Places to see in ( Bologna - Italy ) Basilica di Santa Maria dei Servi Bologna
Places to see in ( Bologna - Italy ) Basilica di Santa Maria dei Servi Bologna
Santa Maria dei Servi is a Roman Catholic basilica in Bologna, Italy. It was founded in 1346, as the church of the Servite Community of the Blessed Virgin Mary and was designed by Andrea da Faenza, a head friar and architect who also assisted Antonio di Vincenzo on the monumental Basilica of San Petronio. In the 20th century, Pope Pius XII granted the church the status of basilica.
The basilica is 100 metres long by 20 metres wide. It has the form of a Latin cross but the transepts do not project beyond the aisles. The shallow apse is five segments of an octagon, as is common in Italian Gothic churches. It was designed in the Gothic style with pointed arches throughout. At the death of Padre Andrea in 1396, the work was not complete. However, the completion in the 15th century saw little change to the design of the basilica itself, which is entirely Gothic in appearance.
The central nave and side aisles are divided from each other by stout round columns with floriate capitals, the shafts being red in colour and the capitals and bases of contrasting pale stone, adding a decorative effect to the very simple architecture. The plastered walls above the arcade are pierced by occular windows set high under the gothic vault. The vault is of a simple quadrupartite form with the brick ribs in contrast to the infilling.
Externally, the church is very plain, undecorated brick. The facade, which was constructed in several phases, has never been decorated. A remarkable feature of the church is its courtyard or atrium. This is a feature that was common in Early Christian churches, including the earlier St. Peter's Basilica in Rome, but has almost always disappeared. This is an unusual case of an atrium being built in the 16th century. It appears to have been modelled on the arcade built by Brunelleschi at the Hospital of the Innocents (Ospedale degli Innocenti) in Florence, and later extended to other parts of the large piazza, including the front of the Church of the Assumption.
In the case of Santa Maria dei Servi, the piazza in front of the basilica was quite small—which permitted building a wide arcade around it that encloses the entire square without interruption. The arcade is closed on one side by the conventual buildings, but on two sides it is open to the street, and extends along the entire left side of the building. Where the arcade meets the facade, it forms a narthex or wide portico of five arches, stretching across the front of the church. The arcade has a decorative cornice and circular moulding on the spandrels echoes the occular window in the facade.
The many works of art still housed in the church include a Holy Virgin Enthroned traditionally attributed to Cimabue but thought to be a product of his workshop, remains of 14th-century frescoes by Vitale da Bologna and Lippo di Dalmasio, paintings by Innocenzo da Imola and Francesco Albani, and a marble altarpiece of the Annunciation of Mary (1558) by Giovanni Angelo Montorsoli, a pupil of Michelangelo.
( Bologna - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Bologna . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Bologna - Italy
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La Parrocchia di Santa Lucia Savignano sul Rubicone
La Parrocchia di Santa Lucia Savignano sul Rubicone
Interviste ai responsabili del restauro della Pietà di Michelangelo dell’Opera del Duomo a Firenze
Un restauro a cielo aperto per la Pietà di Michelangelo dell’Opera del Duomo a Firenze. L’intervento, commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore, sarà finanziato dalla Fondazione Friends of Florence, sotto la tutela della Soprintendenza Abap per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. A dirigere i lavori, la restauratrice fiorentina Paola Rosa, con alle spalle una trentennale esperienza su opere di grandi artisti del passato tra cui Michelangelo stesso, che si avvarrà dell’aiuto e della consulenza di un’equipe di professionisti.
I lavori inizieranno domani, sabato 23 novembre, per concludersi entro l’estate del 2020, ma la particolarità sta nel fatto che il pubblico avrà la possibilità di vedere tutte le fasi del restauro grazie ad un cantiere “aperto”, progettato appositamente, nel Museo dell’Opera del Duomo, dove il gruppo scultoreo è attualmente conservato.
