LE CONTRADDIZIONI DELL'ANTIFASCISMO - Franco Cardini e Paolo Ercolani a Libropolis
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Quanto c'è di fascista nell'antifascismo ormai vuoto di una sinistra che non sa più trovare in se stessa un principio di attrazione identitaria, e si autodefinisce solo come negazione delle identità altrui? È lecito pretendere di contrastare un fenomeno utilizzando lo stesso metodo che lo ha generato?
È questo il tema di Neofascismo e Neoantifascismo, un pamphlet dello storico Franco Cardini che in realtà è un’entrata a gamba tesa nel dibattito sulle grandi ideologie che hanno infuocato il ‘900.
A Libropolis, davanti alle telecamere di Byoblu, se ne è parlato insieme a Paolo Ercolani, filosofo, scrittore, saggista e giornalista. Modera Alessandro Bedini (Corriere Fiorentino).
Leggi: Neofascismo e Neoantifascismo, di Franco Cardini:
A Libropolis 2018, per voi c'erano le telecamere di Byoblu. Qui tutta la playlist degli interventi:
#Libropolis2018
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Vieni a discuterne qui, siamo già a centinaia di migliaia:
MA NOI, IL POPOLO, LO SAPPIAMO DOVE VOGLIAMO ANDARE? - Aleksandr Dugin
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Globalizzazione o globalismo? Sovranità o sovranismo? Identità o multiculturalismo? Libertà o liberalismo? Federalismo o nazionalismo?
Per capire dove sta andando il mondo occorrerebbe fermarsi a riflettere e provare a osservare il mondo con gli occhi di un filosofo, esaminare “l’agire umano nell'ambito assoluto ed esclusivo del divenire storico”, interpretare i segnali sociali, economici, geopolitici che sembrano andare in direzioni opposte: da una parte la volontà di accentrare sempre più potere strategico e finanziario nelle mani di pochi soggetti (privati) o istituzioni (autonominatesi) e dall’altra le spinte dei popoli al cambiamento, certificate dai risultati elettorali che ovunque hanno lasciato spiazzate le élite.
Aleksandr Dugin, filosofo e scrittore russo, politologo consigliere di Vladimir Putin, analizza davanti alle telecamere di Byoblu i futuri scenari europei partendo dal dato concreto di realtà: dai rapporti di forza instauratisi dal ’45 in poi, passando per l’affermazione del capitalismo sfrenato e dallo sviluppo delle economie emergenti, fino all’ideologia liberista finora nascosta dalla cortina fumogena della propaganda ma che, alla fine dei conti, sta affiorando in tutta la sua distruttività.
Siamo sull’orlo di un cambiamento epocale e per Dugin si prospettano tre alternative: da una parte la continuazione dello status quo, cioè la riproposizione dei diktat dell’Unione europea in tema di austerity, immigrazione senza controllo, distruzione dei ceti medi e delle classi lavoratrici, occidentalizzazione culturale coatta e via discorrendo, dall'altra la vittoria dei populismi, qui intesi alla maniera del revanscismo nazionalista e xenofobo che ogni giorno vediamo crescere nei sondaggi nel Vecchio Continente, e infine quella che si può definire la terza via, ovvero il multipolarismo che guarda alla Svizzera come modello da prendere ad esempio.
Qual è la differenza fra assetto politico unipolare o multipolare? In quale direzione vorrebbe portarci chi attualmente detiene il potere? E i popoli della terra, invece, lo sanno qual è la strada giusta per loro?
Riflessioni per molti, ma non per tutti, catturate per voi da Byoblu e riproposte questa sera, alle 21, in prima visione su Youtube.
