Piticchio (Italy): il borgo medioevale
Piticchio (Italy): il borgo medioevale. (0105DZUO)
Sito a 379 m.s.l.m. nel comune di Arcevia (circa 7 chilometri dal centro di Arcevia) nella provincia di Ancona.
Degne di nota sono la cinta muraria ben conservata, con il suo giro di ronda interamente camminabile; su di essa si sviluppa il castello medievale ad impianto quattrocentesco, sede di vari eventi del comune e oggi ottimamente restaurato: distrutto più volte nella fine del Duecento, nel Cinquecento subì un notevole rifacimento ad opera del Bellinzona, mentre tra Ottocento e Novecento parte dell'ingresso con doppia porta fu rifatto realizzando la terrazza attuale.
La Chiesa di San Sebastiano, che presenta le tracce di varie fasi di costruzione dal Quattrocento ai giorni nostri, conserva al suo interno un dossale ligneo, intagliato e dorato risalente al XVI secolo, sul quale sono state inserite tre tele e due tavolette risalenti agli anni 1580-1590 circa e attribuibili a Ercole Ramazzani.
Di notevole interesse storico anche la doppia casa patronale, appartenuta alle due potenti famiglie dei Destrani e dei Giampieri.
Link utili:
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città di Glorenza Alto Adige 2014 i suoi mercatini di Natale 6-7-8 Dicembre (riprese di Renato)
la città di Glorenza e bellissima e la più piccola dell'Alto Adige uno dei Borghi più belli D'Italia situata vicino al confine Svizzero i mercatini di Natale si concentrano in tre giorni dal 6-7-8 Dicembre sono meravigliosi incantevoli tipici unici andate a vederli meritano come merita questa straordinaria città di origine medioevale circondata dalle sue mura un gioiello io mi chiamo Renato Zilio sono di Albignasego Padova mie le riprese fatte con tanta passione per tutti voi appassionati che per me siete speciali unici che ringrazio di tutto cuore che guardate sempre tutti i miei video di ogni genere di tutte le mie riprese alla prossima mia ripresa per tutti voi
Lago di Resia - Abazia di Monte Maria - Glorenza
Lago di Resia
Il suo marcante emblema, una torre di un campanile che sembra spuntare dal niente in mezzo al lago, lo fa inconfondibile. Lungo ben 6 km, con la capacità di 120 milioni di metri cubi, il lago è il più grande dell'Alto Adige.
Fino all'anno 1950 si trovavano tre laghi naturali presso il passo Resia: il lago di Resia, il lago di Curon ed il lago di San Valentino alla Muta. Una creazione di una grande diga unificò i primi due laghi e sommerse però con se il piccolo paese, dal quale tutti gli abitanti dovettero evacuare. Solo il grande campanile solitario che spunta dall'acqua ci ricorda ancora oggi questo fatto. L'avvenimento è però anche avvolto da molte leggende...
Abazia di Monte Maria
Il convento benedettino di Monte Maria a Burgusio (Alto Adige) venne fondato dai conti di Tarasp intorno al 1200. La chiesa monastica barocca rappresenta l'unico esempio di basilica a tre navate colonnate nella Val Venosta.
Pregevolissimi il portale ad arco a tutto sesto del Duecento, l'affresco accanto al portale del Settecento ed all'interno gli affreschi e gli stucchi nello stile della Scuola di Wessobrunn.
Glorenza
Con i suoi 885 abitanti, Glorenza è una delle più piccole città d'Europa.
Le mura, unica fortificazione cittadina intatta in tutto l'Alto Adige, racchiudono un assetto urbano di cui è ben visibile l'origine medievale, anche se a predominare sono le forme architettoniche del XVI sec.
Dopo la distruzione seguita alla battaglia di Calven (1499), l'architetto militare Jörg Kölderer presentò all'imperatore Massimiliano un progetto di ampliamento della cinta muraria con porte e torrioni semicircolari che richiese lunghi anni di lavori, conclusi solo verso il 1580. Le mura quali ci si presentano oggi, con il cammino di ronda e le 350 feritoie, le sette torri con le cuspidi, le tre porte con le guide e i battenti originali, conferiscono alla cittadina un aspetto tardomedievale.
2m²: Sulle lacrime dell'Imperatore (Puntata Nr.43)
2m²: Sulle lacrime dell'Imperatore (Puntata Nr.43)
La città più piccola dell'Alto Adige e di tutta Italia è, con 894 abitanti, Glorenza. È, inoltre, l'unica città della Val Venosta. Glorenza appare oggi un'idilliaca cittadina medioevale, dove si può fare letteralmente un giro della città (per tutto il perimetro) perché le sue mura sono ancora completamente conservate. Queste mura ancora oggi esistenti erano a suo tempo il capolavoro del più importante architetto di allora, Jörg Kölderer (1465/70-1540).
