte 2
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MILANO. IL FALO' DI SANT'ANTONIO ABATE 2016 A MUGGIANO
(mi-Lorenteggio.com) Milano, 17 gennaio 2016 - Si è rinnovato anche questa sera, 17 gennaio, giorno di Sant'Antonio Abate, il tradizionale appuntamento con il falò. In centinaia hanno partecipato all'accensione del covo di legna da ardere preparato per l'occasione.
Redazione