Vecchio Duomo non è proprietà di nessuno??????
Il Duomo di Naro non è di nessuno. Letteralmente. L’antica struttura normanna, infatti, è attualmente al centro di una vera e propria indagine da parte della Soprintendenza ai beni culturali di Agrigento dopo la “scoperta” che l’edificio non appartiene ad oggi a nessun ente, nonostante per anni si sia dato per scontato che fosse di proprietà comunale. “Ritenevamo fosse nostro – spiega il sindaco di Naro Pippo Morello -, al punto che a fine anni 90 fu proprio il Comune, con fondi della Regione a realizzare gli interventi di recupero che resero il Duomo fruibile come luogo per ospitare iniziative culturali”. Così fino al 2005, quando la frana che interesso la “Fulgentissima” danneggiò anche la struttura costruita nel 1806 da Ruggero D’Altavilla, che è rimasta fino ad oggi puntellata senza che nessuno abbia provveduto a metterla in sicurezza.
Pavia, Italy - Drone 4k (Duomo, Ponte Coperto, Castello Visconteo, Minerva...)
Aerial view of Pavia, Lombardia, Italy
- Duomo di Pavia
- Piazza della Vittoria
- Castello Visconteo
- Ponte Coperto
- Ticino river
- Minerva Statue
Intervallo
45 secondi per denunciare la situazione dei beni culturali in Italia.
Autore: addiction
Il video è realizzato per il contest creativo Portiamo alla luce i beni invisibili di Fondazione Telecom Italia in collaborazione con Zooppa.
Uno spot di 45 secondi per denunciare la situazione dei beni culturali italiani e segnalare il lavoro positivo di Fondazione Telecom Italia.
Duomo di Naro, 1098 d.C. - Naro, Agrigento.
Il Duomo Normanno è un ex luogo di culto cattolico, ora sconsacrato. Esso è monumento nazionale ed è chiuso al culto dal 1867.
Il Duomo, restaurato nei primi anni del secolo XXI è stato fortemente destabilizzato dall'evento franoso che colpì il centro abitato il 4 febbraio 2005 ed è attualmente puntellato e non fruibile al pubblico.
Villaggio Preistorico di Nola, 1800 a.C. - Nola, Napoli.
Straordinario sito archeologico dell'Età del Bronzo Antico, seppellito dall'eruzione del Vesuvio detta delle Pomici di Avellino (1860-1680 a.C.). L'eccezionalità, unica al mondo, del ritrovamento di Nola è dovuta al fatto che le capanne, sepolte dall'eruzione vulcanica, si sono conservate attraverso il loro calco nel fango e nella cenere che le ha inglobate, sigillando anche tutte le suppellettili che si trovavano nelle stesse al momento del disastroso evento. Per la prima volta è stato così possibile comprendere la forma che avevano queste costruzioni, l'orditura dei tetti e la carpenteria e quale organizzazione avessero dato gli abitanti agli spazi delle abitazioni, nello svolgimento delle attività di ogni giorno.
Dal 2007, il sito è inagibile e sommerso da una falda acquifera profonda due metri.
A settembre 2012 è stato avviato un piano di recupero per la conservazione e messa in sicurezza del sito.
Parco Archeologico dell'Antica Abellinum, II sec. a.C. - Avellino.
Il parco archeologico, di circa 25 ettari, è circondato dalle mura di cinta di Abellinum, lunghe circa 2 km. Si notano le numerose mura romane, costruite con la tecnica dell'opus reticulatum, e i resti di due imponenti torri circolari. All'interno del perimetro murario si riconoscono alcuni spazi tipici delle città romane: il forum, la piazza dell'antica città; una struttura termale con calidarium detta Torre degli Orefici; l'acquedotto, sezione del grande acquedotto romano del Serino; una domus gentilizia. Nella città antica erano presenti anche un anfiteatro, di cui è rimasto solo qualche pezzo di struttura, e un lupanare.
Il 17 maggio 2011, a seguito di una lunga controversia giudiziaria con i proprietari del fondo, temporaneamente conclusa con una sentenza del Tar di Salerno, l'area del Parco archeologico già scavata ed aperta alle visite è stata restituita alla famiglia Dello Iacono; pertanto, ad oggi, non è possibile accedervi.
