Il Mitreo di Sutri (VT)
La chiesa, riferibile al XIII.XIV sec è interamente scavata nel tufo.
Da un piccolo vestibolo, a pianta quadrata, decorato con affreschi raafiguranti la Madonna e i santi S. Cristoforo e la leggenda di S. Michele del Gargano, si passa nell'ambiente principale a pianta rettangolare allungata, diviso in tre navate da due file di pilastri ricavati nel tufo da archetti ribassati.
La copertura della navata centrale presenta una volta a botte, le piccole navate laterali, probabilmente i banconi dell'originario Mitreo, mostra tutte le caratteristicheche generalmente contraddistinguono questi ambienti sotterranei, scarsamente illuminati e privi all'esterno di elementi architettonici.
Il rinvenimento a Sutri di un rilievo del dio Mitra avvalora la tesi del riutilizzo di un luogo di
culto pagano, trsformato dai cristiani in luogo sacro; in un secondo momento l'ambiente fu ampliato con la creazione di una zona absidale, a pianta rettangolare, avvenuto mediante il taglio del podio della navata centrale aumentando così lo spazio per le funzioni religiose.
Nell'abside si conservano i resti dell'affresco raffigurante la Natività
Fonte: etruriameridionale.beniculturali.it
Sutri, il Mitreo, una ricostruzione by manortiz
Sutri (Lazio), Mitreo Mithraeum (santa Maria del Parto) (manortiz)
Sutri, un Mitreo nel tufo
Percorrendo la via Cassia a circa 50 Km dalla Capitale, si incontra l'Antichissima Città di Sutri, un nome che si che trovimo agli inizi della storia medioevale quando i Longobardi dopo aver occupato l'Esarcato e la Pentapoli, cercano di conquistare anche il Ducato romano: ma qui si arrestano per la forte resistenza della Chiesa e Liutprando, re dei Longobardi e costretto a donare a papa Zaccaria l'importante castello di Sutri. Siamo nel 729 e questa Donazione segna l'inizio della formazione dello Stato della Chiesa che si concluderà nel 1870 con la Presa di Porta Pia. Questo Borgo concentra dentro le sue pietre vulcaniche tanta di quella storia, da suscitare nel visitatore stupore, meraviglia, un sentimento di melanconia ed un impercettibile alone di angoscia. Tra le tante pietre e grotte scavate nel tufo e visibili anche percorrendo velocemente la via Cassia, ce ne una che solo fermandosi è possibile lasciarsi coinvolgere totalmente in un misticismo che ti penetra dentro fino a lasciarti senza parole. E' la Chiesa della Madonna del Parto, invisibile, in quanto non ha nulla che possa somigliare ad una chiesa. E tanto meno ad una chiesa dedicata alla Vergine. Ci troviamo dentro ad un Mitreo del I sec. d. C, a pianta rettangolare a tre navate, suddiviso da dieci pilastri per lato: nel'abside, dove un tempo era collocato il dio Mithra con berretto frigio nell'atto di uccidere il toro (tauroctonia,) mentre uno scorpione attacca i testicoli del toro, è stata collocata una scena della Natività. Nel XIII-XIV la struttura architettonica del Mitreo è rimasta, sono cambiati invece tutti i simboli che si riferivano al culto del dio Mithra, anche se nell'ingresso, i collegamento con la tauroctonia è rimasto vivo nella memoria, con affreschi che ricordano le vicende molto popolari alla vita di San Michele del Gargano dove l'attore principale, oltre all'Arcangelo, è anche qui un toro. Nelle navate, Madonne con Santi in splendi affreschi ancora ben conservati, anche se i segni del tempo sono ben visibili. Luigi Manfredi da viaggi.corriere.it/diari-di-viaggio
Sutri (Lazio) il Mitreo (santa Maria del Parto) (manortiz)
Sutri, il Mitreo (santa Maria del Parto) (manortiz)
Sutri, il Mitreo (santa Maria del Parto) (manortiz)
Sutri, Lazio, Italy
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Sutri is located around 50 kilometres north of Rome and about 30 kilometres south of Viterbo on the Italian SR2 route which once was the Via Cassia, which linked Rome with the provinces to the north of the capital. Approaching from a distance it cannot be missed as it is located at the top of a hill. As with many walled Italian towns there are parking spaces outside of the city walls, one of which I used to spend the night in my motorhome before making this film the following morning.
