MUSEO PINO PASCALI - POLIGNANO A MARE
Intervista alla Direttrice del Museo Pino Pascali di Polignano a Mare, Rosalba Branà.
Di Antonella Pierno e Cosmo Laera per academy-of.eu
I laboratori del progetto Monet Culture in Motion
Il video racconta le attività realizzate nell'ambito del progetto Monet - Culture in MOtion nelle reti dei musei dell’Adriatico, Interreg IPA Programma CBC Italia-Albania-Montenegro. Finanziato con il primo bando per i progetti ordinari del programma INTERREG IPA CBC Italia-Albania-Montenegro 2014/2020(Asse prioritario 2 – Obiettivo specifico 2.2), si pone come obiettivo generale la creazione di un modello di rete tra musei e siti culturali nell’area del programma, secondo una metodologia comune e attraverso servizi e strumenti innovativi. Capofila del progetto Monet è il Ministero della Cultura del Montenegro. I partner sono: la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, ARATRO – Centro di arte contemporanea dell’Università degli Studi del Molise, la Regione Puglia- Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, il Ministero della Cultura della Repubblica di Albania, il Museo Marubi di Scutari. Partner associati è il Comune di Lecce).
We are glad to present you final video of the artistic laboratory that was held in Polignano a Mare from 19th May to 1t June 2019. The artists - Francesca Speranza (Apulia) interested in photography and Vlatka Vujosevic (Montenegro), Ermal Rexhepi (Albania), Ivana Volpe (Molise), all three visual artists, have been working at the making of their artworks in one of the halls of the museum open to the public, interacting furthermore with the visitors. In the two weeks of the stay, the artists also had several field visits. For that purpose, they visited Polignano a Mare, Trani and Grottole. This video is only a short overview of this valuable networking experience that was possible thanks to MONET project and INTERREG IPA CBC Italy-Albania-Montenegro Programme.
Cinque bachi da setola e un bozzolo
È il titolo della mostra inedita ed esclusiva per l'Italia che Fabio Sargentini, il gallerista e mèntore di Pino Pascali, ha ideato per la Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare.
Nel marzo del 1968, a pochi mesi dal suo tragico incidente, Pino Pascali presso la Galleria L'Attico di Fabio Sargentini, espone per la prima volta i Bachi da setola, sculture a forma di grandi bruchi realizzati con materiale industriale e dai colori sgargianti, spazzoloni in acrilico sostenuti da una struttura in ferro e posizionati ad invadere lo spazio della galleria.Pascali presenta sempre le sue opere in modo scenografico e i Bachi da setola ben si prestano a dominare lo spazio con forme morbide e variabili, un'invasione pacifica di elementi naturali creati artificialmente; nel contempo innesca cortocircuiti tra parola e forma, da seta a setola il passo è breve e l'artista ancora una volta si muove su diversi piani incrociando linguaggio e oggettualità.
Per rafforzare il concetto di finzione dell'arte, elabora delle finte ragnatele, simulate alla perfezione con fili, schiume, prodotti sintetici mescolati abilmente dallo stesso artista, e posizionate sul muro al di sopra dei finti-bachi realizzati con gli spazzoloni che appunto servono a togliere le ragnatele dal muro. Le ragnatele andarono perdute, poiché costituivano l'aspetto effimero e giocoso dell'allestimento.
Dopo oltre 40 anni Fabio Sargentini propone un evento speciale ricostruendo filologicamente la mostra dei ' Cinque bachi da setola e un bozzolo' esattamente come fu allestita nel marzo del 1968 dall'artista insieme al suo gallerista.
La mostra rappresenta una novità assoluta nel campo delle presentazioni delle opere di Pascali, l'idea di Fabio Sargentini è farla rivivere così com'era stata concepita nel 1968, per testare una carica e una forza non ancora esaurite.
Dal 14 settembre 2012 al 25 novembre 2012
Museo Pino Pascali (ex Mattatoio Comunale), via Parco del Lauro 119, Polignano a mare
tel.080 4249534
h 10.00/13.00 - 17.00/21.00. Lunedì chiuso.
museopinopascali.it
facebook.com/Museo-Pino-Pascali
Realizzazione Video: Antonella Sibilia
ANGELO FILOMENO E HELIDON GJERGJI al Museo Pino Pascali
ANGELO FILOMENO E HELIDON GJERGJI
DUE MOSTRE PER L’ESTATE DELLA FONDAZIONE PINO PASCALI
Tra Mediterraneo, Africa e Area Adriatica, a cura di Antonio Frugis e Santa Nastro
fino al 2 settembre 2016
Presso la Fondazione Pino Pascali doppio appuntamento espositivo che coinvolge due importanti protagonisti della scena artistica mondiale entrambi residenti a New York. Il primo è Angelo Filomeno. Con il titolo Angelo Filomeno, omaggio a Pino Pascali ‘africano’, la mostra a cura di Antonio Frugis presenta il lavoro di un artista che dipinge usando l’antica tecnica del ‘ricamo’ su preziose sete e tessuti etnici, tematiche riferite al primitivismo e ai riti sciamanici, ai simboli della vita e della morte nelle civiltà del Sud Italia e dell’Africa. Una passione quella per l’Africa che si è tramutata in una collezione di sculture antiche di grande pregio che saranno esposte in corollario alle opere di Filomeno insieme ad opere di Pino Pascali dedicate all’Africa, confermando così l’impegno del Museo nel racconto dell’eredità pascaliana presso gli artisti contemporanei.
