santa maria della croce
Campobasso. Riapertura al culto della Chiesa di Santa Maria della Croce. Cerimonia con lArcivescovo Bregantini.
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Campobasso: lo Zuchetezù
Video di Speciale Viaggio in Molise di TeleMolise :lo Zuchétazù ( o Oh di Gerico Beata) del Maestro De Nigris, eseguito nella Chiesa di santa Maria della croce di Canpobasso nell'ambito del Settenario dell'Addolorata in preparazione ai riti della Pasqua.
Processione Venerdì Santo, uscita da S.Maria della Croce
La partenza della Processione 2015
Santa Maria della Strada (Molise)
Promozione territoriale
Santa Maria della Strada Matrice (CB)
Chiesa Romanica del 1148
info: lucianobaccaro.com
lucianobaccaro@yahoo.it
CERCEMAGGIORE (CB) CANTIAMO A CECILIA III EDIZIONE
Cercemaggiore,chiesa di S.Maria della Croce domenica 27 novembre 2011. Ingresso dell'Arcivescovo di Campobasso Mons. Bregantini sulle note del Cristus vincit Cristus regnat Cristus imperat .
stefanovannozzi.wordpress.com
Speciale Lo Zuchetezù
Esecuzione integrale dello Zuchetezù ( o Oh di Gerico Beata) del Maestro De Nigris, eseguito nella Chiesa di santa Maria della croce di Canpobasso nell'ambito del Settenario dell'Addolorata in preparazione ai riti della Pasqua 2013.
Il Settenario alla Madonna Addolorata 03 Campobasso Viaggio in Molise Puntata 2814 Telemol
Anche quest’anno nella Chiesa di Santa Maria della Croce, il Settenario, conosciuto dai campobassani con il nome di “Zuchetazu”. Un parte dei cantori e dell’orchestra del Venerdì Santo che per sette sere fino al venerdì prima della domenica delle Palme, cantano questo Inno alla Madonna Addolorata, tradizione fortemente radicata a Campobasso e non solo.
Il Settenario alla Madonna Addolorata 02 Campobasso Viaggio in Molise Puntata 2813 Telemol
Anche quest’anno nella Chiesa di Santa Maria della Croce, il Settenario, conosciuto dai campobassani con il nome di “Zuchetazu”. Un parte dei cantori e dell’orchestra del Venerdì Santo che per sette sere fino al venerdì prima della domenica delle Palme, cantano questo Inno alla Madonna Addolorata, tradizione fortemente radicata a Campobasso e non solo.
Processione del Venerdì Santo a Campobasso
FILMATO dell'ASSOCIAZIONE CENTRO STORICO di CB:
La processione del Cristo morto e della Madonna Addolorata è l'avvenimento religioso che più coinvolge emotivamente i campobassani
Il lungo e mesto corteo nel pomeriggio si muove dalla chiesa di santa Maria della Croce e si snoda dapprima nel centro storico e, successivamente, nella parte moderna della città soffermandosi davanti ai luoghi ove la sofferenza è maggiormente presente, come le carceri, quindi fa ritorno nella chiesa da dove era partita in un ambiente diventato altamente suggestivo grazie alle soffuse luci del centro antico.
La scelta dell'orario pomeridiano non è casuale volendo ricordare il momento in cui avvenne la Passione di Gesù Cristo.
La sua particolare caratteristica è di avere un coro di circa ottocento persone il quale, durante il percorso, intona più volte lo struggente canto Teco vorrei o Signore composizione, di inizio Novecento, del maestro campobassano Michele De Nigris su versi di Pietro Metastasio.
INNO ALL'ADDOLORATA
Coro processionale del Venerdì santo
Teco vorrei o Signore
oggi portar la croce
nella tua doglia atroce
io ti vorrei seguire
ma sono infermo e lasso
donami tu coraggio
acciò nel mesto viaggio
non m'abbia da smarrire,
acciò nel mesto viaggio
non m'abbia da smarrire.
Il Settenario alla Madonna Addolorata 01 Campobasso Viaggio in Molise Puntata 2812 Telemol
Anche quest’anno nella Chiesa di Santa Maria della Croce, il Settenario, conosciuto dai campobassani con il nome di “Zuchetazu”. Un parte dei cantori e dell’orchestra del Venerdì Santo che per sette sere fino al venerdì prima della domenica delle Palme, cantano questo Inno alla Madonna Addolorata, tradizione fortemente radicata a Campobasso e non solo.