Scolpita in un enorme blocco di marmo bianco di Carrara, l’opera marmorea realizzata da Michelangelo tra il 1547 e il 1555 circa, è una delle tre realizzate dal grande artista. A differenza delle altre due - quella giovanile vaticana e la successiva “Rondanini” - il corpo del Cristo è sorretto non solo da Maria ma anche da Maddalena e dall’anziano Nicodemo, a cui Michelangelo ha dato il proprio volto. Particolare confermato anche dai due biografi coevi all’artista, Giorgio Vasari e Ascanio Condivi, grazie a cui sappiamo che la scultura era destinata a un altare di una chiesa romana, ai cui piedi l’artista avrebbe voluto essere sepolto.
Visita guidata alla scoperta dei giardini nascosti di Faenza
Piazza del Popolo & the twin churches
Santa Maria dei Miracoli and Santa Maria in Montesanto are the twin churches of Piazza del Popolo,
Rome Italy, they are in fact not identical. The dome of the Santa Maria in Montesanto (on the left) is oval and not circular like that of Santa Maria dei Miracoli.
Campane (riprodotte) alla parrocchia di San Giulio d'Orta in Torino - Carillon festivo 3
La chiesa parrocchiale di San Giulio d'Orta si trova in Corso Cadore a Torino (zona Corso Belgio / Ponte Sassi), ed è una delle due parrocchie (l'altra è Santa Croce: si vedano i miei video in merito) in cui si divide il quartiere Vanchiglietta, compreso fra il Po e la Dora Riparia in prossimità della loro confluenza. Purtroppo, come altre chiese di recente costruzione, non è dotata né di campanile né di veri bronzi ma solo di altoparlanti attraverso cui sono diffuse riproduzioni del suono delle campane.
Il video ha il solo scopo di documentare una parte della realtà campanaria torinese. La suonata registrata è la riproduzione di una melodia festiva, eseguita per la Santa Messa delle ore 10.30 nel Lunedì dell'Angelo (17/04/2017). I segni ordinari per le Sante messe festive sono la simulazione di distese (slancio) di 4 campane con accordi di tipo bolognese (mezzora e un quarto d'ora prima della celebrazione), in taluni casi affiancati a/sostituiti da carillon. L'Angelus delle 12.00 feriale e festivo è la simulazione della distesa (slancio) di 2 campane, quelli delle 08.00 e delle 20.00 sono costituiti da un giro di Ave Maria di Lourdes (per chi fosse interessato, vedere i video da me pubblicati nel corso del 2015).
La registrazione è stata effettuata da casa con uno smartphone e l'audio è stato posto come sottofondo allo scorrere di immagini dell'edificio religioso. Al termine della suonata ho inerito un breve spezzone di ripresa dell'inizio della celebrazione della Veglia pasquale del Sabato santo 2017 (falò dei rami d'ulivo 2016 con rientro in chiesa).
N.B: Consiglio di alzare il volume per sentire l'audio.
Viggiano. Diretta TV Messa al Santuario all'alba di domenica
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Pala d'Altare della Chiesa di Samone
Oggi, mercoledì 2 ottobre 2019, la Pala dell'Altare Maggiore della Chiesa Parrocchiale di Samone è stata rimossa per essere restaurata.
Il grande quadro, dipinto nel 1787 dal Prelato Tommaso Zanantoni e donato al suo paese natale, era da tempo bisognoso di cure.
Il quadro è posto nel coro della chiesa di Samone, e rappresenta S. Nicolò, S. Antonio abate, S. Pancrazio, S. Michele e la concezione di M.V., con questa scritta = Thom. Zanantonj presbiter Romae inv. et pinxit ut patriae donaret An. D. MDCCLVI
Tornerà certamente rinnovato e più leggibile nella costruzione dei personaggi e delle storie che ci tramandano.
Questo spostamento ha già rivelato una sorpresa: una lunga iscrizione sul muro, nascosta dal quadro, ci racconta dei restauri che, con generoso concorso dei parrocchiani, si fecero nel 1908.
