Bocca della verità ( roma )
La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo pavonazzetto, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632.
Il mascherone rappresenta un volto maschile barbato; occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come raffigurazione di vari soggetti: Giove Ammone, il dio Oceano, un oracolo o un fauno. Nel periodo della Roma Antica, la Bocca della Verità era un tombino[1]. I tombini, nella Roma Antica, riportavano spesso l'effigie di una divinità fluviale che inghiotte l'acqua piovana.
Quel che è certo è che il mascherone gode di fama antica e leggendaria: si presume sia questo l'oggetto menzionato nell'XI secolo nei primi Mirabilia Urbis Romae[2] (una guida medievale per pellegrini), dove alla Bocca viene attribuito il potere di pronunciare oracoli. In essa si dice Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum (Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno; tale simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò).
Un testo tedesco del XII secolo racconta un mito avverso all'imperatore che fu ritenuto restauratore del paganesimo, anche se ne fu solo seguace e assertore: descrive dettagliatamente come, da dietro quella bocca, il diavolo - qualificatosi come Mercurio (non a caso protettore dei commerci e anche degli imbrogli) - trattenesse lungamente la mano di Giuliano (che aveva truffato una donna e su quell'idolo doveva giurare la propria buona fede), promettendogli infine riscatto dall'umiliazione e grandi fortune se avesse rimesso in auge le divinità pagane.
MITOS Y LEYENDAS 10: Mitología romana y su calendario (Documental Historia)
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#Historia #DiosesRomanos #Documental
MITOS Y LEYENDAS 10: Mitología romana y su calendario
EPISODIO 56 de PERO ESO ES OTRA HISTORIA (web serie documental)
La mitología romana es complicada. Separar los dioses indigetes (antiguos) de los novensides (de influencia griega) puede ser una tarea ardua, y apenas hay información al respecto.
Lo más destacable de los mitos autóctonos están en la leyenda de la fundación de Roma por parte de Rómulo y Remo alrededor del 753 a.C. Además es importante el calendario romano, donde se organizaban todas las fiestas y eventos para conmemorar a los dioses.
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Pero eso es otra Historia es una serie documental semanal emitida a través de Youtube que busca ser un resumen divertido de toda la historia de la humanidad, desde la creación de la Tierra hasta la actualidad. Si buscas curiosidades sobre la Historia, este es tu sitio.
Pellegrino Tibaldi Architetto e Pittore ad Ancona (manortiz)
Pellegrino Tibaldi detto anche il Pellegrini (più raro il Pellegrino) (Puria, 1527 – Milano, 1596
Ad Ancona il Tibaldi operò come architetto a Palazzo Ferretti e all'interno della Loggia dei Mercanti, edifici nei quali eseguì ampi cicli di affreschi. Inoltre lasciò in città un dipinto su tela raffigurante il Battesimo di Cristo, attualmente conservato nellaChiesa di San Francesco alle Scale; a lui sono attribuite la fontana delle Tredici Cannelle e Palazzo Bosdari
a costruzione di questo palazzo iniziò nel 1442 ad opera dell'architetto Giovanni Pace detto Sodo, in un periodo molto florido, dal punto di vista economico, per la città; è situato molto vicino al porto, da sempre fulcro degli intensi scambi mercantili indispensabili per l'economia di Ancona. Si voleva creare un luogo destinato alle riunioni di mercanti e dove questi potevano trattare liberamente dei loro traffici.