Angelo Filomeno è nato a Ostuni nel 1963, vive e lavora a New York, vanta partecipazioni in prestigiose gallerie internazionali. Così ha scritto di lui Paolo Vagheggi:
“Le sue opere sono costruite con straordinari, preziosi e complessi ricami realizzati con macchina da cucire Singer in fili di seta su shantung, con rifiniture manuali, di cui è esperto avendo appreso la tecnica da bambino, al fianco della madre sarta”.
Alla 52.Biennale di Venezia del 2007 curata da Robert Storr, Angelo Filomeno ha conquistato la scena internazionale proponendo immagini di scheletri ricamati con fili d’oro su pannelli di shantung di seta blu notte, inquietanti cavalieri della morte sullo sfondo di metropoli infinite.
La seconda mostra personale è dedicata all’artista albanese, ma residente a New York, Helidon Gjergji, in un progetto a cura di Santa Nastro. Nato a Tirana, vive e lavora a New York. Il suo curriculum vanta la partecipazione a mostre e Biennali in tutto il mondo, dalla 52.edizione della Biennale di Venezia alla ottava edizione di Manifesta a Murcia in Spagna, alla prima Biennale di Tirana; inoltre la 12. Biennale di Architettura di Venezia e mostre in importanti musei internazionali quali il New Museum di New York, il Museo Madre di Napoli, il Chelsea Art Museum, per citarne alcuni.
La mostra, intitolata Screenings, si annuncia come una sorta di diagnosi sui mali della società attuale e riconferma l’interesse della Fondazione Pino Pascali per i temi sociali legati all’area adriatica e balcanica. Tra le tipologie di screenings poposte vi sarà l’installazione ‘e-mages’, che trasforma in una slide show presentation l’album di famiglia confezionato dalla mamma di Giuseppe Stalin, Ketevan Geladze, da cui emerge un inedito ritratto del despota intimo e domestico senza che nulla possa far presagire i tempi bui della sanguinosa dittatura. Ne scopriamo i momenti più felici: abbracci, sorrisi, attimi che si rifrangono e si frammentano, come in una matriosca iperrealista, sullo specchio rotto e implacabile della Storia. In occasione della mostra, inoltre, l’artista realizzerà una struggente installazione site specific intitolata Seta di Damasco, un omaggio ai tanti morti in mare prima di raggiungere le nostre sponde. Helidon Gjergji è tra i protagonisti del famoso progetto Facades, ideato nel 2000 dall’allora sindaco di Tirana, ed oggi Primo Ministro Edi Rama, che segna la rinascita artistica dell’Albania e che diviene sulla scena mondiale un limpido esempio di come l’Arte possa diventare un simbolo emblematico per lo sviluppo e la qualità della vita di un territorio.
Sulle facciate dei grigi caseggiati di Tirana oltre a Gjergji, che ha scelto di lavorare sulla facciata di un complesso di edilizia popolare, il progetto ha coinvolto artisti quali Tomma Abts, Olafur Eliasson, Liam Gillick, Dominique Gonzalez Foerster, Tala Madani, Anri Sala, Rirkrit Tiravanija.
Info:
Angelo Filomeno, omaggio a Pino Pascali ‘africano’ a cura di Antonio Frugis
Helidon Gjergji, Screenings a cura di Santa Nastro
Direzione artistica Rosalba Branà
Ingresso gratuito
La mostra rimarrà aperta fino al 2 settembre 2016
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13 / 17-21. Lunedì chiuso.
Visite su appuntamento, tel. 080.424.9534 -333.2091920
(La biglietteria chiude mezz’ora prima del museo – biglietto 2 euro più eventuali riduzioni a chi ne ha diritto).
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119 – 70044 POLIGNANO A MARE (BA) – PH/fax: +39 080 4249534
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L’ARTE È PER TUTTI - Fondazione Pino Pascali
“L’arte è per tutti – percorsi di visita guidata al museo”: progetto della Fondazione Pino Pascali per sottolineare la propria sensibilità alle tematiche legate alla disabilità e all’inclusione sociale.
TG 04.06.12 Polignano, nuova casa per la Fondazione Pascali
La Fondazione Museo Pino Pascali ha una nuova casa. La sede, dedicata al grande artista di Polignano a Mare, è stata inaugurata nella cittadina barese dal governatore Nichi Vendola.