Nuraghe di Orolio, 1800 a.C. - Silanus, Nuoro.
Il nuraghe Orolio, chiamato anche Madrone è un monumento archeologico che si trova sulla collina che domina il comune di Silanus.
Orolio è un nuraghe complesso costruito prevalentemente in granito. Rimane quasi intatta la torre centrale alta circa 12 metri originariamente affiancata da altri due o tre corpi. Queste particolarità costruttive rendono Orolìo uno dei nuraghi più interessanti e suggestivi.
Nonostante le sue straordinarie peculiarità, il nuraghe si trova in stato di totale abbandono, la murata interna presenta un esteso crollo. Alla base del nuraghe si notano i ruderi di altre costruzioni nuragiche ancora non adeguatamente indagate.
Domus Aurea, I sec. d.C. - Roma.
La Domus Aurea (Casa aurea in latino) era la villa urbana costruita dall'imperatore romano Nerone dopo il grande incendio che devastò Roma nel 64 d.C.
La riapertura di una parte del complesso, chiuso subito dopo il crollo, era prevista per il gennaio 2007, ma il monumento continua a soffrire di una situazione a rischio, dovuta al traffico, alle radici degli alberi del giardino e ad altri problemi riguardanti l'area, che impediscono di proseguire lo scavo e l'esplorazione.
Il 30 marzo 2010 crolla la volta di ingresso ad una galleria che portava alla Terme Traianee, costruite sopra la struttura neroniana dall'imperatore Traiano nell'anno 104. Oggi le sue condizioni sono drammatiche.
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Bellezze Siciliane: il Duomo di Erice
Situato a 750m sulla vetta dell’omonimo Monte, Erice è un antico borgo di origine greca della provincia di Trapani.
Percorrendo le sue vie in pietra è possibile raggiungere ed ammirare i suoi edifici storici, come il Castello di Venere e il bellissimo Duomo dell’Assunta (in video). Quest’ultimo fu realizzato intorno il 1314 in stile gotico, per voler di Re Federico III d’Aragona.
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IL CASTELLO DI NARO
l Castello, sorto nel periodo normanno, rimaneggiato nei secoli seguenti e recentemente restaurato, è una massiccia costruzione che domina il paese e tutto il territorio circostante. Il maniero si articola attorno ad un cortile quadrangolare da cui si accede, attraverso un portale chiaramontano, ad una possente torre quadrata fatta costruire nel 1330 da Federico II d'Aragona, come dimostra lo stemma aragonese posto all'esterno. Oggi ospita nei suoi saloni una interessante e originale mostra permanente di abiti d'epoca.
Matrimonio Enzo ed Elicia
Matrimonio Enzo ed Elicia Chiesa Santa Caterina D'Alessandria - Naro
Ruoppolo Teleacras - Gaudium Magnum nell'Agrigentino
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( ) Teleacras Agrigento del 20 febbraio 2019.
Nell’Agrigentino si restituiscono al territorio la Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento e la Scala dei Turchi a Realmonte. I dettagli delle fumate bianche.
