PARETE GAUDENZIANA - VARALLO SESIA (VC) - CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
***** VARALLO SESIA (3/5) S. Maria delle Grazie PARETE GAUDENZIANA di G. Ferrari MONUMENTO NAZIONALE
Monumento nazionale, questa chiesa è situata ai piedi della salita che da piazza G. Ferrari conduce al Sacro Monte e ha ai suo fianco il convento occupato un tempo dai frati Minori Osservanti e ora ospitante la Casa Generalizia dell’Ordine delle Suore Missionarie di Gesù Eterno Sacerdote.
L’edificio presenta le caratteristiche architettoniche delle chiese conventuali francescane, con una vasta parete divisoria che aveva la funzione di separare lo spazio riservato ai frati da quello aperto ai fedeli. La chiesa, sorta quasi contemporaneamente al vasto complesso architettonico del Sacro Monte per iniziativa del frate Bernardino Caimi, venne edificata a partire dal 1486, come emerge da una didascalia presente sulla mappa plano-scenografica della chiesa del 1784, conservata nell’annesso convento.
Nel 1493 era ormai completata poiché è citata nell’atto con il quale la Vicinanza di Varallo faceva dono al Calmi del convento con la chiesa e di quanto era già stato edificato sul Monte.
Gli storici sono propensi a ritenere che all’arrivo dei frati esistesse già una primitiva cappella, conglobata in seguito nella nuova costruzione: si tratterebbe di quella a destra, sotto la parete affrescata, dedicata alla Madonna delle Grazie. L’interno della chiesa è raccolto e suggestivo e lo sguardo del visitatore è subito attratto dalla grande parete, che rappresenta uno dei più rilevanti capolavori valsesiani.
Essa misura m 10.40 in larghezza e 8 in altezza ed è divisa in venti scomparti che circondano la scena centrale della Crocifissione. Il popolo di Varallo all’inizio del Cinquecento affidò a Gaudenzio Ferrari l'incarico di dipingervi la Vita di Gesù. L’artista raffigurò l’Annunciazione, la Natività di Gesù, Adorazione dei Magi. la Fuga in Egitto, il Battesimo di Gesù, la Resurrezione di Lazzaro, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, L’Ultima Cena, Gesù che lava i piedi agli Apostoli, la Preghiera nell’orto degli ulivi, la Cattura di Gesù. Gesù davanti a Erode. Gesù innanzi a Pilato, la Flagellazione, Gesù ricondotto da Pilato, la Salita al Calvario, la Preparazione della croce, la Deposizione, la Disceso al Limbo e la Resurrezione. Al centro di queste scene spicca con intensa drammaticità la rappresentazione di Gesù Crocifisso. Nella parte superiore della parete. in posizione centrale, è riprodotta l’immagine del Profeta Isaia, mentre in quella inferiore. tra i due pilastri di mezzo, spiccano i due tondi con San Bernardino da Siena e San Francesco d’Assisi, chiusi in basso dall’Ecce omo e da Santa Veronica. Sotto la parete gaudenziana si aprono tre arcate. Quella centrale immette nel presbiterio, dove si può ammirare l’altare impiallacciato, accurato lavoro d’intaglio ed ebanisteria, costruito nel 1772 da de Vìncenzi, detto il Francese. su disegno di Antonio Orgiazzi. Le due laterali racchiudono le cappelle della Madonna delle Grazie.
Parete gaudenziana. Santa Maria delle Grazie a Varallo Sesia
Parete gaudenziana. Santa Maria delle Grazie a Varallo Sesia.
Conferenza dell'arch. Silvio Prota sui dipinti di Gaudenzio Ferrari.
Associazione Live Art. Visite guidate su
Altro materiale didattico su
Giovanni Romano, La parete gaudenziana in Santa Maria delle Grazie
Lezione tenuta al Festival Jerusalem-Varallo il 13 novembre 2013, in occasione dei 500 anni della parete gaudenziana
Il Sacro Monte di Varallo
Nel 2015 la trasmissione “Linea Bianca” della Rai ha girato una splendida puntata in Valsesia, durante la stagione invernale. Abbiamo estrapolato la parte relativa Varallo nella quale si apprezzano scorci meravigliosi della Chiesa di Santa Maria delle Grazie e del complesso UNESCO del Sacro Monte. L’intervista è fatta alla nostra Tour Operator, Elena Grupallo, di Discovery Alps Holiday.
