L'Istituto Alcide Cervi da papà Alcide a Emilio Sereni
Video del 2008 realizzato dall'Istituto Alcide Cervi in occasione dell'inaugurazione della Biblioteca Archivio Emilio Sereni 15 marzo 2008.
MUSEO DEI 7 FRATELLI CERVI A GATTATICO (REGGIO EMILIA, ITALY)
Il Museo Cervi è un'ampia struttura colonica che sorge sui Campi Rossi, un podere di circa 16 ettari collocato nel mezzo della pianura Padana a pochi chilometri dalla via Emilia tra le città di Parma e Reggio Emilia. È un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934. L'idea di un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino era già presente negli anni '60 quando Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti all'alba del 28 dicembre 1943, decise di donare al comune di Gattatico ed alla provincia di Reggio Emilia la raccolta dei ricordi e delle testimonianze del sacrificio dei suoi figli. I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini mezzadri originari della bassa reggiana. Oltre al padre Alcide e alla madre Genoveffa Cocconi c'erano i sette figli (Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio ed Ettore) e due figlie (Diomira e Caterina). Le figlie si sposarono non appena giunte ai Campi Rossi e come era abitudine delle famiglie contadine se ne andarono per entrare nelle famiglie dei rispettivi sposi. Poverissimi i Cervi erano animati da un forte impulso alla riscossa sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora (il contratto di mezzadria, assai sfavorevole ai contadini, imponeva di cambiare podere ogni anno: il trasloco avveniva a novembre il giorno di S.Martino). Appreso che il podere di Campi Rossi ere in affitto per pochissima spesa decisero di affittarlo e di trasferirvisi. Da allora furono per tutti dei matti e delle teste calde, perché i Campi Rossi erano di fatto impraticabili. Una vera sfida poter vivere e lavorare in quelle condizioni che i Cervi vinsero, perché nel giro di pochissimo tempo resero il podere un modello di agricoltura razionale. Nel 1939 acquistarono un trattore, il primo della zona. Sul piano ideologico i Cervi erano profondamente antifascisti. Alla fine degli anni '20 Aldo venne imprigionato nel carcere di Gaeta per tre anni. Furono anni formativi, poiché lesse di politica, Marx e Gramsci soprattutto. Rientrato estese questa esperienza a tutti gli altri fratelli e presto allestì una biblioteca circolante con i libri che erano proibiti dal regime fascista. Quando le restrizioni alla libertà di azione e di parola si fecero più violente i Cervi iniziarono l'azione di opposizione con atti di sabotaggio agli ammassi imposti dal regime ed alle linee dell'alta tensione che alimentavano le fabbriche Reggiane, dove si producevano armamenti militari. Fecero volantinaggi, distribuirono clandestinamente l'Unità ed andarono di casa in casa a commentarla. La loro abitazione divenne una centro di coordinamento dove si fecero riunioni clandestine e si organizzò l'opposizione al regime. Organizzarono attentati contro presidi fascisti della zona da cui ricavarono cibo e armi utili per ospitare nella loro casa i numerosi renitenti alla leva, che rifiutarono di prendere le armi dopo l'8 settembre 1943 e la proclamazione della Repubblica di Salò, e per sostenere i numerosi prigionieri alleati che erano fuggiti. Moltissimi antifascisti transitarono e sostarono nella loro casa. Casa Cervi venne messa a ferro e fuoco dai fascisti nella notte fra il 24 e il 25 novembre 1943. I sette fratelli, il padre e Quarto Camurri furono catturati e condotti al carcere dei Servi di Reggio Emilia. Tutti gli stranieri che in quella notte erano ospitati in casa furono invece trasferiti alle carceri di Parma. I sette fratelli Cervi verranno fucilati senza processo all'alba del 28 dicembre 1943 al poligono di tiro di Reggio Emilia, insieme a Quarto Camurri. Il più anziano Gelindo aveva 42 anni, il più giovane Ettore 22. Il padre venne risparmiato e tramandando la memoria rese possibile il recupero delle testimonianze della civiltà contadina e delle vicende storiche che costituirono il primo nucleo del museo. Il Museo Cervi è gestito dall'Istituto Alcide Cervi. Visita e fotografie realizzate sabato 17 agosto 2013; comitiva composta da Rosy, Luca, Sergio, Michele e Veniero, provenienti dalle zone di Milano e Varese. Video realizzato per la sezione ANPI Nicolai Bujanov (partigiano sovietico caduto in combattimento il 9 luglio 1944 nella zona di Cavriglia in provincia di Arezzo). WWW.FRATELLICERVI.IT.
