I Ruderi della Chiesa dei Monti di San Lorenzo | Lerici | La Spezia | Italy
FONTE:
San Lorenzo al Caprione. Un esempio di Archeoastronomia Cristiana
I ruderi dell’edificio religioso si trovano sul colle omonimo, in un pianoro non visibile dal mare - per salvarsi dalle incursioni dei Barbareschi - a quota m 230 s.l.m. (Latitudine 44° 05’ 23” N – Longitudine 09° 55’ 48” E). Tracce dell’esistenza di questa chiesa si rinvengono nelle pergamene che accennano alle raccolte delle decime indette da Bonifacio VIII negli anni 1296-7 e 1298-9.
Vi si legge dell’esistenza della “Plebes de Trebbiano”, con le Cappelle “de Pugiola” e “de Caprione”. Osservando le strutture murarie si scorge una parte più antica, male elaborata, con finestra arciera, che fa pensare ad una torre da guerra, a guardia di un punto di passaggio. Sopra di questa è stato costruito il campanile.La cortina di ponente, rimasta in piedi, mostra due diverse tipologie di costruzione, che fanno pensare ad una ricostruzione. L’abside è la parte meglio conservata. Si noti come sia rimasta in piedi nonostante il cedimento parziale della chiave di volta.
Pericolosi appaiono oggi i cedimenti delle chiavi di volta di due delle tre monofore.
La titolazione a San Lorenzo, dopo la rovina della chiesa, è stata passata alla chiesa di Pugliola ,certamente costruita prima del 1300, in quanto porta esposte due lapidi di quell’anno.
Nella torre campanaria di Pugliola si notano quattro croci appuntite (croix fichée) che attengono alla simbologia templare, posizionate nei quattro voltoni.
Un simile tipo di croce si rinviene nella torre campanaria di San Rocco (già San Martino) in Lerici, mentre due simili croci si rinvengono in due edifici nel paese di Trebbiano, in Via San Bernardo e nella Via di Mezzo.
I ruderi della chiesa di San Lorenzo sono stati riconosciuti orientati in linea equinoziale dai soci A.L.S.S.A. Sergio Berti ed Enrico Calzolari, dapprima con l’uso della bussola, quindi con osservazioni dirette nei giorni degli equinozi, quindi sono stati studiati strumentalmente, con uso del teodolite e dell’orologio astronomico, dai soci A.L.S.S.A. Enrico Calzolari, Mario Codebò, Henry De Santis (osservazioni del 08.12.1996 – 12.01.1997 – 24.06.1997).
La rilevanza, in termini di archeoastronomia cristiana, di questo edificio è dovuta sia all’orientamento in equinoziale delle cortine, sia alla presenza nell’abside di tre monofore, di cui una, quella centrale, orientata in equinoziale, mentre una, posizionata a destra dell’osservatore interno alla chiesa, appare orientata al sorgere del Sole al solstizio d’inverno. Trattasi però del “sorgere orografico”, in quanto il sole entra nella monofora al momento in cui il sole ha superato il rilievo, assai prossimo, dei Monti Branzi, e cioè alle ore nove del mattino del 21 dicembre.
L’altra monofora, posizionata in simmetria rispetto a quella del solstizio d’inverno, non consente una osservazione diretta del sole che sorge al solstizio d’estate, in quanto il piano di osservazione della sky-line (orientata sui rilievi dell’Appennino Tosco-Emiliano, molto lontani) è posizionato ad un livello più basso. Non sarebbe quindi stato possibile in alcun modo far entrare attraverso la monofora la luce del Sole, non per fare allineamenti di archeoastronomia (per far ciò si dovrebbe aprire una monofora più bassa) ma per illuminare con la luce del Sole nascente il centro dell’altare (obbiettivo questo dei costruttori di chiese).