Fermo - Campane del Duomo di Santa Maria Assunta
Festeggiamenti per i 400 anni del Campanone. Plenum ripreso dal sagrato della chiesa
Campane Chiesa S. Martino di Trasasso Val di Savena
4 Campane Clemente Brighenti
Suona l'Unione Campanari Bolognesi in occasione della manifestazione
I Campanili della Valle del Savena 2 Giugno 150 anni d'Italia
Le campane di Gubbio (PG) - Palazzo dei Consoli
Gubbio (PG) - Torretta civica del Palazzo dei Consoli
3+1 campane in Do3 di cui il campanone a slancio e le altre fisse:
Do3 = Giovanni Battista Donati dell'Aquila, Angelo Mari di Torre de' Passeri (PE) e Domenico Fiorelli di Ferentillo (TR), 30 Ottobre 1769
Sol3 = 1678
Fa4 = 1289
La4 (Scoletta) = 1342
Per più informazioni sulle campane guardare la descrizione del seguente video:
Venne costruito fra il 1332 ed il 1349, secondo alcuni studiosi su progetto di Angelo da Orvieto, secondo altri invece su progetto dell'eugubino Matteo Gattaponi. Gli architetti si ispirarono allo scomparso palazzo dei Capitani del Popolo edificato in Arezzo tra il 1270 e il 1278. Il palazzo dei Consoli, a pianta rettangolare, presenta un'articolazione molto complessa essendo impostato sopra una piazza che in realtà, sfruttando l'andamento del terreno, rappresenta la copertura dei livelli inferiori del medesimo edificio. Infatti misurando l'altezza dal piano stradale sul lato meridionale, al di sotto della piazza pensile, fino alla cima del campanile misura ben 98 metri. La facciata verso la piazza, realizzata in conci di pietra, ha nella parte superiore sei finestre con arco a tutto centro a coppie di due divise da lesene mentre la merlatura è sostenuta da archetti ogivali. La parte inferiore ha due bifore che fanno da cornice al portale in stile gotico con un affresco del XVI secolo nella lunetta, preceduto da una scalinata a ventaglio. È presente anche una gabbia di ferro che, in passato, era usata per esporre al pubblico ludibrio ladri e malfattori. Dal portale si accede all'Arengo, grande sala con copertura a botte che in età comunale ospitava le riunioni dei cittadini. Il palazzo fu il primo edificio a possedere l'acqua corrente, usata per alimentare splendide fontana situata all'interno del palazzo. L'edificio dal 1901 è sede del museo civico, suddiviso in pinacoteca, sezione ceramiche, collezione archeologica, collezione orientale e collezione risorgimento, e custodisce nei locali della ex cappella le preziose Tavole eugubine. La torre campanaria è sede del celebre Campanone, fuso da Giovanni Battista Donati il 30 ottobre 1769 e sollevato da piazza Grande il 20 marzo 1770, che insieme alla campana mezzana del 1678 e alla campana piccola del 1289 (più antica dello stesso palazzo), costituisce l'inconfondibile voce di Gubbio. A partire dal 1380 sei sono stati i campanoni che in circa sette secoli hanno scandito con le loro esibizioni, dette Sonate, il calendario della città, grazie alla maestria dei gruppo dei campanari, nati di fatto con la prima campana, ma costituiti in compagnia riconosciuta solo nel 1981.
Suonate:
-Rinterzo solenne egubino eseguito alle ore 7:00 come suonata di apertura del secondo giorno del Raduno Nazionale dei Suonatori di Campane. La suonata è composta da una sbattoccata iniziale e finale con in mezzo la suonata a rinterzo
25 Aprile 2019
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
Saltarello - Ensemble Canavisium Moyen Age
Saltarello. Concerto con brani musicali tratti da alcuni manoscritti medievali importanti della Ensemble Canavisium Moyen Age, formata in questa occasione da Paolo Lova e Emanuela Bellis, nella Chiesa di Santa Marta di Agliè (Torino, Italia) il 13 mag 2017.
Paolo Lova: Liuto medievale e Lavta
Emanuela Bellis: Symphonia, Vielle à roue (Ghironda) e Percussioni
Ave Maria (Zambetti) - Sant'Andrea in Panigale Faenza
Veglia di preghiera per la Festa della Madonna venerata con il titolo di Immacolata
Inaugurato il nuovo Presbiterio del Duomo di Faenza 29/03/2014
70 anni della Liberazione di Rimini. Gnassi Riprendere appartenenza alla città
396 bombardamenti e l’82% degli edifici distrutti, 607 i civili deceduti: ciò che rimaneva di Rimini all’alba del 21 settembre 1944 era una città deserta.