Albertina Soliani - Presidente Istituto Alcide Cervi
Maria Cervi racconta il 25 Aprile 1945 della famiglia Cervi
Maria Cervi, figlia di Antenore Cervi, uno dei sette fratelli fucilati dai fascisti nel 1943, agli albori della Resistenza. È stata una testimone attiva della memoria della sua famiglia e animatrice dell’attività dell’Istituto Cervi, l’ente morale che da più di quarant’anni porta avanti la memoria della Resistenza, di 'Papà' Alcide Cervi e dei suoi 7 figli partigiani.
I MIEI SETTE FIGLI - Alcide Cervi - lettura integrale
legge valter zanardi
La lettura e pubblicazione è stata autorizzata telefonicamente dall' Istituto Fratelli Cervi di RE.
per chi volesse sostenere il canale con una piccola donazione
Pillole di Resistenza da Casa Cervi - Adelmo Cervi e Giovanni Bigi
Alcide Cervi
Provided to YouTube by IIP-DDS
Alcide Cervi · Ivan Della Mea
Fiaba grande
℗ Ala Bianca Group
Released on: 2018-03-23
Artist: Ivan Della Mea
Auto-generated by YouTube.
Adelmo Cervi, il seme della memoria della lotta per la libertà
Porta in sé i valori e le idee per le quali si batté suo nonno e in nome delle quali sacrificarono la vita suo padre e tutti i suoi zii. Adelmo Cervi, figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli partigiani Cervi fucilati dai fascisti, vuole continuare a far germogliare, senza retorica e con la forza del cuore, i semi della memoria nei giovani. L’ha fatto anche a Genova, dove per iniziativa dell’Anpi provinciale ha incontrato gli studenti e partecipato a manifestazioni nel quartiere di Sampierdarena. Dove, grazie alla disponibilità della scuola, l’abbiamo intervistato in una bella sala dell’istituto Gobetti.
ADELMO CERVI
Figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi
Alcide Cervi con i sette figli coltivava con idee d’avanguardia e studi sull’agricoltura, il podere dei Campi Rossi, poi divenuto un fulcro vitale della Resistenza con la banda partigiana Cervi, fondata da Aldo, padre di Adelmo, per lottare contro il fascismo e la guerra.
ADELMO CERVI
Figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi
Quando le vite dei fratelli Cervi furono strappate Adelmo era piccolissimo, però di quel padre che non poteva fisicamente ricordare ha ripercorso la storia e la memoria dedicandogli il libro Io che conosco il tuo cuore.
ADELMO CERVI
Figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi
Poi il tragico epilogo, con i fratelli Cervi fucilati tre giorni dopo il Natale del 1943 per rappresaglia dopo diverse uccisioni di fascisti nella zona, dal colonnello Giovanni Fagiani delle camice nere a Cavriago al segretario comunale di Bagnolo in Piano, Davide Onfrani. Alcide Cervi in quei giorni prigioniero perché aveva voluto seguire in carcere i figli, non seppe subito di averli perduti e quella tragedia meno di un anno dopo spezzò il cuore di sua moglie Genoeffa, che pure aveva cercato di resistere con tutte le forze al naufragio. Toccò ad Alcide farlo, sostenendo le nuore vedove e i nipoti senza più padri e diventando in memoria dei figli caduti il simbolo della lotta per la libertà.
ADELMO CERVI
Figlio di Aldo, terzogenito dei sette fratelli Cervi
servizio di: Stefano Villa
riprese e montaggio: Livio Marciano
2015©Produzione Ufficio Comunicazione
della Città Metropolitana di Genova
#GenovaMetropoli
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Il racconto di Adelmo Cervi che ricorda l'uccisione di suo padre e dei suoi fratelli nel 1943
Adelmo Cervi, ospite di Gabriella Facondo nello spazio Azzurro di Nel cuore dei giorni, è il figlio di Aldo Cervi, uno dei 7 fratelli Cervi ucciso dai nazisti nel dicembre del 1943 perché partigiano.
MUSEO DEI 7 FRATELLI CERVI A GATTATICO (22 DICEMBRE 2013)
Domenica 22 dicembre 2013 con la collaborazione di Radio Popolare di Milano Abbonaggio partigiano a Casa Cervi al museo dei sette fratelli Cervi di Gattatico ed al cimitero di Campegine in provincia di Reggio Emilia, Emilia Romagna, Italia. Tra le varie iniziative incontro con Gelindo Cervi, figlio di Gelindo, e con i Sindaci di Campegine (nipote di uno dei Cervi) e Gattatico, oltre all'esibizione di vari gruppi musicali e del poeta spagnolo Alejandro De Luna.
