Il Santo del giorno Santa Caterina da Siena 650x366 MOV
Liturgia del giorno:1Gv 1,5 - 2,2; Sal 102; Mt 11,25-30
È davvero straordinario il curriculum della santa senese: nel 1866 da Pio IX fu proclamata copatrona di Roma; nel 1939 da Pio XII patrona d’Italia insieme a san Francesco d’Assisi; nel 1970 da Paolo VI Dottore della Chiesa universale e infine da Giovanni Paolo II nel 1999 copatrona d’Europa insieme a santa Brigida e a santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein). Nata a Siena il 25 marzo 1347, a sei anni ebbe la prima delle tante visioni di cui Dio l’avrebbe gratificata. I genitori cercarono di darle un marito, ma lei si tagliò i capelli chiudendosi in casa e dedicandosi alla preghiera e alla penitenza. Nel 1363 entrò nell’Ordine Domenicano come terziaria. Con l’intensificarsi delle esperienze mistiche (tra queste le nozze con Gesù che le pose al dito l’anello) attorno a lei si formò un gruppo di seguaci coi quali si diede a opere di carità visitando i malati, i carcerati, i poveri. E poiché il papa era “prigioniero” ad Avignone, lei si adoperò con ogni mezzo, con l’aiuto di fra Raimondo da Capua che redigeva le sue lettere, perché rientrasse in sede, riformasse la Chiesa e moralizzasse i costumi del clero. A Pisa, dove ricevette le stimmate rimaste però invisibili, assistette sul palco dell’esecuzione Niccolò di Tuldo, condannato a morte. Nel 1376, recatasi ad Avignone, convinse Gregorio IX a tornare a Roma. Poi però, con l’elezione del successore Urbano VI una parte del collegio cardinalizio nominò l’antipapa Clemente VII provocando lo scisma d’Occidente che sarebbe durato un quarantennio. Caterina scrisse a principi, politici ed ecclesiastici per dimostrare la legittimità dell’elezione di Urbano. Morì a Roma il 29 aprile 1380 e fu sepolta nella basilica di Santa Maria Sopra Minerva. La canonizzò nel 1461 il concittadino Pio II (Enea Silvio Piccolomini). Sua preziosa eredità sono l’Epistolario, le Orazioni, il Libro della divina dottrina o Dialogo con la divina Provvidenza, capolavori di spiritualità.
Distesa dell'Angelus - Basilica di San Domenico - Siena - Ridestati Europa!
Per gli amici campanari un altro video dedicato al genere.
Siamo nella splendida cittadina di Siena in prossimità della Basilica Cateriniana di San Domenico, una delle più importanti della città.
Questa Basilica è stata eretta nel XIII secolo e ingrandita poi nel secolo successivo. La chiesa viene anche chiamata basilica cateriniana per il legame con la santa senese e alcuni episodi della sua vita. Infatti gran parte della vita mistica di Santa Caterina si è svolta tra le mura di questa stupenda Basilica che è una delle prime dedicate al suo Santo Fondatore.
La prima pietra fu posata dai domenicani nel 1226 sul colle di Camporegio donato all'ordine dalla famiglia Malavolti. E' da attribuirsi a quest'epoca gran parte dell'attuale navata a pianta rettangolare con tetto a travature scoperte di stile gotico cistercense. Nella chiesa è conservata una magnifica maestà di Guido da Siena datata 1221. Insieme alla Chiesa furono edificati il Capitolo, la Sagrestia Vecchia, il Refettorio e il Dormitorio.
All'inizio del 1300, e per molti anni si lavorò nel dirupo scosceso di Fontebranda che si scorge nel video per fondare e tirare su i muri di quella che fu detta la Chiesa nuova (cripta e transetto). Quando Santa Caterina cominciò a frequentare San Domenico, si era già a buon punto coi lavori di ampliamento. Nella Cripta fu accolta la salma del padre della Santa. Nel transetto furono costruite sei cappelle che fanno ala all'abside. Dopo la canonizzazione della Santa nel 1461 la Basilica accolse i più preziosi codici cateriniani e molte reliquie. La reliquia più insigne, la Sacra Testa, era stata portata da Roma a Siena dal Beato Raimondo da Capua nel 1383. Messa da prima in un busto di rame fu poi collocata in un busto d'argento. Completati tutti i lavori, durati quasi due secoli, la Basilica fu dedicata interamente alla Santa. Anche sull'altissima guglia del campanile fu issata una statua di Santa Caterina.