Rimini celebra i 70 anni passati da quel 21 settembre, giorno della Liberazione della città, raccontando attraverso numerose iniziative, proprio la storia di quei giorni, la storia di tanti riminesi, nati e vissuti in quel periodo.
Come Sergio e Otello che, a Viserba nella casa requisita diventata il comando della Wermacht il primo, in una stalla “come Gesù bambino” il secondo, nacquero in quei giorni terribili del settembre ’44 mentre il fronte passava, raccontando con la propria presenza il senso di una storia personale, ma anche collettiva.
“Il senso di questi settant’anni è riprendere l'appartenenza di una città. Rimini è un tronco robusto che ha 2000 anni, nel ‘44 qualcuno ha provato a reciderlo, sembrava che questa città, questo tronco, che aveva 2000 anni fosse morto, è risorto in settant'anni di sviluppo oggi dobbiamo cambiare ancora. Aver avuto qua Sergio e Otello che sono due neonati di 70 anni, che sono nati sotto le bombe, è per dire che noi apparteniamo a qualcosa. Il nostro passaggio, io da Sindaco, è temporaneo e quando sei qui temporaneamente puoi decidere di fare delle cose devi avere il coraggio, come allora nel ’44, di ripartire. Se ce l'hanno fatta allora, in una Rimini distrutta, ce la dobbiamo fare anche noi oggi nella nostra Rimini” ha commentato il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi.
La cerimonia ufficiale per le Celebrazioni dei 70 anni della Liberazione è prevista per domenica 21 alle ore 11 con la deposizione di corone d’alloro al monumento ai Caduti nel cimitero di guerra del Commonwealth sulla superstrada di San Marino e al monumento ai Caduti in località Monte Cieco (via Santa Cristina). In serata alle 21, presso la Chiesa di Sant’Agostino, concerto dedicato al 70° anniversario della Liberazione di Rimini “La Risonanza” Coro Costanzo Porta direttore Fabio Bonizzoni, direttore del coro Antonio Greco, soprano Giorgia Cinciripi e mezzosoprano José Maria Lo Monaco.
Inoltre, alle 16 previsto “Tra le vie della memoria. Itinerari della città di Rimini 1943-1945” percorso guidato a cura di Elisa Gardini e Daniele Susini, I.S.R.I.C. Rimini. Nell’occasione sarà presentata anche l’app “Resistenza mAPPe”, che consentirà di conoscere i luoghi della Resistenza in Emilia Romagna. Alle 17.30 alla Biblioteca Comunale inaugurazione della mostra “100.000 fratelli. Sfollati d’Italia a San Marino durante la Seconda Guerra Mondiale” fotografie di Luigi Severi e Giorgio Zani a cura di Angelo Turchini, direttore I.S.R.I.C. Rimini. La mostra “RIMINI 1944-2014 ... Pur l’avvenir siam noi” allestita presso il Palazzo del Podestà in piazza Cavour sarà inaugurata alle 18.30. Le fotografie provengono dall’Archivio Moretti - Studio Morosetti, le immagini e documenti sono della Biblioteca Gambalunga, la mostra è a cura della Biblioteca Civica Gambalunga e del Consorzio dei saperi.
Un ulteriore appuntamento è previsto per sabato 27 settembre alle 17 al Palazzo del Podestà - Sala riunioni in piazza Cavour con la presentazione del volume “Non piu’ leggenda. Racconti della Resistenza di ieri e di oggi” di Giuseppe Bonura, Cesare Padovani, Giancarlo Rossi, Piero Meldini, Mario Guaraldi. Con un saggio di Angelo Turchini e Daniela Calanca.
Tutti gli eventi sono promossi dal Comune di Rimini e l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell’Italia contemporanea della Provincia di Rimini.