Basilica Santa Maria delle Grazie 2
Ensaio do Coral da Basilica
Santa Maria Delle Grazie 2019
S.M.delle Grazie
Santuario di Ponticelli (Rieti)
20 0ttobre 2019
Gaudenzio Ferrari POLITTICO DELL'ASSUNTA santuario di Santa Maria di Piazza - Busto Arsizio
Dipinto tra il 1539 e il 1540 da Gaudenzio Ferrari, il grande POLITTICO DELL'ASSUNTA fu offerto nel 1541 al santuario da Donato Prandoni, consigliere della comunità bustese. Originariamente esso fu collocato sulla parete di fondo del presbiterio, dove copriva un oculo, per poi essere trasferito nella posizione odierna (sulla parete settentrionale) in occasione dei lavori di restauro compiuti tra il 1939 e il 1943.
Il polittico è dominato dal Padre Eterno, raffigurato con le braccia aperte per accogliere Maria, portata in cielo da angeli che accompagnano il nimbo su cui siede e la incoronano regina.
Negli scomparti laterali vi sono i santi maggiormente venerati in quel tempo a Busto Arsizio. A sinistra si trovano le immagini di san Giovanni Battista con l'Agnus Dei e di san Gerolamo, titolare del convento femminile che sorgeva presso la chiesa di San Giovanni Battista; a destra vi sono invece san Michele Arcangelo che alza la spada contro il demonio e san Francesco d'Assisi. La ricca cornice dorata appoggia le quattro colonne, fasciate di rami e di foglie, su una predella con dipinti ed è divisa in tre parti da due piedritti: a sinistra è raffigurata la natività di Maria, al centro la presentazione al tempio e lo sposalizio, a destra si vede invece la Sacra Famiglia.
Santa Maria Delle Grazie- The Last Supper
This video is about Santa Maria Delle Grazie- The Last Supper
Festa del Campanile 2018, Varallo (VC)
Varallo (VC), Valsesia
Suono corale dei campanili cittadini: Collegiata, San Giacomo e Santa Maria delle Grazie. Ore 10:30.
Chiesa Collegiata di S. Gaudenzio
Concerto di 9+1 campane in Re♭³ + campanella
Achille Mazzola - Valduggia 1974
Campanella rip. Achille Mazzola - Valduggia 1949
Chiesa di S. Giacomo
Concerto di 3 campane in Sol³ “a salto”
Mazzola - Valduggia 1851
Si³ e Re⁴ rip. Achille Mazzola - Valduggia dopoguerra
Basilica di S. Maria delle Grazie
Concerto di 4 campane in La³
Achille Mazzola - Valduggia
La FESTA DEL CAMPANILE
La terza Domenica di Ottobre, Varallo si riunisce presso la Collegiata per festeggiare le proprie campane. Una festa che ogni anno vuole ricordare l’anniversario di fusione delle proprie campane e il loro arrivo in paese, e per l’occasione vengono coinvolte tutte le chiese rionali legate alla Collegiata.
La festa è aperta dal suono corale di tutti i campanili alle 10:30, in contemporanea con l’accoglienza delle confraternite cittadine. Dopodiché durante la Messa Solenne le confraternite offrono i prodotti locali che vengono poi venduti per beneficenza.
Commercianti uniti per il restauro del Santuario del Calcinaio
I commercianti di Camucia e Cortona aderiscono alla campagna FAI per il restauro del Santuario del Calcinaio.
Servizio di Michele Francalanci; Interviste a Carlo Salvicchi - resp. Confcommercio di Cortona; Lucio Gori - Confesercenti Arezzo; Don Ottorino Cosimi - responsabile del Santuario.
TSD Notizie del 27.08.2015
Pellegrinaggio giudato al Sacro Monte di Varallo (don Silvio Barbaglia)
Complessi di Nazaret e Betlemme e Cappella della Crocifissione
Ciclo Amen. Riscoprire l'esperienza della Fede
Bolzano Chiesa e Convento dei Francescani - Altare ligneo della Natività di Hans Klocker - slideshow
La Chiesa dei Francescani, il chiostro ed il convento si trovano lungo la via dei Francescani proseguendo verso nord da piazza Erbe e risalgono alla prima metà del 1300.
La Chiesa dei Francescani di Bolzano annessa al convento è una delle poche superstiti che testimonia tuttora la tensione dello slancio verso l'alto, propria del gotico originario. Lo scenario è dominato dal celebre altare ligneo a scrigno e portelle intagliate gotico con al centro la natività, opera di Hans Klocker, una delle opere d'arte gotica più insigni conservate nelle chiese di Bolzano.
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CREMA - Santuario di Santa Maria della Croce - MONUMENTO NAZIONALE
Il Tempio è Monumento Nazionale.
L'esterno del Tempio è rotondo e risulta fasciato da quattro ordini sovrapposti. Le fasce dei primi due ordini collegano e saldavo plasticamente i quattro bracci della croce al corpo centrale.
