PIEVE DI CORIANO (Mantova) CHIESA MATILDICA Chiesa di Santa Maria Assunta / Epifania 2017
La chiesa di Pieve venne costruita nel 1082, per volere di Matilde di Canossa.
L'altissimo campanile fu eretto dal 1930 al 1934. La costruzione poggia su un basamento antico rinvenuto durante gli scavi. Per alcuni vi sorgeva la torre del castello di Matilde, per altri invece era il sito dell'antico Battistero della Pieve. Il 27 gennaio 2007 è stato inaugurato l'oratorio Giovanni Paolo II, che si trova in piazza Aldo Moro, nei pressi della chiesa. A seguito del terremoto del 20 e del 29 maggio 2012 nella chiesa, si sono gravemente danneggiate cinque volte, attualmente messe in sicurezza. Il giorno 8 dicembre 2012, in occasione dell'Immacolata Concezione, dopo il restauro delle volte danneggiate dal sisma di maggio, la chiesa è stata riaperta.
Per quanto riguarda la data di erezione della Pieve, da alcuni marmi posti in facciata, si può leggere: A Dio Ottimo e Massimo e alla Beata Vergine Maria in cielo Assunta. Eretta nell'anno 1082 dalla Contessa Matilde. Certamente dati storici attendibili non se ne sono ancora trovati, tranne una annotazione del parroco Vincenzo boni nel registro dei battesimi alla data 29 Aprile 1683 che riporta all'anno 1092 la fondazione della chiesa. Tuttavia per le somiglianze artistiche con le chiese di S. Lorenzo di Pegognaga e di S. Fiorenti di Nuvolato, edificate negli anni 1080-1085, si ritiene che anche la nostra chiesa sia di quel periodo.
La chiesa ha una armonica pianta basilicale, con tre navate e tre absidi semicircolari scandite da semicolonne. I muri della navata mediana hanno arcate a tutto sesto poggianti su otto colonne in cotto con capitelli scantonati, pilastri cruciformi scandiscono la zona presbiteriale dalla navata plebana. Il tetto è sostenuto da travature a vista e l'interno riceve luce da monofore strette e strombate. La chiesa pervenne nelle sue forme originali fino al 1538 quando il parroco Sicheo degli Uberti trasformò le linee romaniche in architetture rinascimentali. Dal 1911 si pose mano al restauro dell'interno. Fu demolita la volta a botte che aveva relegato nella soffitta le monofore e le capriate. Dopo l'atterramento delle scialbature, si constatò che tutto l'interno era affrescato. Purtroppo fu riportato tutto a pietra vista, rovinando testimonianze di arte e di fede popolare pervenute a noi nel corso dei secoli. Nella navata di sinistra furono abbattute le cappelle e chiusa una grande finestra. Pure nell'abside centrale furono chiusi i due finestroni, abbattuto il campanile eretto sull'abside di destra e otturate le finestre al centro delle absidi minori. All'esterno tuttavia le tre absidi riportano ancora la decorazione in cotto originale.
Montebello della Battaglia
Un viaggio all'interno dei Borghi dell'Oltrepò Pavese e delle Quattro Province
TOLEMOLESE LA LIBARTA, LA ITALIA NO LA SERVE
La situasion economega la xé gran grave e l'onega salvesa pa i Veneti a xe rornar Indepandenti e libari. La italia no la serve la xè stà on catìvo esperimento durà 150 ani co morti, goere, fame, discrimnasion, jenosidi, inbroji, privileji.d'Adda, Cumignano sul Naviglio, Derovere, Dovera, Drizzona, Fiesco, Formigara, Gabbioneta-Binanuova, Gadesco-Pieve Delmona, Genivolta, Gerre de' Caprioli, Gombito, Grontardo, Grumello Cremonese ed Uniti, Gussola, Isola Dovarese, Izano, Madignano, Malagnino, Martignana di Po, Monte Cremasco, Montodine, Moscazzano, Motta Baluffi, Offanengo, Olmeneta, Ostiano, Paderno Ponchielli, Palazzo Pignano, Pandino, Persico Dosimo, Pescarolo ed Uniti, Pessina Cremonese, Piadena, Pianengo, Pieranica, Pieve d'Olmi, Pieve San Giacomo, Pizzighettone, Pozzaglio ed Uniti, Quintano, Ricengo, Ripalta Arpina, Ripalta Cremasca, Ripalta Guerina, Rivarolo del Re ed Uniti, Rivolta d'Adda, Robecco d'Oglio, Romanengo, Salvirola, San Bassano, San Daniele Po, San Giovanni in Croce, San Martino del Lago, Scandolara Ravara, Scandolara Ripa d'Oglio, Sergnano, Sesto ed Uniti, Solarolo Rainerio, Soncino, Soresina, Sospiro, Spinadesco, Spineda, Spino d'Adda, Stagno Lombardo, Ticengo, Torlino Vimercati, Tornata, Torre de' Picenardi, Torricella del Pizzo, Trescore Cremasco, Trigolo, Vaiano Cremasco, Vailate, Vescovato, Volongo, Voltido.