La Via Crucis di San Giovanni Battista 05 Campobasso Viaggio in Molise Puntata 2809 Telemo
Gran successo per la quinta edizione della Via Crucis organizzata dalla Pia Unione San Giovanni Battista di Campobasso insieme al gruppo scout CB7, alla parrocchia e le associazioni del quartiere. Una via Crucis che, partita proprio davanti la Chiesa di San Giovanni Battista, ha attraversato tutte le vie del quartiere dove erano allestiti gli altarini delle varie stazioni per concludersi, con l'ultima stazione, quella del sepolcro, proprio davanti la chiesa.
SPECIALE SETTENARIO 2018
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La Via Crucis (Integrale) del Venerdì Santo a Campobasso,Venerdì 18-04-2014
L'origine della processione del Venerdì Santo a Campobasso risale al 1626 ed è citata in un documento noto come istrumento di concordia tra i Crociati e i Trinitari.
L' antica origine della processione si riflette nella profonda partecipazione a questo evento religioso: anche i meno devoti sembrano in qualche modo richiamati, tanto da poter considerare il Venerdi Santo forse il giorno a maggior partecipazione popolare dell' intero anno solare.
Tutta la cittadinanza si ritrova nella chiesa di S. Maria della Croce, che anticamente era sede della confraternita dei Crociati ed è oggi Rettoria, non solo nel giorno della processione ma anche nelle sere del settenario, raccolta in silenzio mentre le note del Maestro De Nigris riempiono le volte del tempio. L'inno che viene cantato viene tradizionalmente denominato dai cittadini lo zuchetezù, che il suo compositore chiamò: Oh di Gerico beata.
La processione ha inizio alle ore 17.00 del Venerdì Santo e vede la partecipazione della quasi totalità della città: sacerdoti, religiosi e religiose, politici, popolo e l'Arcivescovo.
La statua dell'Addolorata che segue quella del Cristo morto, viene accompagnata da donne vestite di nero che reggono nastri che partono dalla statua.
La musica del Coro che accompagna il corteo funebre è opera del maestro Michele De Nigris.
L'inno inserito nel contesto della processione, che riesce a paralizzare tutta la città, è intitolato Teco vorrei, o Signore.
Il coro anticamente era formato da un centinaio di persone tra cantori e musicisti invece attualmente il loro numero è arrivato a settecento.
La processione percorre le vie del borgo antico e le strade principali della città.
Chiesa di Santa Maria della Scala-Moncalieri TO
Chiesa collegiata di S. Maria della Scala - Moncalieri ( TO )
fonte Archeocarta
Carta Archeologica del Piemnte
Colonna Sonora
Scarlatti (1785-1757) Magnificat per Coro e Continuo
A. Vivaldi (1678-1741) Concerto in la minore RV 108 per flauto, archi e Continuo
J.S.Bach (1685-1750) “Nacht dir Herr verlanget mich” BWV 150
J. Christoph Bach (1642-1703) “Ich lasse dich nicht” per Coro e Continuo
Storia del sito:
Dopo l’abbandono di Testona, il flusso migratorio già in atto da tempo spinse gli abitanti di Testona ad arroccarsi sull’altura che dominava il corso del Po, dando origine al nuovo borgo di Moncalieri. All’esistenza di una chiesa nel nuovo borgo comunale, dedicata alla Vergine Maria, si accenna già nel 1232, ma stando ad alcuni legati testamentari, fatti dai testatori allo scopo di contribuire al completamento dell’edificio, nella seconda metà del XIII secolo la costruzione non era ancora completata. Le spese richieste avevano infatti messo in grave difficoltà le finanze della collegiata e un prevosto di essa, in particolare Ottone de Advocato dei signori di Trofarello, si impegnò a fondo per reperire i fondi necessari a portare a termine la costruzione. Non mancarono anche donazioni di terre, forniture di calce, di mattoni, prestazioni di trasporto dei materiali dalla fornace al cantiere con tutte le bestie da soma disponibili. Lo stesso vescovo di Torino, Tedisio, il 6 maggio 1318 contribuì donando ‘graziosamente’ al Capitolo moncalierese cento lire viennesi. Grazie a questi interventi la costruzione fu terminata intorno al 1330. L’organismo costruttivo originario subì dal Settecento in poi demolizioni, aggiunte, rifacimenti, ampliamenti mutilazioni e pseudo restauri, e solo nel 1963 una serie di interventi riportarono la chiesa all’incirca al suo primitivo aspetto.
foto filmato, Ieluzzi Pasquale
Preparativi festa di San Giuseppe 18 marzo 2018 Morrone del Sannio
18 marzo 2018 Morrone del Sannio. Tradizione e devozione che si rinnovano per la festa di San Giuseppe. Il saluto del sindaco Antonio Colasurdo e del Parroco Don Gabriele Tamilia. Grazie a Maria Melfi per la collaborazione. Interviste di Adelmina Di Cienzo. Riprese e montaggio di Nicola Mastrogiuseppe.