Il Museo Cervi è un'ampia struttura colonica che sorge sui Campi Rossi, un podere di circa 16 ettari collocato nel mezzo della pianura Padana a pochi chilometri dalla via Emilia tra le città di Parma e Reggio Emilia. È un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino allestito nella casa dove i Cervi arrivarono nel 1934. L'idea di un museo della Resistenza e della storia del movimento contadino era già presente negli anni '60 quando Alcide Cervi, padre dei sette fratelli fucilati dai fascisti all'alba del 28 dicembre 1943, decise di donare al comune di Gattatico ed alla provincia di Reggio Emilia la raccolta dei ricordi e delle testimonianze del sacrificio dei suoi figli. I Cervi erano una numerosa famiglia di contadini mezzadri originari della bassa reggiana. Oltre al padre Alcide e alla madre Genoveffa Cocconi c'erano i sette figli (Gelindo, Antenore, Aldo, Agostino, Ferdinando, Ovidio ed Ettore) e due figlie (Diomira e Caterina). Le figlie si sposarono non appena giunte ai Campi Rossi e come era abitudine delle famiglie contadine se ne andarono per entrare nelle famiglie dei rispettivi sposi. Poverissimi i Cervi erano animati da un forte impulso alla riscossa sociale. Come mezzadri non avevano fissa dimora (il contratto di mezzadria, assai sfavorevole ai contadini, imponeva di cambiare podere ogni anno: il trasloco avveniva a novembre il giorno di S.Martino). Appreso che il podere di Campi Rossi ere in affitto per pochissima spesa decisero di affittarlo e di trasferirvisi. Da allora furono per tutti dei matti e delle teste calde, perché i Campi Rossi erano di fatto impraticabili. Una vera sfida poter vivere e lavorare in quelle condizioni che i Cervi vinsero, perché nel giro di pochissimo tempo resero il podere un modello di agricoltura razionale. Nel 1939 acquistarono un trattore, il primo della zona. Sul piano ideologico i Cervi erano profondamente antifascisti. Alla fine degli anni '20 Aldo venne imprigionato nel carcere di Gaeta per tre anni. Furono anni formativi, poiché lesse di politica, Marx e Gramsci soprattutto. Rientrato estese questa esperienza a tutti gli altri fratelli e presto allestì una biblioteca circolante con i libri che erano proibiti dal regime fascista. Quando le restrizioni alla libertà di azione e di parola si fecero più violente i Cervi iniziarono l'azione di opposizione con atti di sabotaggio agli ammassi imposti dal regime ed alle linee dell'alta tensione che alimentavano le fabbriche Reggiane, dove si producevano armamenti militari. Fecero volantinaggi, distribuirono clandestinamente l'Unità ed andarono di casa in casa a commentarla. La loro abitazione divenne una centro di coordinamento dove si fecero riunioni clandestine e si organizzò l'opposizione al regime. Organizzarono attentati contro presidi fascisti della zona da cui ricavarono cibo e armi utili per ospitare nella loro casa i numerosi renitenti alla leva, che rifiutarono di prendere le armi dopo l'8 settembre 1943 e la proclamazione della Repubblica di Salò, e per sostenere i numerosi prigionieri alleati che erano fuggiti. Moltissimi antifascisti transitarono e sostarono nella loro casa. Casa Cervi venne messa a ferro e fuoco dai fascisti nella notte fra il 24 e il 25 novembre 1943. I sette fratelli, il padre e Quarto Camurri furono catturati e condotti al carcere dei Servi di Reggio Emilia. Tutti gli stranieri che in quella notte erano ospitati in casa furono invece trasferiti alle carceri di Parma. I sette fratelli Cervi verranno fucilati senza processo all'alba del 28 dicembre 1943 al poligono di tiro di Reggio Emilia, insieme a Quarto Camurri. Il più anziano Gelindo aveva 42 anni, il più giovane Ettore 22. Il padre venne risparmiato e tramandando la memoria rese possibile il recupero delle testimonianze della civiltà contadina e delle vicende storiche che costituirono il primo nucleo del museo. Il Museo Cervi è gestito dall'Istituto Alcide Cervi. Video realizzato per la sezione ANPI Nicolai Bujanov (partigiano sovietico caduto in combattimento il 9 luglio 1944 nella zona di Cavriglia in provincia di Arezzo). WWW.FRATELLICERVI.IT.
Paolo Rossi e i Virtuosi del Carso a Casa Cervi per la Festa del 25 aprile 2013
Nell'aldilà con Berlinguer..
