Grado - Basilica di S. Maria delle Grazie - Benedizione degli animali.
Benedizione degli animali da parte del mons. Armando Zorzin.
Il giorno 4 ottobre si celebra la Festa di San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia e degli animali; il patrono che ci insegna empatia e semplicità.
Basilica e convento di Santa Maria delle Grazie - Una presentazione
Presentazione di Santa Maria delle Grazie (Milano) a cura di p. Gianni Festa OP.
E' stata utilizzata la seguente foto all'interno del filmato: Monte Stella | 3 Febbraio 2013 ( di Obliot ( con licenza CC BY-NC 2.0
***** Grado (2/2) GRADO VECCHIA: Basilica di S. Eufemia Battistero, Basilica di S. Maria d. Grazie
La basilica paleocristiana di Sant'Eufemia venne costruita su di una chiesa preesistente, la Basilichetta di Petrus, di cui si possono osservare alcuni resti all'interno dell'edificio. I lavori di costruzione iniziarono all'inizio del V secolo per interessamento del vescovo Niceta e vennero portati a termine nel 579 ad opera del vescovo Elia che dedicò la basilica a Santa Eufemia, martire di Calcedonia. Lo stile semplice, lineare e severo della costruzione viene esaltato dai mattoni chiari a vista che la ricoprono.
L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate da due file di colonne, tutte diverse tra di loro. Notevoli sono i mosaici della pavimentazione, che per il prevalere dei motivi geometrici testimoniano l'influenza bizantina su Grado.
Una volta nella Basilica era conservata una stupenda cattedra vescovile in avorio molto probabilmente donata alla città da Alessandria d'Egitto per ordine di Eraclio II, e le cui tavolette eburnee, note come Avori di Grado, andarono disperse nel XV secolo; le poche rimaste sono oggi divise tra alcuni importanti musei, italiani e non.
Sul lato destro della chiesa si eleva il campanile, visibile a distanza, sormontato dall’anzolo, una statua in rame di San Michele Arcangelo che i veneziani donarono alla città nel 1462.
A sinistra, staccato dal corpo della chiesa, sorge il Battistero (V secolo), a pianta ottagonale, al cui interno è collocata una vasca battesimale esagonale. Davanti al Battistero, in un piccolo giardino, sono conservati alcuni sarcofagi romani risalenti al II e III secolo d.C.
A breve distanza dalla basilica, al limite meridionale del castrum romano, sono visibili tramite un sistema di passarelle i mosaici e i resti di muratura della più antica Basilica della Corte, la cui prima costruzione risale alla metà del IV secolo.
La Basilica paleocristiana di Santa Maria delle Grazie si affaccia sul campo dei Patriarichi, a pochi passi dal Battistero e dalla Basilica di Santa Eufemia. La prima edificazione risale alla metà del V secolo ed è oggi testimoniata dal pavimento musivo della navata destra e dell'abside, decorato con motivi geometrici. La chiesa è stata quindi riedificata, a un livello rialzato di circa un metro, alla fine del VI secolo dal Patriarca Elia.
La facciata in pietra e mattoni è ingentilita da una trifora. L'interno a tre navate ha un forte slancio verticale ed è diviso da due file di cinque colonne marmoree di provenienza diversa. Nella navata sinistra è custodita una statua lignea della Madonna delle Grazie.
Arezzo: Santa Maria delle Grazie.flv
- Chiese di Santa Maria delle Grazie di Arezzo
Chiesa Santa Maria delle Grazie - 17 dicembre 2016
Servizio sulla chiesa Santa Maria delle Grazie
La chiesa Madre di Caccuri. Fu distrutta da due terremoti, venne ricostruita ed oggi è considerata una delle belle chiese della provincia di Crotone
Basilica Santa Maria delle Grazie 1
Ensaio do Coral da Basilica. Emocionante.
Iglesia y convento dominico de Santa Maria delle Grazie con La Cena de ... (UNESCO/NHK)
Construido en Milán a partir del año 1463 y reformado por Bramante a finales del siglo XV, el conjunto arquitectónico del convento de Santa Maria delle Grazie alberga en la pared norte de su refectorio una obra maestra sin parangón en el mundo: el fresco de La última cena, pintado entre 1495 y 1497 por Leonardo da Vinci, que abrió una nueva era en la historia del arte.
