La chiesa e il chiostro del convento di San Domenico
Il convento e la chiesa, dedicata inizialmente a Santa Maria Maddalena, furono costruiti nel XIV secolo ma subirono ampliamenti e modifiche attraverso i secoli. Vi abitarono fino alla metà del 1500 le monache agostiniane. Passò successivamente ai padri predicatori, detti più comunemente domenicani.
L'EX CONVENTO DI SANT'ANTONIO E GIÀ CARCERE DI TARANTO RESTAURATO. di Walter Baldacconi
MOSTRA TARANTO TESORI CLANDESTINI - DAL SACCHEGGIO ALLA VALORIZZAZIONE
CHIOSTRO EX CONVENTO DI SAN DOMENICO dal 25 Febbraio 2019
SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGIA BELLE ARTI E PAESAGGIO
PER LE PROVINCE DI BRINDISI LECCE E TARANTO
La mostra vuole porre all’attenzione del vasto pubblico l’importanza della salvaguardia del patrimonio culturale. Saranno infatti presentati alcuni tra i numerosissimi reperti archeologici oggetto di scavi clandestini attraverso i quali saranno raccontate le complesse vicende che ne hanno garantito il ritorno alla comunità.
I beni esposti sono restituzioni abbastanza recenti al patrimonio comune; costituiscono una piccola parte di una notevole quantità di oggetti d’arte recuperati tra furti, danneggiamenti ed esportazioni illecite.
La finalità ultima della mostra è contribuire a creare nell’opinione pubblica la consapevolezza di quanto sia importante la salvaguardia del patrimonio archeologico, e al contempo evidenziare i gravissimi danni che lo scavo clandestino, le sottrazioni illecite, l’inesperta movimentazione dei reperti, i restauri maldestri e affrettati, provocano ai beni culturali.
Infatti, i reperti sono muti, senza storia, poiché non c’è un contesto di provenienza che fornirebbe dati indispensabili per ricomporre il loro ambiente e ricostruire il cammino che li ha condotti sino alla nostra epoca.
Il caso emblematico in esposizione è costituito dal bellissimo anello-sigillo aureo appartenuto ad un dignitario bizantino.
Video a cura di Stefania Romito (Ophelia's friends Cultural Projects)
PUBLIC SCAPE TARANTO
“PUBLIC SCAPE TARANTO”. Un percorso artistico nel capoluogo ionico,
per un senso collettivo del paesaggio. Inaugurazione il 6 settembre, alle ore 17,30
TARANTO. 17 artisti, selezionati attraverso una call internazionale, in residenza a Taranto e 9 istallazioni artistiche realizzate, dal 30 agosto al 6 settembre, nei luoghi più rappresentativi della città, per sperimentare nuove modalità di valorizzazione e di cura del territorio.
“Public Scape Taranto”, questo il nome dato al percorso artistico del progetto Green Routes, sarà inaugurato il 6 settembre alle ore 17,30 contestualmente alla conferenza stampa prevista presso la Sala degli Specchi del Comune di Taranto.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Taranto ed è finalizzata allo sviluppo del programma di residenze artistiche #WeAreTaranto di Green Routes, progetto finanziato dalla Fondazione Con il Sud attraverso il bando “Ambiente è Sviluppo”, che ha come partner Augeo, Eccom Progetti, Bocche del Vento, CE.FO.P. S.C. Maria Acclavio e Zona.
“Public Scape Taranto” nasce con l’obiettivo di creare un percorso artistico diffuso, costituito da interventi artistici site specific e itineranti. Gli artisti sono stati invitati a confrontarsi sul senso collettivo del paesaggio tarantino e, trovando un proprio collocamento al suo interno, hanno progettato interventi artistici che riescono a coinvolgere le collettività in una riflessione sull’idea di ambiente e di paesaggio, naturale e antropico, interiore ed esteriore, reale e immaginifico e sul ruolo della comunità rispetto al contesto urbano e territoriale della città di Taranto.
Importante la collaborazione delle istituzioni cittadine: il Comune di Taranto; la Marina Militare; la Soprintendenza ai beni archeologici e paesaggio della province di Brindisi, Lecce e Taranto; la Diocesi di Taranto; il Ministero di Grazia e Giustizia con il Tribunale per i Minorenni di Taranto.
Queste le opere site specific selezionate dalla giuria di Public Scape Taranto:
Rebirth/Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto (nel Castello Aragonese). E’ una reinterpretazione del celebre simbolo del Manifesto del Terzo Paradiso disegnato dall’artista. E’ realizzata da LAS-Land Art Salento.
Radio NoMade in Taras del Collettivo No Made (nel Tribunale per i minorenni);
Hortus Mytilus. Un giardino di reste del duo Fabulism e Ammostro (ex Convento di Sant’Antonio);
Sand Cloud di Micaela Lattanzio (ex Convento di San Domenico);
Biological Mother di Cristiano Petrucci (Torre dell’Orologio).
