Goletta Colorado. Arcipelago di La Maddalena.
Con il patrocinio del Consorzio Flotta del Parco, Panoramica Video ha realizzato questo filmato che mostra la goletta Colorado e alcuni incantevoli scenari dell'arcipelago di La Maddalena.
Riprese e montaggio Pier Bruno Scotto. Aiuto operatore Pietro Dejana.
La Maddalena - (SS)
È la sorella maggiore di circa 60 isole e isolotti che compongono l’arcipelago a nord-est della Sardegna, di fronte alle coste galluresi, unica abitata all’interno del parco nazionale con la sua cittadina storica, ex base militare italiana e americana
Una strada percorre tutto il suo perimetro: 45 chilometri di panorami mozzafiato. Graniti e porfidi delimitano tratti frastagliati, insenature, calette e spiagge, mentre l’entroterra è fatto di dolci colline. La Maddalena dà il nome all’arcipelago del quale è l’isola maggiore e al parco nazionale di cui è centro amministrativo.
A lungo è stata base della Marina militare, di cui è testimone il museo navale Nino Lamboglia. La posizione strategica nel Mediterraneo ha inciso sulle sue vicende: nel 1793 l’esercito francese guidato da un giovane ufficiale corso, Napoleone Bonaparte, tentò di invaderla, fermato dalla flotta comandata dal maddalenino Domenico Millelire. L’isola attrasse, tra gli altri, anche le attenzioni dell’ammiraglio Nelson. Oggi cattura i desideri di vacanza degli amanti di scenari naturalistici di straordinaria bellezza.
Il suo centro abitato è l’unico dell’arcipelago: La Maddalena, fondata nel 1770, si affaccia su Palau, da cui dista venti minuti di traghetto. Sui vicoli lastricati del centro si affacciano palazzi del Settecento, come municipio e parrocchiale santa Maria Maddalena. Nel porticciolo di Cala Gavetta si innalza una colonna con l’effigie di Giuseppe Garibaldi, che visse gli ultimi 26 anni a Caprera, unita alla Maddalena dal passo della Moneta e celebre per: il Compendio museale garibaldino.
Ammirerai un suggestivo paesaggio lungo la strada di Spalmatore, caletta deliziosa. A tre chilometri dal centro c’è il fiordo di Cala Francese: fra macchia mediterranea e cava di granito, sentieri portano a scoprire insenature silenziose e spiagge da sogno. Nella parte meridionale, seguendo il lungomare di Padule, si arriva al Nido d’Aquila, vicino alla fortezza militare. Non lontano, un’altra meraviglia, Punta Tegge. A nord, oltre l’istmo dello Strangolato, ecco cale fatte di dune bianche e circondate da rocce modellate dal vento e spiagge: imperdibili Bassa Trinita, Cala Lunga e Monti d’Arena.
Dalla Maddalena partirai alla scoperta delle altre isole del parco: Santo Stefano a sud, Budelli e la celebre spiaggia Rosa, Razzoli, Santa Maria e Spargi a nord.
(Dal web)
Castello della Fava a Posada ~ 28 Giugno 2019 | Sardegna
Il castello della Fava di Posada è una delle fortezze medioevali meglio conservate della Sardegna, avvolta da misteri storici e leggende
Intorno al 1300 una flotta turca ( o saracena ) assediò Posada cercando di conquistarla per sfinimento e fame.
Per ingannare gli assedianti gli abitanti del borgo fortificato, ormai stremati e non in grado di reggere la battaglia, fecero mangiare una manciata di fave, ossia ciò che rimaneva delle loro derrate alimentari, a un piccione. Prima di liberarlo in volo, lo ferirono.
L’uccello cadde nell’accampamento nemico con lo stomaco pieno: lo strano gonfiore fu notato e così anche l’abbondante pasto, inducendo gli arabi a sovrastimare le risorse del castello: a quel punto desistettero dall’assedio.
Da questa leggenda deriva il nome del castello della Fava, fortezza costruita dai giudici di Gallura nel XIII secolo.
Il racconto leggendario non si discosta molto dalla realtà: a partire dal XIV secolo Posada fu subì diverse incursioni dei pirati saraceni, che l’adocchiarono dal mare come un tesoro e spesso la depredarono.
Non a caso, il borgo medioevale, inserito nel club dei borghi più belli d’Italia, è un ‘labirinto’ di stretti vicoli e piazzette nascoste: l’architettura stessa richiama imboscate, assalti e fughe.
Il castello, realizzato con conci di pietrame poco lavorati, si erge in cima a un verdeggiante colle calcareo, circondato dall'attuale centro abitato.