Ecco il testo:
Ad Agrigento nel Duomo normanno, che sovrasta il colle del centro storico, la navata nord è stata in pericolo. Si è temuta la frana a valle, dove soffia la tramontana. E dal 25 febbraio del 2011, la giornata del santo Patrono, San Gerlando nato nella cittadina francese di Besancon, la Cattedrale intitolata a San Gerlando, vescovo di Agrigento, è stata chiusa. Il santo Gerlando è stato da sempre invocato dal popolo a difesa dalle calamità naturali: “San Giullannu senza ddannu”. E in verità 8 anni sono trascorsi senza danno. Il disastro è stato scongiurato non solo dalla intercessione di San Gerlando presso il Divino, ma anche dall’opera terrena di recupero in sicurezza e di consolidamento. E ordunque adesso il sindaco di Agrigento pro tempore, Calogero “Lillo” Firetto, ha revocato l’ordinanza numero 44 del 22 febbraio 2011 firmata dal sindaco dell’epoca, Marco Zambuto, che ha ruotato verso destra il chiavistello della Chiesa Madre della città dei Templi. E il cardinale Francesco Montenegro, vescovo successore del vescovo Gerlando mille anni dopo, al cospetto dei fedeli agrigentini ha annunciato: “Nuntio vobis gaudium magnum, vi annuncio una grande gioia. La Cattedrale sarà riaperta da venerdì 22 febbraio, quando celebreremo una Messa per solennizzare l’evento tanto atteso e verso il quale tanta fatica e apprensione abbiamo speso”. E nel frattempo, un altro fiore all’occhiello della provincia agrigentina è destinato a rifiorire con l’avvento della primavera. Infatti, il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha diffuso un altro “gaudium magnum”, una grande gioia, allorchè la Scala dei Turchi a Realmonte, candidata patrimonio dell’Umanità, entro il prossimo maggio sarà liberata da transenne e passerelle e sarà fruibile incontaminata e sicura dal pericolo di crolli della marna bianca che la caratterizza. Musumeci, come commissario regionale dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico in Sicilia, ha scritto e diffuso: “Ancora poche settimane e l’unico accesso alla spiaggia di Scala dei Turchi a Realmonte, nell’Agrigentino, sarà ripristinato. E' infatti prevista per fine aprile la conclusione dei lavori per la messa in sicurezza del litorale. Restituiamo alla pubblica fruizione, con un ingresso pedonale sicuro, una delle spiagge più suggestive della Sicilia e meta di turisti provenienti da tutto il mondo. Prosegue senza sosta la nostra attività di tutela e valorizzazione del territorio”. Attualmente un’ordinanza del sindaco di Realmonte, a tutela dell’incolumità pubblica, impedisce il transito a causa del rischio della caduta di massi, rilevata e segnalata in principio dall’associazione ambientalista MareAmico di Claudio Lombardo. Le necessarie opere sono eseguite dall’impresa Sjles di Policoro, in provincia di Matera, per un importo di 181mila euro. E consistono, tecnicamente, nella bonifica del costone roccioso interessato, il distacco delle sue parti instabili, la collocazione di reti paramassi in acciaio, la chiodatura di una rete corticale oltre a un sistema di drenaggio dei filoni idrici presenti.
Castello Normanno Paternò
Per Castello normanno di Paternò si intende la torre principale – sovente detta “dongione” – di un complesso fortilizio che essa dominava. Assurta a simbolo della città, la torre faceva parte di un castello fatto edificare nel 1072 dal Gran Conte Ruggero per garantire la protezione della valle del Simeto dalle incursioni islamiche. Il castello fu assegnato alla figlia di Ruggero, Flandrina, sposa dell’aleramico Enrico di Lombardia. Attorno al castello e al piccolo borgo la popolazione iniziò a crescere grazie ai numerosi mercenari al seguito dei conquistatori normanni e all’arrivo di coloni provenienti dall’Italia settentrionale attirati dai privilegi a loro concessi.
Il primo nucleo del maniero fu ben presto ampliato e dalle primigenie funzioni prettamente militari fu utilizzato per usi civili, divenendo la sede signorile della Contea di Paternò che Enrico VI di Svevia assegnò nel 1195 al nobile di origine normanna Bartolomeo de Luci consanguineo del sovrano svevo. Il Castello negli anni seguenti ospitò re e regine, tra i quali Federico II di Svevia, la regina Eleonora d’Angiò e la regina Bianca di Navarra. E per concessione di Federico II passò a Galvano Lancia. Il castello di Paternò e i territori sottoposti, infatti, furono inseriti nella cosiddetta Camera Reginale che venne costituita da Federico III d’Aragona come dono di nozze alla consorte Eleonora d’Angiò e che poi venne ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione. Dopo il 1431 appartenne alla famiglia Speciale e dal 1456 fino alla fine del feudalesimo fu proprietà della famiglia vicereale dei Moncada. Utilizzato come carcere nel XVIII secolo iniziò il processo di degrado e abbandono, ma dalla fine dell’Ottocento ha visto diverse campagne di restauro che gli hanno restituito l’antica possenza. L’edificio è a pianta rettangolare su tre livelli e raggiunge un’altezza di 34 m. Dall’epoca sveva il maniero era coronato da una merlatura ghibellina (come si osserva nel seicentesco Disegno della veduta di Paternò) di cui allo stato attuale resistono solo dei monconi. Particolarmente interessante e gradevole l’effetto di bicromatismo che si crea tra il colore scuro delle murature e le cornici delle aperture in calcare bianco. Al piano terra si trovano una serie di ambienti di servizio e la cappella di S. Giovanni ornata da pregevolissimi affreschi del XIII secolo. Al primo piano il grande salone d’armi è illuminato da una serie di bifore. All’ultimo piano quattro grandi ambienti un tempo adibiti per l’abitazione del re sono disimpegnati da un vano delle dimensioni del salone sottostante e disposto trasversalmente ad esso, chiuso su entrambi i lati da due grandi bifore gotiche che dischiudono lo sguardo verso il Simeto e verso l’Etna.
