Ettore Schinelli - Inno a Santa Veneranda (1925)
L'Inno ufficiale dedicato a Santa Veneranda, patrona di Mortara. Fu composto da Ettore Schinelli nel 1925, con testo dell'Arciprete Francesco Lora, in occasione della realizzazione della nuova urna e del Secondo Congresso Eucaristico Diocesano. La Corale Laurenziana lo ha rieseguito nel 2014, in occasione dei festeggiamenti per il 350 anni della collocazione delle Reliquie della Santa nella chiesa di San Carlo Borromeo.
TESTO
O Santa Veneranda,
potente a noi Patrona,
come il tuo nome suona,
giocondo in questo dì!
Nel cuor dei nostri padri
ponesti un giorno il trono;
e del Tuo amore il dono
sempre tra noi fiorì.
Dopo tanti anni appari
ai figli ancor più bella,
come fulgente stella
vigile sul cammin
e noi cerchiam festanti
il tuo materno viso;
discende il Tuo sorriso
qual raggio mattutin.
Qui l'urna Tua novella
splende si come un'Ara
e la fedel Mortara
viene e ti effonde il cor;
su spargi il candor Tuo santo
sul volto ai giovanetti,
spira nei forti petti
il Tuo possente ardor.
A chi sospira e piange
impetra la speranza;
scuota la tua possanza
ravvivi in noi la fè.
Tu veglia su questa terra
che in Te si esalta e spera;
sorga più grande un'era
di pace e di bontà.
E d'opre generose
s'infiammi, viva e ascenda,
onde ogni cuor risplenda,
o Veneranda, in Te!
Le campane del Duomo di Milano
Milano, Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Nascente nota come Duomo di Milano
3 campane (Mib3 Gerolamo Busca 1515; Si2 Dionisio Busca 1577; Lab2 Giovanni Battista Busca 1582) + 1 campana in Si3 (Antonio Busca 1553)
Distesa a 3 campane
La lunga ed intricata storia delle campane del duomo, comincia nel lontano 1399 con Lanfranco Busca, il primo esponente di una nota famiglia, destinata a dominare il patrimonio campanario milanese per i due secoli successivi. Risale a quella data la prima notizia certa di una campana acquistata dalla Veneranda Fabbrica. Da quel momento una serie di campane vennero fuse e rifuse fino a giungere alle attuali. Nel 1515 Gerolamo Busca fuse due grandi campane per la cattedrale, una delle quali è ancora oggi adibita al suono delle tre Ave Maria. Qualche anno più tardi (1553), il nipote Antonio fuse una piccola campana, subito incastellata su una torretta dietro la guglia maggiore e utilizzata durante i funerali dei parrocchiani del duomo. La campana è oggi nota come Campanello di Santa Tecla. Nel corso del 1565, Dionisio Busca gettò nella fonderia del Castello di Porta Giovia le tre nuove campane maggiori del duomo. Le suddette campane furono collocate sul campanile nei mesi successivi, salvo poi essere calate e rifuse nei campanoni attuali tra il 1577 e il 1582. La campana del 1577 porta la firma dello stesso Dionisio, mentre il campanone venne gettato dal figlio Giovanni Battista, ultimo esponente della famiglia. Con il suo elevato peso e le sue dimensioni, il Campanùn risulta essere la campana più pesante della Lombardia. Originariamente le campane del duomo erano collocate su un campanile posto sul terrazzo principale, finché esso non venne demolito completamente tra il 1865 e il 1866. Da allora le campane sono collocate nelle sordine del tiburio della guglia che sorregge la celebre Madunina, il che fa della guglia maggiore della cattedrale il più alto campanile della diocesi e il terzo d'Italia, dopo quello di Mortegliano e il Torrazzo di Cremona. Le tre campane erano in origine inceppate a slancio, finché non vennero collocate nelle sordine del tiburio, dove si adottò un sistema particolare nel quale i batacchi vennero sostituiti da speciali incudini, che permettevano il suono dei bronzi anche con un'oscillazione minima. Le campane, in seguito a problemi di statica della guglia principale, vennero fissate e i batacchi vennero collegati a una catena elettrificata, che li tira da entrambi i lati del bronzo, facendolo rintoccare e simulando un suono a slancio.
Un ringraziamento alla Veneranda Fabbrica del Duomo e all'arciprete mons. Borgonovo.
Festa corale foto.mpg
Alcuni scatti dalla festa della Corale Laurenziana-Mortara-30 ottobre 2011 :)
Le campane del Duomo di Milano
Milano, Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Nascente nota come Duomo di Milano
3 campane (Mib3 Gerolamo Busca 1515; Si2 Dionisio Busca 1577; Lab2 Giovanni Battista Busca 1582) + 1 campana in Si3 (Antonio Busca 1553)
Documentario di presentazione delle campane del Duomo di Milano
La lunga ed intricata storia delle campane del duomo, comincia nel lontano 1399 con Lanfranco Busca, il primo esponente di una nota famiglia, destinata a dominare il patrimonio campanario milanese per i due secoli successivi. Risale a quella data la prima notizia certa di una campana acquistata dalla Veneranda Fabbrica. Da quel momento una serie di campane vennero fuse e rifuse fino a giungere alle attuali. Nel 1515 Gerolamo Busca fuse due grandi campane per la cattedrale, una delle quali è ancora oggi adibita al suono delle tre Ave Maria. Qualche anno più tardi (1553), il nipote Antonio fuse una piccola campana, subito incastellata su una torretta dietro la guglia maggiore e utilizzata durante i funerali dei parrocchiani del duomo. La campana è oggi nota come Campanello di Santa Tecla. Nel corso del 1565, Dionisio Busca gettò nella fonderia del Castello di Porta Giovia le tre nuove campane maggiori del duomo. Le suddette campane furono collocate sul campanile nei mesi successivi, salvo poi essere calate e rifuse nei campanoni attuali tra il 1577 e il 1582. La campana del 1577 porta la firma dello stesso Dionisio, mentre il campanone venne gettato dal figlio Giovanni Battista, ultimo esponente della famiglia. Con il suo elevato peso e le sue dimensioni, il Campanùn risulta essere la campana più pesante della Lombardia. Originariamente le campane del duomo erano collocate su un campanile posto sul terrazzo principale, finché esso non venne demolito completamente tra il 1865 e il 1866. Da allora le campane sono collocate nelle sordine del tiburio della guglia che sorregge la celebre Madunina, il che fa della guglia maggiore della cattedrale il più alto campanile della diocesi e il terzo d'Italia, dopo quello di Mortegliano e il Torrazzo di Cremona. Le tre campane erano in origine inceppate a slancio, finché non vennero collocate nelle sordine del tiburio, dove si adottò un sistema particolare nel quale i batacchi vennero sostituiti da speciali incudini, che permettevano il suono dei bronzi anche con un'oscillazione minima. Le campane, in seguito a problemi di statica della guglia principale, vennero fissate e i batacchi vennero collegati a una catena elettrificata, che li tira da entrambi i lati del bronzo, facendolo rintoccare e simulando un suono a slancio.
Un ringraziamento alla Veneranda Fabbrica del Duomo e all'arciprete mons. Borgonovo. Il video è accompagnato dal plenum, suonato in occasione della solennità dell'Epifania, e dal Preludio e fuga in Mib Maggiore di Johann Sebastian Bach (BWV 552), eseguito dal maestro Stefano sull'organo della basilica del seminario di Venegono Inferiore (VA).