Source: UNESCO TV / © NHK Nippon Hoso Kyokai
URL:
Santa Maria delle Grazie (Mantova)
... droneggiando
Il Santuario della Madonna di Barbana (Grado)
Il racconto di uno speciale pellegrinaggio tra i principali santuari mariani del Friuli Venezia Giulia. Enrico Selleri e Gianni Vukaj hanno seguito passo passo Sistus, Meghi, Giovanna, Leonardo, Gabriele e padre Beppe nel loro viaggio in alcuni dei più importanti luoghi della fede delle province di Udine e Gorizia. Dalla Madonna di Barbana nella laguna di grado fino ai 1790 metri del monte Lussari passando per il santuario della Beata Vergine di Castelmonte sulle Prealpi Giulie: un percorso fisico e spirituale, dal mare alla montagna, per scoprire il santuario più importante, quello custodito nel nostro cuore!
Urbex Italy. Spartito del diavolo e chiesa Madonna delle Vigne Lucedio
Santuario della Madonna delle Vigne, nel comune di Trino (nel vercellese). Questa chiesa trasmette negatività anche dal luogo che la circonda. Per raggiungerla infatti è necessario prendere come punto di riferimento la fazione di Lucedio. Recandosi presso questo piccolo cimitero di questa fazione bisogna percorrere un sentiero fitto di alberi per poi intravedere questa chiesa, ormai malconcia.
Da cosa nasce la leggenda secondo cui la chiesa sarebbe maledetta? Più che leggenda è un dato di fatto, dato i numerosi documenti risalenti al 1684 sulla vicenda. Si narra che un gruppo di ragazze abbia scelto tale chiesa per evocare ed incontrare Satana. Nonostante le suore della chiesa cercarono di salvare le ragazze, finirono anche loro nel maligno. Le suore col tempo diventarono anche loro sacerdotesse nere, compiendo riti sabbatici e convincendo tutti i fedeli di Dio ad abbandonare quella via per percorrere la via del maligno. Solo dopo 100 anni un decreto papale fece sconsacrare la chiesa. Nonostante la chiesa sia ormai chiusa ed abbandonata, l’energia negativa è ormai impressa nei muri della chiesa e nelle circostanze. Non è raro che di notte sia possibile vedere radunarsi streghe o gente con l’intento di compiere riti satanici.
Entrando è possibile notare calcinacci e povere, ma sul soffitto è possibile notare dei bellissimi dipinti angeliche che rendono la chiesa ancor più suggestiva. Essa è formata da un unica navata. La cosa che colpisce è che differenzia questa chiesa dalle altre è il portone di ingresso. Nelle altre chiese in questa postazione è possibile trovare un organo a canne, ma in questa chiesa è dipinta, ormai con colori molto sbiaditi, uno spartito…. Lo SPARTITO DEL DIAVOLO.
Per capire meglio la sua origine bisogna approfondire la storia del triangolo maledetto di cui fa parte anche la fazione di Lucedio (di questo parleremo in un articolo a se stante). Si narra che all’interno della chiesa ci sia intrappolata una presenza maligna, rimasta li grazie ad uno sparito composto da un abate. Tale sparito con le sue note sarebbe in grado di liberare lo spirito se suonato al contrario, e di intrappolarlo se suonato nel giusto verso.
Fino al 1999 questo sparito fu solo una leggenda, ma dopo vari studi si è visto che questo sparito era vero ed era presente. Ma come si è potuto verificare che tale sparito sia quello della leggenda?
La dottoressa del Teses, Paola Briccarello, ha scoperto che l’andamento grave dei primi tre accordi fa presupporre nelle note conclusive di una canzone. La composizione ha un suono fastidioso ma se suonato al contrario (destra-sinistra, sotto-sopra) è possibile ricavare un suono piacevole. Inoltre analizzando le parole anagrammate nascoste sotto le note è possibile ricavare una parola per ogni riga:
DIO FEDE ABBAZIA.
Parole,che se lette al contrario trasmettono un effetto negativo.
Ciò che va ad aumentare la leggenda è che di notte, improvvisamente m sembra alzarsi una fitta nebbia e sembrano comparire luci e strane figure.
da:
Music:
Santa Maria Novella
Santa Maria Novella: basilica museo
di Stefania Giacomini
Il servizio dedica alcuni cenni e immagini a questo splendido tempio religioso e ricco museo .