Kölderer era pittore e costruttore di corte dell'imperatore Massimiliano I.
L'importanza di Glorenza per la sua posizione strategica al bivio delle strade per la Svizzera (attraverso la Val Monastero) e per l'Austria (attraverso il Passo Resia) era già nota dai tempi dei romani. Glorenza si trovava lungo la Via Claudia Augusta, una delle strade più importanti di collegamento fra nord e sud. Nel XII secolo si trovano i primi documenti che attestano l'esistenza di una paese di nome Glorenza. A quei tempi in gran parte della Val Venosta si parlava ancora una lingua retoromana (simile al ladino della Val Gardena, Val Badia e Val di Fassa, o alla lingua parlata ancora oggi nel cantone svizzero dei Grigioni a pochi chilometri da Glorenza). Tracce di questa lingua si trovano ancora oggi in molti nomi di masi o luoghi. Anche il nome Glorenza è di origine retoromanica e può significare prato di noccioli o di ontani.
Nel 1291 Mainardo II di Tirolo concesse a Glorenza il diritto mercantile e dieci anni più tardi Glorenza venne nominata città nei documenti. Inizialmente lo sviluppo era rapido, il commercio in fiore; ma il conflitto tra gli Asburgo e i confederati svizzeri portò il 22 maggio 1499 alla battaglia della Calva. Siccome i rinforzi austriaci guidati da Massimiliano I sono giunti con troppo ritardo, molto paesi dell'alta Val Venosta, ma soprattutto Glorenza, sono stato completamente distrutti. Migliaia di capi di bestiame sono stati rubati e più di 5000 soldati uccisi. Donne e bambini sono stati maltrattati. Quando finalmente Massimiliano I giunse sul luogo vide, dalla collina di Tarces, la città di Glorenza distrutta e in fiamme. Secondo le cronache del tempo, sembra che l'imperatore si sia messo a piangere.
Poi diede incarico a Jörg Kölderer di costruire una nuova Glorenza. È quella che oggi vediamo. In questo modo nasce la leggenda che Glorenza sia stata costruita sulle lacrime dell'Imperatore.
Molte grazie alla guide Karl Hofer e Valerio Rainis che ci hanno raccontato ancora molti particolari su Glorenza. Grazie anche all'Associazione turistica dell'Alta Val Venosta per il sostegno durante le riprese.
Informazioni per visite guidate alla città di Glorenza
Piazza Municipio 1
I-39020 Glorenza
Tel. +39 0473 831 097
altavenosta-vacanze.it
Bibliografia per la „Battaglia della Calva:
Calven 1499-1999, Bündnerisch - Tirolische Nachbarschaft, hrsg. vom Südtiroler Kulturinstitut in Zusammenarbeit mit dem Institut für Geschichte, Innsbruck und dem Staatsarchiv Graubünden und dem Verein für Bündner Kulturforschung, Bozen 2001
Trentino - gita a Castelrotto - Fiè allo Sciliar- San Giovanni Ranui! HD
Castelrotto- (in tedesco Kastelruth) era un castello medievale che si trovava nel paese omonimo in Alto Adige.
Il luogo dove fu eretto il castello è stato abitato fin da tempi preistorici. Dalle ricerche archeologiche è emerso che vi si trovava un castelliere retico che in seguito fu fortificato dai romani.
Il castellum romano fu distrutto durante gli scontri di confine tra Bavaresi e Longobardi e quindi citato nel 982 d.C. come de loco Castelorupto. Questo toponimo è rimasto da allora ad identificare il paese di CastelrottoCon il tempo il castello perdette di importanza tanto che nel 1675 Georg von Kraus decide di costruire al suo posto una via Crucis. Gli edifici e le mura vengono quindi abbattute e solo il mastio viene risparmiato trasformandolo in una cappella dedicata a S. Antonio.
La cappella è ben conservata e visitabile.
Fiè allo Sciliar- grazioso paesino di vacanza ai piedi dei monti omonimi
S. Giovanni in Ranui- nei pressi del maso medievale Ranuihof, nel 1744 venne costruita la chiesetta di S. Giovanni. La chiesetta si trova sui prati di Ranui d fà parte del maso omonimo.
Bellissimo contesto dominato dall'imponente gruppo dolomitico delle Odle...
