***** MONTEVARCHI: Museo di Arte Sacra nella Collegiata di S. Lorenzo: TEMPIETTO ROBBIANO
TEMPIETTO ROBBIANO.
LA CONSEGNA DELLA RELIQUIA.
RELIQUIARIO DEL SACRO LATTE.
CROCE PROCESSIONALE.
MADONNA IN TRONO CON BAMBINO E SANTI.
Dal 1973, anno della sua fondazione, il Museo raccoglie e conserva opere di rara bellezza quali sculture, affreschi, oggetti di finissima oreficeria, arredi sacri, reliquari e codici miniati. Tra questi spiccano, oltre che per importanza storica e artistica anche per unicità di reperto, oggetti liturgici e opere commissionati dalla locale Fraternità del Sacro Latte costituitasi nel XV secolo in seguito al dono della reliquia, appartenuta all’imperatore di Costantinopoli e poi al re di Francia Luigi IX, da parte del conte Guido Guerra.
Numerose le opere degne di nota:
TEMPIETTO ROBBIANO. Il Tempietto decorato con terrecotte invetriate realizzate dall’attivissima bottega fiorentina dei della Robbia, tra la fine del sec. XV e gli inizi del XVI.
LA CONSEGNA DELLA RELIQUIA. Il grande bassorilievo con la consegna della reliquia e due stemmi di Montevarchi, ora esposti nella sala con il Tempietto, erano in origine collocati nel fronte e sui lati del terrazzino delle benedizioni, sulla facciata della chiesa.
Al centro del pannello, il conte Guido Guerra, feudatario di Montevarchi, dona al priore di San Lorenzo la sacra reliquia del Latte della Madonna, ottenuta da Carlo d’Angiò, fratello del re Luigi IX, riconoscente per l’appoggio datogli nella battaglia di Benevento (1266) e presente virtualmente, inginocchiato, con abito a fiordalisi di Francia. Sulla sinistra, il seguito di nobili e soldati, con lance e cavalcature, avanza tra la folla, mentre sulla destra una processione di ecclesiastici si avvia verso la chiesa. Sullo sfondo, mura con merli guelfi, una torre, un campanile e una cupola con lanterna, si stagliano contro un cielo blu intenso.
RELIQUIARIO DEL SACRO LATTE. Il reliquiario, a forma di tempietto, in legno di ebano intagliato, con decorazioni d’argento e rame dorato, è opera di Michele Genovini (not. 1626-1669), orafo fiorentino con bottega a Ponte Vecchio, che lo eseguì nel 1630, su commissione del duca Jacopo Salviati e della moglie Veronica Cybo. Fu in seguito modificato nel 1709 per mano di Massimiliano Soldani Benzi (1658-1740), architetto e scultore di origine montevarchina, celebre medaglista alla corte granducale, nonché autore del progetto di ristrutturazione barocca della stessa Collegiata.
Il prezioso contenitore, affiancato da due colonne che reggono una trabeazione, rappresenta, nella facciata frontale, la Madonna con il bambino e, in quella tergale, il martire S. Lorenzo, a cui è dedicata la chiesa. Sormontato da un putto con gigli, poggia su una sorta di vaso decorato, sul quale spicca evidente lo stemma dei duchi Salviati.
CROCE PROCESSIONALE. Questa grande croce astile, ossia posizionabile su di un’asta per l’uso processionale, opera di Pietro di Martino Spigliati (1552) è in argento sbalzato e cesellato. E’ l’unica opera pervenuta dell’orafo fiorentino che fu aiuto di Benvenuto Cellini.
Sulle due facciate vi è rappresentato un ciclo iconografico che sintetizza, con notevole forza espressiva, il percorso umano dal peccato originale fino alla redenzione, con storie del Vecchio (verso) e del Nuovo Testamento (recto). In tutto vi sono dodici formelle quadrilobe, sei per facciata, di cui una raffigura lo stemma di Montevarchi (verso) e un’altra riporta l’iscrizione della committente Fraternita del Latte (recto).
Sulla facciata posteriore troviamo, in alto, la creazione di Adamo ed Eva, a sinistra la tentazione e il peccato originale, a destra Caino uccide Abele, al centro il lavoro umano e la stirpe di Adamo ed Eva, in basso il sacrificio di Isacco.
Sulla facciata con la crocifissione, invece, in basso è la Natività, a sinistra l’ultima cena, a destra l’orazione nell’orto, in alto la resurrezione, mentre nella formella centrale è raffigurato Dio padre che separa la luce dalle tenebre, di matrice michelangiolesca.
MADONNA IN TRONO CON BAMBINO E SANTI.