Ruoppolo Teleacras - Il giorno della Cattedrale
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( ) Teleacras Agrigento del 22 febbraio 2019.
Oggi in serata la messa celebrativa della restituzione alla città di Agrigento della Cattedrale di San Gerlando. Affidato l’incarico del progetto esecutivo sul colle.
Ecco il testo:
Il 4 dicembre del 2017, l’Urega, che è l'Ufficio regionale per l'espletamento di gare per l'appalto di lavori pubblici, ha aggiudicato i lavori di manutenzione e di consolidamento statico della Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento. La parte della Cattedrale che poggia sul colle non stabile è stata ingabbiata con catene d’acciaio, dalle fondamenta fino al tetto. Pertanto è stato un intervento esterno, per trattenere letteralmente la Cattedrale qualora ricorressero altri scivolamenti. Le colonne non dovrebbero cedere anche se sollecitate da movimenti del terreno sottostante, tormentato dal dissesto idrogeologico. Per la blindatura esterna della Cattedrale vi sono stati a disposizione complessivamente 1 milione e 536mila euro, tra fondi della Regione, della Cei, la Conferenza Episcopale Italiana, e della Diocesi agrigentina. Concluse tali opere, e revocata l’ordinanza del sindaco di chiusura della navata nord, 8 anni dopo il 25 febbraio del 2011 la Cattedrale normanna risorge al suo splendore ancora in occasione della festa del Santo Patrono Gerlando, già vescovo della città. Ed il presidente della Regione, Nello Musumeci, commenta: “La riapertura della Cattedrale di San Gerlando dopo 8 anni è un grande traguardo, frutto anche del nostro impegno, sin dall'inizio del mandato, per sbloccare procedure che risultavano ingolfate e che impedivano di metterla in sicurezza. Ci siamo sentiti mossi da un forte senso del dovere e da un profondo rispetto per l'intera comunità agrigentina insieme alla quale oggi possiamo festeggiare. Il contributo finanziario della Regione, che ammonta a 800 mila euro, è stato determinante, così come è stato, e continua a essere fondamentale, il ruolo del Genio Civile e dell'Ufficio contro il dissesto idrogeologico tuttora impegnati nelle procedure per fare partire i lavori che serviranno a stabilizzare il versante sul quale la Cattedrale sorge”. Già, infatti, le opere di consolidamento del colle di Girgenti sono fondamentali nel senso letterale del termine riferito alle fondamenta su cui poggia l’antica rocca, a rischio frana da monte a valle. Infatti, più volte il sindaco Calogero Firetto ha scritto al governo della Regione lanciando accorati appelli ad intervenire al più presto a rimedio dello scivolamento del colle, e a difesa di tutto ciò che è sottostante al colle. E si tratta delle abitazioni di 34 famiglie, per complessive 80 persone, e 21 attività commerciali, su cui grava l’incubo dello sgombero forzato e della chiusura della via 25 aprile. In ragione di ciò, il presidente Musumeci, che è anche commissario regionale contro il dissesto idrogeologico, ha annunciato, contestualmente all’evento odierno, la conclusione delle verifiche di rito e la firma del contratto con l’impresa che per 425mila euro si è aggiudicata nel dicembre scorso l'appalto per la redazione del progetto esecutivo dell’intervento sul colle. Si tratta della società per azioni “Technital” di Verona, che entro 90 giorni sfornerà il progetto. Poi lo stesso Ufficio contro il dissesto idrogeologico bandirà la gara per i lavori di consolidamento.