Uno sguardo sul mondo - Opere da una collezione privata
MUSEO PINO PASCALI - POLIGNANO A MARE
UNO SGUARDO SUL MONDO - Opere da una collezione privata --
Mostra a cura di Guido Orsini e Mary Angela Schroth
La scelta critica e curatoriale di Guido Orsini e Mary Angela Schroth si è focalizzata sugli artisti: Donald Baechler, Robert Beck, Paolo Canevari, Jessica Carroll, Elmgreen & Dragset, Giuseppe Gabellone, Robert Gober, Arturo Herrera, William Kentridge, Jeff Koons, Sarah Lucas, Marepe, Olafur Eliasson, Tom Sachs e Andrea Zittel.
Douglas Andrews ha iniziato a collezionare opere d'arte alla fine degli anni ottanta e, dopo una visita al Museo Pino Pascali lo scorso ottobre, ha proposto l'esposizione di una parte significativa della sua vasta collezione.
Il Museo inizia così una collaborazione con le collezioni private più significative italiane e straniere che temporaneamente saranno esposte nei nostri spazi.
Il progetto curatoriale di Mary Angela Schroth (collaboratrice da tempo di Andrews e archivista della sua collezione) e Guido Orsini (artista e designer, amico di Douglas) segue un fil rouge pascaliano: la multimedialità e la pluralità, il disegno, il gioco, gli oggetti di ri-uso, i materiali poveri, la provocazione, l'aspetto dissacrante e il rapporto con la natura.
Per il nostro territorio sarà l'occasione per riflettere sulla complessità delle scelte operate dal collezionista, accostarci al suo gusto personale, cogliere le sue preferenze estetiche, ripercorrendo l'evolversi del linguaggio dell'arte contemporanea dell'ultimo trentennio poiché ogni generazione di artisti porta con sé nuovi modi di leggere la realtà.
Una collezione d'arte è un organismo vivente, una chiave per leggere e capire la ricerca e la storia individuale del collezionista fatta di intrecci, condivisioni, complicità con artisti, galleristi, critici e appassionati di arte.
Le opere in mostra sono in gran parte inedite per l'Italia.
Amici del Museo:
Masserie Coccaro & Maizza, Savelletri
Hotel Covo dei Saraceni
****
La Fondazione Museo Pino Pascali è Punto FAI, delegazione di Bari.
***
Info: La mostra rimarrà aperta dal 2 marzo al 1° maggio 2013
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13 e 17-21, lunedì chiuso.
visite su appuntamento, tel 080.424.9534 -333.2091920.
Ingresso euro 1
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Video realizzato da Antonella Sibilia
Musiche di Peaking Lights
Contaminazioni. Pino Pascali e il cinema anni '60
La mostra Contaminazioni. Pino Pascali e il cinema anni '60 è aperta dal 20 ottobre fino al 18 novembre 2012.
La Fondazione Museo Pino Pascali organizza nell'ambito della Sezione Didattica, la mostra 'Contaminazioni. Pino Pascali e il cinema anni '60', a cura di Yamuna J. S. Illuzzi e Serena Specchio, in collaborazione con la Regione Puglia -- Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo -- Mediateca regionale.
La mostra intende indagare i possibili influssi tra l'opera artistica di Pino Pascali e il cinema attraverso una selezionata esposizione di manifesti e locandine dei film prodotti e distribuiti nelle sale cinematografiche tra il 1960 e il 1968, anno della scomparsa dell'artista.
Il percorso espositivo si snoda tra manifesti e locandine originali, spezzoni di film e pannelli fotografici atti a comparare le contaminazioni volontarie e involontarie tra Arte e Cinema, due linguaggi entrambi basati sull'immagine.
L'arte visiva e il cinema anni 60' possono essere studiati di pari passo per ricostruire alcuni aspetti dell'Italia anni '60 quali il boom economico, la guerra in Vietnam e la protesta giovanile, la ricerca di una dimensione più armonica con la natura e l'attenzione delle nuove generazioni verso scenari pacifisti e gli studi di antropologia culturale.
La produzione dell'artista pugliese si è articolata in cicli di opere e, per alcuni di essi, è stato possibile trovare precise corrispondenze in ambito cinematografico.
Le sezioni in cui si articola la mostra sono:
Pascali e la sua Africa
La società sempre più tecnologizzata, meccanizzata ed industrializzata degli anni '60 muove l'attenzione degli studiosi, come Levi-Strauss, verso orizzonti opposti, la ricerca delle origini e di stili di vita più naturali. Tarzan è l'eroe per eccellenza dell'epoca e i film dei quali è protagonista, già in produzione dai primi decenni del '900, non solo conoscono ampia diffusione ma vengono anche riprodotti in gran copia e finanziati nuovi episodi (Tarzan in India, Tarzan contro gli uomini blu, etc.). L'interesse per il selvaggio e il primitivo si leggono in diverse opere di Pascali: gli spot pubblicitari in cui raffigura animali della savana per lo studio Lodolo-Saraceni, le finte sculture rappresentanti frammenti di rinoceronti, dinosauri ed enormi cetacei e ancora le liane, i ponti realizzati in strutture di pagliette di lana d'acciaio, gli attrezzi agricoli, etc.