Affresco staccato da S. Andrea a Cennano e attribuito a Luberto da Montevarchi (1460-1522), il quale, formatosi nella cerchia del Perugino, fu suo collaboratore al Collegio del Cambio a Perugia e lavorò molto in Valdarno.
Come testimonia l’iscrizione, dipinta sull’elemento architettonico in pietra scolpita che sovrasta il trono, ne fu il committente un certo Bartolomeo di Giovanni da Levane.
La Madonna, ritratta in abito semplice ma elegante, dall’espressione distaccata e pensosa, tiene in grembo il Bambino, il quale volge lo sguardo a lato. Affiancati al trono, da sinistra verso destra, sono presenti: S. Francesco d’Assisi, S. Lucia, S. Andrea apostolo, S. Giovanni apostolo (quasi leggibile), un cavaliere (san Martino?) e S. Caterina d’Alessandria. Nella lunetta superiore è raffigurata l’adorazione dei pastori.
MONTEVARCHI (Arezzo) la città intera - INSIGNE COLLEGIATA di S. LORENZO - TEMPIETTO ROBBIANO - Museo
Montevarchi
LA COLLEGIATA
La chiesa, intitolata a San Lorenzo patrono della città, esisteva già alla fine del XII secolo ma il rifacimento operato nel Settecento le donerà uno stile tardo-barocco tra i più belli della Toscana. Ne realizzò il progetto architettonico e decorativo Massimo Soldani Benzi, architetto montevarchino che progetterà anche il fastoso e scenografico altare maggiore, realizzato da Giovanni Baratta. Molti artisti curarono l'apparato pittorico della Collegiata, tra cui Matteo Bonechi con l'affresco nel cielo della cupola raffigurante Maria Assunta in gloria e Matteo Rosselli con l'Adorazione dei Magi.
MUSEO DI ARTE SACRA
È ospitato in locali contigui alla Collegiata e espone oggetti donati, alla chiesa, dalla Fraternita del Sacro Latte. Nella prima sala troviamo oggetti di arredo liturgico, tra i quali emerge la Croce processionale in argento sbalzato e cesellato, realizzata da Pietro di M. Spigliati nel XVI secolo. La seconda sala può essere a buon titolo definita sala delle robbiane poiché ospita il Tempietto Robbiano, capolavoro della fine del XV secolo, interamente decorato dalle ceramiche invetriate di Andrea Della Robbia.
IL CASSERO
Montevarchi nel 1328 venne fortificata con mura e torri difensive. La più imponente di esse era il Cassero, tutt'oggi conservato e trasformato nel museo Il Cassero per la scultura la cui finalità primaria è la ricerca e la documentazione della plastica italiana dell'Ottocento e del Novecento. La collezione permanente, interamente restaurata, è costituita da più di cinquecento opere tra bronzi, marmi, gessi, terrecotte e disegni, di artisti toscani e italiani. Vi sono confluite anche le sculture dei montevarchini Pietro Guerri, Elio Galassi e Ernesto Galeffi.
LA GINESTRA FABBRICA DELLA CONOSCENZA
Il complesso La Ginestra, ex convento benedettino del Cinquecento, per secoli hospitale per pellegrini e trasformato poi in filanda agli inizi del Novecento, è divenuto negli ultimi anni uno spazio multidisciplinare per la produzione di arte e cultura contemporanea, con spazi adibiti a ospitare laboratori, workshop, eventi, esposizioni, multimedialità e seminari: una fabbrica della conoscenza.
MUSEO PALEONTOLOGICO (in restauro)
Il Museo Paleontologico di Montevarchi fa parte, insieme alla prestigiosa Biblioteca Poggiana, del patrimonio dell'Accademia Valdarnese del Poggio, ed è situato nei locali dell'ex convento di San Lodovico, oggetto di restauro. Nel museo sono raccolti circa 1600 reperti. Fra essi si distinguono fossili vegetali e una ricca collezione di fossili animali provenienti quasi esclusivamente dal Valdarno superiore e di età compresa fra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore. Ricordiamo parte di un gigantesco scheletro di elefante con enormi zanne della lunghezza di 320 cm., e il cranio della Tigre dai denti a sciabola.
VILLA MASINI
Si tratta di uno degli esempi più belli e significativi dello stile Liberty che contraddistingue non pochi edifici della città. Il trionfo decorativo che adorna il bellissimo giardino prosegue all'interno con le opere plastiche di Elio Galassi e di Pietro Guerri, pittoriche di Emilio Vasarri e lignee della ditta Tassini di Montevarchi. Villa Masini è stata anche il set di alcune scene del film vincitore del premio oscar La vita è bella di Roberto Benigni.
