Parma - chiesa di Santa Lucia e Via Cavour
29.10.2016.
Parma - chiesa di Santa Lucia
29.10.2016.
Messa per Santa Lucia nella Chiesa di S. Stefano a Cefalù
Presiede il Vescovo Vincenzo Manzella. Cefalù 13 dicembre 2017. Servizio di Armando Geraci
Betnoah: famiglia, ospitalità, ambiente, innovazione tecnologica
Il nuovo programma televisivo di Padre Pio TV: IN FAMIGLIA
La prima puntata ci porta a Santa Lucia, frazione di Medesano (Parma), dove conosceremo Alberto e Barbara e tutti i loro figli.
Entriamo in una casa famiglia di Parma grazie al progetto Betnoah che è un luogo in cui recuperare nel quotidiano quei valori e quelle pratiche di solidarietà che permettono di tessere una rete di relazioni più ampia.
Il progetto nasce dall’esperienza famigliare dei coniugi Fabio e Rosi, venti anni di vita coniugale vissuti nella canonica della chiesa medioevale di Castelguelfo in provincia di Parma.
Il nome di questo progetto è costituito da due parole BET e NOAH appartenenti alla lingua ebraica il cui significato letterale è: Casa di Noah o Casa dell’accoglienza e del ristoro = luogo familiare in cui Dio e l’uomo si ritrovano (dopo il diluvio) su una terra rinnovata nella nuova alleanza: l’arcobaleno”.
FAMIGLIA
Quattro mura, un tetto, una tavola ed un calore umano che tutto avvolge in un turbinio di relazioni all’insegna della gratuità. Famiglia quale luogo di vita, famiglia maestra di vita dove i saperi vengono trasferiti di generazione in generazione, ogni creatura necessita e beneficia della bellezza e della gratuità che gli viene donata dalla famiglia.
OSPITALITA'
l’ospitalità riguarda in profondità ogni essere vivente, in quanto tutti ospiti, per questo motivo, l’ospitalità donata a qualcuno di alloggiare o di risiedere temporaneamente in un luogo, diverso dalla propria casa o dal proprio paese, dovrebbe divenire il sentimento comune di una umanità che si riconosce in un unico popolo al di sotto della volta celeste. In questa visione l’ospitalità diventa manifestazione di generosità, cortesia, o benevola tolleranza ed in questa prospettiva tra accolto e colui che accoglie si genera un vincolo di solidarietà, caratterizzato dallo scambio di cortesie, doni e saperi, in sintesi una cordiale generosità che alimenta uno scambio/confronto culturale generativo, che amplia le prospettive di pensiero.
AMBIENTE
vivere in equilibrio con il sistema è possibile, la storia lo insegna, ma per fare questo occorre uno sforzo, occorre ripensare all’uso delle risorse, al loro impiego, agli stili di vita, partendo da un unico assioma: uomo ed ecosistema devono diventare l’uno il respiro dell’altro, come due compagni in cammino dalla notte dei tempi e orientati ad un tempo futuro in cui la vita è garante della giusta scelta.
ENERGIA
Crescita, sviluppo, innovazione, tecnologia, tutti termini che rimandano ad un elemento comune che tutta l’umanità sembra ricercare senza sosta e senza limiti. Più veloce, più spesso, sempre e comunque sembra una aspetto che avvolge questa umanità orientata ad un nuovo modello di vita senza limiti. Energia meccanica, elettrica, chimica, nucleare, sempre disponibile ed in quantità crescente. Sì ma a che prezzo per l’umanità? Conflitti, povertà, scarsità di cibo, inquinamento, danno ambientale ed ora come se non bastasse anche l’ecosistema si ribella.
buona visione
Padre Pio Tv
Emittente televisiva cattolica dei frati cappuccini di San Giovanni Rotondo.
Puoi guardare Padre Pio Tv
sul digitale terrestre al canale 145,
su Tv Sat al canale 445,
su Sky al canale 852,
in streaming sul sito internet:
Santa Lucia Del Mela - il Castello il Duomo il Borgo il Panorama
Le origini di Santa Lucia del Mela (l'antica ManKarru), cittadina collinare dell'entroterra tirrenico, si perdono nella notte dei tempi. Reperti archeologici, tra i quali due tombe del secolo II a.C. rinvenute nel 1970 in contrada Càttera, e le notizie storiche-letterarie, che ritroviamo in molti libri e in vari documenti di analisti di luoghi, attestano la presenza, in tutta la valle del Mela, di insediamenti greco-romani. L'antico nome ManKarru viene abbandonato per fare posto a quello cristiano di Santa Lucia nel 1094, quando il Conte Ruggero, per adempiere al voto che aveva fatto in caso di vittoria sugli Arabi, fece innalzare una Chiesa ai piedi del Castello dedicandola alla martire romana Santa Lucia di cui era gran devoto.