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Interventi integrali di Aleksandr Dugin e Alberto Micalizzi alla conferenza intitolata “Il Nuovo Mondo Multipolare - Quali scenari per la Svizzera?”, promossa dall’Associazione Fratria
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The Papacy and the local churches / 17 Esther Jiménez
INTERNATIONAL WORKSHOP
BUDAPEST 8-12 May 2013
Hungarian Academy of Sciences/Péter Pázmány Catholic University (HAS-PPCU)
'Lendület' Church History Research Institute in cooperation with the University of Viterbo -- DISUCOM & Italian Institute of Culture, Budapest
Scientific Committee: Silvano Giordano, Alexander Koller, Gaetano Platania
PROGRAM
Thu 9 May 2013
PALAIS KÁROLYI
Károlyi Mihály str. 16, H-1053 Budapest
09.30 Greetings of the Participants
(P. Tusor, M. Sanfilippo)
10.00
ALEXANDER KOLLER (Deutsches Historisches Institut, Rom)
The definition of a new ecclesiastical policy by the papal Curia after the Council of Trent and its reception in partibus
10.50
ELISABETH ZINGERLE (Österreichische Akademie der Wissenschaften)
Netzwerke del nuntio Girolamo Portia (1592-1607)
11.15
ANTONIO MENNITI-IPPOLITO (Università degli Studi di Cassino)
Chiese nazionali e papato nela prima età moderna. Note dagli archivi vaticani
11.40 Coffee break
12.00
SILVANO GIORDANO (Università Pontificia Gregoriana, Roma)
Politica giurisdizione dottrina. La Santa Sede alla ricerca di un equilibrio nella seconda metà del Seicento
12.50
ALESSANDRO CATALANO (Università degli Studi di Padova)
Le armi spuntate della Riforma cattolica: i decreti del Concilio di Trento e la riconquista della Boemia
13.15
PÉTER TUSOR (Péter Pázmány Catholic University/Hungarian Academy of Sciences)
Episcopalist Crisis in the Hungarian Episcopate (1639)
13.40 Lunch
16.00
MATTEO SANFILIPPO (Università della Tuscia, Viterbo)
Il Settecento come fulcro della seconda età moderna
16.50
OLIVIER PONCET (Université Paris-Sorbonne)
La territorialità del nunzio in Francia (16-19 secolo)
17.15
KLAUS UNTERBURGER (Universität Regensburg)
The Nunciature in Munich 1785-1945
17.40 Coffee break
18.00 Invited talk, Presentation of books
Die Diarien und Tagzettel des Kardinals Ernst Adalbert von Harrach (1598-1667), hg. von Katrin Keller--Alessandro Catalano, Wien 2010 (István Fazekas, ÖStA HHStA)
Band 4 und 5 der Grazer Nuntiatur: Nuntiatur des Girolamo Portia (1595--1598, 1599--1602), hg. von Johann Rainer--Elisabeth Zingerle (Tamás Kruppa, University of Szeged)
Fri 10 May 2013
ITALIAN INSTITUTE OF CULTURE
Bródy Sándor str. 8, H-1088 Budapest
9.30
GIOVANNI PIZZORUSSO (Università degli Studi di Chieti e Pescara)
Nuovo Mondo cattolico: chiese coloniali, chiese missionarie, chiese nazionali (16°-19° secolo)
10.20
ESTHER JIMÉNEZ (Universidad Autónoma di Madrid)
La chiesa di Spagna, la Santa Sede e i primi missionari di Propaganda Fide nelle Indie
10.45
BENEDETTA ALBANI (Max-Planck-Institut für europäische Rechtsgeschichte, Frankfurt a.M.)
Il ruolo della Nunziatura di Spagna come istanza di giustizia per i fedeli del Nuovo Mondo. Una nuova lettura del Patronato Regio attraverso fonti vaticane e documenti locali
11.10 Coffee break
11.30
GAETANO PLATANIA (Università della Tuscia, Viterbo)
Una chiesa nazionale come modello speciale: la Chiesa polacca (1500-1800)
12.20
RAINALD BECKER (Universität Bayreuth)
Ultramontane Intellectual Networks. German Bishops on Italian/Roman Universities (17th-18th centuries)
12.45
MASSIMO CARLO GIANNINI (Università degli Studi di Teramo)
Fra Santa Sede e corti asburgiche. Le istituzioni ecclesiastiche dello Stato di Milano (1535-1713)
13.10 Lunch
15.30
ROBERTO REGOLI (Università Pontificia Gregoriana, Roma)
Tramonto delle Chiese nazionali e nuovo giorno del Papato? La lunga epoca dei cambiamenti
16.20
ANDREAS GOTTSMANN (Österreichische Akademie der Wissenschaften)
Le nomine dei vescovi in Austria-Ungheria sotto i pontificati di Leone XIII, Pio X e Benedetto XV
16.55
IGOR SALMIC (Università Pontificia Gregoriana, Roma)
Oriente e Occidente si toccano ancora, ma non si confondono. Relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno SHS/Jugoslavia alla luce delle trattative concordatarie (1918-1939).