The whole comune of Sutri has only around 5,000 inhabitants, those living in the centre are much fewer. Nonetheless it has much to offer the visitor, above all ancient ruins of Roman and Etruscan origins as well as the medieval walls and structures.
As we can see from a modern mosaic in the main square, Sutri was in Latin Sutrium. In the early days of Rome, it changed hands various times between the Romans and Etruscans. The Romans left the town a temple to Mithras and an amphitheatre measuring 49 x 40 metres.
In the eigth century CE, the town came under the power of the Papacy. It must have been quite rich as jewellery from this time can be seen in the British Museum. Pope Gregory VI abdicated at Sutri on 20 December 1046, following the Synod of Sutri convened at the request of Emperor Henry III. Pope Eugene III fled here in 1146 and he must have liked it so much that when Pope Innocent IV also needed to escape Rome in 1244, he also came here. It was in the thirteenth century that the cathedral was completed.
In many films I mention that a town is only as old as the last fire. In the case of Sutri that was in 1433 during the wars between Guelphs and Ghibellines. After the fire the town became a backwater and much of what we can see today is from before this time.
For people visiting by motorhome, there is plenty of parking, the car park I used which can be seen in the film is to the south of the town on the Via Cassia, however there are other places too.
Il Mitreo di Sutri (chiesa di santa Maria del Parto) manortiz
Il mitreo di Sutri (Chiesa di Santa Maria del Parto)
Di tutti i mitrei che abbiamo avuto modo di visitare e di descrivere in queste pagine, quello che si trova a Sutri, in provincia di Viterbo, è uno dei più interessanti dal punto di vista della ricerca simbolica. Questo sito, infatti, è stato trasformato direttamente in chiesa cristiana, quando il culto di Gesù Cristo si è sovrapposto, finendo per deporlo, a quello di Mitra. Il passaggio segna la lenta trasformazione del culto e il suo adattamento alla nuova religione: il mitreo, infatti, divenne subito un luogo di culto dedicato a San Michele Arcangelo, e solo successivamente, nel '700 circa, la dedicazione della chiesa cambiò per essere associata alla Madonna col Bambino (Chiesa di Santa Maria del Parto).
Vedremo, quindi, un interessante collegamento che emerge, soprattutto, nell'analisi degli affreschi ivi presenti, tra il culto mitraico e quello micaelico, che ebbe il centro di origine su Monte Sant'Angelo, in Gargano, per poi diffondersi in altri luoghi. Non solo: analizzando, infatti, meglio i dettagli simbolici a corredo del mito, si notano alcune strabilianti similitudini con un altro famoso mito cristiano, quello legato alla figura di San Giacomo il Maggiore.
In considerazione del fatto che la città di Sutri fu una delle più importanti tappe del cammino di pellegrinaggio della Via Francigena, già enumerata in origine tra le soste nel diario di viaggio dell'abate Sigerico (ca. 990), si pone dunque un doppio legame tra il Cammino Micaelico (il cui elemento simbolico di massimo spicco è la cosiddetta linea di San Michele), il Cammino della Francigena e quello di Santiago di Compostela.
In tutti e tre questi miti, come testimonia questo piccolo ma fondamentale mitreo laziale, emerge la figura simbolica del toro, che tra i suoi tanti significati simbolici ha senza dubbio quello di rappresentare la sublimazione delle energie telluriche (simboleggiate nelle sue quattro zampe stabilmente posate sulla terra) verso il cielo, ossia verso le energie cosmiche (simboleggiate mediante le corna che, come antenne, puntano verso l'alto).
Dunque il quadro è quasi del tutto completo; quasi, però, perché manca un ultimo elemento a chiudere il mazzo delle corrispondenze, forse una coincidenza, ma sicuramente degno di non essere trascurato. In età medievale, infatti, tutto il territorio di Sutri, in particolare la zona dell'anfiteatro romano e del mitreo, era sotto il controllo dei Cavalieri Templari, che qui avevano un'importante precettoria per il controllo della via di pellegrinaggio. Di questa antica mansione oggi rimane l'edificio della Chiesa di Santa Maria del Tempio, posta a non molta distanza dall'antico mitreo.