Casale Monferrato città storica
Casale Monferrato tra arte, storia e cultura
-Chiesa di San Paolo - Piazza Mazzini - Torre civica - Palazzo Ricci in Piazza Santo Stefano - Parrocchia S. Stefano - Chiosco IAT - Ufficio Informazioni Turistiche – -Ingresso del castello dei Paleologi - Chiesa di Santa Caterina - Teatro Municipale - Chiesa di Sant'Ilario – Chiesa San Domenico – ex Chiesa di Santa Croce – Palazzo Leardi – Chiesa di Sant’Antonio Abate – Palazzo del Carretto – Sinagoga di Casale Monferrato –
Chiesa di San Michele – Duomo – Museo Civico – Cereseto Chiesa SS. Pietro e Paolo – Castello di Cereseto
Video Shooting by
Pino Meola
Video Editing by
pinomeola
Music :
YouTube Audio Library Free
Heart _ of _ the Hood . mp3
New _Land The _ Low _Seas .mp3
Ambient _ Ambulance.mp3
Calm .mp3
Cantus _ Firmus _ Monks .mp3
Cast _ of Pods .mp3
Acustic _ Sinphony .mp3
Il Castello Ursino a Catania
Il Castello Ursino è uno degli altri monumenti simbolo di Catania, con la sua maestosità al centro di Piazza Federico di Svevia che lo ospita. L'Alfa Mito in evidenza
Osilo - DJI Mavic2Pro
Castello dei Malaspina e Chiesa di Nostra Signora Bonaria
#DJI #Mavic2Pro #Osilo
sicilia.punto.poesia&CARLO RUTA -Il Crepuscolo della Sicilia Islamica
Catania Libri- Catania, 15 Novembre 2014
reading POETI ARABI DI SICILIA
Phantom 3 Cereseto...sky view
Phantom 3 - Cereseto Italy
DJI Mavic Air - Castello della Zisa - Palermo
Il castello della Zisa (dall’arabo al-Aziza ovvero “la splendida”) risale al XII secolo ed è una delle migliori testimonianze della dominazione arabo-normanna in Sicilia. Sorto come residenza estiva fuori città per lo svago del re, fu costruito dai Normanni su modello delle ricche residenze dei loro predecessori arabi.
Oggi la Zisa ospita il Museo d’arte islamica, che raccoglie opere provenienti dalla Sicilia e dall’area mediterranea prodotte tra il IX e il XII secolo.
In volo sul Forte di Gavi
CHIESA SS. TRINITA' DI DELIA CASTELVETRANO
La chiesa della Santissima Trinità, detta la Cuba di Delia, eretta secondo i canoni dell'architettura normanno-bizantina, sorge nella campagna ad ovest di Castelvetrano, a 3
pochi chilometri dalla città.
Chiesa Madonna delle Grazie-Butera- Un anno e mezzo dopo...
Lo stato di abbandono della Chiesa Madonna delle Grazie, e della Chiesa di San Francesco...Perchè tutti se ne fregano? Perchè le istituzioni tacciono?...
ONEMINUTEWEEKEND | Forte di Gavi e area archeologica Libarna | DJI
Un breve video con immagini relative all'area archeologica di Libarna e del Forte di Gavi!!
Due location fantastiche riprese con il Drone!!
|| DJI PHANTOM 3 PROFESSIONAL ||
RAI1: Paesi Che Vai.. AGRIGENTO
Domenica 29 ottobre alle ore 09.45, andrà in onda la quarta puntata del programma di RAI UNO ideato, scritto e condotto da Livio Leonardi Paesi che vai... Luoghi, detti, comuni, che farà tappa ad Agrigento .
