Erto e Casso, Diga del Vajont - #FVG
Vi porto a vedere i paesi coinvolti dal disastro del Vajont del 1963.
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Erto - Diga del Vajont
Produzione: Video900
Riprese, montaggio e regia: Ronnie Roselli
Friuli-Venezia Giulia- Erto e Casso la tragedia del Vajont HD
La diga del Vajont, si trova in Friuli-Venezia Giulia.
Fu costruita negli anni tra il 1957 e il 1960, nel territorio del comune di Erto e Casso in provincia di Pordenone lungo il corso del torrente Vajont.
Lo sbarramento è alto mt 261,60 all'epoca della sua costruzione era la diga più alta al mondo.
Il sistema, noto come grande Vajont era concepito per sfruttare al massimo tutte le acque e i salti del fiume Piave e dei suoi affluenti, di cui il bacino del Vajont era il cuore.
Alla fine degli anni cinquanta la comunità era profondamente legata all'economia agricola tradizionale, integrata con il piccolo commercio ambulante. Nel 1960, in occasione dell'inizio del primo invaso di collaudo, si verificarono due frane: di conseguenza, venne disposto il monitoraggio del versante instabile, dell'estensione di 200 ettari. Il serbatoio venne nuovamente collaudato effettuando un secondo riempimento nel 1962 e un terzo nell'anno successivo. Nonostante l'imminenza della frana non vennero adottate misure adeguate di protezione degli abitati.
La notte del 9 ottobre 1963, dal vicino Monte Toc, situato di fronte alle frazioni di Erto e Casso, si staccò una parte della montagna che finì nel sottostante bacino idrico delimitato dalla diga del Vajont. Le onde che ne scaturirono distrussero completamente le borgate di Fraseign, Spesse, Pineda, Prada, Marzana e San Martino e parte dei due capoluoghi. Questo tragico episodio, le cui vittime a Erto e Casso furono 347, è noto come disastro del Vajont.
La vicenda, causò circa duemila morti per il conseguente allagamento della valle di Longarone,
La popolazione superstite fù evacuata in un nuovo Comune.
Nel 1966 alcuni degli abitanti rioccuparono le loro case con l'intento di ridare vita ai paesi
Diga del Vajont - Longarone - Erto - Casso- giugno 2016 documentazione drone
Diga del Vajont 1963-2016 - Sorvolo di Longarone - Erto - Casso e della Diga.
La tragedia del paese fantasma di Erto. Urbex in Vajont
La tragedia del Vajont, nel video spieghiamo l'accaduto e visitiamo un paese, Erto, che a seguito dell'accaduto venne abbandonato.
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The tragedy of the Vajont, in the video we explain the fact and we visit Erto.
Giro D'Italia 2013 - Tappa del Vajont - Erto e Casso (PN) - 15/05/2013
ITA/ENG
Giro D'Italia 2013 - Tappa del Vajont - Erto e Casso (PN) - 15/05/2013
Si è vestito di rosa l'arrivo di tappa nel Comune di Erto e Casso il 15 maggio 2013. L'omaggio della carovana del giro d'Italia alle vittime del Vajont in occasione del 50° anniversario della tragedia è stata fortemente sostenuta dal Sindaco Luciano Pezzin che oltre alla ricorrenza ha sempre promosso anche la nascita di un turismo storico e culturale nell'intera valle.
Fin dalla prima mattina curiosi e appassionati hanno potuto assaporare l'atmosfera dell'accoglienza in Valcellina che per l'occasione proponeva interi stand enogastronomici disposti sull'intero percorso.
La valle è infatti conosciuta per il suo ambiente naturale dove è possibile praticare i più disparati sport dall'arrampicata, al canyoning, ma anche trekking, mountain bike e nordic walking.
L'arrivo era previsto proprio nella zona artigianale del bivio che porta al paese di Casso. Dove si è potuto assistere anche alla diretta RAI del giro insieme a Mauro Corona e Daniele Molmenti.
Tappa omaggiata da un'istallazione artistica a tema realizzata da Dolomiti Contemporanee con le slackline nella palestra di roccia.
L'attesa degli atleti si è protratta fino al tardo pomeriggio quando la gente si è radunata pian piano attorno alle transenne nei punti più strategici per non perdere l'attimo fugace del passaggio dei ciclisti.
In testa il lituano Navardaukas che è stato accolto dal calore del pubblico all'arrivo.
A seguire tutti gli altri in un emozionante festa delle due ruote che la valle ricorderà con particolare affetto.
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The stage finish dressed in pink in the village of Erto and Casso May 15, 2013. The tribute of the caravan of the Tour of Italy to the victims of the Vajont on the occasion of the 50th anniversary of the tragedy has been strongly supported by the Mayor Luciano Pezzin that in addition to recurrence has always promoted the birth of a historical and cultural tourism in the whole valley .
From the first morning and curious fans were able to savor the atmosphere of Valcellina Valley with food stands arranged on the entire route.
In fact, the valley is known for its natural environment where you can practice many different sports from rock climbing, canyoning, but also hiking, biking and Nordic walking.
The arrival was planned just in the industrial area of Casso. Where you are also able to attend the live RAI of the tour along with Mauro Corona and Daniele Molmenti.
Stage lauded as an art installation created by Dolomiti Contemporanee theme with the slackline in the climbing area.
The waiting of the athletes continued until late in the afternoon when the people gathered slowly around the barricades in the most strategic places to not miss the fleeting moment of the passage of cyclists.
First the Lithuanian Navardaukas which was welcomed by the warmth of the audience on arrival.
To follow all the others in an exciting celebration of cycling that the valley will remember with special affection.
9 OTTOBRE 1963 - 2013 - Diga del Vajont - Erto - Longarone - Casso - Per non dimenticare
Grazie a Francesco Zeta che mi ha guidato in questi ricordi descrivendomi con pazienza luoghi, fatti e montagne.
Mercoledì 9 ottobre 1963
Dal monte Toc si staccano 260 milioni di metri cubi e finiscono nel lago
• Alle 22.39 la frana si stacca. L'onda di 50 milioni di metri cubi provocata dalla frana si divide in due direzioni. Investe da una parte i villaggi di Frassen, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo. Quindi arriva ai bordi di Casso e Pineda. Dall'altra parte, superando la diga, raggiunge Longarone, Codissago, Castellavazzo. Infine Villanuova, Pirago, Faè, Rivalla, per poi defluire lungo il Piave. L'onda provoca 1917 morti: 1450 a Longarone, 109 a Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 persone originarie di altri comuni, di cui la maggior parte lavoratori e tecnici della diga con le rispettive famiglie. Pochissimi i feriti. In tutta la zona l'unica opera umana che resiste, senza danni, all'onda è la diga di Carlo Semenza sul torrente Vajont.
• Wednesday, October 9, 1963
22:39 the landslide off. The wave of 50 million cubic meters caused by the landslide is divided into two directions. Invests a part of the villages of Frassen, St. Martin, Col Thick, Potato, The Christ. Then comes the edges of Casso and Pineda. On the other hand, passing the dam reaches Blyth, Codissago, Castellavazzo. Finally Villanuova, Pirago, Faè, Rivalta, then flow along the Piave. The wave causes 1,917 deaths: 1450 in Blyth, Castellavazzo to 109, 158 to Erto and Casso and 200 people from other municipalities, of which the majority of workers and technicians of the dam with their families. Very few wounded. Throughout the region, the only human work that withstands, without damage, the wave is the dam of the river Vajont Carlo Semenza.
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Marco Paolini - Vajont 9 ottobre '63 (sub ITA)
Vajont 9 ottobre '63 è lo spettacolo teatrale portato in giro da Marco Paolini in tutta Italia fin dal 1994: la frana che si stacca dal monte Toc e che crolla nel lago, poi l'onda gigantesca che si abbatte su Erto, Casso e Longarone. Il giorno dopo la catastrofe, di Longarone non resta più niente. Gli abitanti di Erto diventano profughi. Lungo il Piave, si celebra un funerale collettivo.
Ecco uno stralcio del racconto di Marco Paolini di quelle 22.39 del 9 ottobre 1963.
Erto e Casso La Diga Del Vajont 20130812
La zona del Vajont a 50 anni dal disastro
CASSO - ERTO - (PN)
VAJONT
Il disastro del vajont : esame geologico di una tragedia immensa
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Il disastro del Vajont è stato un disastro ambientale ed umano, occorso la sera del 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont (al confine tra Friuli e Veneto), dovuto alla caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino realizzato con l'omonima diga. La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, cittadine geograficamente vicino alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di ben 1910 persone.
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte alla negligenza dei progettisti e della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino: dopo la costruzione della diga si scoprì, infatti, che essi avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l'ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, peraltro supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.