L'antica chiesa conserva la struttura originaria del mitreo che la precedette: l'unica navata, lunga e stretta, con i due banconi ai lati, ricalca la tipica sala mitraica, coperta con una volta a botte che originariamente doveva essere certamente decorata come un cielo stellato. L'intero complesso è scavato nella malleabile roccia tufacea del colle sul quale sorge, come il vicino anfiteatro romano e la necropoli etrusca
Si ritiene, infatti, che il mitreo possa essere stato realizzato, in origine, proprio reimpiegando alcune di queste tombe, abbattendone le pareti divisorie. Lateralmente sono stati realizzati dei pilastri che creano, in questo modo, altre due strette navate laterali.
In fondo alla sala, al posto dell'attuale altare, doveva trovarsi quello dedicato a Mitra e nella nicchia sul retro, ancora visibile, doveva essere alloggiato un bassorilievo con la raffigurazione della tauroctonia, mai ritrovato e quindi, probabilmente, andato distrutto. Oggigiorno, invece, troviamo al suo posto un affresco della Natività nel quale, comunque, sempre un toro compare...
Al centro della navata si apre una fossa, da alcuni identificata con la fossa sanguinis, la buca in cui si raccoglieva il sangue del toro sacrificato; altri, invece, ritengono che essa sia stata scavata dopo la trasformazione in chiesa cristiana, come sacello per l'interramento di reliquie e delle ossa di qualche martire locale. La piccola anticamera, oggi riccamente affrescata, presenta una porta di accesso sul fianco, così da creare un imponente effetto scenografico per chi entra, il quale si trova al cospetto della lunga navata scavata nella roccia voltandosi alla sua sinistra.(...)
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SUTRI
Resoconto della gita con mia sorella e mio cognato a Sutri, Nepi e Castel Sant'Elia (Prima parte)
Sutri sorge su un imponente rilievo di tufo che domina la via Cassia. Le sue origini sono molto antiche e presenta evidenti testimonianze del suo passato: un anfiteatro romano completamente scavato nel tufo, una necropoli etrusca formata da decine di tombe scavate anch'esse nel tufo, mura etrusche incorporate da quelle medioevali, un mitreo poi tramutato in chiesa (intitolata alla Madonna del Parto), il Duomo di origine romanica. (Wikipedia)
Con #anticopresente Sutri ed il Mitreo
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Sutri, da Mitreo a luogo di culto di san Michele Arcangelo manortiz
Sutri, da Mitreo a luogo di culto di san Michele Arcangelo
Il culto di San Michele Arcangelo
(...) Con il sopravvento del Cristianesimo, il mitreo venne convertito in chiesa cristiana e la sua prima dedicazione fu, con tutta probabilità, all'Arcangelo Michele, la cui figura negli affreschi del presbiterio è rilevante rispetto a tutte le altre. Tra queste, ricordiamo una Madonna con Bambino e un San Cristoforo, gigante, che reca il Cristo Bambino sulle spalle. È significativo osservare, per quanto verrà detto nel seguito, che nel calendario liturgico la festa di San Cristoforo viene celebrata subito dopo quella di San Giacomo il Maggiore e che questa figura, che nel nome porta gli elementi del mito ad esso attribuito (Cristoforo, 'Christophorus', significa portatore di Cristo) è da ritenersi una figura simbolica più che una persona reale che poi è stata santificata.
L'affresco nel pannello centrale rappresenta alcuni episodi legati al culto di San Michele Arcangelo sul Monte Gargano, noti da diverse fonti letterarie, principalmente il Liber de Apparitione Sancti Michaelis in monte Gargano, datato dal VI al IX sec.
Nella parte inferiore si snoda una lunga fila di pellegrini, con il caratteristico abbigliamento dell'epoca, il cappello a falde larghe, la bisaccia e il bordone, ossia il bastone da cammino spesso (ma non è questo il caso) raffigurato in forma di Tau. Il santuario del Santo, rappresentato in alto sulla destra, è la meta di questi pellegrini.