Al nome di Santa Lucia viene aggiunto il toponimo Mela subito dopo l'unificazione d'Italia, per distinguerla da altri Comuni omonimi. Trae il suo toponimo dal torrente Mela dal quale Milazzo prese nome e nel cui porto sfociava.
Parallelo al Mela scorre il Floripotema, che sbocca ad est di Milazzo nei pressi di Archi.
Tra questi due torrenti, sul declivio del Makkaruna o ManKarru, sorge Santa Lucia del Mela. Sembra che anteriormente si chiamasse Facellino, come il torrente sulla cui sponda sinistra, Padre Giovanni Parisi (eminente scrittore e storico) ubica un tempio dedicato alla dea Diana Facellina (o Artemide), dal quale proverrebbero le colonne della Chiesa dell'Annunziata.
Sono stati molti, gli studi che Padre Giovanni Parisi ha dedicato alla ricerca della precisa ubicazione, nella valle del Mela, del tempio dedicato a Diana Facellina. La stessa valle ove doveva sorgere, dipendente e non molto distante dal Facellino, l'Artemisio (così denominato per riferimento ad Artemide), luogo di convegno e rappresentanza del Tempio e il Nauloco, arsenale e bacino navale dell'Antica Grecia. Nella stessa zona ebbero sede, secondo la mitologia greca, i pascoli mitici delle vacche sacre al Dio Sole.
Attraverso periodi non sempre fulgidi, caratterizzati da insediamenti Arabi, Svevi, Angioini ed Aragonesi, spicca la data del 1206, con l'istituzione della Prelatura Nullius da parte di Federico II° di Svevia.
Con Federico II° d'Aragona il Castello, distrutto dalle continue incursioni, venne ricostruito e la città venne cinta da robuste mura.
Santa Lucia del Mela, fu anche sede di un'importante Giudecca, quartiere in cui abitava una numerosa comunità ebraica.
Fiorentissima fu in Santa Lucia del Mela l'industria della tessitura della seta, con l'allevamento del baco, il cui bozzolo, grezzo o filato, veniva largamente esportato; furono anche presenti, le lavorazioni metallurgiche e l'attività mineraria dovuta allo sfruttamento di una galena argentifera. La città, in quanto demaniale, poteva vantare molte famiglie nobili. Magnifiche chiese, palazzi, fontane, avanzi di architettura medievale e rinascimentali fanno di Santa Lucia del Mela una città, meta d'obbligo per gli amanti del turismo culturale.
In periodi, diciamo più recenti, la cittadina ha avuto l'onore di ospitare il grande eroe Garibaldi, che ancora oggi viene ricordato con un'iscrizione in marmo sulla parete della Chiesa di San Francesco e con una via a lui dedicata.
Zibello - Piccola Grande Italia
Situato nel cuore della Bassa Parmense, il Comune di Zibello, si trova in posizione baricentrica rispetto alle città di Parma, Cremona e Piacenza. La morfologia del territorio è quella tipica della bassa padana, lambita dal Po, terra ubertosa, solcata da canali e costellata di piccoli poderi.
La chiesa di San Rocco a Parma
Live concert - 5 gennaio Chiesa di Santa Croce, Parma
An Evening Hymn, form Harmonia Sacra, Henry Purcell
Live concert: 5 gennaio, chiesa di Santa Croce, Parma
Maria Caruso, soprano
Gianluca Cagnani, organo
Richard Benecchi, tiorba
THIS IS A LIVE CONCERTO RECORDING: we own all rights to this material and performance.
Santa Lucia luntana - LINA SENESE - da Io canto l'Italia
IO CANTO L'ITALIA, spettacolo per il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia. Un omaggio di Lina Senese agli emigrati e ai loro discendenti, che onorano l'Italia all'estero, agli amici di Parma (Cliveland), Stamdford, Frontignan la Payrade, New York e ai tanti italiani che lavorano sparsi per il mondo,
SANTA LUCIA LUNTANA: Partono i bastimenti per terre assai lontane. Vanno in cerca di pane e di fortuna. E' una dura realtà, dopo l'unificazione italiana, non c'è lavoro per tutti, si soffre la fame. Inizia l'emigrazione di milioni d'italiani.