Chiesa S. Antonio di Padova a Campobasso, Martedì 03-01-2017
Una delle chiese del Capoluogo di regione Molisano.
La fondazione di essa, prese l'avvio dalla volontà decisa di P. Pacifico Di Petta di Colle d'Anchise, che nel 1942 fece costruire una cappella dedicata a S. Antonio, nelle vicinanze di dove una volta sorgeva il convento di S. Maria delle Grazie (ora ospedale A. Cardarelli vecchio).
Il 24 maggio 1942 il vescovo benedisse la chiesetta e disse: Siamo in tempo di guerra, mi auguro che questa chiesa sia la chiesa della pace. Il Ministro provinciale aggiunse: ...É questa una primavera serafica apportatrice di copiosi frutti. La chiesetta sorgeva sola, in mezzo al verde e con il piccolo campanile in legno dava l'impressione di una chiesetta di missione.
Nel 1946 fu posta la prima pietra della chiesa inferiore. Il 4 giugno 1949, la costruzione era compiuta, con le elemosine dei fedeli di Campobasso. I lavori del convento vennero portati a termine nel 1956. Dal 1962 al 1963 venne costruita la chiesa superiore che accoglie sulla facciata e all'interno opere d'arte contemporanea, un meraviglioso organo, l'altare e il tabernacolo in marmo bianco
MARTEDI' SANTA MARIA DELLA LIBERA TORNA NELLA SUA CHIESA
S. Maria della Lode Loc. Vescovio Torri in Sabina (Ri), l'antica Forum Novum e il Santuario
Servizio a cura di Maila Pistola
mailapistola.blogspot.com
email: mailapistola@gmail.com
La Diocesi di Sabina
La formazione della Diocesi di Sabina fu il risultato di una complessa e lunga opera di riaggregazione dei territori delle diocesi paleocristiane di Nomentum, di Cures Sabini, che ne deteneva il titolo originario, e di Forum Novum completatasi, nei tratti essenziali, nel secolo X.
La diocesi, a partire dal 781 e per buona parte dell'alto medioevo, costituì una sorta di elemento equilibratore, almeno dal punto di vista pontificio, dell'influenza della filoimperiale abbazia di Farfa. La chiesa cattedrale e l'episcopio sorgevano isolati tra le rovine dell'antico municipio romano di Forum Novum con il popolo dei fedeli che accorreva soltanto in occasione delle celebrazioni religiose dai castelli e dai villaggi vicini.
La fine dei secolo XI segnò l'inarrestabile declino della presenza farfense nell'Area. Nel frattempo i Pontefici avevano iniziato ad estendere progressivamente il loro dominio sull'intero ter-ritorio diocesano, controllato attraverso una maglia sempre più fitta di castra specialia, controllati direttamente, che finì per soffocare i possessi farfensi.
Agli inizi del XII secolo, papa Pasquale II mise in atto una più serrata strategia per affermare in modo definitivo l'egemonia pontificia in Sabina. Componente non secondaria di questo disegno fu un'intensa campagna di costruzione e di ricostruzione di nuove chiese in stile romanico, come ad esempio la stessa chiesa cattedrale, S. Maria Assunta a Tarano, S. Pietro ai Muricento a Montebuono, S. Maria Assunta a Fianello.
Cattedrale dei Sabini fino al XV secolo, è stata il fondamentale punto di riferimento della vita religiosa e civile della Sabina durante Medioevo. L'edificio di Santa Maria in Vescovio sorge isolato, in zona pianeggiante disseminata di ruderi, fra cipressi e presenta la facciata a capanna semplice, parzialmente coperta dalla torre campanaria sviluppata su cinque ordini, con unico portale preceduto da un cortile quadrangolare al quale si accede da altra porta del XVl secolo e sul quale si affacciano costruzioni più tarde.
L'edificio è stato realizzato in più epoche. Vi si riconoscono almeno tre fasi costruttive principali, la più antica delle quali si deve far risalire all'VIII-IX secolo. In seguito, molto probabilmente nel XII secolo, la chiesa fu sopraelevata, fu costruito il campanile e ristrutturata la cripta ad oratorio; infine, nell'ultimo decennio del Duecento, Santa Maria in Vescovio ebbe la sua sistemazione definitiva ad opera del cardinal Gerardo Bianco allora vescovo della Sabina.
L'originaria chiesa, chiamata Sabinenisis Cathedra Ursaciana, sarebbe stata costruita da Aurelio Ursacio, ricordato in una scritta di un grande sarcofago conservato a Vescovio.Durante le invasioni saracene, la Cattedrale sabina dovette essere abbandonata e trasferita per 58 anni nella Collegiata di Toffia. Dopo vari tentativi si pervenne alla ricostruzione della chiesa. Ma non fu possibile impedire la decadenza di questo importantissimo vescovado.
Nel 1495, Alessandro VI trasferì a Magliano il titolo di Cattedrale sabina e nel 1521 Leone X ricostituì la Cattedrale di Vescovio, imponendo al vescovo di prendere possesso anche di questa chiesa, ma, nel 1733, si fu costretti a ricostituire l'unica sede di Magliano.
Ecclesia Cat hedralis Sabinorum è la scritta che si legge sul portale di accesso all'atrio. L'interno è a croce latina, a unica navata monoabsidato. Le pareti sono affrescate con Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento e, sulla controfacciata con un giudizio universale. Si tratta di affreschi del XII secolo.
La venuta del Figlio di Dio sulla terra - HD - 27 dicembre 2018 Morrone del Sannio (CB)
27 dicembre 2018 Morrone del Sannio (CB). La più grande Storia: La venuta del Figlio di Dio sulla terra. Rappresentazione della Storia della Salvezza in 45 minuti. Dalla creazione del mondo e di Adamo ed Eva. Dal peccato originale ai profeti del popolo ebraico. Dall'Annunciazione a Maria alla nascita di Gesù e all'arrivo dei Magi, per concludere con proiezioni di immagini dove il Natale non ancora si è realizzato. Il tutto con voce narrante fuori campo di attore professionista. Filodrammatica della Parrocchia di Santa Maria Maggiore di Morrone del Sannio. Testi e regia del Parroco Don Gabriele Tamilia. Assistente alla regia il vice Parroco Padre Antony Viyagappan Xavier. Tecnico luci Peppino Ricci. Tecnico audio Dario Galletta. Costumi di Maria Melfi. Sono stati coinvolti diverse persone: giovani, bambini, adulti, genitori, nonni e sindaco. Interviste di Adelmina Di Cienzo. Riprese e montaggio di Nicola Mastrogiuseppe.
Abruzzo: campane di ferragosto dalla chiesa di Santa Maria Maggiore di Casoli (CH)
Durante il dominio degli Orsini, nel 1455 all’interno del castello di Casoli avviene la costruzione di una cappella privata che, successivamente, con la realizzazione di due navate e un ulteriore ampliamento diventa, la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Maggiore. La cappella sorge proprio su un'ala del castello ed insieme ad esso forma il nucleo centrale del borgo antico di Casoli. Un secondo ampliamento è riconducibile alla seconda metà del Settecento, epoca in cui, sono aggiunti anche il coro e l'Arco del Purgatorio. Nel 1868 la chiesa viene ulteriormente restaurata ed assume l'aspetto attuale. L’edificio religioso costituisce il complesso architettonico di maggior interesse del nucleo antico del paese. Esso è collegato alla struttura del castello Masciantonio da un porticato, con volte a crociera, che conduce sino all’ingresso dell’adiacente castello. L'ingresso è accessibile attraverso una rampa di scale. La facciata è divisa in tre parti, di cui il corpo centrale è separato da due coppie di paraste poste su un basamento, che a loro volta sostengono la trabeazione su cui poggia il timpano triangolare. Il portale è sormontato da un timpano più piccolo e da una finestra a forma di lunetta, nelle due parti laterali si aprono altre due finestre. La torre appare sul lato destro della chiesa ed è a forma quadrangolare e con ordini sovrapposti. Il campanile è realizzato in conci di pietra incastonati. L'interno è di impianto basilicale a tre navate con cappelle laterali e abside. La chiesa custodisce numerose tele: una Madonna con Bambino, San Giacinto e San Biagio di Francesco Maria De Benedictis (1848), San Gilberto di Pasquale Bellonio di Ortona (1797), una Madonna del Carmine, una Madonna del Rosario (1572) di ignoti.