Qui di seguito alcuni cenni storici ed artistici:
La basilica di Santa Maria Novella è una delle più importanti chiese di Firenze e sorge sull'omonima piazza.
Fu rimaneggiata in passato,ad opera di Giorgio Vasari.
Un importante restauro è stato effettuato nel 1999 per la preparazione al giubileo del 2000.
La facciata marmorea, policroma di Santa Maria Novella è fra le opere più importanti del Rinascimento fiorentino
Architettura interna
La chiesa fu la prima basilica dove vennero usati elementi dell'architettura gotica a Firenze, in particolare i caratteri tipici dell'architettura gotica cistercense.
il Crocifisso di Giotto (databile verso il 1290), dopo dodici anni di restauro, nella posizione dove verosimilmente doveva trovarsi fino al 1421..
Le vetrate furono eseguite tra il XIV e il XV secolo e fra esse spiccano per esempio la Madonna con Bambino o San Giovanni e San Filippo entrambe disegnate da Filippino Lippi,
Numerose e di altissimo profilo sono le opere d'arte, fra le quali spicca la Trinità di Masaccio, opera sperimentale sull'uso della prospettiva, a Rappresenta uno dei più importanti capolavori dell'arte rinascimentale, pari dei traguardi architettonici di Brunelleschi e scultorei di Donatello.
Sul quarto altare si trova la Resurrezione e quattro santi di Giorgio Vasari e poco più avanti si trova l'organo risalente all'Ottocento, ai fianchi del quale sono collocate le memorie funebri per gli architetti Giuseppe del Rosso il Vecchio (morto nel 1731) e di Zanobi del Rosso (morto nel 1731).
Il convento
Annessi alla chiesa si trovano gli edifici del convento, con tre chiostri monumentali. Chiostro Verde, Cappellone degli Spagnoli e refettorio oggi fanno parte del Museo di Santa Maria Novella. Nella cappella interna del convento, si trova l'interessante tavola delle Effigie domenicane, opera di un maestro anonimo della prima metà del XIV secolo[2].
Il Chiostro Verde
Il Chiostro verde (parte del Museo) costruito dopo il 1350 da fra' Jacopo Talenti con gli affreschi di Paolo Uccello a terra verde, da cui il nome del chiostro, nella prima metà del XV secolo: su tre pareti affreschi con Storie della Genesi di Paolo Uccello e la sua cerchia (lato orientale, di particolare pregio artistico le scene del Diluvio universale e dell'Ebbrezza di Noè, con un uso innaturale della prospettiva e del colore) e altri artisti (Storie di Abramo sul lato meridionale e Storie di Giacobbe sul lato occidentale, del 1440-1450); restaurato nel 1859, fu danneggiato e parzialmente restaurato dopo l'alluvione del 1966.
Gli altri affreschi del Chiostro verde, sono in stile gotico.
Il Cappellone degli Spagnoli
Sul lato settentrionale del Chiostro verde si apre la Sala capitolare o cappellone degli Spagnoli, sempre di fra' Talenti (1343-1345), interamente affrescato da Andrea Bonaiuti intorno al 1367-1369; il ciclo, in ottimo stato di conservazione grazie a una capillare opera di restauro, raffigura in varie scene il ruolo dei domenicani nella lotta all'eresia. Nel 1566 il granduca Cosimo I destinò la sala alle funzioni religiose degli spagnoli, da cui il nome, al seguito della moglie Eleonora di Toledo.
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Il Chiostro dei Morti
Il Chiostro dei Morti, ex cimitero già costruito intorno al 1270 dai Domenicani, riutilizzando probabilmente un precedente chiostro dei canonici che sappiamo esistente nel 1179, fu rimaneggiato alle attuali dimensioni nel 1337-1350. Chiuso al pubblico per molti anni, è tornato visitabile dal 2012.
Una parte dei locali dell'ex dormitorio dei frati oggi ospita la Biblioteca Domenicana di Santa Maria Novella Jacopo Passavanti, regolarmente aperta agli studiosi, ricca di oltre 40000 volumi e sede attuale della rivista scientifica Memorie Domenicane fondata dai padri domenicani nel 1884 .
