Chiostro di San Lorenzo, la storia e l'arte riemerse dai restauri
Un tesoro millenario di arte e storia, nel cuore della Genova antica. E’ il chiostro dei canonici di San Lorenzo, sorto fra il 1145 e il 1178 in un sito con tracce architettoniche di oltre duemila anni fa. Le sue piccole arcate su colonnine binate in origine lo scandivano interamente, ma nel 1643 furono sostituite su due lati da robusti pilastri per garantire maggiore stabilità all’edificio sopraelevato di altri due piani. Dal 2000 il chiostro accoglie anche il Museo Diocesano, preziosa memoria storica e artistica delle vicende della chiesa genovese e dei rapporti fra la città e il territorio. E il suo scrigno architettonico è la nostra prima tappa.
PAOLA MARTINI curatrice del Museo Diocesano
Con i fondi delle celebrazioni colombiane il chiostro venne restaurato fra il 1988 e il 1992 con la regia della Soprintendenza e questi accurati e filologici restauri hanno fatto riemergere l’antichissima storia del sito.
PAOLA MARTINI curatrice del Museo Diocesano
Sull’ambulacro superiore si affacciavano le stanze private dei canonici, ma anche la biblioteca, il refettorio, la sala ancora oggi utilizzata dal capitolo di San Lorenzo. E sulle pareti dell’ambulacro la consacrazione della cattedrale nel 1118 e i fasti dei canonici sono memoria viva negli affreschi.
PAOLA MARTINI curatrice del Museo Diocesano
PAOLA MARTINI curatrice del Museo Diocesano
Il restauro di questi preziosi e rari paramenti murari medievali ha coinciso con quello di gran parte dei magnifici solai lignei originali, con l’anima marinara.
PAOLA MARTINI curatrice del Museo Diocesano
2015©Produzione Ufficio Comunicazione
della Città Metropolitana di Genova
#GenovaMetropoli
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Diego Torregrossa - ἀρχῇ Λόγοσ Ζωὴ ( 2 versione)
Il video è stato girato nella zona monumentale della Certosa di Bologna: viene trattato il tema del logos, riprendendo i primi 5 versi del vangelo di Giovanni nella lingua originale, quella greca.
Nel video è presente Diego Torregrossa Gennaro e le riprese sono state autorizzate dai servizi cimiteriali della Certosa di Bologna.
Video girato il giorno 20/9/2014
Il Cimitero monumentale della Certosa di Bologna si trova appena fuori dal cerchio delle mura della città, vicino allo stadio Renato Dall'Ara, ai piedi del colle della Guardia dove si trova il santuario della Madonna di San Luca.
Il cimitero comunale fu istituito nel 1801 riutilizzando le preesistenti strutture della Certosa di San Girolamo di Casara, fondata a metà del Trecento e soppressa nel 1797 da Napoleone. La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò la Certosa in un vero e proprio “museo all'aria aperta”, tappa del grand tour italiano: la visitarono Chateaubriand, Byron, Dickens, Mommsen, Stendhal. In particolare il Chiostro Terzo (o della Cappella) è un ciclo notevole di ispirazione neoclassica e simbologia illuministica; uniche forse nel mondo sono le tombe dipinte a tempera e quelle realizzate in stucco e scagliola. Il cimitero ha subito un forte ampliamento dagli anni cinquanta in poi. Nel 2007 è stata inaugurata una sala del commiato. La chiesa, non parrocchiale, è da diversi anni gestita dalla comunità dei passionisti di Casalecchio di Reno
Nella chiesa sono da segnalare il trittico della Passione di Cristo, opera di Bartolomeo Cesi (1556-1629) e il coro ligneo intarsiato ripristinato da Biagio De' Marchi nel 1538 dopo l'incendio provocato dai Lanzichenecchi di Carlo V. In evidenza sono i dipinti dedicati ad episodi della vita di Cristo, delle dimensioni di circa 450x350 cm, i quali furono commissionati nella metà del Seicento ai due Sirani, Giovan Andrea e la figlia Elisabetta, a Francesco Gessi, Giovanni Maria Galli da Bibbiena, Lorenzo Pasinelli, Domenico Maria Canuti e al napoletano Nunzio Rossi. Altre opere di Antonio e Bartolomeo Vivarini, Ludovico e Agostino Carracci, oltre che del Guercino, furono trasferite in epoca napoleonica alla Pinacoteca Nazionale di Bologna
All'interno del cimitero si può ammire un vastissimo repertorio di opere scultoree. Tra gli artisti presenti si segnalano: Giacomo De Maria, Lorenzo Bartolini, Giovanni e Massimiliano Putti, Mario Sarto, Alessandro Franceschi, Pietro Tenerani, Cincinnato Baruzzi, Carlo Chelli, Giovanni Duprè, Vincenzo Vela, Giovan Battista Lombardi, Luigi Acquisti, Augusto Rivalta, Diego Sarti, Tullo Golfarelli, Leonardo Bistolfi, Giorgio Kienerk, Silverio Montaguti, Giuseppe Romagnoli, Pasquale Rizzoli, Ercole Drei, Giacomo Manzù, Luciano Minguzzi, Farpi Vignoli, Bruno Saetti e molti altri. Tra gli artisti che hanno realizzato le tombe dipinte si segnalano Pietro Fancelli, Flaminio Minozzi, Antonio Basoli e Pelagio Palagi.
Un ruolo decisivo nel fascino che distingue la Certosa di Bologna dagli altri cimiteri monumentali europei deriva dalla complessa articolazione degli spazi. Dall'originario nucleo conventuale si diramano logge, sale e porticati che ricreano scorci e ambienti che rimandano alla città dei 'vivi'. Anche il porticato ad archi, presente all'entrata est del cimitero, che si congiunge (salvo una brevissima soluzione di continuità) con quello che conduce al santuario della Madonna di San Luca posta sul colle della Guardia, vuole significare una
continuità fra la necropoli e la città dei vivi
I ritrovamenti della necropoli etrusca scoperta durante gli scavi archeologici coordinati dall'ing. Antonio Zannoni per l'ampliamento del cimitero alla fine dell'Ottocento, sono ora custoditi nel Museo Civico Archeologico della città.