Le opere itineranti, invece, saranno visibili nei diversi spazi il 6 settembre per poi confluire in diverse manifestazioni, la prima delle quali è la Mas Week, dal 10 al 15 settembre a Taranto a Palazzo Pantaleo: Sulla Ruota di Taranto di Claudio Beorchia; Attraversa-menti di Maria Grazia Carriero; Imprinting di Annalisa Macagnino e Francesca Speranza; Fossili del presente di Angelo Pacifico.
Il percorso espositivo comprende anche le opere partecipate già realizzate nel 2018: Paesaggio Indeciso di Guendalina Salini ospitata nell’istituto musicale “Giovanni Paisiello” di Taranto e Radicati di Alice Padovani, che si trova invece nel chiostro del Museo di Arte Sacra - MuDI.
TARANTO - L'arrivo a San Domenico, sede della Soprintendenza
Gallipoli: il Chiostro dei Domenicani
Stamattina abbiamo visitato il Chiostro di San Domenico, uno dei beni attrattori del Sac Salento di Mare e di Pietre, nel centro storico di Gallipoli, adiacente all'omonima chiesa che fu riedificata negli ultimi anni del XVII secolo sulle rovine di un tempio antico. Nel chiostro è ancora possibile ammirare alcuni affreschi raffiguranti la flotta cristiana all'ancora nella rada di Gallipoli dopo la battaglia di Lepanto.
Le Masserie tra Taranto e Talsano: Masseria Abateresta
Percorso esterno, cortile ed alcuni locali a piano terra
ESCLUSIVA AGENDA - Il restauro della Chiesa di San Paolo di Brindisi
Una esclusiva di Agenda Brindisi che, col direttore Antonio Celeste e col redattore Domenico Saponaro, è entrata con le proprie telecamere nella bellissima chiesa di San Paolo Eremita dove sono in corso importanti lavori di restauro interni ed esterni. Vi mostriamo le immagini degli interventi con la testimonianza di una restauratrice sul ritrovamento di un affresco e l'intervista di Saponaro con l'architetto Augusto Ressa (Soprintendenza Archeologia-Belle Arti e Paesaggio di Brindisi-Lecce-Taranto), che ringraziamo per la disponibilità insieme col progettista arch. Luigi Dell’Atti e i responsabili dell’impresa appaltatrice.
IL Convento di Grottaglie
Grottaglie. Il Convento di mendicità. Ieri e oggi.
Fantasmi nel Manicomio abbandonato... ne usciró vivo?
Oggi col maestro esploriamo il Manicomio abbandonato di Aversa, l'ospedale psichiatrico della Maddalena, fondato a cavallo tra il 1600 ed il 1700. Andiamo ad esplorare sale, sotterranei ed ogni ala accessibile.
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Museo Archeologico della Daunia 21 2 14 6
POIn Attrattori culturali -- Una risorsa per il Territorio Museo Archeologico della Daunia
Castello di Manfredonia
Area archeologica di Santa Maria di Siponto
Abbazia di San Leonardo
Ipogei Capparelli di Siponto - 1° lotto
Fossato del Castello
Fabbriche ex convento di San Francesco
Interventi:
Angelo Riccardi -- Sindaco di Manfredonia
Assessore Angela Barbanente -- Vicepresidente Regione Puglia
S.E. Mons. Michele Castoro -- Arcivescovo di Manfredonia
Dott. Luigi La Rocca -- Soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia
Dott. Salvatore Buonomo -- Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici
della Puglia
Ospedali per 16 miliardi
La settimana Incom 02489 del 03/07/1964
La situazione della sanità in Italia
Descrizione sequenze:corsia di un ospedale italiano: i letti sono sistemati anche nei corridoi dell'ospedale ; medici durante la visita ai letti dei pazienti ; viene intervistato nel salotto della sua casa l'on. Giacomo Mancini,ministro della sanità ; Istituto Regina Elena a Roma: visita di un paziente da parte dell'equipe medica ; laboratori diagnostici del Regina Elena ; un paziente mentre esegue un'analisi ;
Archivio Storico Luce .
Istituto Luce Cinecittà: tutte le immagini e i fotogrammi più belli di come eravamo, rivissuti attraverso i film, i documentari e i video che hanno fatto la storia del nostro Paese.
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Palazzo Calò: degrado e abbandono
Degrado e abbandono in uno dei Palazzi Signorili più rinomati di Grottaglie, città della provincia di Taranto
Amorosi, BRIGANTAGGIO TELESINO - Museo di storia - neo-borbonici attaccano memorie di Garibaldi ?
Guerra a parole tra incerte discendenze di briganti, dal Matese alla Valle Telesina, presunte rappresentanze di Borboni contrari al museo, neo-garibaldini e neo-borbonici bellicosi a chiacchiere.