L'interno è composto da una vasta sala ottagonale con quattro nicchie inserite come altari nella muratura e quattro bracci di croce a pianta quadrata aperti ad arco nella muratura. L'effetto di equilibrio e di armonia tra il vano centrale e gli spazi laterali fa di questo Tempio uno dei più importanti documenti architettonici del primo rinascimento lombardo, fiorito sulle ricerche del Filarete e del Bramante.
Le dimensioni del Tempio sono le seguenti: m. 35 di larghezza, m. 35 di altezza della cupola maggiore, m. 15 di altezza delle cupole minori. Lo Scurolo è stato ricavato, si dice, nel luogo esatto dell'Apparizione.
Della decorazione originale non si ha notizia; probabilmente venne distrutta quando, nel XVI secolo, il Santuario fu trasformato in fortezza, gli ingressi furono murati e le cappelle riempite di terra, sassi e legname. Quella attuale risale al 1702 e fu opera dei fratelli Giovanni Battista e Gerolamo Grandi in collaborazione con Giacomo Parravicino. È tipicamente barocca, ad effetto; rivela grandiosità e abilità, senza eccessivi appesantimenti. Arioso e ben congegnato è l'affresco della cupola maggiore rappresentate il Trionfo della Croce; l'affresco del grande cornicione presenta una sequenza di profeti con medaglioni che illustrano la vita di S. Teresa d'Avila, riformatrice dei Carmelitani; gli affreschi delle tre mezze lune del braccio verso nord rappresentano il Faraone sommerso, Mosè che fa scaturire l'acqua dalla rupe, il serpente di bronzo; l'affresco dello Scurolo rappresenta il trionfo di Caterina della Uberti con la Madonna. Sono dei fratelli Giuseppe e Giovanni Torricelli (1762) gli affreschi delle mezze lune del braccio orientale e rappresentano Davide e Golia, Davide con l'Arca, Assalonne trafitto da Ioab. Nella cupola verso nord il cremasco Eugenio Giuseppe Conti affrescò nel 1898 il riposo della S. Famiglia e nella cupola verso sud il cremasco Angelo Bacchetta affrescò nel 1870 la Madonna in gloria.
All'interno si possono ammirare :
Pala dell'Altar Maggiore: preziosissima e splendida tavola di Benedetto Rusconi detto Diana (1460-circa-1525). Rappresenta la Madonna Assunta. Misura m. 2,50 di altezza per m. 1,95 di larghezza.
Pale degli Altari laterali: la tela della Natività è di Antonio Campi (1575); la tela della Deposizione e la tela dell'Adorazione dei Magi sono di Bernardino Campi (1576); la tela della Veronica è di autore ignoto (sec. XVI?).
Mezze lune dello Scurolo : sono otto tele del Parravicino (sec. XVIII) e illustrano la storia del Delitto, dell'Apparizione, della morte di Caterina, dei Miracoli.
Nel Battistero: tela secentesca del cremasco Tommaso Pombioli.
In Sacrestia: elegante tela raffigurante la S. Famiglia. Di autore ignoto.
I quattro altari laterali in marmo risalgono al 1784 e sono opera del bergamasco Michele Ferata.
Nello Scurolo c'è un bellissimo altare in marmo bianco scolpito da V. Vela. Curioso è l'errore di rappresentare Caterina con amputata la mano sinistra invece di quella destra: questo errore c'era anche nella statua della grande Nicchia, nel timbro parrocchiale e in un grande medaglione di ottone. Tra queste opere va ricordato l'ornamento ad arabeschi di legno dorato della grande Nicchia, il restauro ad opera del cremasco Giovanni Signorini del quadro miracoloso in terracotta, la costruzione in marmo del davanzale della Nicchia con la seguente epigrafe: “Solum Virginis Mariae Pedibus Attactum III Non. Apr. An. MCCCCXC Misericordiae Fungendae Caussa Sacrum Esto » (cioè: Suolo toccato dai piedi della Vergine Maria il 3 aprile 1490 sacro per effondere misericordia). Sempre nello Scurolo si trova la bellissima vetrata fatta dal ipilanese G. Bertini (1849) e che rappresenta l'Apparizione;
L'Altar Maggiore. È prezioso per marmi, bronzi e dorature; è elegantissimo per forma. La bellissima urna si trovava nella Cattedrale di Crema e venne rimossa durante i restauri della Cattedrale stessa. Al centro spicca un ovale di lapislazzoli. Il tabernacolo, della fine del 700, è in bronzo dorato e di stile neoclassico corinzio, con colonnine binate, statuette degli Evangelisti, un bassorilievo sulla porticina e un Cristo Risorto al vertice della graziosissima cupoletta.
Gli Amboni. Inseriti opportunamente a lato delle rampe dell'Altar Maggiore, sono di un bel marmo rosso a segmenti verticali; sono sorretti da due robusti capitelli cinquecenteschi di stile corinzio e, al centro, mostrano due bassorilievi in sbalzo su rame ad opera del bergamasco Luigi Guerinoni.
