Montepaone - Arrivo della Reliquia di San Francesco e apertura al culto della Chiesetta 2019
montesarchio
Montesarchio è un comune italiano di 13.669 abitanti della provincia di Benevento in Campania. Situato 18 km a sud-ovest del capoluogo, nella Valle Caudina, ai piedi del monte Taburno. Antichissime sono le origini del comune: la città sannitica di Caudium, infatti, ricordata per le Forche Caudine, sorgeva probabilmente sul promontorio naturale dell'attuale Montesarchio. Anche i Romani si servirono di tale luogo fortificato ed il nome Monsarcis (monte fortificato) pare sia
alla radice dell'attuale denominazione.
Nel VII secolo il longobardo Arcolo, vassallo del principe Fernando, qui trovò riparo ed organizzò un attacco contro l'esercito di Carlo Magno.
In tale occasione il luogo venne ulteriormente fortificato con la costruzione della Torre, che dà il nome proprio alla collina che domina la città.
Successivamente fu costruito il Castello, che fu però distrutto dai Normanni.
Il trasferimento della popolazione verso la montagna determinò la costituzione, ai lati del castello e della torre, di due borgate protette da mura: lato nuovo (normanna) e lato vetere (longobarda).
Nel secolo XV il Castello fu ricostruito,tuttavia, nonostante che la primitiva fabbrica sia stata quasi del tutto alterata, qualche traccia dell'opera originaria rimane nel basamento di grandi blocchi squadrati a filari paralleli, e nelle aperture a bocca di lupo ai piedi della muratura. Anche il sistema difensivo ci è pervenuto nel suo aspetto originario.
Il Castello, che si articola attorno ad un cortile interno con una pianta irregolare, nonostante i numerosi rimaneggiamenti rimane uno dei migliori esempi di architettura militare della Campania.
Del XVII secolo è la Chiesa di San Francesco, opera di Luigi Vanvitelli, direttore dei lavori per la Reggia di Caserta. Il castello e la torre furono destinati a prigioni di stato durante il regno di Ferdinando II di Borbone: nella torre vi furono rinchiusi patrioti napoletani tra cui Pironti, Nisco e Carlo Poerio.
Successivamente il centro abitato si sviluppò verso la pianura.
Montesarchio. Incontro con il Procuratore Nazionale Antimafia
Una giornata memorabile per Montesarchio grazie a Don Giancarlo D'Ambrosio nella Chiesa della Purità si è tenuto in occasione della festa di San Pio, l'interessantissimo incontro co,n il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho.Questo il tema trattato con la massima eloquenza:Il bene. Erano presenti il Prefetto di Benevento e tutte le Autorità di ogni ordine e grado.
Campane del Convento di S.Francesco in Foligno (PG) (01) v.037
Convento di San Francesco, che è chiamato anche Santuario di Santa Angela.
Distesa festiva delle 11:00 con le 3 campane minori per la messa domenicale delle 11:30.
Concerto di 4 campane fuse nel Novecento, con il campanone a battaglio cadente e le altre a slancio, elettrificate originariamente dalla Melloncelli (di cui sono rimasti i motori), in manutenzione da Elettrojolly per un periodo (che ha installato i suoi ceppi), e attualmente l'impianto è a cura della OES Brevetti Scarselli, che ha installato il Digit Clock e i martelli ogivali:
I: Sol3 crescente
II: La3
III: Si3
IV: Do4 calante
Il convento di San Francesco ha origini molto antiche, poi diventato Santuario di Santa Angela in seguito alla beatificazione della santa folignate avvenuta nel 1693 e canonizzata recentemente da Papa Francesco l'11 Ottobre 2013. Ha subito diverse ricostruzioni, e l'attuale è stata iniziata 1796 e consacrata nel 1856 su progetto di uno dell'architetto Andrea Vici, a cui però mancava un campanile, innalzato molto più tardi, nel 1911, ad opera del Bizzani, sopra cui nel 1926 verrà elevata la statua di San Francesco, posta sopra la guglia. Grazie ad una costruzione certosina, soprattutto nel materiale per realizzare la guglia fu l'unico campanile in grado di resistere al terremoto del 1997.
Il video inizia come solito dalla facciata, dove si vede molto bene il cartello Santuario Beata Angela e la scritta in latino dedicata a San Francesco In Honorem S.Francisci; al centro vi è la porta principale per entrare in chiesa, mentre a destra la porta che conduce nel chiostro, mentre a sinistra l'entrata di un teatro; il campanile si vede solo da una via che sbocca subito in piazza, ma il contro sole mi avrebbe impedito di far vedere le campane.