UMBRIA NEWS - In lucem transitus, mostra omaggio a San Francesco d'Assisi a Museo della ceramica
È stata inaugurata in occasione della Festa di Santa Caterina, patrono dei ceramisti, lunedì 25 novembre, al Museo regionale della ceramica di Deruta, l'esposizione itinerante In lucem transitus, nell'ambito dell'iniziativa benefica L'arte per la solidarietà. La mostra di cinque opere in ceramica contenenti le lampade ad olio, in omaggio a San Francesco d'Assisi, nasce per le celebrazioni francescane dello scorso ottobre, in concomitanza con la solenne commemorazione del Transito (il passaggio dalla vita terrena a quella celeste) del santo, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. A promuoverla i Cavalieri di San Francesco, Knights of Saint Francis, in collaborazione con l'Opera della Porziuncola e la Fondazione ceramica contemporanea d'autore Alviero Moretti. fondazionemoretti.it - See more at:
L'agenzia video giornalistica AVI NEWS produce e realizza il rotocalco televisivo di cultura, informazione e società Umbria News, in onda su TeF Channel e sul canale 836 Sky. Per l'invio di una nostra troupe videogiornalistica, per la realizzazione dello speciale TV Umbria News e per avere maggiori informazioni sui servizi di comunicazione offerti dall'Agenzia Avi News, potete contattarci allo 075.573352
514 Anniversario del Sacco di Capua
Capua 26 Luglio 2015
Il 24 luglio del 1501 si verificò il triste episodio del “Sacco di Capua”, perpetrato delle truppe mercenarie capeggiate dal generale francese Bernard d’Aubigny e al soldo diCesare Borgia (figlio di papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia) che si abbandonarono a una strage solo per il sadico gusto del sangue visto che ormai l’obiettivo militare era stato raggiunto.
Cesare Borgia
Cesare Borgia era nato nel 1475 circa (nemmeno il luogo è certo), e a sette anni fu nominato protonotario apostolico e arcivescovo di Játiva – una cittadina della Spagna, nella provincia di Valencia -, a diciassette, dopo aver studiato a Perugia e a Pisa ed essersi laureato in diritto canonico, fu creato arcivescovo di Valencia e a diciotto cardinale. Ambiziosissimo (il suo motto era infatti “Aut Caesar aut nihil”, “O Cesare o nulla”), era preoccupato soprattutto della propria fortuna politica e progettava di costituire per sé nell’Italia centrale, spalleggiato da suo padre il papa, una forte Signoria ereditaria con i possessi della Santa Sede e dei Signori che ne occupavano i feudi. Nel 1499 sposò, dopo aver rinunciato alla porpora l’anno precedente, Carlotta d’Albret, sorella del re di Navarra e cugina del re di Francia, e perciò divenne duca di Valentinois (donde il nome italiano, con cui fu maggiormente conosciuto, de il Valentino). Divenne Gonfaloniere e Capitano Generale dello Stato Pontificio e organizzò una seconda spedizione in Romagna (autunno 1500). Cacciò da Rimini Pandolfo Malatesta, occupando Pesaro, Faenza e tutta la Romagna di cui fu fatto duca dal padre Alessandro VI. Era il maggio del 1501.
Dopo aver minacciato Firenze, occupò Piombino divenendone signore: a questo punto Cesare Borgia accostando ai motivi personali, quali la vendetta verso il re di Napoli Federico d’Aragona per avergli rifiutato in moglie la figlia Carlotta, l’ambizione di estendere il suo potere ad un regno così forte, assediò la città di Capua: questa era ricca e potente, oltre che situata in una posizione strategica militare e politica del Regno.
Il 12 luglio del 1501 cominciò l’assedio e Capua, essendo abbastanza protetta dal fiume e dalle mura, riuscì a resistere per qualche giorno e si difese fino allo stremo delle forze: tra i nomi più illustri, ricordiamo ad esempio quello di Ettore Fieramosca, difensore di Calvi, e di Fabrizio Colonna, difensore della stessa Capua. La città fu costretta a barattare la resa per una taglia di 40000 ducati da pagare entro le ore 15 del giorno 24 luglio (erano questi i termini dell’ultimatum imposto dal Borgia): prima dello scadere del termine stabilito e dopo aver finto intenzioni pacifiche, quando la maggior parte dei soldati erano dentro la città, Cesare Borgia, al centro della piazza Giudici, diede il segnale d’inizio alla strage. Alcune fonti parlano di 2.500 morti, altre addirittura di 5.000: fatto sta che non si ebbe pietà né per bambini, né per donne, anzi molte di queste pur di non essere violentate preferirono gettarsi nel fiume.