Il Battistero. È di marmo a forma poligonale, sormontato da un coperchio in rame con simboli a sbalzo, realizzati dallo stesso L. Guerinoni.
Il Santuario di Belmonte
Il Sacro Monte di Belmonte, con il proprio santuario e le cappelle della Via Crucis, è posto sopra un poggio che si erge isolato nel territorio del comune di Valperga nella Città metropolitana di Torino, a quota 727 metri, coperto da una folta vegetazione.
L'area in cui sorge fa parte di una più ampia riserva naturale della Regione Piemonte, amministrata da un suo ente strumentale.Al notevole interesse naturalistico, storico e religioso, il sacro monte di Belmonte associa un interesse artistico, benché non raggiunga i vertici di altri Sacri Monti del Piemonte (in primis quello di Varallo). Le 13 cappelle si sviluppano lungo un cammino circolare sulla sommità del monte, con un percorso ad anello che parte dal santuario e vi fa ritorno. Esse ospitano statue ed affreschi con le scene della Passione di Cristo. I restauri, iniziati nel 1998, hanno riportato alla luce gli affreschi originali e ripristinato le statue, opera dei ceramisti della vicina Castellamonte. Tra gli affreschi si segnala quello dedicato a Gesù inchiodato alla croce, realizzato con tocco leggero e delicato da un pittore di scuola lombarda nel 1711.
Nella chiesa si nota la statua della Madonna in trono, scolpita assieme alla sedia in un unico blocco ligneo e collocata in una nicchia dalla cornice dorata. L'opera, di artista ignoto, venne scolpita in data anteriore al 1600.
Nel timpano della facciata, l'affresco del pittore Giacomo Grosso (uno dei più significativi artisti torinesi tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo) raffigura la Madonna di Belmonte con ai lati, inginocchiati, il re Arduino, san Francesco e altri santi.
I miei video:
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Formazione per le guide dei pellegrinaggi al Sacro Monte di Varallo - 2° incontro
Vita di Gesù in 21 atti: la parete Gaudenziana di Varallo (Mons. Franco Giulio Brambilla e don Damiano Pomi)
Progetto Jerusalem - Varallo. Arte e Spiritualità
***** Varallo Sesia (5/5) Chiesa COLLEGIATA DI SAN GAUDENZIO
Entrando nella piazza principale della città, intitolata a re Vittorio Emanuele II, lo sguardo è immediatamente catturato dalla monumentale Collegiata di San Gaudenzio, che sorge su un promontorio roccioso. L’edificio, che domina dall’alto, è collegato alla piazza sottostante da un’ampia scalinata ed è circondato da un arioso loggiato costituito da 28 archi sorretti da colonne. È probabile che il nucleo risalga all’Alto Medioevo, quando in tutta la diocesi andava diffondendosi il culto di San Gaudenzio, primo vescovo di Novara. Alcuni storici hanno avanzato l’ipotesi che un primitivo edificio fosse sorto su un luogo di culto pagano, altrimenti non si spiegherebbe, secondo costoro, la scelta di un luogo così impervio, circondato da boschi e di difficile accesso, per costruirvi una chiesa. Sappiamo che fin dal 1248 l’edificio era dotato di un portico, tuttavia è solo a partire dalla fine del secolo XVI che, grazie alle fonti iconografiche (come la xilografia compresa nella Guida del Sacro Monte, fatta stampare dai fratelli Ravelli nel 1589) e documentarie (soprattutto i verbali delle visite pastorali), s’incomincia ad avere un'idea precisa sulle dimensioni della chiesa.
L’edificio fu ampliato e ristrutturato tra la fine del Cinquecento e l’inizio del Seicento, poiché non era più in grado di accogliere tutti i fedeli che assistevano alle funzioni liturgiche. È solo dai primi decenni del Settecento che la Chiesa, eretta in collegiata nel 1669. subì una radicale trasformazione, voluta e pianificata dal prevosto Benedetto Ludovico Giacobini, che prese possesso della parrocchia varallese nel 1705.
Per tutto il secolo XVIII la chiesa si trasformò in un immenso cantiere e numerosi artisti e artigiani lavorarono alacremente per completare il grandioso progetto del Giacobini, che venne realizzato con il generoso contributo di numerosi benefattori, tra cui spicca la figura della principessa Maria Cristina Ferrero Fieschi di Masserano.
Chiesa San Bernardino di Ivrea
SACRO MONTE VARALLO SESIA
FOTOGRAFIA E MONTAGGIO VIDEO DI FRANCESCO FANELLI.
MUSICHE: LA PRIMAVERA DI A. VIVALDI
AVE MARIA DI CACCINI VOCE CECILIA BARTOLI.