In basso a sinistra c'è una coppia di sposi che sta pagando un pellegrino appena tornato dal Santuario, il quale consegna loro una piuma, a testimonianza dell'atto compiuto. Era consuetudine dell'epoca, infatti, per chi non poteva affrontare il viaggio di persona, pagare qualcuno che facesse il pellegrinaggio al posto loro, il quale poi portava al suo ritorno una piuma come pegno. I due coniugi sono con tutta probabilità anche i committenti dell'affresco, che dunque deve essere considerato come un ex-voto.
Sempre sulla sinistra, più in alto, compare l'arciere Gargano, nell'atto di scagliare delle frecce contro il toro bianco che aveva affannosamente inseguito per tutto il monte, e che si era finalmente fermato in prossimità della grotta. Ma l'Arcangelo Michele, la cui figura campeggia nell'affresco nell'angolo più alto del lato sinistro, fa sì che queste frecce vengano miracolosamente respinte, e rivolte verso il loro lanciatore, che infatti ne appare trafitto, pur restando in vita.
È noto che esistono dei collegamenti tra il culto di Mitra e quello di San Michele. L'Arcangelo Michele, infatti, fa le sue prime apparizioni in Asia Minore in quegli stessi luoghi, in genere grotte o spelonche, nei quali era precedentemente venerato Mitra. È presumibile che anche il luogo sul monte Gargano dove oggi sorge il Santuario sia stato, in passato, dedicato al culto di Mitra. Dunque il culto di Michele Arcangelo si sostituisce a quello di Mitra almeno a partire dal IX sec. Tale culto sarebbe presente anche nella Tuscia viterbese attestato da toponimi e insediamenti cultuali micaelici oggi difficilmente localizzabili in quanto spesso allo stato di rudere.
Ma notiamo, nella storia di Gargano, un'attualizzazione rispetto all'antico culto: il dio Mitra, in missione per conto del dio Sole, si mette affannosamente alla ricerca del toro, e quando lo trova lo costringe all'interno di una grotta e finalmente lo uccide. Anche Gargano cerca affannosamente il toro bianco, e cerca di colpirlo con le sue frecce irritato per la sua fuga. Ma questa volta l'arcangelo Michele impedisce a Gargano di uccidere il toro, apparendo miracolosamente nella stessa grotta dove nei secoli precedenti si celebravano i culti mitraici, quasi a sancire la fine del culto pagano e l'inizio di una nuova era con l'avvento del Cristo (...)
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Sutri, Mitreo (santa Maria del Parto) in HD 1080 by manortiz
Città di sutri ( vt )
Sutri è un comune italiano della provincia di Viterbo, con una popolazione di poco superiore ai 6.000 abitanti. Dista circa 30 km dal capoluogo e circa 50 km dal Grande Raccordo Anulare (Roma). Sutri sorge su un imponente rilievo di tufo che domina la via Cassia. Le sue origini sono molto antiche e presenta evidenti testimonianze del suo passato: un anfiteatro romano completamente scavato nel tufo, una necropoli etrusca formata da decine di tombe scavate anch'esse nel tufo, mura etrusche incorporate da quelle medioevali, un mitreo poi tramutato in chiesa (intitolata alla Madonna del Parto), il Duomo di origine romanica.
Francesco Petrarca, scrivendo del suo primo viaggio a Roma nella lettera al cardinale Giovanni Colonna, descrive Sutri:
« A due sole miglia sta Sutri, sede diletta a Cerere, e antica colonia, secondo che dicono, di Saturno: ove non lungi dalle mura mostrano il campo che narrano fosse il primo in Italia a ricevere la sementa del grano, segato indi a poco dallo stranio re che con tal beneficio mansuefatti e cattivatisi gli animi di quei primi abitatori regnò su loro tranquillo infin che visse, e venuto dopo morte in voce di Dio, dalla gratitudine degli uomini qual vecchio nume con in mano la falce fu venerato. Saluberrimo, a quanto la breve dimora mi concede di giudicarne, è questo clima.