Canto “Ora pro nobis Santa Lucia” Groppo di Albareto - dicembre 2014
video del sito
inserito nel post -
“Ora pro nobis Santa Lucia” - parrocchia San Pietro Apostolo – Groppo di Albareto (Parma) – 14 dicembre 2014
Presepe chiesa S.Antonino di Borgo val di Taro (parma)
Un bellissimo presepe fatto dai ragazzi della parrocchia S.Antonino di Borgotaro
Chiesa di Santa Maria de Idris / Saint Mary of Idris' Church, Matera, Basilicata, Italy
I commercianti di via Mazzini e via Repubblica
Le parole di alcuni commercianti delle vie centrali di Parma, contrari al progetto di pedonalizzazione di parte del centro storico. Chiedono chiarimenti al sindaco e progetti più concreti.
Santa Lucia Luntana-Beniamino Gigli-(1929)-Napoli del Passato-Naples du Passé-Canzone Italiana
Sainte-Lucie Luntana est une chanson napolitaine écrite par E.A Mario en 1919, dédiée aux nombreux immigrés napolitains qui partaient sur le continent américain
Les paroles de la chanson sont inspirées par le fait quen partant ces Italiens avaient le coeur serré et que la vue sur le village de Sainte-Lucie était la dernière partie de leur terre d'Italie qu'ils pouvaient voir à l'horizon lorsque le bateau s'éloignait.
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Santa Lucia Luntana è una canzone napoletana scritta da E. A. Mario nel 1919, dedicata ai tantissimi emigranti napoletani che partivano alla volta del continente americano; le parole del brano sono appunto ispirate ai sentimenti che questi provavano allontanandosi dalla terraferma, fissando il panorama del borgo di Santa Lucia, ultimo scorcio della loro terra che riuscivano a vedere all'orizzonte.
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TESTO SANTA LUCIA LUNTANA
Partono 'e bastimente
p' 'e terre assaje luntane,
cantano a buordo e so' napulitane!
Cantano pe' tramente
'o golfo già scompare,
e 'a luna, 'a miez' 'o mare,
'nu poco 'e Napule
lle fa vede'...
Santa Lucia,
luntana 'a te
quanta malincunia!
Se gira 'o munno sano,
se va a cerca' furtuna,
ma quanno sponta 'a luna
luntana a Napule
nun se po' sta!
E sonano... Ma 'e mmane
tremmano 'ncopp' 'e corde...
quanta ricorde, ahimé,
quanta ricorde!
E 'o core nun 'o sane
nemmeno cu 'e canzone,
sentenno voce e suone,
se mette a chiagnere
ca vo' turna'!
Santa Lucia,
luntana 'a te
quanta malincunia!
Se gira 'o munno sano,
se va a cerca' furtuna,
ma quanno sponta 'a luna
luntana a Napule
nun se po' sta!
Santa Lucia tu tiene
solo 'nu poco 'e mare,
ma cchiù luntana staie,
cchiù bella pare!
È 'o canto d' 'e Ssirene
ca tesse ancora 'e rezze,
core, nun vo' ricchezze:
si è nato a Napule
ce vo' muri'!
Santa Lucia,
luntana 'a te
quanta malincunia!
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Beniamino Gigli, nato a Recanati nel 1890, era il figlio di sacrestano, e da ragazzo cominciò a cantare nel coro della chiesa.
A 24 anni vinse un concorso canoro a Parma - e lo stesso anno debuttò a Rovigo ne La Gioconda.
Rapidamente la sua reputazione crebbe, e presto si ritrovò ad interpretare opere in tutta Italia.
Nel 1919 si esibì a Buenos Aires e nel 1920 al Metropolitan di New York.
Stabilitosi in America, fece ritorno in Italia nel 1932 e si schierò con convinzione a fianco del regime fascista - cosa che gli procurò qualche problema dopo la Liberazione, ma non gli impedì di riprendere la carriera già nel 1945.
Frequenti le sue incursioni nel mondo della canzonetta e nel cinema,ma è soprattutto nel repertorio della canzone napoletana che Gigli é riuscito a lasciare un segno indelebile.
Nel 1956 si ritirò e nel 1957 morì a Roma.
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Beniamino Gigli est un ténor italien né le 20 mars 1890 à Recanati, dans la province de Macerata dans les Marches et mort le 30 novembre 1957 à Rome.