Alle ore 22.39 del 9 ottobre 1963, circa 260 milioni di m³ di roccia (un volume più che doppio rispetto a quello dell'acqua contenuta nell'invaso) scivolarono, alla velocità di 30 m/s (108 km/h), nel bacino artificiale sottostante (che conteneva circa 115 milioni di m³ d'acqua al momento del disastro) creato dalla diga del Vajont, provocando un'onda di piena tricuspide che superò di 250 m in altezza il coronamento della diga e che in parte risalì il versante opposto distruggendo tutti gli abitati lungo le sponde del lago nel comune di Erto e Casso, in parte (circa 25-30 milioni di m³) scavalcò il manufatto (che rimase sostanzialmente intatto, subendo forze 20 volte superiori a quelle per il quale era stato progettato, seppur privato della strada carrozzabile posta nella parte sommitale) e si riversò nella valle del Piave, distruggendo quasi completamente il paese di Longarone e i comuni limitrofi, e in parte ricadde sulla frana stessa (creando un laghetto). Vi furono 1 917 vittime di cui 1450 a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 originarie di altri comuni.
Lungo le sponde del lago del Vajont vennero distrutti i borghi di Frasègn, Le Spesse, Il Cristo, Pineda, Ceva, Prada, Marzana, San Martino, Faè e la parte bassa dell'abitato di Erto. Nella valle del Piave vennero rasi al suolo i paesi di Longarone, Pirago, Faè, Villanova, Rivalta, e risultarono profondamente danneggiati gli abitati di Codissago, Castellavazzo, Fortogna, Dogna e Provagna. Vi furono danni anche nei comuni di Soverzene, Ponte nelle Alpi, nella città di Belluno a Borgo Piave, e nel comune di Quero Vas, nella borgata di Caorera dove il Piave, ingrossato dall'onda allagò il paese e raggiunse il presbiterio della chiesa.
L'evento fu dovuto a una serie di cause, di cui l'ultima in ordine cronologico fu l'innalzamento delle acque del lago artificiale oltre la quota di sicurezza di 700 metri voluto dall'ente gestore, operazione effettuata ufficialmente per il collaudo dell'impianto, ma con il plausibile fine di compiere la caduta della frana nell'invaso in maniera controllata, in modo che non costituisse più pericolo. Questo, combinato a una situazione di abbondanti e sfavorevoli condizioni meteo (forti precipitazioni) e a forti negligenze nella gestione dei possibili pericoli dovuti al particolare assetto idrogeologico del versante del monte Toc, accelerò il movimento della antica frana presente sul versante settentrionale del monte Toc, situato sul confine tra le province di Belluno (Veneto) e Pordenone (Friuli-Venezia Giulia). I modelli usati per prevedere le modalità dell'evento si rivelarono comunque errati, in quanto si basarono su una velocità di scivolamento della frana nell'invaso fortemente sottostimata, pari a un terzo di quella effettiva.
La diga del Vajont,Erto e Casso
LONGARONE - DIGA DEL VAJONT- ERTO.
Mercoledì 9 ottobre 1963
Dal monte Toc si staccano 260 milioni di metri cubi e finiscono nel lago. Alle ore 22.39 la frana si stacca. L'onda di 50 milioni di metri cubi provocata dalla frana si divide in due direzioni. Investe da una parte i villaggi di Frassen, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo. Quindi arriva ai bordi di Casso e Pineda. Dall'altra parte, superando la diga, raggiunge Longarone, Codissago, Castellavazzo. Infine Villanuova, Pirago, Faè, Rivalla, per poi defluire lungo il Piave. L'onda provoca 1917 morti: 1450 a Longarone, 109 a Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 persone originarie di altri comuni, di cui la maggior parte lavoratori e tecnici della diga con le rispettive famiglie. Pochissimi i feriti. In tutta la zona l'unica opera umana che resiste, senza danni, all'onda è la diga di Carlo Semenza sul torrente Vajont.
Scena del DISASTRO DEL VAJONT (R. Martinelli Vajont, 2001)
9 OTTOBRE 1963, ore 22.39 - circa 260 milioni di metri cubi di roccia si staccano dal Monte Toc e franano nel lago sottostante in cui si trova la diga del Vajont. Si formano le prime ondate distruttive che provocano ingenti danni ai paesi di Erto e Casso; un'altra ondata scavalca la diga e si abbatte sulla valle del Piave distruggendo il paese di Longarone. Alla fine il bilancio è devastante: quasi 2000 morti (precisamente 1918), due paesi fortemente danneggiati e uno completamente distrutto.
L'ONDA DEL VAJONT NELLA VALLE DI ERTO
Nonostante l'acqua abbia risparmiato i centri di Erto e Casso, l'onda sollevata della frana del monte Toc ha distrutto tante frazioni affacciate sul lago.
In una sola notte nella valle ertana hanno trovato la morte oltre 200 abitanti.