Il gioco delle Armi
Le Armi per Pino Pascali hanno una valenza soprattutto estetica, sono assemblaggi di oggetti disparati che imitano armi vere ma che, a differenza di queste ultime, non sparano. Gli spazi espositivi si trasformavano in campi da gioco-militari e, per aumentare la finzione, Pascali stesso si metteva in scena travestendosi da soldato. Il personaggio cinematografico che ha una simile visone delle armi è James Bond. L'agente 007 in ogni episodio della saga sfoggia innumerevoli gadget, dalla sigaretta esplosiva alla scarpa-pugnale (Agente 007 -- Si vive solo due volte, Agente 007 -- Dalla Russia con amore, etc.). Le armi non rispecchiano per nulla la pericolosità che viene loro attribuita nel mondo reale ma, al contrario, la giocosità e la funzione estetica.
Dolce Roma anni '60
La Roma del boom economico nella quale il giovane Pascali visse, studiò ed operò come artista viene descritta attraverso film dell'epoca come La dolce vita, Uccellacci e Uccellini, I mostri.
Uno degli aspetti, prodotti del benessere economico, sui quali Pascali si sofferma maggiormente è l'immagine della donna, il cui corpo negli anni '60 viene liberato dalle costrizioni precedenti ma anche mercificato e riproposto ossessivamente (Lolita, Le tentazioni del dottor Antonio in Boccaccio '70). L'artista pugliese in opere come Seni, Gravida, Grande bacino di donna, Primo Piano Labbra, ingrandisce dettagli del corpo femminile mostrandosi così molto vicino alle istanze della Pop Art americana; allo stesso periodo appartengono alcune opere in cui rimpicciolisce monumenti romani: Roma è la vera protagonista che stimola l'immaginario anche degli artisti amici di Pascali, da Cesare Tacchi a Franco Angeli, da Sergio Lombardo a Renato Mambor, figure fondamentali della 'Scuola di Piazza del Popolo'.
La mostra è visitabile nei seguenti giorni ed orari:
dal 20 ottobre al 18 novembre 2012
dal martedì alla domenica ore 11--13 / 17-21
lunedì chiuso
Fondazione Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
Polignano a Mare (Bari)
Visite guidate su prenotazione
Info e prenotazioni:
Tel: 080 4249534 (orari d'apertura del Museo)
E-mail: segreteria@museopinopascali.it, yamuna.illuzzi@gmail.com
Sito internet: museopinopascali.it
Il servizio è realizzato dalla Rai Regione Puglia
Est / Ovest - un dialogo tra Puglia e Montenegro
Est / Ovest - un dialogo tra Puglia e Montenegro
La mostra Est/Ovest, un dialogo tra Puglia e Montenegro nasce dalla collaborazione tra il Museo Fondazione Pino Pascali e il Ministero della Cultura della Repubblica del Montenegro, con il supporto della Regione Puglia, del Consolato del Montenegro di Bari, della Fondazione Gramsci di Puglia.
Il progetto, a cura di Rosalba Branà con la collaborazione di Antonio Frugis e Mariapaola Spinelli, è stato ospitato nel maggio scorso a Cetinje, capitale culturale della Repubblica Montenegrina, con una collettiva di artisti pugliesi e una selezione di opere video di artisti provenienti dalla collezione del Museo Pino Pascali.
La mostra 'Est/Ovest, un dialogo tra Puglia e Montenegro', una selezione di artisti montenegrini, è la seconda tappa di un progetto che nasce con l'intento di creare una rete di scambi culturali con i paesi che si affacciano sul mare Adriatico. L'intento è creare un dialogo virtuale e un rapporto vitale tra le due sponde dell'Adriatico, uno spazio visivo nel quale narrarsi e conoscersi, una preziosa occasione per definirsi gli uni rispetto agli altri pur conservando la propria identità per giungere , attraverso il linguaggio dell'arte, ad una pratica culturale collettiva e condivisa.
La mostra presenta sei artisti montenegrini: Irena Lagator, Danijela Mrsulja, Marija Popovic e Natalija Vujosevic conosciute in Montenegro e all'estero, due giovani artisti selezionati dall'Accademia di Belle Arti di Cetinje, Ana Pejovic e Djordje Rasovic.
La mostra Est / Ovest - un dialogo tra Puglia e Montenegro resterà aperta sino al 14 ottobre 2012.