Oggi la Basilica si presenta come la vollero i Padri Domenicani è diventata un centro importante per la spiritualità: i pellegrini sono accolti dai Padri Domenicani e possono pregare davanti alla reliquia della Santa.
#campane #campanile #Siena
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Mi Scateno dalla Gioia
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Incendio all'Opedale Santa Caterina Novella di Galatina
Un principio d'incedio si è sviluppato intorno alle ore 16,00 presso il nosocomio galatinese del Santa Caterina Novella all'interno del locale cucina del reparto di chirurgia.
L'intervento di due mezzi dei Vigili del Fuoco di Maglie, hanno permesso l'evacuazione del quarto piano mettendo in sicurezza tutta l'area interessata del fuoco.
Non si registrano feriti ma solo un grosso spavento per gli avventori del reparto.
San Potito Sannitico - Piccola Grande Italia
Comune campano, in provincia di Caserta, con circa duemila abitanti. Sorge nella piana Alifana fino alle pendici del monte Serra dell'Airola, nel Massiccio del Matese, alla sinistra del torrente Torano.
Chiesa San Nicola di Mira - Castelluccio Inferiore (Pz)
La Chiesa Madre di San Nicola di Mira vista dal drone .
Parole di fuoco di Santa Caterina di Siena
Chiamata a difendersi dalle ingiuste accuse, al Capitolo generale dei Padri Domenicani, Santa Caterina da Siena si difende con parole di fuoco....
Così vogliamo festeggiarla per il 29 aprile.
Il Santo del giorno Santa Agnese di Montepulciano
Liturgia del giorno: At 12,24-13,5; Sal 6; Gv 12,44-50
Agnese nacque da una nobile famiglia a Gracciano Vecchio, nei pressi di Montepulciano (Siena), nel 1268. All’età di 9 anni entrò fra le domenicane del monastero del Sacco, chiamato così dalla forma dell’abito indossato dalle monache, distinguendosi subito per una straordinaria pietà tanto che, dopo appena 5 anni di permanenza, fu inviata insieme alla sua maestra di noviziato a fondare un altro monastero a Proceno, nel Viterbese e quando aveva appena 15 anni, con l’approvazione papale ne fu eletta superiora «per la visibile forza esercitata dalla sua santità» come afferma il suo primo biografo, il beato Raimondo da Capua, che scrisse anche la vita di S. Caterina di Siena di cui era direttore spirituale. La fama di Agnese si diffuse ben presto tra il popolo per i prodigi e gli speciali doni a lei attribuiti. A Proceno la santa rimase circa 20 anni. Poi, le meraviglie che si raccontavano di lei spinsero una delegazione di suoi concittadini a chiederle di aprire un monastero anche a Montepulciano e lei col permesso del vescovo ne cominciò la costruzione, decidendo di dedicarlo alla Madonna col titolo di S. Maria Novella. L’8 agosto 1306 il primo gruppo di religiose vi emise la professione alla presenza di fra Bernardo Ranieri dei Servi di Maria. Il 23 settembre si elesse la prima superiora e la scelta cadde su Agnese, che restò alla guida della comunità fino alla morte adottando la regola domenicana. La vita della santa, nonostante i doni straordinari di cui Dio la gratificava e i prodigi operati (famoso quello della manna che ricoprì l’altare alla presenza del vescovo), restò sempre caratterizzata da una grande semplicità e da una intensa pietà verso Gesù e la Vergine Maria. Morì il 20 aprile 1317 e fu canonizzata da Benedetto XIII nel 1726. Il suo corpo si conservò incorrotto. S. Caterina da Siena, recatasi nel 1377 a venerarne le spoglie, assistette al ripetersi il miracolo della manna e vide Agnese sollevare il piede mentre lei stava per baciarlo.
Capua. Piazza Medaglie D'Oro: ancora atti vandalici alla fontana.
Capua. Piazza Medaglie D'Oro: ancora atti vandalici alla fontana. Il cacatoio a due passi dal Comune.