Son père exerce la profession de cordonnier. Lorsqu'il est enfant, il chante dans les chœurs de l'église de son village natal. Sa belle voix de soprano fait que ses parents, encouragés par des amis, l'envoient étudier le chant à Rome avec comme professeur Enrico Rosati. Pour vivre et payer ses leçons, il fait un peu tous les métiers.
Au bout de sept ans, il remporte le premier prix du Concours de chant de Parme. Révélé grâce à Bonci, il débute à Rovigo dans La Gioconda de Ponchielli en 1914. Après quelques succès sur des scènes mineures, il est engagé par Tullio Serafin pour effectuer la saison 1914-1915 au théâtre Carlo-Felice de Gênes où il interprète avec succèsTosca, Manon Lescaut et La Gioconda.
Après deux étapes à Palerme et à Bologne, il réalise un début triomphal au teatro San Carlo de Naples dans Mefistofele de Arrigo Boito, ce qui lui confère une notoriété nationale. Il crée Lodoletta de Pietro Mascagni et reprend Mefistofele à la Scala sous la direction de Arturo Toscanini en 1918. Raoul Gunzbourg le fait débuter en 1919 à Monte-Carlo dans La Bohème aux côtés de Lucrezia Bori, Elvira de Hidalgo et Marcel Journet, puis dans Tosca et La traviata avec Germaine Lubin. La même année, il chante Lucrezia Borgia de Gaetano Donizetti au théâtre Colón de Buenos Aires.
De l'avis unanime, il possédait une des plus belles voix jamais entendues, une technique lui permettant la maîtrise parfaite de souffle belcantiste tout en excellant dans les véristes dont Giacomo Puccini. Il pouvait ainsi chanter dans la soirée L'Elixir d'amour, Cavalleria rusticana et Pagliacci. La beauté de son timbre, sa proximité avec le public en firent le plus connu des ténors de l'après-Caruso.
Il a tourné dans une quinzaine de films, et réalisé une des plus importantes carrières du 78 tours.
Concerto di Santa Lucia 2009 - coro Laus Vocalis
Breve video del concerto eseguito nella chiesa di Marore (Pr), Comunità di Betania, in occasione della festa della famiglia degli ospiti della Comunità, il 13 dicembre 2009.
Altre info su parrocchiaspiritosanto.it
Best Attractions & Things to do in Treviso , Italy
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List of Best Things to do in Treviso
Chiesa di Santa Lucia
Passeggiata lungo la restera
Centro Storico di Treviso
Chiesa di San Niccolo
Passeggiata Lungo il Fiume Sile
I Buranelli
Piazza dei Signori
Isolotto della Pescheria
Le Mura di Trevisos
Musei Civici di Treviso
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Grottammare (Marche, Italy), panorama dalla Rocca (manortiz)
Grottammare sulla Riviera delle Palme è famosa come la 'perla dell'Adriatico', con i suoi aranceti e gli oleandri, l'oro delle spiagge e il mare incredibilmente blu. Grottammare, situata in provincia di Ascoli Piceno, a pochi chilometri dal capoluogo, rappresenta un breve e interessante itinerario di turismo nelle Marche. A passeggio per Grottammare, si è colpiti soprattutto dalle numerose case liberty con affreschi e maioliche floreali, il cui esempio più pregevole è il villino Matricardi-Cola, progettato nel 1913 dall'architetto Cesare Bazzani. Ma altre testimonianze risalgono al Medioevo quando Grottammare, possesso dell'Abbazia di Farfa, fu contesa a lungo tra Fermo ed Ascoli Piceno. L'attuale impianto di mura fortificate risale invece al XVI secolo, caratterizzato da violente contese con le comunità vicine e da attacchi pirateschi. L'itinerario nella cittadina così scopre edifici che dal '900 portano a ritroso attraverso i secoli. Dal XVIII secolo cominciò l'espansione di Grottammare verso la zona costiera, il cui impianto urbanistico, opera dell'architetto di origine lombarda Pietro Augustoni, si deve all'intervento di papa Pio VI nel 1700.