Salendo verso il castello ammiriamo la torre merlata e i ruderi della cinta muraria che, con la sua pianta quadrangolare irregolare, un tempo proteggeva anche alcune cisterne.
Dall’alto osserviamo di un panorama che va dalla valle del rio Posada ( percorribile in kayak ) alle incantevoli spiagge attorno alla borgata marina di San Giovanni di Posada.
Siamo nel territorio del parco di Tepilora, una delle aree verdi più grandi e belle dell’Isola con sentieri che si insinuano tra foreste, sorgenti, lagune e dune di sabbia, ideali per escursioni.
In età giudicale Posada era all’apice delle sue vicende storiche, terra di confine tra i giudicati di Gallura e d’Arborea.
Il castello fu a lungo conteso fra i due regni e nel 1380 finì anche nelle mani degli aragonesi per poi tornare agli arborensi sotto il comando di Brancaleone Doria.
Improbabile che fosse presidio militare, piuttosto dimora dei giudici, forse anche di Eleonora d’Arborea. C’è chi pensa fosse una residenza turistica ante litteram.
Posada fu luogo di confine anche prima del Medioevo, lo stesso toponimo Pausata indica ‘stazione di sosta’ e ‘luogo di frontiera’.
La sua storia iniziò circa nel V secolo a.C. sulle ceneri della fenicia Feronia, forse insediamento italico-etrusco, uno dei centri abitati sardi più antichi.
FONTE:
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Porto Venere (La Spezia) - Aprile 2017 -
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Porto Venere – Vedute
Panorama di Porto Venere
Provincia della Spezia
E' stato inserito tra i patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Sorge all'estremità meridionale di una penisola, la quale, staccandosi dalla frastagliata linea di costa della riviera ligure di levante, va a formare la sponda occidentale del golfo della Spezia o detto anche golfo dei Poeti. Alla fine di questa penisola si trovano tre piccole isole: la Palmaria, il Tino e il Tinetto; solo l'isola Palmaria, che sorge proprio di fronte al borgo di Porto Venere al di là di uno stretto braccio di mare, è in piccola parte abitata.
Molto rinomate sono le spiagge del comprensorio, grazie all'acqua cristallina e alla forte corrente del mar Ligure, che in prossimità della costa raggiunge repentinamente discrete profondità. Da segnalare le spiagge del lato nordovest dell'Isola Palmaria, citate peraltro nella Guida Blu del Touring Club Italiano e Legambiente. Sul borgo antico del paese, sulla falesia e sulle isole dell'arcipelago insiste il parco naturale regionale di Porto Venere, gestito dall'omonimo ufficio comunale.
Anche se le origini più antiche del borgo vengono fatte risalire sino al VI secolo a.C. con la presenza dei popoli Liguri[5], le prime datazioni storiche di Porto Venere risalgono a Claudio Tolomeo (150 d.C.[5]) e all'Itinerario Marittimo (Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini Augusti) dell'imperatore Antonino Pio del 161 d.C.[6] dove viene segnalato il borgo tra le località di Sestri Levante e Luni[6].
Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina[5], ma fu assalita e distrutta dal re Rotari dei Longobardi nel 643 d.C.[5]. I pochi reperti romani, consistenti in alcune murature rinvenute sotto il piazzale Spallanzani, si rifanno all'assorto periodo cristiano-monastico dei monaci di san Colombano, con l'antica chiesa di San Pietro della diocesi di Luni. Tra i secoli VIII e XI fu oggetto di ripetuti assalti dei pirati saraceni e normanni[5].
Nel 1815 fu inglobato nel Regno di Sardegna, secondo le decisioni del Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1927 il territorio fu compreso nel I mandamento di Spezia del circondario di Levante facente parte della provincia di Genova prima e, con l'istituzione nel 1923, della provincia della Spezia poi.
Apprezzata località di villeggiatura di fine Ottocento e inizio Novecento - tra i suoi visitatori più celebri vi fu Lord George Gordon Byron - è ancora oggi una meta turistica di punta del panorama spezzino e ligure.
Nel 1998 ha ottenuto per i suoi beni architettonici e naturalistici l'ingresso nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità tutelati dall'Unesco - assieme ai Rolli di Genova e al suo centro storico gli unici due beni inseriti per la Liguria - e dal 2001 sede dell'omonimo parco naturale regionale.
Simboli[modifica | modifica wikitesto]
Elephant beach - sardinia costa smeralda arzachena
Caraibi? Polinesia? No Sardegna.
aldobb.it