Fondazione Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
Polignano a Mare (Bari)
dal martedì alla domenica ore 11 -- 13 / 17-21
lunedì chiuso.
Visite guidate su prenotazione.
Tel: 080.4249534
Cell: 3332091920
museopinopascali.it
facebook.com/Museo-Pino-Pascali
Realizzazione Video: Antonella Sibilia
Compagni di strada
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
'Compagni di strada'
Pino Pascali e Franco Angeli, Mario Ceroli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Jannis Kounellis, Sergio Lombardo, Renato Mambor, Mario Schifano, Cesare Tacchi
a cura di Lia De Venere
L'opera di Pino Pascali è stata presentata -- nelle numerose mostre a lui dedicate dopo la sua precoce scomparsa -- quasi sempre isolata dal contesto nel quale l'artista si trovò ad operare -- la Roma del periodo compreso tra la fine degli anni '50 e il 1968 -- in cui la capitale conobbe uno straordinario e proficuo avvicendarsi di eventi artistici.
Nell'esposizione Roma anni '60 (Roma, Palazzo delle Esposizioni, dicembre 1990-febbraio 1991), il clima fervido di quegli anni è stato rievocato in maniera circostanziata, attraverso le opere in mostra e i saggi e le interviste in catalogo. Anche alcune più recenti iniziative espositive, sebbene in maniera meno ampia, hanno dato conto di quella stagione per molti aspetti irripetibile.
La mostra, che si terrà dal 30 novembre 2013 al 26 gennaio 2014 a Polignano a Mare nella nuova sede della Fondazione Museo Pino Pascali, la cui mission è conservare la memoria dell'opera dell'artista pugliese prematuramente scomparso, vuole far conoscere -- attraverso una selezione di lavori dei suoi compagni di strada (artisti noti a livello internazionale oggi ancora attivi come Kounellis, Ceroli, Fioroni, Lombardo, Mambor, Tacchi, o ormai scomparsi come Schifano, Angeli, Festa) -- ciò che accadeva intorno a lui.
Tutto ciò per offrire un quadro delle reciproche influenze tra i protagonisti delle vicende artistiche di quel periodo, dei temi che affrontarono e dei modelli cui si ispirarono, dell'eredità che hanno lasciato alle generazioni successive.
Per ognuno degli artisti si presenteranno due opere, una del periodo compreso tra l'inizio degli anni '60 e il 1968, e l'altra di epoca successiva, che darà conto anche se in maniera sintetica degli sviluppi delle premesse delle loro ricerche.
La mostra è accompagnata da un catalogo che conterrà un testo della curatrice, le foto di tutte le opere esposte e un testo di Bruno Di Marino sui film realizzati da alcuni degli artisti in mostra.
La mostra rimarrà aperta dal 30 novembre 2013 al 26 gennaio 2014.
Orario: dal martedì alla domenica ore 11-13, 17-21; lunedì chiuso.
La Fondazione Pino Pascali resterà chiusa i giorni 24,25 e 31 dicembre 2013 e 1 gennaio 2014
FONDAZIONE MUSEO PINO PASCALI
VIA PARCO DEL LAURO 119
70044 POLIGNANO A MARE (BA)
Uscita SS16 -- Polignano Sud
PH/fax: +39 080 4249534 / +39 3332091920
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Video: Antonella Sibilia
Musica: Nicolas Chientaroli Trio Be-Bop
Project Room_#1 Pierpaolo Miccolis
Project Room -- Fondazione Museo PinoPascali
Il Museo e il suo territorio - L'idea e la materia
a cura di Isabella Battista e Luna Pastore
#1: Pierpaolo Miccolis - Nella coda sta il veleno a cura di Isabella Battista
19 gennaio- 17 febbraio 2013
La Fondazione Museo Pino Pascali dà inizio alla rassegna Il Museo e il suo territorio con la mostra personale Nella coda sta il veleno dell'artista Pierpaolo Miccolis a cura di Isabella Battista, dal 19 gennaio al 17 febbraio 2013 nella Project Room del Museo.
Primo appuntamento della mostra è un workshop che vede la collaborazione del nuovo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Bari, prof. Giuseppe Sylos Labini, e la partecipazione di alcuni studenti scelti tra gli iscritti alle classi di Decorazione e Pittura che interagiranno con l'artista.
La mostra sarà invece aperta al pubblico a partire da sabato 19 gennaio alle ore 18.30, sarà possibile conversare con l'artista e visionare una breve presentazione del lavoro svolto durante il workshop.
La rassegna Il Museo e il suo territorio sonda e presenta al pubblico le giovani realtà artistiche che si muovono sul territorio pugliese. Obiettivo dell'edizione 2013 è quello di realizzare una mostra e un workshop a cadenza mensile durante il quale giovani artisti emergenti presenteranno il proprio percorso formativo e artistico in diretta dimostrando il personale processo di trasformazione di un'idea in materia.