Cingono d'ogni parte il paese colline senza numero, né troppo alte, né di malagevole salita e di nessuno impedimento allo spaziar della vista, infra le quali s'aprono sui convessi fianchi ombrose e fresche caverne, e sorge frondoso il bosco a riparare l'ardore del sole da tutti i lati da quello infuori che guarda a Borea, ove un monticello degli altri più basso in aprica valle spiegandosi appresta alle api una fiorita dimora. Qui d'acque dolcissime ne' bassi fondi il mormorio, qui cervi, damme, cavrioli, e tutto il selvaggio gregge de' boschi errante ne' colli aperti, e schiera infinita d'augelli che lambe le onde o su pei rami saltellando sussurra. Taccio de' buoi, e de' domestici armenti, e dei doni di Cerere e di Bacco, che alla fatica dell'uomo dolci ed ubertosi rispondono, e dei naturali tesori dei vicini fiumi, dei laghi e del mare, che anch'esso poco è distante. »
(Lettere di Francesco Petrarca delle cose familiari, lettera XXIII, ca. 1337)
Lazio-Nepi e Sutri mitra chiesa madonna del parto
L'antica Nepet o Nepete, deriverebbe il suo nome dalla parola etrusca Nepa, ovvero acqua. Quindi Nepi, città delle acque, tanto da portarne i segni di questo ancestrale legame nel nome stesso. Sutri sorge su un imponente rilievo di tufo che domina la via Cassia. Le sue origini sono molto antiche e presenta evidenti testimonianze del suo passato: un anfiteatro romano completamente scavato nel tufo, una necropoli etrusca formata da decine di tombe scavate anch'esse nel tufo, mura etrusche incorporate da quelle medioevali, un mitreo poi tramutato in chiesa (intitolata alla Madonna del Parto), il Duomo di origine romanica.
Lastra in tufo di Mitra da Sutri a Vicus Matrini, Casale Le Capannacce sulla Cassia, manortiz
B&B Etruscan Garden - Sutri - #SutriDiscovery
Info e Prenotazioni ➠
Immerso in un importante parco archeologico nel suggestivo borgo storico di #Sutri, la struttura, risalente al XIII secolo, è stata elegantemente ristrutturata e lussuosamente arredata con raffinato antiquariato italiano ed inglese. La suite, composta da una camera matrimoniale, bagno e salotto, ha un proprio ingresso indipendente e terrazza che si affaccia sul magnifico giardino per godersi una colazione speciale.
Sito Web ▶
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SUTRI Mitreo da Etruria 81
estratto dal viaggio un roulotte ETRURIA 81.
un Mitreo trasformato in chiesa nei primi secoli dell'Era Cristiana:
iFilmati: SUTRI (Lazio)
Visita il nostro sito: ifilmati.com, che contiene 1.000 pagine, 15.000 foto e oltre 1.200 filmati.
Regia: Gigi Oliviero
Produzione: Luma Film
Durata: 4'15
Sutri (Lazio, Italy), The Etruscan necropolis (manortiz)
La necropoli urbana di Sutri, uno degli esempi più consistenti di tombe rupestri di età romana nell'ambito del territorio etrusco-falisco, si estende per circa 180 m lungo l'alto costone tufaceo che doveva costeggiare la Cassia.
Oggi sono visibili circa 64 tombe, scavate direttamente nella parete su diversi livelli: si riconoscono tombe a una camera, a doppia camera, tombe precedute da ingresso ad arco, nicchie rettangolari, con o senza incasso per cinerari ed arcosoli. Già nel primo medioevo furono saccheggiate e, nel corso dei secoli, il loro aspetto originario è stato più volte alterato o trasformato, tanto che in alcuni casi la lettura degli esterni e degli interni può risultare abbastanza complessa.
Per l'inquadramento cronologico solo degli elementi fino ad ora esposti, mancando totalmente qualsiasi dato cronologico, ci permettono di affermare che la necropoli sia stata in uso dal I sec. a. C. fino al III-IV sec. d. C.
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(...) Going out of the amphitheater, with the door of the arena behind you, follow the tree-lined road that goes up to the left to the monumental necropolises, which are very old: they think they could date back to the 4th to 6th centuries B.C. You can visit 64 tombs completely dug into the tufo, placed on different levels. In the Middle Ages they were raided, and some of them transformed into stalls and agricultural deposits; some were actually inhabited. The niches dug into the walls, with different dimensions, demonstrate that here both funerals with incineration and burials were carried out. One of these tombs, which became a Mithraeum in the Roman Era, was transformed into the medieval church of Madonna del Parto.
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