L'antichissima chiesa di Gesiùn
I resti d'una delle chiese più antiche ed ancestrali del Piemonte. Forse in origine era un tempio pagano, quello che rimane sono poche mura, qualche affresco, fortunatamente restaurato e recuperato alcuni anni fa. La chiesa si trova in un panorama naturale bellissimo e surreale.
Music:
Greendjohn - The Journey Home
LINK:
Luogosanto,Castello di Balajana e Chiesa di San Leonardo...by Maurizio Casula
E' tra le fortificazioni sarde di più antica attestazione. Il nome del castello deriva dalla zona in cui sorge: secondo la leggenda Balaiàna significhebbe terra dei Bàlari, riferito alla popolazione dei Balares, uno dei primi popoli colonizzatori della Gallura. Costruito nel 1050 dal giudice Costantino I insieme alla chiesetta di San Leonardo, se ne hanno sue notizie nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, dove risulta intorno al 1146 una disputa tra il sovrano di Gallura Costantino e i figli del suo predecessore, proprio per il possesso dell'edificio fortificato. Tra il XIII e il XIV secolo il castello seguì le sorti del Giudicato, ma nel 1422 venne fatto distruggere per ordine di Alfonso d'Aragona. I suoi ruderi, situati sulla collina di San Leonardo a 300 metri sul livello del mare, fanno ritenere che l'originaria fortezza occupassero interamente l'altura. Si individuano i resti di un ambiente rettangolare e di una torre, racchiusi dai resti di una cinta muraria che presumibilmente doveva recingere e difendere la fortificazione. Nulla si può dedurre circa gli ambienti interni alla cinta di mura, distrutti da crolli e frane. La chiesa di San Leonardo, collegata da un basso muraglione che doveva difendere un facile punto d'accesso e servire anche da camminamento, doveva svolgere funzione di cappella palatina. La peculiarità del castello è nella tecnica costruttiva, interamente in granito, messo in opera per mezzo di una serie di incastri che prescindono da malta o calce. Le mura sono a doppia cortina, realizzate con filari di conci squadrati sia internamente sia esternamente, con riempimento di pietrame minuto privo di qualunque tipo di legante. Gli spigoli sono rinforzati da grossi blocchi sagomati ad hoc. Un recente quanto pesante restauro di ricostruzione ha cambiato quasi completamente l'aspetto del complesso fortificato, impedendo di fatto lo studio della struttura originaria. La presenza di un serbatorio per l'acqua piovana, situato al di sotto del pavimento e a breve distanza dalle camere, fa pensare che questa zona fosse riservata alla guarnigione. Una leggenda vuole che Dante Alighieri sia stato nel castello ospite di Ugolino (Nino) Visconti, giudice di Gallura.
Maxi coalizione in Comune a Sluderno
Gioco del Cero Contrade di Volterra - di I.Bellacchini 3/5
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GIOCO DEL CERO (Video di Italo Bellacchini)
Le otto contrade storiche di Villamagna, Cavallaro, S.Stefano, S.Agnolo, Piazza S.Maria, Porta all'Arco, Porta a Selci, S. Giusto si danno battaglia per conquistare il cero, alto 10 metri e del diametro di 1,5 mt e il vessillo con i colori del Comune. Le squadre si affrontano secondo un percorso ad eliminazione diretta, in combattimenti in cui ognuna delle squadre cerca di portare dalla propria parte una slitta appesantita da sacchi di sale volterrano e con un cero al suo centro. E proprio il cero simboleggia la vittoria, perché la contrada vincitrice lo conserverà fino al torneo dell'anno successivo. Intorno alla sfida una serie di rappresentazioni, tra cui la sfilata in costume e l'esibizione degli sbandieratori.
Un gioiello tra i monti - Lago e Castello Toblino
Una magnifica rocca cinquecentesca, le cui armoniose forme rinascimentali si specchiano nell'omonimo lago da una penisoletta.
È il più celebre dei castelli del Trentino. Deve la sua fama alla singolare posizione e al bellissimo ambiente che lo circonda. Ma anche alle tante e cupe leggende che in quel parco e tra quelle mura hanno trovato fertile terreno su cui nascere e svilupparsi. Su quello sperone roccioso che fino a qualche secolo fa era un'isoletta -- il livello del lago era più alto di due metri -- 2000 anni fa abitavano le fate alle quali nel III secolo era dedicato un tempietto. Lo certifica una lapide murata nel portico del castello che l'archeologo Paolo Orsi definisce unica nel suo genere nella realtà epigrafica romana.
Fotografia Alfredo C,