Per chi ama rintracciare per strade e monumenti anche gli echi della storia, è di enorme interesse sapere che a Grottammare si tenne l'incontro il 12 ottobre 1860, tra Vittorio Emanuele II, ospitato a Palazzo Laureati, e una delegazione di notabili partenopei che gli offrirono formalmente il Regno delle due Sicilie. Tre anni più tardi (1863) Grottammare venne collegata per ferrovia con Ancona e l'Abruzzo. L'avvento dei trasporti su rotaia diede ulteriore impulso allo sviluppo economico e demografico della cittadina. Nella suggestiva piazzetta di Grottammare Alta, città natale di Felice Peretti diventato papa con il nome di Sisto V, si affacciano il Teatro dell'Arancio, il Palazzo Priorale, l'Altana dell'Orologio e uno splendido belvedere. Poco distante si trova la seicentesca chiesa di Santa Lucia attribuita all'architetto Fontana. Nella passeggiata lungo le mura si può visitare il restaurato Torrione della Battaglia e la chiesa di Sant'Agostino (XVI sec.) che custodisce una Madonna di Vincenzo Pagani. Collocata sulla ripida strada che dalla marina porta al borgo antico, la chiesa presenta un'abside merlata, come fortificata, e un campanile mozzato, così ridotto, secondo la tradizione locale, perchè nel convento annesso alla chiesa fu ospitato il monaco agostiniano Martin Lutero, durante il suo viaggio verso Roma, prima del grande scisma.
comune.grottammare.ap.it
from
Monteforte Irpino Castello Longobardo e Chiesa di San Martino.
Monteforte Irpino Castello Longobardo e Chiesa di San Martino.
Castellodi Monteforte Irpino. Tutte le riprese sono state effettuate grazie all'ausilio di un dji phantom 3 advance.
-Monteforte lrpino
II castello di Monteforte lrpino fu, con molta probabilità edificato dai Longobardi su un preesistente
antico castrum romano, nel Vll-VIll secolo d. C. Il fortilizio-citato per la prima volta in un documento
del 1102-fu costruito dai Longobardi per controllare la pianura nolana e bloccare la strada alle
incursfoninemiche. Ricerche storico-archeologiche, effettuate sui restanti ruderi, hanno confermato
che della struttura si avrebbero tracce sin dall' 891, dunque in piena dominazione Longobarda. Con
Io 'Statutus de reparacione castrorum' del 1231 Federico II ordinò Ia ristrutturazione di alcuni
castelli e di abbattere quelli che non avevano alcuna importanza strategica e Monteforte rientrò in
quelli che dovevano essere ristrutturati. Nel periodo angioino la roccaforte appartenne ai principi
di Monteforte. Della fortezza rimangono parte
delle mura perimetrali in pietra, una torre a pianta circolare e un camino. La struttura è caratterizzata
dalla mancanza di fondazioni, poggiandosi interamente sui numerosi banchi di pietra. La leggenda
narrava che ne fosse sepolto un immenso tesoro e ciò ne spiegherebbeinparte la distruzione.
La chiesa, il cui impianto originario risale al 1241,
sorge in posizione panoramica sull’omonima collina,
nei pressi del castello. Più volte ristrutturata, mostra
un bel portale principale e un’alta torre campanaria.
Distrutta dal terremoto del 1546, la chiesa fu rifondata
nel 1549, come ricorda un’iscrizione posta al di
sopra del portale.Anche il terremoto del 1980 la danneggiò
gravemente, ma l’edificio fu in seguito restaurato.
L’esterno presenta un portale d’ingresso in
piperno - roccia tufacea di colore grigio con macchie
lenticolari più scure, diffusa nella regione campana -
e tre aperture di forma ovoidale.
All’interno, la chiesa si articola in tre navate separate
da pilastri; notevoli il soffitto ligneo a cassettoni
e il pavimento in maiolica. La navata destra ospita la
cappella di San Martino, che rappresenta quanto resta
della struttura più antica; protetta da un cancello
in ferro battuto finemente lavorato, è ormai quasi del
tutto priva degli ornamenti per cui era conosciuta. La
navata sinistra ospita diversi altari, tra cui quelli di
Santa Lucia (di piccole dimensioni ma in marmo pregiato)
e di Sant’Antonio. Nel 1630 l’oratorio fu ricostruito
e impreziosito con stucchi e affreschi. Un atto
del 1651 attesta l’esecuzione di lavori di restauro alle
strutture e la posa in opera di decorazioni in stucco
nelle Cappelle di Santa Lucia e di San Martino. Nel
1805 crollarono il soffitto e la cupola cinquecentesca,
ricostruiti in seguito ai lavori che interessarono
l’edificio negli anni 1857-1875. Tra le opere d’arte
ancora presenti si ricordano le statue settecentesche
di San Vito e San Martino. Pregiato è anche un fonte
battesimale in marmo, con l’effige di San Martino