Momenti teatrali nelle stanze di Casa Cervi - Sciacrì teatro
Casa Cervi - una famiglia, una Storia
L'ultimo pomeriggio abbiamo visitato la casa museo a Gattatico della famiglia Cervi; una famiglia da ammirare per la sua forza emotiva e per il suo spirito di innovazione ed ingegno, ma soprattutto per il suo forte ideale di libertà, democrazia e fratellanza. Come ultimi testimoni degli afflati rivoluzionari e illuministici del periodo rivoluzionario francese, essi rappresentarono, insieme al tutto italiano amore per la famiglia, un esempio che poi venne imitato dalle famiglie vicine, e che portò alla tenace opposizione del nazi-fascismo della repubblica di Salò. Furono i primi a decidere di prendere per le mani il proprio destino affrancandosi dal semi-servitù dei massari e affittando un podere da cui trarre completamente i frutti del proprio duro lavoro, introducendo tecniche innovative e con notevoli sforzi comprare a rate un trattore, cosa inimmaginabile per quei tempi. Ma cosa fondamentale, non dimenticando mai che la cultura è l'unico motore certo dell'uomo, senza la quale l'uomo stesso rimane alla mercé delle forze oscurantiste della servitù e dell'autoritarismo.
Dopo un periodo di macchia e di atti di sabotaggio contro i fascisti i sette fratelli Cervi furono presi e fucilati senza nemmeno una parvenza di processo dai fascisti stessi che vedevano in loro una forza da abbattere assolutamente senza pietà, se non altro per il messaggio di cui erano portatori. Dal loro esempio però nacquero le vere e proprie bande partigiane e l'opposizione al fascismo divenne sempre più forte fino alla liberazione.
L'insegnamento che ci hanno dato i sette fratelli Cervi, il padre Alcide e la madre Genoveffa, per non parlare delle nuore e dei generi, sono un monito per questi tempi attuali dove il sentimento di amore per il prossimo, per la libertà e la democrazia contro le forze oscurantiste non è poi così forte e diffuso e ci fanno capire che mentre è sempre possibile tornare indietro, progredire non è sempre così facile e spesso costa fatica, costanza e determinazione, costanza e determinazione che è difficile riscontrare al giorno d'oggi.
Giacomina Castagnetti - 25 aprile 2013 - Casa Cervi - 1
Pillola di Resistenza n. 9 - Carlo Smuraglia
LILIANA CAVANI a Casa Cervi
Dal convegno di studi Luoghi per il domani. Il ruolo civile dei luoghi di memoria in Italia, 25 novembre 2016
La rete nazionale delle Pastasciutte Antifasciste
La storica pastasciutta del 25 luglio a Casa Cervi diventa rete nazionale e nel 2013 si svolge in tante località sparse in tutta Italia.
25 aprile 2014 a Casa Cervi
Le voci e le testimonianze dalla festa del 25 aprile a Casa Cervi, con tante pillole antifasciste raccolte durante la gornata.
Gattatico Casa Cervi
racconto della vita della famiglia Cervi, molto toccante.
i 7 fratelli Cervi furono in quel maledetto 28 dicembre del 43, trucidati davanti al poligono di tiro di Reggio Emilia. La madre Genoeffa Cocconi cede al dolore e si spegne nell'autunno del 1944, , lasciando gli undici nipotini, le quattro vedove e il vecchio Alcide.
Maria Cervi racconta la sua casa e la sua famiglia
Maria Cervi è morta l'11 giugno 2007, dopo aver dedicato la sua vita a testimoniare la storia tragica ed esemplare della sua famiglia e a sostenere,insegnare e divulgare i principi antifascisti e il valore della memoria, della democrazia e della libertà di pensiero.
Maria Cervi ci guida nel Museo Casa Cervi a Gattatico, ambientato nella casa in cui lei visse 28 anni.
Accompagnandoci attraverso le stanze dell'edificio racconta la storia della sua grande famiglia di contadini autodidatti progressisti e innovatori sia nell'agricoltura che nella società, antifascisti e resistenti.
La sera del 25 novembre 1943 i fascisti arrestarono Alcide Cervi, nonno di Maria, con i suoi sette figli, tra i quali Antenore, padre di Maria. Il 28 Dicembre dello stesso anno i fascisti fucilarono i sette fratelli senza neppure informare i familiari. Maria, che aveva nove anni, ricorda molto bene quei giorni tragici e anche le difficoltà del periodo successivo, in cui i suoi nonni Alcide e Genoveffa insieme alle nuore portarono avanti la famiglia mantenendo sempre il senso della giustizia e della libertà, continuando a lavorare nella loro casa e resistendo a chi avrebbe voluto allontanarli e far dimenticare la strage.
Maria è capace di trasmetterci lo spirito positivo della Famiglia Cervi e difarci capire l'inutilità delle guerre.