§ Il neo-garibaldino Umberto Cicconi, da Roma giunto ad Amorosi, come presidente della fondazione Allori, che si è presa gratuitamente i locali di Palazzo Maturi di Amorosi, per ospitare in un museo - dal 16 marzo 2014 - la propria collezione di memorie garibaldine, è stato foto reporter del PSI di Bettino Craxi. Dice, al microfono di MediaTv, che i propri nonni erano briganti del Matese (i briganti Cicconi), ma - da come parla - non mostra affatto interesse per il brigantaggio nelle città telesine, dove è ospite, né per ricordare le sopraffazioni storiche dei vinti da parte dei vincitori. Il fotografo di Craxi ironizza invece attorno ai capi rappresentanti dei Borboni e dei briganti della zona, dicendo che lo avrebbero minacciato, insomma perché incapaci di apprezzare la collezione della fondazione Allori che si potrà ammirare d'ora in avanti nel museo di Amorosi, e quindi in tutte le città telesine, grazie al vivo interesse per il Risorgimento del Sindaco Giuseppe Di Cerbo.
§ -- FONTE --
MUSEI GARIBALDINI / Al Sud sono ce ne sono cinque statali, ma è polemica su quello di Amorosi (BN)
marzo 11, 2014 Arte, Cultura, DueSicilieOggi 0
Come spesso accade .(...)
La cosa che sorprende, però, è che al Sud di musei dedicati a Garibaldi e al Risorgimento, con tutte le bugie storiche che ne conseguno, ce ne sono diversi: ben cinque. Senza contare le strade, le piazze, le statue dedicate al presunto eroe dei due mondi, sparse anche nel resto del mondo, oggi da molti non solo nel Mezzogiorno considerato uno dei principali responsabili della maledetta unità.
Il primo museo è a Teano, ovviamente. Il museo Garibaldino e del Risorgimento di Teano è di recente apertura: fondato nell'anno 2010 su iniziativa della Città di Teano per ricordare l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele (in realtà avvenuto a Taverna Catena) la mattina del 26 ottobre 1860. Con la collaborazione della locale Pro Loco Teano e Borghi, il Museo è andato progressivamente arricchendosi di cimeli, documenti, quadri, stampe, armi, ecc, fino a raggiungere l'attuale sistemazione che, è scritto sul sitto ufficiale, offre un quadro della epopea garibaldina e della più generale fase storica risorgimentale.
Sempre in Campania, a Santa Maria Capua Vetere, dal 1870 c'è il Museo risorgimentale e garibaldino, da qualche anno trasferito nell'ex Convento degli Alcantarini, un complesso demaniale destinato a Carcere Minorile e in parte dismesso dove sono conservati, tra l'altro, autografi di Garibaldi e le bandiere di combattimento, insieme ad alcune delle armi che furono usate nel combattimento finale del 1 Ottobre 1860 contro l'esercito borbonico.
A Marsala, in Sicilia, c'è il Museo Civico con un piano dedicato a Garibaldi, con esposizione permanente di cimeli, documenti originali e di un ricco archivio fotografico risalenti al periodo risorgimentale, e con una sala interamente dedicata, leggiamo sul sito Marsalaturismo, al mito di Giuseppe Garibaldi e al ricordo dei Mille garibaldini; qui si trovano ritratti, quadri, foto e stampe d'epoca che raffigurano i volti degli uomini e dei ragazzi che sposando lo spirito del Risorgimento diedero un contributo fondamentale al processo di unificazione nazionale.
Ancora a Reggio Calabria, a Melito Porto Salvo, c'è un altro museo garibaldino, che è stato costruito nel punto esatto in cui Giuseppe Garibaldi e i Mille sbarcarono nei lontani 1860 e 1861. Il museo si compone di tre parti: l'area esterna (qui si trova la nuova stele garibaldina che si è sostituita alla vecchia originale, ormai smantellata); una zona sotterranea contenenti le tombe di alcuni alleati di Garibaldi; e il museo vero e proprio in cui si possono vedere le armi e gli indumenti dell'eroe dei due mondi, numerosi suoi documenti e fonti inerenti lo sbarco dei Mille.
A Palermo c'era invece il Museo del Risorgimento, ospitato al pianterreno del trecentesco chiostro della chiesa di S. Domenico, che conserva quadri, medaglie, sculture e cimeli che hanno per oggetto la storia risorgimentale e l'impresa dei Mille. La sala del Grande Salone conserva quadri, ritratti, uniformi e divise, incisioni e alcune bacheche con elmi, fazzoletti e fasce del 1848, gagliardetti, pistole e borracce dei garibaldini, riaperto con sventolio di bandiere rosse per i 150 anni dell'unità ma per fortuna chiuso per mancanza di fondi.
Insomma forse sarebbe il caso di muovere qualcosa anche qui o quanto meno di pretendere che la controstoria compaia con la giusta diginità e il giusto spazio.
Lucilla Parlato
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21 marzo 2012