I CAPPUCCINI
Sui ruderi dell'antico castello di Monte Guarchi , sorse nel 1540 il Convento dei Cappuccini. Nel piazzale oltre la chiesa intitolata a San Lorenzo, troviamo un vero monumento naturale: un meraviglioso leccio con un'età stimata tra i 500 e i 600 anni, alto 15 metri e con una circonferenza alla base di 6 metri. Anche se osservato da vicino comincia a tradire tutta la sua veneranda età, ne rimane comunque intatta la bellezza e possenza.
Progetto Arco - presentazione a Montevarchi
RIEVOCAZIONE STORICA DELLA CONSEGNA DELLA RELIQUIA DEL SACRO LATTE - Montevarchi
Montevarchi 7 sett 2008 - Rievocazione storica: il Signore di Montevarchi Conte Guido Guerra si apprestava a ricevere il fratello del Re di Francia, il condottiero Carlo d'Angiò, che supportò nella vittoriosa battaglia di Benevento del 1266, che recava la reliquia custodita nella chiesa di Saint Denis a Parigi, sua richiesta qual compenso per la sua azione. E così si intersecano le feste ed i giochi, fra i quali il Gioco del Pozzo dove i quattro gonfaloni di Sant'Andrea, San Lorenzo, San Francesco e Santa Maria, si sfidano per contendersi la mezzina e di conseguenza la priorità di attingimento al pozzo cittadino.
piazza mazzini montevarchi
Festa del perdono - Montevarchi - Gioco del Pozzo
settembre 2008 ,Piazza Varchi, Montevarchi, partita in notturna del Gioco del Pozzo
2007 Rinascimento in Valdarno - 5/5 Montevarchi
Una mostra nella provincia di Firenze per cinque maestri: Giotto, Beato Angelico, Masaccio, Andrea Della Robbia, Domenico Ghirlandaio.
MONTEVARCHI, AREZZO, ITALY (1 of 2)
Montevarchi, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia.
Il comune di Montevarchi si trova nel Valdarno superiore, sulla riva sinistra dell'Arno. Il territorio, parte di un antico bacino lacustre preistorico, comprende il fondovalle, dove si trova il capoluogo, e una parte delle colline che si trovano fra l'Arno e il Chianti senese.
Aquila Montevarchi-Sinalunghese 1-0
Pieve di Gropina, 27 agosto 2016 - Convegno su Leonardo
Si ringrazia Brunero Caldi per il lavoro svolto
Terra Santa Flash: Montevarchi città di pace per il Medio Oriente
E' un legame antico quello che unisce Montevarchi alla città di Betlemme. Un legame nato nel 1200 quando in Valdarno arriva una reliquia proveniente dalla cosiddetta Grotta del Latte, nella Basilica della Natività. Intorno a quella reliquia e alla parrocchia della Collegiata, intitolata proprio alla Madonna del Latte, è sorta e si è sviluppata Montevarchi.
La città del Valdarno è capofila di una rete di comuni -- i toscani San Gimignano, Fiesole, Firenze, e il laziale Civita Castellana - per aiutare Betlemme ad uscire dal proprio isolamento.
Negli anni ha poi acquisito particolare importanza il progetto Montevarchi Città di Pace, che vede protagonisti i giovani.
Servizio di Lorenzo Canali. Riprese di Gianni Vukaj. A cura di Beatrice Bertozzi.
L'appuntamento con Terra Santa Flash torna ogni lunedì e martedì alle 20.57 su TSD (canale 85 del digitale e in streaming su tsdtv.it/live).
Buon anno da Montevarchi
Il Comune di Montevarchi augura buon anno con le foto condivise dai cittadini sulla nostra pagina facebook
Amore sali su Figline Montevarchi Penio&Gigas Ipercoop
il nuovo singolo uscirà il 31 febbraio di quest'anno
IL MIO MONTEVARCHI 3 !!
foto di montevarchi !!
IL MIO MONTEVARCHI (2) !!
Scatti del mio Paese !!
Buon Natale con Tu scendi dalle stelle cantata dai Cantores Beati Ubaldi di Gubbio
Buon Natale a tutti con le parole di Francesco D'Assisi
- È nel dare che noi riceviamo -
e la musica di Tu scendi dalle stelle cantata nella Collegiata di san Lorenzo dai Cantores Beati Ubaldi di Gubbio
SAN GIOVANNI VALDARNO, AREZZO, ITALY (1 of 3)
PARTE 1 DI 3 / PART 1 OF 3.