17.40
Invited talk
Francia e Germania padroni d'Europa (di Antonio Socci)
LEGGI ➜
FRANCIA E GERMANIA PADRONI D'EUROPA di Antonio Socci
L'enorme razzia di opere d'arte fatta in Italia da Francia napoleonica e Germania nazista imporrebbe una richiesta di scuse e, perché no, la restituzione
BastaBugie n.589 del 12 dicembre 2018
Suspense: Mister Markham, Antique Dealer / The ABC Murders / Sorry, Wrong Number - East Coast
One of the premier drama programs of the Golden Age of Radio, was subtitled radio's outstanding theater of thrills and focused on suspense thriller-type scripts, usually featuring leading Hollywood actors of the era. Approximately 945 episodes were broadcast during its long run, and more than 900 are extant.
Suspense went through several major phases, characterized by different hosts, sponsors, and director/producers. Formula plot devices were followed for all but a handful of episodes: the protagonist was usually a normal person suddenly dropped into a threatening or bizarre situation; solutions were withheld until the last possible second; and evildoers were usually punished in the end.
In its early years, the program made only occasional forays into science fiction and fantasy. Notable exceptions include adaptations of Curt Siodmak's Donovan's Brain and H. P. Lovecraft's The Dunwich Horror, but by the late 1950s, such material was regularly featured.
Perché la moneta francese in Africa favorirebbe immigrazione
Perché la moneta francese in Africa favorirebbe immigrazione:
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La moneta francese in Africa favorirebbe l’immigrazione: Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista spiegano i motivi Il franco della “Communauté Financière Africaine” (“comunità finanziaria africana”, CFA) fu introdotto nel 1945 nelle colonie francesi dell’Africa occidentale. Oggi è una moneta usata da quattordici paesi dell’Africa occidentale e centrale, gestita dalla Banca centrale francese e con un cambio fisso stabilito con l’euro. I sostenitori della moneta francese in Africa si trovano soprattutto tra gli economisti d’oltralpe e gli esponenti dei governi e delle classi dirigenti delle nazioni che lo adottano. Una contorta logica di potere potrebbe celarsi dietro un interesse capitalistico che smuove l’economia di diversi paesi, molti soggiogati a pessime condizioni di vita. Il valore della moneta è stabile, poiché vincolata all’euro: è questo uno dei principali argomenti a suo favore. Tale costante mantiene i prezzi immutati ed evita scossoni monetari (come improvvise vampate di inflazione). Inoltre, permette scambi più semplici e sicuri con la Francia e il resto dell’Unione Europea. Per dimostrare la bontà del sistema viene spesso fatto l’esempio della Guinea. Il Paese, infatti, abbandonò l’unione monetaria per poi farvi rapidamente ritorno a causa dell’inflazione e dell’instabilità. Talvolta però, il franco CFA è criticato da intellettuali africani ed europei. Critiche arrivano anche da parte di esponenti di partiti e movimenti anticolonialisti, poiché accusato di costituire un freno allo sviluppo di quei paesi e di essere uno strumento di controllo indiretto da parte della Francia. In prima fila nella battaglia contro i vicini d’oltralpe ci sono Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista. Per i due grillini la moneta francese favorirebbe l’immigrazione. M5S contro il franco CFA Da un lato il cambio fisso permette alle élite urbane di spendere facilmente il loro denaro, importando beni di lusso europei (acquistati molto spesso con i soldi frutto della corruzione endemica nella regione). Tuttavia, dall’altro lato, questo sistema permette alle multinazionali francesi di investire nei paesi africani senza temere un’improvvisa svalutazione. I produttori che vorrebbero esportare i loro beni in Europa, però, hanno grosse difficoltà. Infatti, il cambio fisso rende troppo costose le loro merci. Al contrario, tale barriera è vista di buon occhio da chi rischia di soffrire la concorrenza dei produttori africani. Tra loro, gli agricoltori francesi ed europei. Il fatto che i Paesi membri dell’unione monetaria debbano tenere le loro riserve di valuta estera depositate sui conti della Banca centrale francese è una questione relativamente secondaria. La Banca centrale francese restituisce in interessi ai paesi africani meno di quanto guadagna investendo il denaro depositato sui suoi conti. Tuttavia, si tratta di cifre piuttosto contenute. In tutto, i depositi ammontano a circa 7 mila miliardi di franchi CFA, ossia poco più di 10 miliardi di euro che
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