Così mi sono messo sul lato dell'abside (opposta all'entrata), in una traversa della strada Via del Campanile, perché era l'unico punto ideale. I rintocchi che sentite in sottofondo non sono della chiesa, ma della torre civica di Foligno, che si trova in Piazza della Repubblica (si chiama Torrino) e ha una campanone di nota Solb3; codesti rintocchi precedono la distesa festiva, tipica di queste zone, in cui suonano le minori senza il campanone. Sarà l'occasione di poter tornare per riprendere l'eventuale plenum.
Poi ho ripreso la chiesa interna, molto grande e con la madonna illuminata, che si trova a destra dell'altare.
Infine, una bella veduta del chiostro, da cui si vede bene il campanile.
Stamattina sono partito da casa con una nebbia molto fitta, e anche stavolta mi è andata bene, perché quando sono arrivato non c'era più (si è ripresentata la stessa situazione del video precedente). Anche se ho ripreso solo le 3 minori, spero che il video non vi abbia deluso.
TESORI CAUDINI. Il convento di Monteoliveto di Airola
Per la serie i Tesori Caudini di Usertv la bellissima chiesa di Monteoliveto di Airola.
GALLERIA DELL'ACCADEMIA - RESTAURO. Madonna col Bambino, G. Bugiardini
Montesarchio. Gli Altari per il Corpus Domini
Montesarchio. Alcune immagini dei tradizionali altari per la processione del Corpus Domini che si è snodata dall'Abbazia di San Nicola ed ha attraversato il paese visitando i 12 Altari realizzati. Hanno partecipato tutte le Confraternite e le Associazioni del territorio.
Abruzzo vastese - Viaggio a Monteodorisio (CH)
Monteodorisio in epoca basso medievale (XIV-XV secolo), ebbe grande importanza, per la sua posizione strategica di dominio con funzioni di controllo e difesa a largo raggio del comprensorio.
Fu in questo periodo che, prima i Caldora e poi i D'Avalos, riedificarono e ampliarono il castello.
Monteodorisio ha, però, origini antichissime.
Florido centro già al tempo della civiltà latina (il primo nucleo risale ai tempi dei Romani) divenne una potente contea nel Medioevo.
I primi documenti della contea di Monteodorisio risalgono all'anno Mille.
Il nome viene da Oderisio Caracciolo, conte dei Marsi che ne accrebbe l'importanza aggregando altri feudi dell'alto Vastese. Secondo le cronache del tempo, il feudo poteva schierare un esercito di diecimila combattenti e dominava su ben tredici terre che attualmente si possono identificare con i comuni di Cupello, Furci, Gissi, Casalanguida, Liscia, Lentella, Scerni, Pollutri, Villalfonsina, Casalbordino e Colledimezzo, comprese tra il Trigno e il Sangro.
L'abitato si raccoglieva intorno al castello e arrivò ad avere tre conventi, cinque chiese, due villaggi fuori le mura, Villa Marrone e Villa San Pietro ad Aram, e il convento di San Bernardino, distante quattro chilometri.
Agli ordini monastici subentrò il potere angioino.
Carlo d'Angiò concesse la contea al poeta mantovano Sordello da Goito, ricordato da Dante nel canto VI del Purgatorio.
Con gli Angioini arrivarono anche i Templari. Qui, con molta probabilità, c'era una magione dell'ordine e di Monteodorisio era un certo Andrea Armanni, processato nel 1310 a Chieti.
Assedi e devastazioni si susseguirono nei secoli.
La contea fu governata e posseduta da personaggi illustri e condottieri che hanno fatto la storia del Mezzogiorno, legati ai sovrani del regno di Napoli.
Della contea si impadronirono anche i D'Avalos di Vasto.
L'ultimo bagliore della grandezza di Monteodorisio è testimoniato dall'incontro tra il connestabile del regno di Napoli, Fabrizio Colonna, e don Cesare Michelangelo D'Avalos, marchese del Vasto, nel convento di San Bernardino, nel 1723.
La storia di Monteodorisio è assai ricca e le antiche atmosfere si avvertono passeggiando per le intricate viuzze del paese.
La parte più suggestiva da visitare è quella con i resti della cinta muraria medievale dove un tempo si aprivano quattro porte, Porta Castello, Porta Cupello, Porta San Francesco e Porta Carbonara, a pianta circolare su base scarpata, costruita probabilmente prima del fortilizio, nel secolo XV.