Il Chiostro Grande
Il Chiostro grande, il più ampio della città, rimaneggiato negli anni 1562-1592 dall'architetto Giulio Parigi, fu affrescato da artisti fiorentini del XVI e XVII secolo (il Poccetti, Santi di Tito, il Cigoli, Alessandro Allori, ecc.) con Storie di Cristo e di santi domenicani; oggi è sede della Scuola marescialli e brigadieri carabinieri.
La Cappella dei Papi
Al primo piano del chiostro grande esistevano gli appartamenti usati dai pontefici in visita a Firenze. Vi risiedettero per esempio Eugenio IV durante il Concilio di Firenze, oppure Leone X. Proprio su impulso di quest'ultimo fu realizzato l'unico ambiente superstite del complesso papale, la Cappella dei Papi, affrescata da Ridolfo del Ghirlandaio e dal giovane Pontormo (1515), il quale realizzò una eloquente figura della Veronica che solleva il drappo con il volto di Cristo, con una composizione ed un uso del colore che già sono tipicamente manieristi.
Grado - Benedizione degli animali - 4 ottobre 2015
Basilica di S. Maria delle Grazie.
Coro delle Voci Bianche della Scuola Musica Viva di Grado,
diretto dalla Maestra Voletta Gratton.
Basilica di Santa Maria Assunta (Aquileia)
Places to see in ( Grado - Italy )
Places to see in ( Grado - Italy )
Grado is a town and comune in the north-eastern Italian region of Friuli-Venezia Giulia, located on an island and adjacent peninsula of the Adriatic Sea between Venice and Trieste. Once mainly a fishing center, today it is a popular tourist destination, known commonly as L'Isola del Sole (The Sunny Island), also famous because it is also a spa town; together with Marano Lagunare, it is the center of the Marano-Grado Lagoon, which is famous for its uncontaminated nature. Grado is the birthplace of Biagio Marin, a poet who sang about the island in the local Venetian dialect.
In Roman times the city, known as ad Aquae Gradatae, was first port for ships entering the Natissa (Natisone), headed upstream to Aquileia. During the late years of the Western Roman Empire many people fled from Aquileia to Grado in order to find a safer place, more protected from the invasions coming from the east. In 452, Nicetas, Bishop of Aquileia, took refuge briefly at Grado; of the same period is the earliest construction of Grado's first cathedral, the first church of Santa Maria delle Grazie, and the baptistery. Grado was the home base of the patriarchate's fleet.
In 568, after the invasion of the Lombards, the seat of the Patriarchate of Aquileia was transferred to Grado by the Patriarch Paulinus. After the Schism of the Three Chapters, two different patriarchs were elected: the patriarch of Grado exerted his jurisdiction over the Latin-origin people living on the coast and in the Venetian Lagoon, while that of Old-Aquileia, later moved to Cividale, had its jurisdiction over the interior. A long-lasting dispute over the authority of the two patriarchs ensued. In 993, the patriarch of Aquileia, Popo, conquered Grado, but was unable to keep possession of it. The matter was settled only in 1027 when the pope declared the supremacy of the See of Aquileia over Grado and the Venetian province.
The seat of the patriarchate was transferred to Venice in 1451 by Pope Nicholas V. Reduced to a minor hamlet, Grado was sacked by the English, who burned the city archives in 1810 and by the French in 1812. Grado was acquired by Austria in 1815, to which it belonged until 1918, when it was ceded to Italy after its victory in World War I.
Today there are frequent finds of inscriptions, sarcophagi, marble sculpture and small bronzes that once furnished its villas. The remains of one of these villas have been excavated on the islet of Gorgo in the lagoon.
Modern landmarks include:
The Basilica of Sant'Eufemia (Cathedral), with the octagonal Baptistry (late 5th century). The church was once preceded by a quadri-portico, one of the columns of which is now in the centre of the Patriarch's Square. The current appearance of the church dates from the reconstruction by Fra Elia (579), with a simple hut façade and a bell tower (15th century) on the right side, which is surmounted by a statue portraying St. Michael and known as the Anzolo (1462). The interior has a nave and two aisles. The main point of interest is the mosaic pavement from the 6th century, restored in 1946–48.
