Teatro Gli ultimi giorni di Giuseppe La Franca di Francesco Billeci & Francesca Currieri
Cambuca è oro, Cambuca non si tocca (Gli ultimi giorni di Giuseppe La Franca) di Francesco Billeci & Francesca Currieri
Capodanno 1997: L’avv. Giuseppe La Franca, nasce a Partinico nel 1924. Dopo la scuola superiore, segue il corso di studio in giurisprudenza, conseguendo la laurea. Proprietario terriero, appassionato di campagna, concilia questa sua passione con l’impiego, presso il banco di Sicilia di Palermo. Nella sua città era conosciuto da tutti, per la sua disponibilità e cortesia. Abitava a Partinico, affrontando ogni giorno il viaggio verso Palermo, a bordo della “littorina” per raggiungere il posto di lavoro. Era legatissimo ai suoi genitori ed ebbe una lunga storia d’amore con una donna, vedova e madre di tre figli che, Giuseppe La franca, cresce e ama come fossero suoi. Una vita normale, divisa tra campagna e città e l’amore della sua vita. Difendeva con forza e determinazione, la libertà, le sue terre e l’amore nei confronti della sua donna e della famiglia.
Lina
Giuseppe perché te ne stai da solo con i tuoi pensieri? Sei assorto e silenzioso. Durante il brindisi di fine anno, ho intravisto il tuo sguardo, rigato di lacrime, posarsi su ognuno di noi. Il tuo sorriso era velato di tristezza. Quale è il tuo cruccio? Confidati con me marito mio.
Giuseppe
Sai Lina, stavo pensando al tempo in cui ci siamo conosciuti. Era l’anno sessantacinque. Io per andare a Palermo, prendevo il pullman in piazza, in prossimità della fontana degli otto cannoli, tu salivi a bordo dello stesso pullman, a Monreale. Il tuo viso era dolce e sorridente. Tenevi per mano una bambina. Non trovavi posto, io mi alzavo e ti cedevo il mio.
Lina
Io ti guardavo e tu abbassavi gli occhi a terra, tu mi guardavi ed io diventavo rossa. Un giorno mi vedesti salire sul pullman, vestita di nero. Dopo qualche mese ti avvicinasti a me con fare gentile e confidenziale.
Giuseppe
Mi sembra che il tempo si sia fermato. Ricordo, con esattezza, quando ti dissi che volevo occuparmi di te e dei tuoi bambini. Eri disorientata, non riuscivi a proferire parola.
Lina
Sentivo dentro di me un forte turbamento. Non pensavo tu potessi dire sul serio. Poi ho capito che le tue intenzioni erano reali. Sei diventato mio marito e il padre dei miei figli. Io ti sono grata e ti amo più della mia stessa vita. Giuseppe, mentre io rievoco i miei ricordi, tu ridi sotto il naso, perché?
Giuseppe
Non oso minimamente pensare all’atteggiamento che, potresti assumere, se ti esternassi i miei pensieri.
Lina
Dimmi marito mio, parla, placa la mia ansia.
Giuseppe
Lina, metti la mano sul mio petto ed ascolta il mio cuore.
Lina
Sento i tuoi battiti, sento l'anima tua, scivolarmi tra le dita.
Giuseppe
Lina, ti do una confidenza, io ho una moglie e un'amante!
Lina
Giuseppe, questa affermazione mi stupisce! Per di più continui a ridacchiare!
Giuseppe
Lina, la moglie sei tu, l'amante la stai calcando. L'amante è Cambuca. Fermati un attimo, ascolta la voce del vento che ci accarezza il viso, inspira il profumo della terra bagnata, goditi le letizie della natura.
Lina
Giuseppe, dimmi cosa ti turba? Sei stato contattato ancora una volta?
Giuseppe
Sono stato chiaro con loro. Li ho intimati a non accostarsi alle mie proprietà. Ho vietato loro, di portare le mucche a pascolare nei miei poderi. Si appropriano, con arroganza e aggressività, delle proprietà degli altri, pagando un corrispettivo irrisorio. Mio cugino Nicola è stato perseguitato e minacciato dai Fratelli Vaccara. Grazie al mio supporto, però, ha avuto il coraggio di denunciarli.
Lina
Alle tue decise dichiarazioni, come hanno reagito?
Giuseppe
Mi hanno minacciato di morte. Io non ho paura di loro, la terra è oro, Cambuca è oro, Cambuca non si tocca.
Lina
Cambuca è oro, Cambuca non si tocca! Dammi la mano Giuseppe, io sono con te, nel bene e nel male!
Tre giorni dopo, a Cambuca, un killer uccideva, Giuseppe La Franca, con un colpo secco di pistola. Il cadavere veniva ritrovato, dal corpo dei Vigili Urbani di Monreale, avvisati da alcune maestranze, impegnate nella manutenzione di una condotta idrica, collocata nella strada provinciale per Grisì.
Nessuno vide niente, nessuno sentì niente. Gigia Cannizzo, allora sindaco di Partinico, proclamò il lutto cittadino e lanciò un appello al Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, affinché si facesse luce sul caso. La collaboratrice di Giustizia, Giusy Vitale, alcun anni dopo, dichiarò ai magistrati della Procura della Repubblica di Palermo, che Giuseppe La Franca era stato ucciso da un killer, per ordine del fratello Leonardo, per essersi ribellato alla volontà della famiglia dei Fardazza non cedendo le proprie terre. San Giorgio a Cremano 06-12-2015.