La provincia di Lecco consta dei seguenti 90 comuni:
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Il Monastero della Visitazione di Soresina
Un momento di riflessione durante la Quaresima; occasione per entrare in punta di piedi nel Convento di Clausura, respirarne lo Spirito, ascoltare la voce delle monache ed un ricordo di Roberto Cabrini; ammirare le opere di Giacomo Bertesi.
Pieve di San Pietro - Romanino (Tavernola) ::Immersiva for Visit Lake Iseo
L’origine romanica di San Pietro, parrocchiale di Tavernola fino al 1570, è intuibile solo da alcune murature e dal campanile; l’edificio subì, infatti, varie trasformazioni durante i secoli.
Anche la pianta, con corpi di fabbrica aggregati al primo nucleo, conferma una crescita non omogenea nel tempo. L’interno è a navata unica con tetto a due falde, in legno a vista, poggiante su un arco in muratura a sesto acuto; in controfacciata si conserva la loggia in muratura sostenuta da due volte a crociera che scaricano sulle pareti e su una colonna centrale. Il presbiterio quadrangolare è coperto da una volta a crociera a sesto acuto parzialmente affrescata nel ‘400 con Cristo pantocratore e i simboli degli evangelisti Giovanni e Luca. La parete di fondo è interamente occupata dalla Crocifissione fra i santi Pietro e Paolo, dipinta da un ignoto maestro operante a fine XV secolo; nel ‘700 alla parete fu addossato l’altare che distrusse alcune porzioni di intonaco celandone altre sotto la pala. La mensa e il paliotto, dotato di angeli telamone, sono di Giulio Selva (1693) e qui trasportati dalla parrocchiale di Santa Maria Maddalena; la cornice è in stucco. Rimossa recentemente la pala della Traditio legis sono riapparsi la croce con la Maddalena e parte delle figure di Cristo, della Vergine e di san Giovanni. L’opera è una piacevole combinazione tra citazioni architettoniche, spesso prospetticamente non ben orchestrate, e un’ambientazione paesaggistica alla lombarda con una ‘geologia’ mantegnesca. Questa sorta di versione provinciale di modelli bramanteschi testimonia la volontà da parte dei committenti locali di aggiornare l’apparato pittorico della chiesa alle tendenze dei capoluoghi della cultura lombarda. Sulla stessa linea si pone la Madonna con Bambino (parete destra presbiterio) voluta dalla famiglia Foresti nel 1497, in cui la Vergine di gusto gotico (si vedano il manto e il basamento del trono) è inserita in un’architettura riempita con tutto quanto era possibile desumere dall’armamentario dei pezzi rinascimentali.
Al principio del secondo decennio del ’500, Girolamo Romanino esegue due dipinti murali raffiguranti rispettivamente la Madonna col Bambino, san Giorgio, san Maurizio e i santi Pietro e Paolo che presentano gli offerenti e una Crocifissione. Il primo, sulla parete sinistra del presbiterio, si presenta al visitatore come una grande scena corale con la Vergine in alto, al centro, al culmine di una scalinata fra san Giorgio, a sinistra, e san Maurizio, a destra. Sul registro inferiore i santi Pietro e Paolo completano la rappresentazione introducendo due distinti gruppi di un potentato locale, identificabile forse con quello dei Fenaroli. Il secondo dipinto è collocato nella parte alta della controfacciata. Si tratta di un lavoro non terminato, abbandonato in corso d’opera e in seguito coperto da uno strato d’intonaco imbiancato, sotto il quale si possono oggi riconoscere pochi frammenti riferibili a una Crocifissione con astanti: i tasselli d’ispezione hanno, infatti, messo in luce parti del perizoma, di una gamba e di un braccio del Cristo, alcune piccole porzioni della croce e della cornice modanata che inquadra la scena. Il brano più ampio, visibile da tempo e raffigurante tre teste maschili, ha catalizzato per anni le attenzioni degli studiosi al punto che venne considerato un dipinto isolato e non parte di un insieme.
L’impostazione monumentale, la prospettiva centrale, l’uso di finiture a tratteggi lunghi e grafici, memori delle stampe e della tradizione nordica, e colorati, di ascendenza veneziana, sono le principali caratteristiche che inducono a propendere per una datazione agli anni dell’attività giovanile del pittore, forse al 1512, quando Romanino, probabilmente esule da una Brescia saccheggiata dalle truppe francesi, sosta a Tavernola. Non molto però. Nei primi mesi del 1513 è già a Padova. Lo ritroveremo sul Sebino due decenni dopo, a Pisogne, intorno al 1534.