Pierpaolo Miccolis inizia il suo percorso di studi diplomandosi in Tecnico e Stilista di moda presso l'Istituto A. Agherbino di Noci (BA), successivamente si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Bari, indirizzo Pittura. In questo periodo inizia ad esporre in Italia e all'estero e a partecipare a rassegne e premi internazionali. Nel 2011 termina il biennio specialistico presso l'Accademia di Belle Arti di Bari con indirizzo Decorazione.
L'uso dell'acquerello, tecnica antichissima, ha per l'artista un significato ben preciso, legato alla sua caratteristica rapidità di esecuzione che lo rende estremamente attuale.Partito con i monocromi su carta, Miccolis si è lasciato ispirare dalla poesia delle macchie di colore, tipicamente impressioniste, con cui ha elaborato un linguaggio estremamente sintetico nella forma, ma nello stesso tempo ricercato nei sapienti accostamenti cromatici.
Con la mostra Nella coda sta il veleno Pierpaolo Miccolis presenta per la prima volta due cicli inediti di acquerelli su carta denominati rispettivamente Bestiari e Aviarii, frutto di uno studio approfondito sull'anatomia e metamorfosi dei corpi animali, riprodotti su supporti di medio e grande formato, in cui si enfatizzano le caratteristiche principali di ciascun soggetto, modificandole tuttavia in maniera radicale con elementi estranei e del tutto avulsi dalla realtà.
Alla mostra si accede dall'ingresso laterale del Museo.
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Project Room_#3 Maria Grazia Carriero
ProjectRoom -- Fondazione Museo Pino Pascali
Il Museo e il suo territorio - L'idea e la materia
a cura di Isabella Battista e Luna Pastore
#3 At home 1578 di Maria Grazia Carriero a cura di Nicola Zito
sino al 21 aprile 2013
Presentazione venerdì 5 aprile ore 18.30
Per il terzo appuntamento della rassegna Il Museo e il suo territorio la Fondazione Museo Pino Pascali ospita la mostra personale di Maria Grazia Carriero At home 1578 a cura di Nicola Zito, dal 27 marzo al 21 aprile 2013 nella Project Room del Museo.
La rassegna Il Museo e il suo territorio presenta al pubblico le nuove realtà artistiche pugliesi realizzando mostre e workshop a cadenza mensile durante le quali giovani artisti emergenti presentano il proprio percorso formativo e artistico in diretta dimostrando il personale processo di trasformazione di un'idea in materia.
Il workshop di questo terzo appuntamento è fissato per mercoledì 27 marzo e vede la partecipazione di alcuni studenti della classe di scenografia dell'Accademia di Belle Arti di Bari e alcuni studenti delle scuole superiori ad indirizzo artistico. Con i ragazzi l'artista realizzerà una scultura site specific che resterà visibile per tutta la durata della mostra. Venerdì 5 aprile alle ore 18.30 si terrà invece la presentazione ufficiale della mostra durante la quale sarà possibile conversare con l'artista.
I due cicli esposti, Nature e Circle, rappresentano un momentaneo punto di arrivo. At home 1578 si presenta come un temporaneo approdo di quel percorso, intrapreso da diversi anni, che ha spinto Maria Grazia Carriero a indagare il concetto di virtualità non solo sotto l'aspetto filosofico ma anche antropologico; ad analizzare gli ambiti della memoria e superstizione popolare (Count, Ritratto di famiglia); a esaminare, con l'uso dei QR code, i meandri di una realtà virtuale e telematica quale nuova frontiera inesplorata per il genere umano.
La forte esperienza umana e culturale maturata a Marrakech è alla base di At home 1578, mostra nella quale Maria Grazia Carriero presenta due cicli di opere, Nature e Circle, realizzate con pasta di grano duro bruciata e fissata su forex attraverso l'uso della resina, che si pongono come il risultato di un percorso di riflessione e creazione artistica, intrapreso a casa e durato 1578 ore.
Maria Grazia Carriero, nata nel 1980 a Gioia del Colle, vive e lavora a Palagiano (TA). Diplomata nel 2004 all'Accademia di Belle Arti di Roma, ha conseguito la specializzazione in Arti visive e discipline dello spettacolo presso l'Accademia di Bari.
Il comune denominatore della sua ricerca, che passa dalla pittura alla fotografia, dal video alle installazioni, è la virtualità come concetto filosofico e antropologico. Pur legata al territorio d'origine, è sospinta da una forte inquietudine che l'ha spinta ad allontanarsi da esso; il viaggio diventa così una costante tematica dei suoi lavori, nei quali approfondisce gli aspetti tecnologici e comunicativi legati alla virtualità, attraverso lo sviluppo di opere basate sul linguaggio in codice dei QR code.
Tra i suoi viaggi è fondamentale quello in Marocco, un soggiorno lungo sette mesi che le ispirerà l'utilizzo della pasta come mezzo espressivo e come simbolo del forte senso d'appartenenza al proprio territorio.