Sulla sommità del colle, decentrato rispetto all'abitato, c'è il castello, a guardia della valle, del fiume Sinello e del mare. Della sua forma trapezoidale restano due lati e tre torrioni angolari congiunti da mura merlate. L'impianto originale a pianta rettangolare aveva quattro torri circolari orientale secondo i punti cardinali. Adattato alle peculiarità morfologiche del terreno, si estendeva su una superficie di 1700 metri quadrati.
Attualmente si conserva ancora l'intera cortina del lato maggiore nord-ovest e il corpo di fabbrica sul lato minore sud est con i relativi torrioni. Le torri sono state realizzate in muratura mista di mattoni e pietrame, merlate, con caditoie, coronate da un fregio a cerchi tangenti con fila di archetti ciechi in laterizio. La torre ovest è la meglio conservata, con eleganti merlature ricostruite all'inizio del XIX secolo. Compreso tra i due bastioni, c'è il corpo di fabbrica adibito a residenza e articolato su due livelli fuori terra e su uno seminterrato che comunica con la parte restante dell'edificio tramite una botola nell'androne delle scale. Le strutture murarie denunciano alcuni interventi di consolidamento databili alla fine del XV secolo e altri, più recenti, risalenti al 1960. Cinta muraria, torri e castello formavano una struttura difensiva capace di esercitare un ruolo di controllo sull'intero territorio.
La posizione strategica del sito garantiva l'avvistamento a larghissimo raggio.
Nel castello soggiornarono ospiti illustri come Giovanna I, regina di Napoli, e Torquato Tasso, autore della Gerusalemme liberata.
Intorno al maniero sorgeva il borgo di Monteodorisio.
I più recenti lavori di scavo eseguiti tra il 2003 e il 2004, hanno consentito di ricostruire alcuni importanti capitoli della storia locale e del castello stesso.
Sulla sommità della collina, probabilmente tra l'8° e il 12° secolo esistevano già delle strutture in legno, una di avvistamento e difesa e un recinto che delimitava il sito che solo nel 15° secolo cominciò ad assumere la conformazione attuale.
All'interno del castello è possibile visitare il Museo civico e il Centro di documentazione dell'Ordine francescano in Abruzzo e Molise.
Montesarchio. Il Vaso di Assteas sarà di nuovo esposto nella Torre di Montesarchio.
Grazie al lavoro dei volontari “Le Sentinelle della Torre” sarà possibile salire dal centro storico direttamente all’ex carcere in un percorso unico, bonificato con il lavoro di tantissimi volontari.
Belltron Italia
Sin dal 1982 la società si è specializzata nella produzione e vendita di apparecchiature digitali rivolte esclusivamente al mercato ecclesiastico e commercializzate con i marchi BELLTRON, Belltron Technology, Quasimodo Bells ed Electa.
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Montesarchio. Giornate Nazionali dei Castelli
Oggi e domani in tutta Italia,si aprono i castelli, pubblici e privati, per far conoscere ad un vasto pubblico la bellezza e l'arte di questi libri di pietra. Si tratta di una iniziativa dell' istituto italiano dei castelli, un'associazione che cerca di tutelare e promuovere questo immenso patrimonio. Una vero e proprio giacimento culturale di cui è ricca anche la Campania. Non a caso, una delle iniziative di punta dell'associazione ha come sede Montesarchio, il cui castello è sede del museo nazionale del Sannio Caudino. Oltre al castello, è possibile visitare anche l'attigua torre aragonese.
PANORAMA DI SANT'AGATA DI PUGLIA (FOGGIA)
RIPRESE AMATORIALI DEL PANORAMA DI SANT'AGATA DI PUGLIA FOGGIA DAL CASTELLO LA PARTE PIU' ALTA DEL PAESE
Trinità dei Monti
Trinità dei Monti
Montevergine, la strada è chiusa...ma si passa / VIDEO
canale58.com
Le campane del Duomo - Part 3
Tornano a suonare le campane del Duomo di Città di Castello
Monastero e Basilica San Pietro alli Marmi Eboli
In Eboli alle falde della collina di Montedoro sorge l’antica Badia Normanna di San Pietro Apostolo, comunemente chiamato San Pietro alli Marmi con l’annessa la Basilica. Una lapide dedicatoria, perfettamente leggibile all’interno della chiesa, dice che essa fu edificata ai tempi del Re Guglielmo e completata nel 1159. La presenza di Roberto il Guiscardo a Salerno lascia però credere che la prima fondazione di San Pietro sarebbe stata contemporanea al Duomo di San Matteo, intorno al 1076, anno in cui il Guiscardo divenne Principe di Salerno, e che quindi Guglielmo il Buono avrebbe provveduto solo a una riedificazione del complesso. Il cenobio fu affidato ai Benedettini che lo tennero fino al 1557. Nel 1577, con bolla di Papa Gregorio XIII, il cardinale cedette la badia ai padri minimi di San
Francesco di Paola. Nel 1743 Benedetto XIV assegnò i beni e la badia di San Pietro al collegio dei Cinesi istituito da Matteo Ripa.
