Distilleria Fratelli Brunello - Montegalda (Vi)
La testa e la coda, ultima fatica letteraria di Enrico Pandiani, è stato presentato presso la Distilleria Fratelli Brunello di Montegalda (Vi). Il titolo del romanzo, un originale intreccio di fiction e realtà, si riferisce alle parti iniziali e finali del processo di distillazione della grappa.
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Una famiglia per la grappa
Profumo antico, sapore moderno
Fondata nel 1840, l'azienda è oggi gestita dalla quarta generazione della famiglia Brunello, rappresentata da Giovanni, Paolo e Stefano Brunello. La quinta generazione (Matteo, Enrico, Riccardo e Angela) per il momento ha lo sguardo rivolto sui libri, salvo sollevarlo per osservare con attenzione il lavoro sull'alambicco. Un giorno arriverà il loro turno.
Il rispetto per la parola data, è il primo valore nella famiglia Brunello. Significa memoria per le proprie origini, ed amore per una tradizione della quale la distilleria si fa interprete per salvare dalla storia un'arte preziosa ed affascinante come la distillazione. Significa inoltre attenzione per l'ambiente e la natura, cogliendo l'importanza di ogni singola biodiversità.
Brunello Distilleria Montegalda
Le radici del futuro.Tavola rotonda sul fare artigiano da 5 generazioni dei distillatori di Montegalda. Al microfono Paolo Brunello e Denise Battistin Regaù
GasterVideo, una giornata da: Distilleria Brunello
Oggi parliamo di distillazione. Processo antico dal fascino alchemico scoperto e sviluppato dalla cultura araba. In un mondo in cui tale civiltà viene demonizzata per singoli casi di estremismo certe precisazioni sono d'obbligo e al contrasto è preferibile l'analogia tra grandi civiltà. Quindi passato e distillazione si sommano in maniera curiosamente algebrica(parola guarda caso di derivazione araba) e danno come risultato il nome dei Brunello di Montegalda antichi produttori di grappa che vantano una tradizione lunga 170 anni nel mondo di questo amato italianissimo prodotto.
Già, perché è proprio questa una delle principali distinzioni mosse alla nostra attenzione da Giovanni Brunello guida appassionata nel tour all'interno dello stabilimento: la grappa è grappa solo se prodotta con vinacce della penisola. Una distinzione dalle generiche acquaviti ma non la sola: la famiglia vicentina infatti è perita nella cosiddetta distillazione discontinua, diversa da quella continua che per alcuni rimane l'unico metodo per ottenere una grappa di qualità.
Le vinacce introdotte in apposite caldaiette(4 in totale) vengono scaldate in modo alternato fino a ebollizione, qui il vapore alcolico vieni indotto in serpentine di rame che lo convogliano verso una colonna di raffreddamento composta da 9 piatti. Questi piatti hanno lo scopo di epurare quasi totalmente dall'acqua la grappa. La parte più importante del processo è il passaggio nelle campane di taglio, contenitori in vetro che misurano la temperatura e fanno sì che il prodotto venga estratto a tre diversi livelli: la testa il cuore e la coda. Brunello di questi tiene solo il cuore. E si sente.
Dopo la distillazione siamo stati accolti nel piccolo ma fornito shop dell'azienda: grappa fresca, grappa rossa, l'ambrata riserva ma anche frutta sotto spirito, oli della zona e birre artigianali. Tutti coronati dalla moltitudine di riconoscimenti attribuiti all'azienda nel corso degli anni. Un segno che la qualità è presente e duratura.
Il cuore però non si trova solo nella grappa ma è presente anche nello sguardo vispo del signor Brunello quando ci accompagna con le sue parole verso la degustazione e quindi verso la più profonda comprensione del suo lavoro.
La prima grappa proposta è stata quella ottenuta da uve di tai rosso: rotonda ma allo stesso tempo giovane con una gradevole persistenza erbacea.
La successiva viene definita dagli assaggiatori ANAG come una semiaromatica, si tratta infatti di un distillato ottenuto da uve bianche e moscate: la grappa fresca.
Ma gli intenditori del prodotto non potranno certo non assaggiare l'oro della distilleria Brunello: la venusta riserva, qui il bouqet si apre a ventaglio, si sente la salvia, la liquirizia e infine il cuoio.
Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo, un distillato giovane(non una grappa) per i giovani: la uva uva composta non solo da vinacce ma anche dal succo dell'uva, tale scelta permette un approccio più dolce alla materia coadiuvato dai sentori di arancio a tal punto che Giovanni la definisce una grappa ruffiana.
La distilleria ci rimarrà impressa come un vivido esempio di come una tradizione, una cultura, possa essere diffusa tramite i prodotti del territorio, a tal punto che il confine tra artigianato e arte è molto sottile, tant'è che i Brunello hanno preferito lasciarci nella cartella stampa non un campione d'assaggio quasi a volerci comprare ma un libro di Mario Rigoni Stern quasi a volerci far innamorare.
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