The basilica of Santa Maria delle Grazie. Begun in the 4th to 5th centuries, it was renovated in the 6th century and restored in Baroque in 1640.
The Barbana Sanctuary. It is located in a small island in the Grado Lagoon. The original church was erected in 582 and was since rebuilt and enlarged.
Of the ancient fortress only a tower, turned into a private residence, and parts of the walls can still be seen. Under the Town Hall are remains of the Palaeo-Christian basilica of Piazza Vittoria. The Valle Cavanata Nature Reserve is a 327-hectare (810-acre) protected area situated in the easternmost part of the Grado Lagoon.
( Grado - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Grado . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Grado - Italy
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BRESCIA Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Dopo la peste che aveva afflitto la città tra il 1480 e il 1484, si diffuse a Brescia la notizia che un affresco votivo raffigurante una Madonna col Bambino dipinto in facciata a una casa lungo il corso del quartiere di San Nazaro aveva poteri miracolosi. Sull'onda del fervore religioso popolare, il Comune avviò nel 1486 le trattative per l'acquisto della casa. Nel 1488 fu finalmente inaugurato il cantiere del primitivo santuario, costituito da una parte degli interni della chiesa e, soprattutto, dalla maestosa facciata in marmo cesellato, la cui esecuzione è probabilmente da attribuire alla bottega dei Sanmicheli, da poco insediatisi in città, forse proprio in concomitanza con l'ottenimento di questa eccezionale commessa, e all'epoca unica bottega di scultori attiva a Brescia in grado di operare su un manufatto di livello tecnico e culturale così elevato[1].
La facciata dei Sanmicheli, corrispondente al livello più basso e raffinato della facciata attuale, viene compiuta entro l'anno 1500. Nel frattempo, l'edificio religioso subisce un rapido sviluppo, anche grazie al crescere del numero di fedeli e delle elemosine e, probabilmente a cantieri ancora aperti, viene deciso per il suo ampliamento, portando il santuario alla dimensione definitiva. Le partiture architettoniche interne, connotate da caratteri decorativi elaborati e raffinati, vengono forse realizzati da Gasparo Cairano e bottega. Lo stesso scultore realizza inoltre il ciclo di Apostoli per la prima cupola, interposto al ciclo di Angeli del Tamagnino, entrambi consegnati e pagati nel 1489[1].
Nel corso dei secoli, il santuario si arricchisce di opere, soprattutto pittoriche, tra cui una tela del Moretto e il ciclo di teleri con le Storie di Gesù per il presbiterio, dipinto da una serie di autori bresciani tra cui Tommaso Bona e Pier Maria Bagnadore. Anche le pareti e le volte della chiesa vengono affrescate e stuccate da vari autori. Gran parte dell'apparato pittorico parietale viene distrutto durante la seconda guerra mondiale, quando l'edificio viene gravemente danneggiato dai bombardamenti che, miracolosamente, non intaccano la facciata e le pregiate sculture della prima cupola. Negli anni successivi il santuario viene profondamente ricostruito, salvando tuttavia gran parte del patrimonio originale, perlomeno scultoreo.
Il santuario di S. Maria dei Miracoli si presenta oggi come un edificio dalla configurazione assai originale, di complessa lettura a causa di una lunga vicenda di stratificazioni e aggiunte successive, costantemente limitate dai vincoli del preesistente, fitto tessuto urbano e sostanzialmente prive di un progetto unitario di base. In borgo S. Nazaro, sul muro esterno della casa di un certo Federico Pelaboschi, esisteva nel Quattrocento un'immagine della Vergine ritenuta miracolosa; intorno a essa era sorta un'edicola votiva, probabilmente a contenere un altare e a ricovero delle offerte sollecitate dalla devozione popolare. Il luogo doveva tuttavia rivelarsi assai interessante sotto il rispetto economico, oltre che sotto il profilo devozionale, se nel 1486 il Consiglio comunale di Brescia deliberava di acquistare casa Pelaboschi e tre anni più tardi acquisiva altre case adiacenti. Nacque così l'idea di creare una prima cappella, concepita probabilmente come semplice stabilizzazione degli apparati provvisori e verosimilmente strutturata come un protiro a due ordini formato dalla sovrapposizione di due arcosolii voltati a lacunari, il superiore a protezione dell'immagine miracolosa, l'inferiore con accesso a un locale retrostante adibito a sagrestia, ricavato dalla stessa casa Pelaboschi.