Giuseppe Verdi AVE MARIA dall'Otello
Giuseppe Verdi
AVE MARIA
dall'opera Otello
(trascrizione di Fulvio Creux)
Delia Palmieri - Soprano
BANDA DELL'ESERCITO ITALIANO
Fulvio Creux - Direttore
Complesso Santa Maria della Scala
Siena, 21 febbraio 2003, in occasione del
Premio Internazionale Santa Caterina da Siena
SANTUARIO DI MONTEVERGINE ( Mercogliano - Irpinia - Italy ) - veduta esterna -VIDEO 1-
L'abbazia di Montevergine si trova in Irpinia,nel comune di Mercogliano su un pianoro a circa 1270 metri di altitudine e domina la citta' di Avellino e la valle del Sabato.L'Abbazia è stata eretta nel 1126 per volere di San Guglielmo da Vercelli di cui le spoglie mortali sono conservate nella cripta della basilica..Con un breve editto dell'8 agosto 1879 papa Leone XIII sancì l'esenzione dell'abbazia da qualsiasi giurisdizione episcopale.È noto che all'interno dell'abbazia di Montevergine fu segretamente nascosta dal 1939 al 1946 la Sindone di Torino. Per un accordo fra Vittorio Emanuele III e papa Pio XII, la reliquia fu trasferita nel santuario, sia per proteggerla dai bombardamenti, sia per nasconderla ad Adolf Hitler che ne era ossessionato e che la voleva sottrarre.Nel 2005 ha ceduto le 9 parrocchie del suo territorio alla diocesi di Avellino in seguito alla rimozione d'autorità dell'abate Tarcisio Giovanni Nazzaro per profondi dissesti finanziari che hanno scosso l'amministrazione del santuario.La Basilica della cattedrale e la basilica antica,l'altare maggiore,il coro,l'organo,il baldacchino,le cappelle,la sala ex voto,la cripta di San Guglielmo,la mostra permanente dei presepi,il museo,la biblioteca .
La mostra si compone di pregevoli esempi di presepi regionali italiani, nonché di alcune riproduzioni di presepi di altre nazioni. Negli anni si è andata sempre più arricchendo, e costituisce oggi una delle più ricche e pregevoli collezioni italiane. Nell'atrio in sei vetrine si trovano alcuni presepi regionali. La mostra si compone di nove sale nelle quali si trovano rispettivamente: - nella prima sala un presepio con episodi della vita di Gesù, donato da Alfredo Marzano; - nella seconda sala un presepe romano del Primo Ottocento; - nella terza sala si trovano collocati la Notte di Greccio, un presepe abruzzese e uno pugliese di Alberobello; - nella quarta sala un presepio raffigurante un paesaggio siciliano con i ruderi del tempio greco, il Golfo di Taormina ed un altro tipico della produzione calabrese; - nella quinta sala una vigilia di Natale in una famiglia dell'Ottocento e un mirabile presepio con effetti di luce; - nella sesta sala un presepio veneziano del secolo XVIII; - nella settima sala sono presenti esempi di presepi di varie nazioni tra cui l'Argentina, il Perù, il Portogallo, la Danimarca e l'Andalusia; - nella sala ottava il presepio esquimese, quello vietnamita ed infine una riproduzione di quello giapponese; - nella nona sala un presepe palestinese. Si aggiungono ai citati altri centinaia di piccoli presepi che arricchiscono di fascino questa mostra, certamente unica nel suo genere. n alone di mistero avvolge la storia dell'icona di Montevergine, molte leggende si susseguono nel tempo attribuendole vari autori, nonché molteplici intercessioni grazie alle quali il quadro sarebbe giunto presso l'omonimo Santuario. Dal Seicento si è dato credito alla leggenda che voleva tale icona dipinta fino al petto direttamente dalla mano di San Luca a Gerusalemme, esposta poi ad Antiochia e infine trasportata a Costantinopoli, l'attuale Istanbul. Durante l'VIII secolo, in seguito all'insediamento di Michele Paleologo sul trono di Costantinopoli, l'imperatore Baldovino II, in fuga, avrebbe fatto recidere la testa del quadro portandola con sé durante il suo esilio. La salvò, così, dalla sicura distruzione da parte degli iconoclasti che in quel periodo davano una caccia serrata a tutte le immagini sacre. L'immagine del volto della Madonna sarebbe così giunta, per via ereditaria, nelle mani di Caterina II di Valois, che dopo averla fatta completare da Montano d'Arezzo, nel 1310 l'avrebbe donata ai monaci di Montevergine, facendola collocare nella cappella gentilizia dei d'Angiò. Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) l'autorità ecclesiastica affidò ad alcuni critici e storici dell'arte il compito di stabilire la corretta paternità del quadro e di determinare il periodo in cui la Sacra Immagine sarebbe effettivamente giunta a Montevergine. La leggenda della Sacra Icona perse presto consistenza perché contestata in diversi punti. Anzitutto nel 1310 Caterina II di Valois aveva appena dieci anni e sposerà solo tre anni più tardi il principe angioino Filippo II di Taranto; risulta difficile credere quindi che Caterina così giovane potesse aver commissionato il completamento del dipinto a Montano d'Arezzo. Inoltre un pergamena conservata a Montevergine dimostra la presenza del quadro presso il Santuario già alla fine del Duecento.