Questo episodio segnò la fine della dinastia d’Aragona nell’Italia Meridionale.
Ancora oggi, nei giorni successivi al 24 luglio, si celebrano messe di suffragio di quanti furono massacrati in quei giorni. Testimonianze di quello scempio possiamo trovarle su una lapide commemorativa del 24 luglio del 1901 presso la chiesa di S. Maria delle Grazie (o della Santella), e una cappella chiamata Cappella della Morte è stata eretta sulla strada che porta a S. Angelo in Formis.
Risurrezione/Pasqua: Adesso noi vediamo in modo confuso... (1Cor 13,12)
Le più belle citazioni del Vangelo in format TV
Ideazione, montaggio e regia Maurizio Grandi maugrandi.it
Musiche di Stefano Raffa stefanoraffa.eu
Citazioni di don Gianluca Busi ilsegnodigiona.it
Background per l'installazione omaggio a Magritte di don Gianluca Busi, presentata alla mostra di arte contemporanea, chiesa del Paradiso, Faenza, marzo-aprile 2012.
Mostra organizzata da don Massimo Goni. Coreografia dell'installazione Giorgia Fabiani, montaggio ed elaborazione del filmato Maurizio Grandi
Il presepe in piazza san pietro
8 gennaio 2015 - La prima descrizione della Natività ci giunge dagli evangelisti Luca e Matteo. Nei loro brani, infatti, c'è già tutta la sacra rappresentazione che, a partire dal medioevo, prenderà il nome latino di praesepium ovvero recinto chiuso, mangiatoia. Proprio Luca, infatti, narra dell’umile nascita di Gesù in una mangiatoia perché non c'era per essi posto nell'albergo (Ev., 2,7) dell'angelo che annunciò l'evento ai pastori presso i loro rifugi, dei magi venuti da oriente seguendo la stella, per adorare il Bambino che i prodigi del cielo annunciavano già re.
A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei magi del dittico composto da cinque parti in avorio e pietre preziose che si ammira nel Duomo di Milano e che risale al V secolo e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali, con gli angeli annuncianti mentre Maria e Giuseppe sono raffigurati in atteggiamento ieratico simili a divinità o, in antitesi, come soggetti secondari quasi estranei all'evento rappresentato.
Dal secolo XIV la Natività è affidata all'estro figurativo degli artisti più famosi che si cimentano in affreschi, pitture, sculture, ceramiche, argenti, avori e vetrate che impreziosiscono le chiese e le dimore della nobiltà o di facoltosi committenti dell'intera Europa, valgano per tutti i nomi di Giotto, Filippo Lippi, Piero della Francesca, il Perugino, Dürer, Rembrandt, Poussin, Zurbaran, Murillo, Correggio, Rubens e tanti altri.
Il presepio come lo vediamo rappresentare ancor oggi nasce secondo la tradizione dal desiderio di San Francesco di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme coinvolgendo il popolo nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio la notte di Natale del 1223. L'episodio fu poi rappresentato magistralmente da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi.
☆☆☆ Le Campane di San Benedetto del Querceto, Monterenzio Bo. 2016.
Le campane di San Benedetto del Querceto (Monterenzio Bo. Italy) 27 agosto 2016. Le 12 Modenesi eseguite dai campanari dell' Unione Campanari Bolognesi. Un’ epigrafe posta all’entrata del campanile riporta: - Lo zelo pazientissimo del Parroco DON PIETRO FAGIOLI e l’obolo pietoso del suo popolo diedero felice compimento a questo campanile l’anno 1893 - Le 5 campane di questo campanile (dal suono limpido e festoso) furono fuse, insieme a quelle gemelle di Valgattara (Monghidoro) nel 1894 dalla fonderia Cav. Giuseppe Brighenti. Riprese di Gilberto Tedeschi.