Ben presto si manifestò l'esigenza di progettare un organismo più ampio; anche il vescovo della città e il doge veneziano si interessarono alla questione e il ruolo di procuratori della fabbrica spettò a due figure di spicco nella vita culturale bresciana del tempo come il nobile Giovan Pietro Averoldi, padre del mecenate Altobello e legato al governo della Serenissima, e l'umanista 'antiquario' Giovanni Maria Tiberino.
(I lavori per la costruzione della chiesa furono ultimati solo nel 1581, quando l'immagine sacra venne condotta all'interno,sull'altare maggiore).
UDINE - SANTUARIO B.V. delle GRAZIE
Il santuario della Mater gratiae, nel cuore della città di Udine.
***** Aquileia: LA CITTA' INTERA: Basilica S. Maria Assunta / Mosaici / Battistero / Porto Romano
Aquileia Basilica di Santa Maria Assunta
I miracoli della Madonna del Grembiule || Milano in 90 secondi (o quasi) #7
Nel 1651 nella chiesa di Santa Maria alla Porta fu scoperto un affresco della Madonna che si dimostrò in grado di curare i malati. Oggi quel miracoloso dipinto è visibile all’esterno della chiesa perché la cappella che lo ospitava è stata distrutta e mai ricostruita.
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Produzione: La Tenda Rossa
Testi e riprese: Gian Luca Margheriti
Montaggio: Monica Diani
Sottotitoli: Daria Raimondi e Michele Papagni
TRICARICO HD EAGLE'S EYE
Tricarico in provincia di Matera in Basilicata. Posta a 698 m. s.l.m. con 5.739 abitanti, è nota come città arabo-normanna e possiede uno dei centri storici medioevali più importanti e meglio conservati della Basilicata.
Inserita nell'elenco dei monumenti naturali della Regione (alberi padri), è la più vecchia quercia che si conosca in Lucania (o Basilicata).
L'area urbana comprende il centro storico, diverse aree di recente urbanizzazione (quali i quartieri Santa Maria, San Valentino, Carmine, San Giovanni, Lucano e Appio) e numerose case sparse nelle contrade periurbane e rurali, tra cui la comunità rurale di Borgo di Calle, con circa 200 famiglie dedite ad agricoltura e pastorizia. Dista 52 km da Matera e 48 km da Potenza.
Il clima è mite e caratteristico delle zone interne dell'Italia meridionale. L'inverno meteorologico ha inizio nella seconda metà di novembre con temperature che gradualmente iniziano ad abbassarsi sino a scendere di qualche grado sotto lo zero tra la metà di dicembre e la fine di febbraio, con punte di -6, -7 gradi. L'estate è piuttosto fresca e, a parte pochi giorni, mai afosa.
Non si conosce la data della sua fondazione. All'interno dell'attuale perimetro della città sono presenti testimonianze archeologiche datate al VI-V secolo a.C. (ritrovamenti nel rione dei Cappuccini, presso il cinquecentesco monastero di Santa Maria delle Grazie) ma la le prime notizie documentate sulla presenza di un abitato risalgono all'epoca dei longobardi, con la presenza di una cittadella fortificata attestata nell'849[7]. Fu in seguito, tra il IX ed il X secolo, roccaforte araba e successivamente città fortificata (kastron) bizantina.
In seguito fu contea della famiglia normanna dei Sanseverino e sede di comestabilia (comando militare). Dal X secolo è sede dell'omonima diocesi.
Nel XV secolo vide la presenza di una consistente comunità ebraica e, nel XVI secolo di una comunità albanese, in concomitanza della presenza, alla guida del feudo, di Erina (o Irina) Castriota Scanderbeg, moglie del principe Pietro Antonio Sanseverino e nipote dell'eroe albanese Giorgio Castriota Scanderbeg.
La derivazione latina sarebbe coerente con il fatto che da Tricarico passa la via Appia, verso il porto di Brindisi, anche se le testimonianze archeologiche del VI-V secolo a.C. ritrovate nei pressi del monastero di Santa Maria delle Grazie rendono plausibile una fondazione ed un toponimo di più antica origine.