Capua - Discarica abusiva nel centro storico
Capua - Via Pomerio.
A pochi passi dallo stadio comunale e dalla Chiesa di Santa Caterina, quindi nell'area del centro storico, possiamo vedere una discarica abusiva a cielo aperto.
Sacchetti di indifferenziato, cartoni, scarti edili, un televisore e persino un materasso, giacciono abbandonati all'ingresso di un viottolo e sulla strada principale.
E' evidente che questi rifiuti si trovano qui da lungo tempo, nonostante siano ben visibili passando lungo via Pomerio, sembra quindi strano che la ditta che svolge il servizio di raccolta non abbia ancora provveduto a bonificare l'area.
L'Amministrazione Comunale di Capua dovrebbe prendere seri e immediati provvedimenti, poiché i rifiuti costituiscono un evidente pericolo per la salute, ed un altrettanto evidente problema di gestione del servizio di raccolta.
Edicola Show Speciale Capua Savino 25 maggio 2013
Speciale Capua Savino
Linkazzato.it alla mostra d'arte presepiale alla chiesa della Croce di Lucca
Linkazzato intervista la presidente Bezzi
Associazione Musicarte Caserta Ensemble L'Altra Musica Concerto a Taormina 2011
Ensemble L'Altra Musica - Associazione MusicArte Caserta -
Taormina (me) Chiesa di Santa Caterina 27 .12. 2011
'Natale a Taormina' organizzazione Taormina Arte
Chiesa San Giuseppe dei Ruffi
È la chiesa di San Giuseppe de’ Ruffi nel quartiere San Lorenzo di Napoli, casa ospite delle “Suore Sacramentine”, all’imbocco di via dell’Anticaglia.
All’indomani della realizzazione dell’ultimo quarto di via Duomo, nell’Ottocento, al monastero attiguo alla chiesa venne sottratto il lato orientale del chiostro.
Per questo tipo di esigenza, analoga sventura di sorte toccherà anche alla chiesa di San Giorgio Maggiore ai Mannesi poche centinaia di metri più a sud.
La chiesa è sita sull’omonima piazzetta con facciata e loggiato visibile da terra, come accade per la chiesa di Santa Maria della Sapienza a via di Costantinopoli, applicazione architettonica questa, assai frequente nelle produzioni immobiliari barocche dell’epoca della sua fondazione ed entro i quali si sviluppano le scale di ingresso alla chiesa, che, in questo caso, si tratta dell’antichissima proprietà dei Ruffo.
Ippolita e Caterina della dinastia Ruffo e della Casa Bagnara, assieme a Caterina Tomacelli, nobildonne napoletane, ritirate a vita monastica in un palazzo di proprietà degli Arcella, sito all’apice dei Tribunali presso il Seggio di Capua furono le prime assidue frequentatrici della cappella già dedicata a San Giuseppe, e da queste donne poi come tale venne fondata con solennità ed ufficialmente nel 1604.
Inizialmente in questa chiesa dimorarono le suore benedettine e la struttura rispose per molto tempo al nome di monastero di Santa Maria degli Angeli, soppresso come tale nel 1611 per mancanze di vocazioni. Fu affidato alle suore Agostiniane che l’abitarono fino al 1826, anno in cui le ultime monache Agostiniane vennero trasferite alla Croce di Lucca a piazzetta Miraglia. Due anni più tardi le Suore Perpetue Adoratrici, dette “Le Sacramentine”, vi si insediarono e tutt’oggi vi risiedono.
Santa Fiora - Piccola Grande Italia
Comune montano in provincia di Grosseto con circa duemilaottocento abitanti. Il comune è ai confini con la provincia di Siena.
Il Cardinale per l'Immacolata Concezione
12PORTE - 9 dicembre 2010: La festa dell'Immacolata è stata aperta dalla solenne celebrazione presieduta dal Cardinale nella basilica di San Petronio. L'Arcivescovo ha definito l'Immacolata Concezione di Maria come una delle opere più grandi della misericordia di Dio. Ascoltiamo un passaggio dell'omelia del Cardinale.