La facciata, in stile gotico veneziano, è dell'architetto Giorgio da Sebenico che vi lavorò dal1451 al 1459. Divisa in tre parti da quattro colonne in rilievo che terminano ciascuna con unpinnacolo; ognuna contiene una statua che rappresenta quattro virtù cardinali: dalla sinistra a destra esse sono: la Speranza, la Fortezza, la Giustizia e la Carità. Le due parti laterali hanno nella parte bassa dei grandi finestroni in vetro colorato a forma di arco ogivale concavo, chiuse dal 1758 per ragioni di statica[1]. Nella parte alta ospitano delle bifore cieche e, nella parte centrale, si trova la statua del cavaliere araldico dello stemma di Ancona; ai lati due targhe riportano l'iscrizione:
(LA)
« SUMPTIBUS ERECTUM COMUNITATIS ANCONAE » (IT)
« Costruito a spese della comunità anconetana »
Le sculture sono caratterizzate da un'ispirazione rinascimentale, specialmente quella del Cavaliere e quella che rappresenta la virtù della Carità, avvicinata per ispirazione all'iconografia della Venere Vincitrice classica.
L'edificio progettato da Giorgio da Sebenico originariamente non aveva infissi a piano terra, né verso la strada, né verso il porto, come indica ancora il suo nome di loggia. Inoltre le bifore del primo piano erano aperte, e solo successivamente furono tamponate, per motivi statici.
Un incendio avvenuto durante una rappresentazione teatrale del carnevale nel 1556, rese necessario un intervento di rifacimento eseguito da Pellegrino Tibaldi tra il 1558 ed il 1561; egli chiuse con infissi le aperture del piano terra, realizzando tre archi a tutto sesto al di sotto degli archi gotici, ed affrescò la volta del salone interno.
Fontana del Calamo
Demolita nel 1503[venne ricostruita, in stile rinascimentale-manierista, su disegno dell’architetto Pellegrino Tibaldi fra il 1559 e il 1560 e realizzata da maestranzerecanatesi.
Si presenta come una lunga serie di tredici riquadri separati da volute, incentrati su altrettanti mascheroni gettanti acqua, da cui deriva la comune denominazione di Fontana delleTredici Cannelle. I mascheroni, di cui 12 bronzei ed il centrale in pietra, raffigurano satiri e fauni. Quello centrale è sormontato dal bassorilievo del Cavaliere all'assalto, emblema della città di Ancona.
Oggi la fontana riceve le acque del comprensorio dell’acquedotto di Gorgovivo, ma, anticamente, attingeva l’acqua da una grande cisterna posta sotto le mura alle sue spalle, oggi, vuota, è ancora visibile tramite un passaggio che si apre alla sua destra.
Secondo la tradizione, si dovrebbe bere l'acqua che sgorga dalla fontana per poter tornare in città
el 1535 venne cacciato da Ancona il legato pontificio, l'aretino cardinale Benedetto Accolti il Giovane, che nel 1532 aveva abolito il Libero comune ponendo Ancona alle dirette dipendenze dello Stato pontificio. Nel periodo del suo dispotico governo giustiziò numerosi cittadini, anche nobili, e ne costrinse all'esilio altri, fra i quali i Ferretti[1].
Con il ritorno in città, i Ferretti colsero l'occasione per manifestare la loro importanza economica, politica e sociale con la costruzione di una nuova residenza, e al tempo stesso segnare la rinascita della potenza di Ancona. Il conte Angelo di Girolamo Ferretti così decise la costruzione di un nuovo e grandioso palazzo sull'impronta delle grandi opere di Roma,Venezia o Firenze. I disegni sembra siano stati forniti nel 1540-43 dal grande architettoAntonio da Sangallo il Giovane, già attivo ad Ancona nella costruzione della Cittadella[2]. La costruzione dell'edificio, tuttavia, venne realizzata fra il 1560 e il 1566 ad opera di un altro grande architetto Pellegrino Tibaldi[3], già presente ad Ancona da prima del 1556, e a cui si deve anche l'intervento alla Loggia dei Mercanti a seguito di un incendio avvenuto durante una rappresentazione teatrale del carnevale nel 1556; il restauro di Palazzo Bosdari; la progettazione della Fontana del Calamo, e un breve periodo di direzione del cantiere della Fortezza della Cittadella nel 1560.
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