Le due cappelle laterali della chiesa sono da ricondurre alle modifiche del ‘700: quella a destra, delle anime del Purgatorio, offre una decorazione in stucco piuttosto rara per il Sebino, mentre la sinistra ha forme già neoclassiche.
Sara Marazzani, Federico Troletti
LEZIONE DI LINGUA VENETA-INGLEXE
Veneto-Inglexe, chi ca conose la lengoa Veneta el ga na marsa in pì de chi ca sol ca l'italiàn. El cervello dei puteli ca pàrla ànca Vèneto, el xé pì svilupà dei puteli ca conose solo l'italiàn!d'Adda, Cumignano sul Naviglio, Derovere, Dovera, Drizzona, Fiesco, Formigara, Gabbioneta-Binanuova, Gadesco-Pieve Delmona, Genivolta, Gerre de' Caprioli, Gombito, Grontardo, Grumello Cremonese ed Uniti, Gussola, Isola Dovarese, Izano, Madignano, Malagnino, Martignana di Po, Monte Cremasco, Montodine, Moscazzano, Motta Baluffi, Offanengo, Olmeneta, Ostiano, Paderno Ponchielli, Palazzo Pignano, Pandino, Persico Dosimo, Pescarolo ed Uniti, Pessina Cremonese, Piadena, Pianengo, Pieranica, Pieve d'Olmi, Pieve San Giacomo, Pizzighettone, Pozzaglio ed Uniti, Quintano, Ricengo, Ripalta Arpina, Ripalta Cremasca, Ripalta Guerina, Rivarolo del Re ed Uniti, Rivolta d'Adda, Robecco d'Oglio, Romanengo, Salvirola, San Bassano, San Daniele Po, San Giovanni in Croce, San Martino del Lago, Scandolara Ravara, Scandolara Ripa d'Oglio, Sergnano, Sesto ed Uniti, Solarolo Rainerio, Soncino, Soresina, Sospiro, Spinadesco, Spineda, Spino d'Adda, Stagno Lombardo, Ticengo, Torlino Vimercati, Tornata, Torre de' Picenardi, Torricella del Pizzo, Trescore Cremasco, Trigolo, Vaiano Cremasco, Vailate, Vescovato, Volongo, Voltido.
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ON TOXO EL INVITA NA TOXA E GHE LO DIXE IN LENGOA VENETA dialetto
I toxi li se vargogna aprlàr la Lengoa Vèneta co le tòxe. I se vargogna dirghe : te vojo ben, te me piàxi, te si bela fa el sol, baxame on mùcio dialetto
d'Adda, Cumignano sul Naviglio, Derovere, Dovera, Drizzona, Fiesco, Formigara, Gabbioneta-Binanuova, Gadesco-Pieve Delmona, Genivolta, Gerre de' Caprioli, Gombito, Grontardo, Grumello Cremonese ed Uniti, Gussola, Isola Dovarese, Izano, Madignano, Malagnino, Martignana di Po, Monte Cremasco, Montodine, Moscazzano, Motta Baluffi, Offanengo, Olmeneta, Ostiano, Paderno Ponchielli, Palazzo Pignano, Pandino, Persico Dosimo, Pescarolo ed Uniti, Pessina Cremonese, Piadena, Pianengo, Pieranica, Pieve d'Olmi, Pieve San Giacomo, Pizzighettone, Pozzaglio ed Uniti, Quintano, Ricengo, Ripalta Arpina, Ripalta Cremasca, Ripalta Guerina, Rivarolo del Re ed Uniti, Rivolta d'Adda, Robecco d'Oglio, Romanengo, Salvirola, San Bassano, San Daniele Po, San Giovanni in Croce, San Martino del Lago, Scandolara Ravara, Scandolara Ripa d'Oglio, Sergnano, Sesto ed Uniti, Solarolo Rainerio, Soncino, Soresina, Sospiro, Spinadesco, Spineda, Spino d'Adda, Stagno Lombardo, Ticengo, Torlino Vimercati, Tornata, Torre de' Picenardi, Torricella del Pizzo, Trescore Cremasco, Trigolo, Vaiano Cremasco, Vailate, Vescovato, Volongo, Voltido.
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Herbalife Incaricato alle Vendite Mantova 3472355387
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TAMBURELLO : CERESARA-NAVE SAN ROCCO 6-5 6-5
torneo di Besenello serie B
7/8 marzo 2015