Trieste: Canal Grande, Ponterosso
Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d'Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio. Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando l’imperatrice Maria Teresa decise di interrarle per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci. Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio Nuovo con al centro una grande fontana. Nell'interramento è stata sepolta anche una piccola nave torpediniera che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra.
La chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (chiamata comunemente chiesa di Sant'Antonio Nuovo), in stile neoclassico completata nel 1849 su progetto di Pietro Nobile, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste. Sulla piazza si affaccia il caffè Stella Polare, uno dei caffè storici di Trieste.
ll tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, opera dell'architetto Carlo Maciachini (1869), è la chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Il complesso architettonico riflette un gusto bizantino e si caratterizza per un cupola più alta dei quattro campanili, per le calotte emisferiche azzurre e per le ampie decorazioni a mosaico che abbelliscono le pareti esterne. Ornano la facciata nove grandi statue opera dello scultore milanese Emilio Bisi (1850-1920). L'interno è riccamente decorato secondo i canoni bizantini, interamente ornato da pitture ad olio imitanti il mosaico. Nel presbiterio sono situati tre altari. La grande lampada d'argento che pende all'ingresso è dono dello zar Paolo I.
Il canale è attraversato oggi da due ponti e da una passerella pedonale dedicata a James Joyce e detta ponte curto. Il nome dei ponti deriva dal colore con cui erano dipinte in origine le loro strutture. All'epoca della loro costruzione i ponti erano girevoli o apribili, per permettere l’accesso al canale dei velieri per lo scarico delle merci. I ponti mobili furono successivamente sostituiti dagli attuali ponti fissi in muratura, che però consentono soltanto il passaggio di piccole imbarcazioni durante la bassa marea. Il Ponte Rosso, a metà canale, fu costruito in legno nel 1756, appena ultimata la costruzione del canale. Era allora l'unico ponte esistente, in quanto gli altri ponti vennero costruiti in epoca successiva. Fu rifatto ampliandolo una decina d'anni dopo e rifatto ancora, questa volta in ferro, nel 1832. Sul Ponte Rosso si trova la statua dello scrittore irlandese James Joyce, in ricordo della sua permanenza in città. Il Ponte Verde, all'inizio del canale, all'imbocco dal mare, fu costruito in ferro nel 1858. Gli fu affiancato nel 1904 un altro ponte, detto Ponte Bianco o Ponte Nuovo, sul quale passava la ferrovia che una volta collegava il porto vecchio al porto nuovo passando per le Rive. A fianco del Ponte Rosso si trova l’omonima piazza Ponterosso, sede di mercatino all’aperto di frutta, verdura e fiori. Su un lato della piazza si trova una fontana del 1753 –di Giovanni Battista Mazzoleni), con al centro la statua di un puttino, familiarmente chiamato Giovannin de Ponterosso, per il fatto che l’acqua che lo alimentava proveniva dal rione di San Giovanni. All'inizio del canale, a ridosso del ponte, si trova uno squero per la messa a secco e la manutenzione delle piccole imbarcazioni.
Sull’area del canale si affacciano il fianco del palazzo Aedes, detto grattacielo rosso (1928 – architetto Arduino Berlam) (facciata principale sulle Rive), la sede espositiva del palazzo Gopcevich (1850 – architetto Giovanni Andrea Berlam), dal particolare intonaco bianco e rosso, sede anche del Museo Teatrale Carlo Schmidl, il fianco del Palazzo Genel (1873 – Domenico Monti) (facciata principale su Piazza Ponterosso), il fianco del Palazzo Carciotti (1805 – architetto Matteo Pertsch) (facciata principale sulle Rive)m a fianco della chiesa serboortodossa il palazzo Curtovich del 1777 ecc.
Dedicato alla mia amica triestina Fulvia e a tute le bele mule de Trieste!! :)
Musica: Tchaikovsky: walzer dei fiori, tratto da youtube.
LA FONTANA ARTISTICA DEI PUTTI - PIAZZA PONTEROSSO, TRIESTE.
la bellissima fontana dei Putti realizzata attorno al 1750, dall'architetto Giovanni Mazzoleni. La si trova in piazza Ponterosso, a Trieste.
Il restauro del Giovanin di Piazza Ponterosso
20.01.2014 - Università Popolare di Trieste
Estratto del servizio video curato da Guido Roberti e Massimo Petronio.
Con gli interventi di
Silvio Delbello, presidente dell'Università Popolare di Trieste
Angelo Zanutto, direttore generale della Banca Manzano
Fabrizio Somma, vice-presidente dell'Università Popolare di Trieste
Viviana Deffar, restauratrice responsabile dell'intervento di ripristino
Conferenza stampa di presentazione del progetto di restauro delle dita del Giovannin, statua facente parte dell'omonima fontana, sita in piazza del Ponterosso, a cui l'Ente è particolarmente legato.
Per raggiungere l'obiettivo, l'Università Popolare ha lanciato la proposta di raccolta fondi, per coprire la spesa del restauro.
All'iniziativa potranno aderire gli iscritti ai corsi e tutta la cittadinanza, con il versamento anche di piccoli importi sul conto corrente acceso presso la Banca Manzano, Filiale di Trieste, o presso gli uffici amministrativi dell'Ente.
La Banca di Credito Cooperativo di Manzano, ha già stanziato il contributo di euro 1000,00, per la riqualificazione della fontana di Piazza Ponterosso.
L'intervento di restauro consiste nel riassemblaggio delle mani che verranno ricostruite in base ai calchi delle riproduzioni eseguite trent'anni fa dallo scultore Giovanni Spagnoli. La fontana del Giovanin di piazza Ponterosso, progettata nel 1753 da Giovanni Mazzoleni, prende il nome dall'acquedotto di San Giovanni le cui acque sgorgavano abbondantemente dalle bocche dei tre mascheroni riversandosi nelle vasche sottostanti. Il putto invece, al centro della fontana - che sembra sfidare un immaginario refolo di bora - fu installato nel 1761, opera dello scultore Giovanni Carlo Wagner. La fontana venica ampiamente utilizzata dagli abitanti, essendo una zona di intenso passaggio, talvolta anche come lavatoio.