Antico comune originario dalla Magna Grecia, oggi abitato da 60 mila agrigentini detti anche girgentani, adagiato su un colle non lontano “dalle sponde del mar aspro africano” : è stata la più importante città greca della Sicilia, che contava, all’apice del suo splendore, più di 300 mila abitanti. I suoi resti sono maestosi e imponenti, distesi in una Valle che l’Unesco, nel 1997, ha dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Umanità. La città è legata al drammaturgo Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934 che qui “ cadde una notte di giugno come una lucciola sotto un gran pino solitario”…Questa è una terra baciata dal sole, dove turisti e cittadini amano assaporare gelati e granite, tra il lungomare di San Leone e la Scala dei Turchi, che qui vantano una lunga tradizione: sempre in tema di eccellenze gastronomiche seguiremo la preparazione del cous cous, piatto tipico del Mediterraneo, proposto in diverse varianti dallo chef pluristellato Fulvio Pierangelini. Infine si andrà alla scoperta della Perla Nera, famosa per i capperi e per la viticoltura “eroica” , distribuita su stretti ed erti pendii.
Akragas come la chiamavano i Greci, fu fondata nel 581 a.C. definita dal poeta Pindaro “la più bella dei mortali”. E così ancora doveva essere agli occhi di Goethe che la visitò nel 1787 e disse di lei ….” Mai visto in tutta la mia vita uno splendore del genere …” Agrigento, nella sua storia millenaria, cambiò il nome diverse volte: i Romani la chiamarono Agrigentum, gli Arabi Gergent e infine i Normanni la cambiarono in Girgenti, e tale rimase fino al 1926 quando la città prese il nome definitivo di Agrigento. Nel cuore della città araba e normanna, sulla piazza del Municipio, domina la chiesa di San Domenico, accanto il Palazzo dei Giganti, simbolo della cittadina che, nello stendardo, sono raffigurati mentre sorreggono il tempio della Concordia, simbolo di pace .
Al suo interno c’è il teatro Pirandello, un gioiello costruito nella metà dell’800 e intitolato inizialmente alla regina Margherita di Savoia.
Nel 1946, in occasione delle celebrazioni per il decennale della morte del drammaturgo, il teatro venne dedicato a Luigi Pirandello e tutt’ora qui vengono spesso rappresentate le sue opere. Per i 150 anni dalla scomparsa del Premio Nobel il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto presenziare e celebrare una cerimonia in suo onore.
Il programma racconta l'incomparabile patrimonio culturale, artistico ed archeologico esteso sull'intero territorio nazionale, un grande museo diffuso da divulgare e promuovere: il territorio del nostro BelPaese è infatti declinato nei suoi molteplici aspetti e risorse, con la storia, l'arte, l'architettura, i siti archeologici, i monumenti, la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi popolari, l'ambiente, le risorse naturali, le specialità enogastronomiche, le peculiarità dell'ingegno e del talento italiano ed internazionale. Quattro le rubriche all’interno del format: “Almanacco”, “Eccellenze”, “Gossip dell’Arte” e “Naturosa”, termine preso in prestito da uno scolaro che aveva identificato così il desiderio di immaginare la propria città e da anni nel copyright del format “Paesi che vai…” Tante le curiosità legate ai luoghi: le particolarità, gli antichi borghi, gli eventi, le feste, e il racconto di aneddoti su usi e costumi legati ai luoghi dell'arte e della storia. Il tutto arricchito dall’uso del Drone, primo format ad averne fatto uso e – per usare le parole del conduttore – “il mio primo autore”. Ogni appuntamento rispecchia le tradizioni, la cultura, le curiosità della popolazione: si snoda così una collana di miti, leggende, riti ed usanze frutti di storie millenarie. I paesaggi incontaminati, i parchi e le riserve naturali vengono descritti in tutta la sorprendente bellezza, un museo a cielo aperto da vivere e salvaguardare. Il format va anche alla scoperta dei prodotti tipici di punta nel mondo, dell’ingegno e del talento italiano, una vetrina dell'eccellenza del Made in Italy, un patrimonio di tradizioni e qualità che rappresentano il DNA del nostro Paese. Per rivedere le puntate, questo il link per accedere alla visione: