Museo Giovio - Como
Il Museo Archeologico di Como (Museo Giovio) include reperti rinvenuti sul territorio comasco
risalenti dal periodo protostorico al Medioevo.
(Copyright© HOLIDAY).
HOLIDAY trasmette sul canale 210, Digitale Terrestre, in tre lingue (Italiano, Inglese, Tedesco) ed è visibile in tutta la Lombardia e in Canton Ticino.
tvholiday.it info@tvholiday.it
Como, il flop dei musei civici: in 7 mesi perso un altro 8% di visitatori
Giovio Museum - Como
The Archaeological Museum in Como (Giovio Museum) contains artefacts found in the Como area
dating from protohistoric period to the Middle Ages.
(Copyright© HOLIDAY).
HOLIDAY is on air on Channel 210, DVB-T, in most part of northern Italy.
Contents are available in three languages (Italian, English, German).
tvholiday.it info@tvholiday.it
3 Verso il rinascimento
A partire dal X secolo, il territorio comasco si arricchisce di opere create dalle sapienti mani dei Magistri Comacini, abilissimi scultori e stuccatori, che hanno impreziosito il contesto urbano con le loro opere. L'architettura lariana privilegia l'uso della pietra e lo svuotamento figurativo delle pareti, interrotte da nicchie e logge. La cultura rinascimentale produce affreschi nelle principali chiese, ma soprattutto aggiorna l'impianto tardo-gotico del Duomo di Como arricchendolo con decorazioni scultoree. In questo stesso contesto nasce la villa il Museo ( oggi scomparsa) voluta da Paolo Giovio, primo esempio delle numerose residenze che fioriranno a partire dalla seconda metà del secolo. Queste residenze, come la maggior parte degli edifici dell'epoca, veicolano un'idea architettonica precisa, quella di dimore appartate dove natura e cultura si incontrano, in strutture compatte, isolate ed incombenti sul paesaggio circostante.
Caccia ai Tesori Lombardi - Museo Civico Como parte 1
Puntata di Caccia ai Tesori Lombardi sul Museo Civico di Como con la partecipazione di Massimo Zanello, Assessore alle Culture, Identità, Autonomie della Regione Lombardia - parte 1
Etg - Celebrazioni per i 150anni del Caio Plinio
Necropoli Protostorica di Albate 22/11/ 2017
LA NECROPOLI PROTOSTORICA di ALBATE (COMO)
Raffaele Carlo de Marinis
Alla memoria di mons. Giovanni Baserga, primo autorevole interprete della civiltà di Como nell'età del Ferro
L'abitato protostorico dei dintorni di Como, che si estende dalle pendici sudoccidentali del Monte della Croce verso il tratto iniziale del torrente Seveso, era circondato da necropoli formate da gruppi di tombe posti a breve distanza l'uno dall'altro: a nord le necropoli di Cardano-Moncucco e Villa Nessi, a nord ovest l'area di S. Fermo-Vergosa, a sud est lungo le pendici meridionali del Monte Caprino e del Baradello da Villa Giovio fino a Camerlata, a sud la necropoli della Ca' Morta, che si estendeva subito a ridosso dell'arco morenico dei Dossi da Breccia a Grandate per circa 1600 m, dal campo La Vignazza fino alla cava Gini. A 1600 m. a est della parte più meridionale della Ca' Morta altri gruppi di tombe sono stati scoperti all'Acquanegra, ad Albate e a Trecallo. L'area più ricca di ritrovamenti è la località Cassotta-Roncaia. Le scoperte sono state fatte a più riprese tra il 1901 e il 1909 nel corso di lavori agricoli e di lavori estrattivi di alcune cave di sabbia nella località Roncaia. Nella confinante località Cassotta nel marzo 1897 furono rinvenute una o più tombe.
Le fonti edite per la conoscenza della necropoli di Albate sono due articoli di mons. Giovanni Baserga (1907, 1910) e un articolo di Pompeo Castelfranco (1909).
Preziosa è anche una breve segnalazione di Antonio Magni a proposito delle tombe VII e IX . Inoltre, per l'identificazione dei materiali di Albate sono state utili le fotografie eseguite nel 1944 in occasione dello sfollamento delle collezioni del Museo Civico al Monastero dell'Acquafredda. Su un cartone rettangolare erano legati oggetti delle tombe II, III e VII, su due cartoni più piccoli oggetti delle tombe II, III, VII e IX. Sul cartone rettangolare grande vi sono due fibule a navicella e una piccola fibula ad arco pieno che al momento non sono state reperite in museo e che non sono neppure identificabili nelle descrizioni di Baserga, ma due delle quali sono state disegnate anni fa da P. von Eles . Da segnalare che la stessa autrice attribuisce ad Albate quattro fibule che certamente non provengono da Albate . Della necropoli di Albate si sono interessati M. Primas (1970), gli autori di Studi sulla cronologia delle civiltà di Este e Golasecca (1975), R.C. de Marinis (1988) , R.C. de Marinis e P. Frontini (1990),R.C. de Marinis (1992 e 2000a) . Albate è stata presa in considerazione in occasione di specifici studi su determinate classi di materiali: il vasellame di bronzo da parte di Gero von Merhart (1952), la decorazione a stampiglia e a lamelle metalliche da parte di M.Bertolone (1954).