#disastrodelvajont
GUARDA TUTTA LA PUNTATA DI PRIMUS INTER PARES DEDICATA AL DISASTRO DEL VAJONT
La diga del Vajont
Disastro del Vajont
Vajont frana .jpg
La valle del Vajont dopo la frana del monte Toc che causò il disastro
Stato Italia Italia
Luogo Valle del Vajont
Data 9 ottobre 1963
22:39
Tipo Disastro industriale
Morti 1 910 (stima)
Danni 900 miliardi di lire
Responsabili Società Adriatica di Elettricità, Montecatini, Enel, Ministero dei lavori pubblici
Motivazione Costruzione della diga del Vajont in una zona con paleofrane
Manuale
Il disastro del Vajont è stato un disastro ambientale ed umano, occorso la sera del 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont (al confine tra Friuli e Veneto), dovuto alla caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino lacustre alpino realizzato con l'omonima diga; la conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, paesi geograficamente vicino alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.910 persone.
La nostra attrezzatura:
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I Deep Minds sono un gruppo di amici, appassionati di videomaking, elettronica, avventura e….un sacco di altre cose, essendo in diverse persone ognuno contribuisce con le sue capacità e conoscenze.
Il gruppo non ha scopi lucrativi, tutto si fa per divertimento, passione e soddisfazione personale.
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Documentario e Storia del Vajont - Non dobbiamo dimenticare [CINEMA HD]
Non dobbiamo dimenticare. Nessuno deve dimenticare quella notte in cui tutto diventò di colpo solo passato. Ma oggi possiamo rialzare la testa e spostare la direzione dello sguardo un po' più avanti. Possiamo trasformare quel niente in un valore diverso, vivendo e facendo vivere alla nostra terra un tempo nuovo.
Xtreme Days Festival
Questa terra è speciale, è il silenzio della roccia, la sospensione dell'aria, la sacralità del'acqua. Questa terra racconta il rispetto della vita.
Il nostro omaggio al magnifico territorio di Erto e Casso e delle valli del Vajont e del Cellina, luoghi da scoprire, che vi sapranno accogliere ed emozionare. #FVGlive
Vajont (Vaiònt in friulano occidentale) è un comune italiano di 1 719 abitanti del Friuli-Venezia Giulia. È una delle città italiane fondate durante il XX secolo. In base alla legge regionale 26/2014 Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia, Vajont entra a far parte dell'UTI delle Valli e delle Dolomiti Friulane.
Il disastro del Vajont è stato un disastro ambientale ed umano, occorso la sera del 9 ottobre 1963 nel neo-bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont (al confine tra Friuli e Veneto), dovuto alla caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del bacino lacustre alpino realizzato con l'omonima diga; la conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, coinvolse prima Erto e Casso, paesi geograficamente vicino alla riva del lago dopo la costruzione della diga, mentre il superamento della diga da parte dell'onda generata provocò l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.910 persone.
Le cause della tragedia, dopo numerosi dibattiti, processi e opere di letteratura, furono ricondotte alla colpa dei progettisti e dirigenti della SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino: dopo la costruzione della diga si scoprì, infatti, che essi avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico. Nel corso degli anni l'ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, peraltro supposta inferiore a quella effettivamente rivelatasi, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei lavori pubblici.
a diga del Vajont è una diga oggi in disuso, progettata dal 1926 al 1958 dall'ingegner Carlo Semenza; fu costruita tra il 1957 e il 1960 nel territorio del comune di Erto e Casso (provincia di Pordenone), nella regione Friuli-Venezia Giulia, lungo il corso del torrente Vajont, nota particolarmente per il disastro che vi è avvenuto nel 1963.
OLTRE LA DIGA
Mi sono commosso ricordando, in questo video, la tragedia del Vajont.
Un messaggio rivolto soprattutto alle persone che visitano l'area della diga.
Fate come hanno fatto i nostri vecchi, tornando nelle loro case dopo la catastrofe: andate oltre la diga, pensate oltre il disastro.
Rendete onore alla memoria ma non fermatevi solo alla diga del Vajont. Visitate Erto, Casso e i loro territori.
#oltreladiga
9 ottobre 1963 - 9 ottobre 2017
Non fermatevi alla diga del Vajont. Lasciatevi guidare dalla curiosità. Visitate Erto, Casso. Mangiate, dormite, vivete in essi. Abbattete anche voi il muro invisibile che separa la vacanza dall’esplorazione.
Mauro Corona.
maurocorona.it
ertoecasso.it
ERTO e CASSO Ottobre 2013 - Scorci e particolari
Visita del 26 Ottobre 2013 ai due paesi colpiti dalla frana caduta nel lago del Vajont il 9 ottobre 1963. Scorci e Particolari raccolti durante la visita.
I luoghi del DISASTRO del VAJONT: la DIGA del VAJONT - il cimitero di LONGARONE - il paese di CASSO
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