1 VIDEO COSTANZO PILO TUTTO CORI SANTA CATERINA
Donato Palmieri (Donato da Formello) affreschi nella Chiesa del Borgo natio (manortiz)
E' onore di questa terra, l'aver dato i natali a Donato Palmieri, pittore di vaglia nel secolo XVI. Così riporta Fabio La Ragione nel suo Profili Storici di Formello dell'anno 1898. Ma di Palmieri purtroppo si sa ben poco; né la data di nascita, né la data di morte, perchè i libri dei battesimi conservati nell'archivio della chiesa di San Lorenzo incominciano con l'anno 1560, e Donato Palmieri, secondo il Dizionario degli Artefici, nacque attorno al 1540, e di lui dice: Donato, scolaro ed aiuto di Giorgio Vasari, nacque circa l'anno 1540 in Formello. Sebbene morisse assai giovane, aveva migliorato di molto la maniera del maestro, come fanno testimonianza alcune sue storie di S.Pietro, in una sala del Vaticano, eseguite sopra i propri disegni e senza il consiglio di Giorgio (Vasari).
Donato Palmieri era figlio di Cola Palmieri come risulta da una ricevuta originale di pagamento per un importo di giuli 10 per il resto dell'arma fatta per le esequi di Mastro Lorenzo Mancino conservata tra i documenti più preziosi, raccolti dal benemerito arciprete Francesco Volponi a cui si deve Inventario della ven. chiesa parrocchiale di S.Lorenzo del'anno 1797.
Notizie frammentarie di Donato Palmieri si leggono nella Storia della Pittura del Lanzi e nel Dizionario degli Artefici del Ticozzi dai quali si rileva che dipinse a fresco alcuni episodi della vita di San Pietro nella Basilica di San Pietro nella scala detta della floreria, che dal cortile di San Damaso conduce ai diversi piani delle Logge, e anche l'episodio di Gesù Cristo che lava i piedi agli apostoli, ai piedi della scala che dalla sala regia conduce al cortile del Maresciallo. Questi affreschi, secondo quanto ne scrisse nel sopra citato Inventario l'arciprete Volponi, che li andò ad esaminare ,ci hanno molto colpito per una somiglianza di colorito e di stile con un affresco esistente in questa chiesa parrocchiale di San Lorenzo, posto nella prima cappella a sinistra dell'ingresso. L'affresco, di cui parla il Volponi, rappresenta il Ritrovamento della SS.ma Croce ed è appunto attribuito a Donato Palmieri.
Oltre alle sopra citate opere di pittura, a Donato Palmieri si attribuisce anche una scultura in legno alta metri 1,60 raffigurante San Giovanni Battista, conservata presso la chiesa di San Giovanni in Laterano.
Il nome di Donato Palmieri è ricordato nei verbali consiliari del 1559-1575-1578 dove alla pagina 94 del 1559 , questi denunciava di essere proprietario di una casa posta nella parrocchia di San Lorenzo, di una vigna con canneto e sodo. Nel primo libro dei battezzati nella parocchia S. Lorenzo si legge che nel 1559 a Donato nacque un figlio al quale dette il nome di Nicola, morto a quanto pare nel 1563. Nel primo libro dei matrimoni, nell'anno 1582 lo troviamo come testimone di nozze di Antonio Avincola e Caterina figlia di Girolamo da Lionessa. Nello stesso libro, sotto l'anno 1594, si legge che: Cosmo Corvi Romano abitante all'Isola, sposò Rosaria figlia di Sabatino Mancini , già moglie di Mastro Donato Palmieri pittore. Da queste informazioni si può dedurre che la morte di Palmieri è avvenuta tra gli anni 1582 e 1594. Ma dove morì e dove fu sepolto rimarrà per sempre un mistero.
(M-Valentina Gargioli)
Fonti: Profili Storici di Formello di Fabio La Ragione, 1898; Dizionario degli Artefici di Ticozzi; Inventario della ven. chiesa parrocchiale di S. Lorenzo dell'arciprete Francesco Volponi, 1797; Storia della pittura di Lanzi
Donato da Formello (Donato Palmieri da)
From Wikipedia, the free encyclopedia
Donato da Formello (c. 1550–c. 1580), sometimes known as Donato Palmieri, was an Italian painter of the late Renaissance period. He was a native of Formello, in the duchy of Bracciano. He worked under Giorgio Vasari in projects in the Vatican and Florence. According to Baglione, he visited Rome early in the pontificate of Gregory XIII. He greatly surpassed the style of his instructor, as is evident in his fresco works on a staircase in the Vatican, representing subjects from the life of St. Peter. He died about 1580.
Sangineto - Piccola Grande Italia
Comune calabrese, in provincia di Cosenza, con più di millequattrocento abitanti. Fa parte del Parco del Pollino.