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Video realizzato da Antonella Sibilia
Musica: Lessazo Intro tiè ba tié Moussa
Hot Fire Them never love no bans
AUDITORIA - Leslie Deere - 2007
Le opere sono state appositamente realizzate per il Museo Pino Pascali dopo una serie di viaggi in Puglia serviti alla giovane artista per 'raccogliere' materiale sonoro e visivo e conoscere da vicino i luoghi 'pascaliani'.
Le installazioni sonore di Leslie Deere si collegano idealmente alle sperimentazioni linguistiche e musicali del movimento Fluxus a cui aggiunge una messa in scena a volte spettacolare a volte più intimista e poetica.
La mostra si apre con un acquario popolato da comuni pesci: lo spettatore indossando delle cuffie acustiche riesce a sintonizzarsi ad ascoltare i rumori e le vibrazioni e tentare un interazione con i piccoli abitanti del mare. Ascolteremo suoni del mare, rumori di abissi, voci di pescatori, preghiere e canti di chiesa, sollevando il tappo di 7 bianche bottiglie, al cui interno sono custoditi questi preziosi suoni che sembreranno emergere da un passato lontano. Una suggestiva installazione di tamburelli tipici della notte della taranta occupa un ambiente del Museo, saranno gli stessi strumenti che decideranno autonomamente il momento propizio per suonare e coinvolgerci così in un ambiente multisensoriale di forte impatto.
Leslie Deere si è voluta ispirare alla cultura popolare e tradizionale mediterranea misurandosi e capovolgendo gli stereotipi legati alla percezione che i turisti hanno del Sud Italia, ha salvaguardato il rapporto che ancora esiste tra la natura e l'uomo, la forte identità dei luoghi e dei modelli di vita che, a suo parere, non sono ancora del tutto massificati e stravolti come in altre parti del mondo, l'artista spinge la sua ricerca artistica verso nuove frontiere del linguaggio dell'arte: il design acustico proteso a migliorare il 'paesaggio sonoro' del mondo. L'uso di tecnologie elettroniche avanzate serve all'artista per creare una continuità tra il passato e il presente, creando un corto-circuito emozionale e magico che costringe lo spettatore a diventare il principale attore di una storia che ci appartiene ancora e che va riscoperta.
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Gianni Leone. Inventario: 1979-2015
In mostra negli spazi della Fondazione Museo Pino Pascali di Polignano a Mare fino al 3 aprile 2016 una selezione di scatti dal 1979 al 2015 del fotografo barese Gianni Leone.
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Polignano, Pino Pascali torna nelle sale della Fondazione a lui dedicata
Cinquant’anni senza Pino Pascali. AlL’artista barese, originario di Polignano a Mare e scomparso a soli 33 anni a Roma nel 1968 è dedicata la nuova mostra della Fondazione che porta il suo nome.
Dialoghi 3.0. Pino Pascali e Claudio Cintoli, il primo appuntamento che dal 24 marzo, inaugura le celebrazioni per l’artista. Il servizio di Isabella Battista
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Premio Pino Pascali 2010 - Jake & Dino Chapman
I fratelli Chapman, Jake (1966) e Dinos (1962), appartengono alla Young British Art: la generazione di artisti inglesi lanciata a livello planetario con la celebre mostra SENSATION del 1997 alla Royal Academy of Arts di Londra. Dopo quell'evento il loro successo è stato inarrestabile. Si sono susseguite mostre nei principali musei del mondo, dalla Tate Britain di Londra al PS1 di New York e partecipazioni alle Biennali di Venezia, Sidney ecc. In Italia, la loro installazione Fucking Hell (2008) è esposta al Palazzo Grassi di Venezia nella collezione di Francois Pinault.
La Commissione del Premio Pino Pascali composta dalla Direttrice della Fondazione Pascali Rosalba Branà, da Pietro Marino, critico d'arte e Carlo Berardi, curatore della mostra a Polignano ha così motivato la scelta:
I Fratelli Chapman hanno saputo infondere al linguaggio dell'arte contemporanea una nuova vitalità estetica sospesa tra tragica bellezza e cruda verità; trasferendo sul piano simbolico l'irrazionalità della vita e della morte, hanno messo a nudo la falsa coscienza del tempo e i turbamenti dell'animo umano.
Titolo della mostra: ' A little more nasty talk may yet be in order.' (Un altro discorsetto più balordo potrebbe essere in cottura').
Polignano, la prima mostra personale in assoluto in Italia in uno spazio istituzionale, i fratelli Chapman hanno esposto opere storiche degli anni '90: le famosissime e inquietanti sculture delle bambine-siamesi della serie 'Mannequins'. I due artisti hanno realizzato un inedito ambiente site-specific di forte impatto emotivo. In mostra anche le ultime sculture 'africane' del ciclo 'Shamanov Sculptures' ed altre in bronzo esposte anche alla Tate Modern. In mostra le 83 incisioni di Goya 'ritoccate', 15 sculture, un'ambiente site-specific.