S.Giovanni Valdarno, luogo di nascita dei pittori Masaccio e Giovanni da S.Giovanni, comune di 17141 abitanti, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Come indica il suo nome si trova nella valle del fiume Arno. All'origine (1296) si chiamava Castel S.Giovanni e venne edificato per conto di Firenze sui progetti che l'architetto Arnolfo di Cambio elaborò per realizzare gli avamposti del governo centrale, le terre nuove fiorentine (non vi è però la certezza della diretta partecipazione dell'urbanista ai lavori). La struttura del centro storico richiama l'organizzazione della città romana con la grande piazza centrale dalla quale si dipartono i due assi principali perpendicolari tra loro dai quali nascono le strade secondarie. Tra la fine del XIII ed il XIV secolo l'area del comune, anche oggi denominata Valdarno Superiore, non era ancora inserita in modo stabile nell'ambito del contado di Firenze. A questo scopo il capoluogo fiorentino decise di consolidare il controllo dell'intera area dell'Arno attraverso un complesso sistema di presidi militari. I centri abitati già esistenti vennero difesi con la creazione di cinte murarie come nella vicina Montevarchi, mentre al tempo stesso vennero fondate tre nuove città prontamente munite di difese murarie. La fondazione dei comuni di S.Giovanni e Castelfranco di Sopra risale infatti al 1296, secondo lo storico Giovanni Villani, mentre una provvisione del 26 gennaio 1299 prevedeva la costruzione della terza città, Terranuova Bracciolini, che venne popolata soprattutto grazie alla vicina città di Castel S.Giovanni. I coloni vennero incentivati attraverso notevoli sgravi fiscali, ma sebbene Firenze stessa si fosse accollata la parte economica di queste nuove costruzioni, a loro spettava sempre la manodopera manuale e l'edificazione delle nuove abitazioni. I tre paesi dovevano essere prevalentemente agricoli e come tale venne stabilito che nessun nobile potesse risiedervi stabilmente, ma potesse mantenervi dei possedimenti terrieri, o edilizi. Firenze lamentò in quest'epoca una certa lentezza nell'esecuzione di questi lavori di edificazione e fortificazione, che esponeva l'intera area ad attacchi sempre più frequenti, soprattutto ad opera dei pisani e della vicina Arezzo. Già nel 1352 un rapporto locale indicava come le mura risultassero in pessime condizioni e come tra il 1356 ed il 1363 la cinta muraria venne ristrutturata e rafforzata portando a ventiquattro il numero delle torri difensive. Dopo la conquista di Arezzo lo stato fiorentino dovette poi scontrarsi con la politica espansionistica dei Visconti di Milano, che miravano ad impadronirsi delle terre dell'Emilia e della Toscana. Questo fece sì che il paese di S.Giovanni mantenesse la propria funzione di presidio militare di rilievo.
COGEMA Montevarchi Dona un libro per la scuola TV1 del 05 aprile
Servizio di Tv1 del 5 aprile sulla raccolta di libri organizzata dal COmitato GEnitori MAgiotti.
Partiti i lavori di ripascimento della duna di Ippocampo 19 settembre 2017
Sono partiti questa mattina i lavori di ripascimento della duna di Ippocampo (Manfredonia). Presenti il Sindaco di Manfredonia, il dirigente Antonicelli e Gianni Rotice, in rappresentanza della sua azienda oltre ad altri tecnici ed addetti ai lavori. Progetto sottoscritto lo scorso 27 marzo, elaborato dall’Amministrazione Comunale di Manfredonia che successivamente ha avviato il procedimento per ottenere la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) dalla Regione Puglia, poiché l’area ha un valore importante dal punto di vista ambientale. L’aggiudicazione dei lavori, avvenuta lo scorso dicembre, a beneficio della Società Gianni Rotice srl. Soddisfazione anche da parte della consigliera regionale M5S Rosa Barone che da tempo si era attivata anche attraverso una interrogazione regionale, facendo seguito a numerose segnalazioni di cittadini che legittimamente denunciavano una annosa situazione di disagio dovuta alle continue inondazioni marine. La consigliera pentastellata ha spiegato come la fascia costiera ricompresa tra l’Hotel African Beach e la foce del Canale Peluso fosse interessata da forti mareggiate che hanno distrutto le preesistenti barriere di protezione a mare: a causa del venir meno di tali barriere dal 2010 in poi, numerosi immobili all’interno del Villaggio nella zona tra Viale Azzurro e Viale Fantasia hanno subito allagamenti dovuti sia ai deflussi delle acque provenienti dall’entroterra che alle acque di invasione marina. Allagamenti che hanno causato gravissimi danni economici per i proprietari e gravi rischi per l’incolumità pubblica.
Marta di Bari
ManfredoniaNews.it 19 settembre 2017