MONTESARCHIO UGO TOGNAZZI 1974
MONTESARCHIO 1974
Grotta di San Simeone | Bucciano (BN)
La grotta di S. Simeone è la più importante delle grotte del Monte Taburno, sia dal punto di vista storico che artistico. Situata a 476 metri sul livello del mare, dista circa 3 km dal centro abitato di Bucciano (275 mt). Si presume che la grotta sia stata utilizzata come luogo di culto nel primo Medioevo dai primi abitanti di Bucciano; si è giunti a questa considerazione poiché, non lontano dalla grotta (località valle), ancora oggi sono visibili i resti di un agglomerato urbano risalente a tale periodo. Fino alla seconda metà dell’ottocento, venivano organizzate processioni di pellegrini per invocare, nei periodi di forte pioggia, il bel tempo. Recenti lavori di risistemazione dell'intera area boschiva consentono di giungere alla grotta abbastanza agevolmente tramite un ripido ma suggestivo sentiero. La grotta presenta un'apertura rivolta ad est e misura 13,50 metri di larghezza, 6 metri di profondità e 15 metri di altezza. Dalla volta pendono alcune stalattiti mentre sulle pareti laterali si scorgono frammenti sbiaditi di affreschi medioevali. Sulla parete di fondo domina un meraviglioso affresco in buono stato di conservazione, risalente al 1601, che misura 1,86 mt di larghezza per 2,74 di altezza, raffigurante San Simeone vestito da vescovo che con la mano sinistra indica la scritta ecce iam serenat (ecco è arrivato il sereno!). Alla sinistra del santo è raffigurato un paese in lontananza su cui domina un castello ( si tratta della città di Airola) e persone in processione che si muovono verso la grotta. Nel dipinto si può notare l'iscrizione Fidelium Aelemosinis A.D. 1601 (con le elemosine dei fedeli nell’anno del Signore 1601) che ci permette di datare in maniera precisa l’affresco. Alla sinistra di questo affresco vi è un altro riquadro, più piccolo, in cui è raffigurato San Michele Arcangelo nell'atto di colpire il drago sotto i suoi piedi con una lunga spada stretta nella mano destra. Sulla destra della grotta è possibile ammirare un dipinto risalente al periodo bizantino che raffigura Cristo in Cattedra. A sinistra della grotta è situata ad altezza d’uomo, un’acquasantiera incavata nella roccia. A ridosso dell’affresco raffigurante San Simeone, sono visibili i resti di un’ altare minore che custodiva il Tabernacolo, i resti di un’ altare maggiore qualche metro più’ avanti e i resti di una piccola rientranza che probabilmente doveva fungere da sagrestia .Durante il periodo della 2° guerra mondiale la zona di San Simeone per la presenza di anche altre grotte minori, è stata luogo di rifugio da parte della popolazione locale.
Video girato con Huawei Mate 10 Pro
25 Aprile 2018
MILANO:CHIESA DI SANT'AMBROGIO SUONATA DELL'ANGELUS FERIALE
MILANO SUONATA DEL ANGELUS FERIALE CHIESA SANT AMBROGIO
Asso - 100 anni Suor Luigina Radaelli
Asso (CO) - 6 Ottobre 2017
Il 6 Ottobre 1917 nasceva a Seregno suor Luigina Radaelli, religiosa delle Suore di Carità dette comunemente Suore di Maria Bambina. Don Donato Vicini è andato ad Asso, dove risiede suor Luigina, per incontrarla, incontrare la nuova Superiora suor Paola Rado ed incontrare tutta la comunità delle suore di Maria Bambina e festeggiare suor Luigina, ma soprattutto per innalzare con tutta la Chiesa il canto di ringraziamento al Dio della vita. Vediamo il servizio le cui riprese e il montaggio sono di Daniele Ghillioni.