Jake e Dinos Chapman smascherano l'ipocrisia contemporanea della storia, della guerra, delle religioni, del corpo e dell'Eros. Tutto finisce nel tritacarne apocalittico dei due artisti inglesi.
Maniacale la ricostruzione di ogni dettaglio, agghiaccianti le scene ricostruite in modellini delle orge delle SS, i riferimenti espliciti alle le guerre di sterminio etniche. Al centro della poetica simbolica dei Chapman vi è il massacro dell'essere umano portato contro la sua stessa umanità e quella degli altri. La loro ironia è scioccante, devastante per chi osserva le installazioni di scheletri, teschi, corpi mutilati e violentati di uomini donne e bambini. Le opere dei Chapman entrano nello spettatore con la forza di un'arma che lascia ferite profonde nella coscienza collettiva. Si può affermare che nessuno meglio di loro conosce i lati più oscuri dell'animo umano e le tenebre che hanno travolto l'Europa. I fratelli Chapman altro non fanno che trasferire sul piano simbolico dell'arte ciò che accade quotidianamente in varie parti del mondo, con una macabra ironia che serve ad alleggerire il peso della tragicità e portarla verso il grottesco, poiché anche la tragedia può avere risvolti comici e un'irresistibile ironia. Molti i riferimenti e le citazioni dalla Storia dell'Arte, dalle Danze Macabre del Medio Evo all'opulenza esasperata del Barocco. Punto di riferimento è Goya con le sue incisioni sui Disastri della guerra (1810-1820) che gli artisti inglesi rielaborano in modo del tutto personale, esposte in mostra le 80 stampe 'ritoccate' dagli artisti inglesi.
Realizzazione video: Yamuna Illuzzi
Fondazione Museo Pino Pascali
Via Parco del Lauro 119
Polignano a Mare (Bari)
dal martedì alla domenica ore 11 -- 13 / 17-21
lunedì chiuso.
Visite guidate su prenotazione.
Tel: 080.4249534
Cell: 3332091920
museopinopascali.it
facebook.com/Museo-Pino-Pascali
Best Attractions and Places to See in Polignano a Mare, Italy
Polignano a Mare Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Polignano a Mare We have sorted Tourist Attractions in Polignano a Mare for You. Discover Polignano a Mare as per the Traveler Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Polignano a Mare
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List of Best Things to do in Polignano a Mare, Italy
Centro Storico di Polignano a Mare
Lama Monachile
Statua di Domenico Modugno
Costa Dei Trulli
Coco Beach Club
Ponte Borbonico di Lama Monachile
Piazza Dell'orologio
Abbazia di San Vito
Chiesa Madre di S. Maria Assunta
Fondazione Museo Pino Pascali
Frammenti visionari del Museo Pino Pascali
ll Museo Pino Pascali di Polignano a Mare (BA), nato nel 1998 come museo comunale, è attualmente l'unico museo d'arte contemporanea stabile in Puglia.
Questa suggestiva struttura architettonica è stata pensata per ospitare eventi di rilievo nazionale e internazionale, oltre al prestigioso Premio Pino Pascali.
L'allestimento della nuova sede ha dedicato due sale alle opere dell'Archivio e del Fondo Pino Pascali, divenute in tal modo collezione permanente del museo. Disegni, scenografie e opere realizzate negli anni di attività dell'artista trovano così finalmente la casa con vista mare tanto desiderata da Pascali, come rivelano i suoi ultimi scritti.
1192 - L'artista IGINIO IURILLI raccontato da Alessandro Piva - PROMO
L'artista Iginio Iurilli è partito negli anni sessanta con la pittura. Dopo un periodo di sperimentazione di nuove tecniche e materiali, realizza i primi bassorilievi in legno intagliato ricoperti di sale, di polvere di marmo o di sabbia di deserto e i grandi ricci di mare, per i quali ha conosciuto notorietà in Italia e all'estero.
Alessandro Piva segue l'allestimento di due importanti mostre dell'autore, a partire dai momenti riflessivi della ricerca fino alla realizzazione delle sculture e l'allestimento nei musei.
Regia: Alessandro Piva
Camera e Post: Michele Falleri
Montaggio: Alessandro Piva, Michele Falleri
Ringraziamenti:
Fondazione Museo Pino Pascali
Polignano a Mare
Pinacoteca Provinciale
Corrado Giaquinto di Bari
Virginia Ryan@ Pino Pascali/Short introductory film
Exhibition 'FLUID TALES' April~June 2014.Pino Pascali Museum.
Personale al Museo Fondazione Pino Pascali curata da Lia del Venere e Rosalba Brana ,Italia, 2014.