Monte Ucia
26 Febbraio 2019.
Questa mattina sveglia alle 6.00, in mente un giro da troppo tempo accantonato e visto lo stop forzato di 10 giorni lo metto in atto, partenza alle 6.40 da Via Ontini, zaino in spalla e via verso il Monte Maddalena m.837.
La bellezza salverà il mondo e l'Hepatica nobilis,Scilla bifolia ,Helleborus viridis e Tussillago farfara mi accompagnano nel silenzio.
Qui si unisce il sentiero 3V e lungo il Monte Denno tra lecci e roverelle scateno i cavalli accumulati.
Raggiunto il Monte Salena m.862 si scende fino alla Casa di Pino, un roccolo d'altri tempi e si giunge al Colle San Vito m.566, qui Erythronium dens-canis e Daphne laureola splendono al sole.
Foto di rito all'ex Monastero e poco più avanti la Chiesa di S.Vito del XVI sec.
Si segue passando tra vari roccoli, accanto alla Cascina dei Polech, la Casina e la Pozza di Pisa e in salita si risale il pendio verso il Monte Bonaga m.950.
La vette segnata da una campana a ricordo dei Caduti sul lavoro nelle Cave di Marmo e un croce su una terrazza, qui mi fermo per un meritato ristoro.
Si continua a salire seguendo le frecce per il Monte Dragoncello m.1094, le Pulsatille montane sono colpi di colore tra l'erba secca, poi una croce segna la cima.
Scendendo si passa accanto alla Casina Ecia e passando per l'Anticima Dosso del Lupo m.1154 si raggiunge tra roccette e cavi in acciaio la Corna di Caino m.1158.
La terrazza offre una vista a 360°sulla Valtrompia dal M.Guglielmo, Maniva e al Cornone del Blumone e sulla valle di Caino e Nave, ed il bianco lontano dell'Adamello e della Presolana.
A ritroso si ritorna sul sentiero e poco più avanti siamo giunti sulla cima del Monte Ucia m.1168.
Una targa e una croce stabiliscono la vetta e la foto di rito non manca.
Si torna con il saliscendi fino al Monte Maddalena,inizio a pensare ad una birra al Grillo ma con sgradita sorpresa trovo chiuso.
Acqua e sali minerali stanno finendo, ora si scende e giunto alla Sella del Poffa tiro dritto per la dorsale percorrendo dapprima il Monte Poffa m.491, poi Le Grappe m.455 ed infine il Monte Mascheda m 420, giunto al Forte Garibaldi svolto deciso e passando al bivio delle Vie dell'Angiolino scendo deciso alla grotta Boulder.
Passo il Forte Cagna e aggirando la forra tra Galanthus nivalis giungo al punto di partenza.
Sviluppo di km.27.16 con un D+2263 e tempo totale di h.9.38.50.
Info e traccia gpx :
Panorama di Roma dal Pincio
Veduta panoramica di Roma dalla terrazza del Pincio
HOTEL SAN GABRIELE LORETO (ANCONA)
HOTEL SAN GABRIELE 22, v. Marconi Tel 071 970160, 071 7500106 Fax 071 976508, 071 7500108 L'hotel, la cui entrata è situata nel centralissimo corso Boccalini, dispone di una terrazza panoramica situata al quinto piano dalla quale si gode un panorama spettacolare che va dagli Appennini al mare. Le camere sono dotate di tutti i comfort quali bagno, idromassaggio, telefono, tv color e aria condizionata. Il trattamento va dalla mezza pensione alla pensione completa. La cucina del ristorante, che dispone di 180 coperti, offre piatti della cucina tipica marchigiana, nonché di cucina internazionale, con possibilità di scelta tra le specialità del menu turistico o della carta.
Hotel Villaggio dei Pescatori - Isola di Ponza
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Il mare è uguale per tutti (Pino Ciociola)
San Foca, Lecce: dal 4 agosto è aperto il primo stabilimento balneare per malati di Sla, dell'associazione 2HE
(7 luglio 2015)
Castello – Cattedrale Esterno – Praga – Audioguida – MyWoWo Travel App
Orgoglio del Castello, simbolo dell’intera città di Praga, luogo di custodia del tesoro reale boemo, la cattedrale di San Vito è un gioiello architettonico del gotico trecentesco europeo portato a termine, però, in seicento anni.
L’attuale edificio fu voluto dal re Carlo IV, in sostituzione di una più antica basilica romanica di cui è conservata la cripta come sepolcro dei re. A quell’epoca risale la parte di fondo, con il coro è l’abside.
E’ la zona più sacra, concepita come una stupenda struttura a tre navate con cappelle perimetrali dalle quali prendono slancio leggeri archi rampanti.
La costruzione fu avviata nel 1344 dal francese Mathieu d’Arras e proseguì a partire dal 1353 dall’architetto tedesco Peter Parler, autore della stupenda soluzione delle volte a nervature. Dopo la morte del re Carlo IV e di Parler, i lavori di costruzione subirono un rallentamento a causa delle guerre che devastarono la Boemia per tutto il Quattrocento. S’interruppero poi per oltre tre secoli, lasciando la Cattedrale a metà, all’altezza del braccio trasversale, con una parete provvisoria su cui era appoggiato un gigantesco organo, e ripresero finalmente nella seconda metà dell’Ottocento.
La cattedrale ha raggiunto il suo definitivo completamento nel 1929, con una saldatura tra la parte antica e quella moderna delle navate e la conclusione della facciata principale, stretta tra due alte e appuntite torri.
Il lato destro, di fronte al Palazzo Reale, è dominato dalla poderosa torre sud, alta 97 metri e chiusa da una piccola cupola barocca. All’interno, una vertiginosa scala a chiocciola, di quasi trecento scalini, conduce a una terrazza da cui si gode uno strepitoso panorama…
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LIBERTY HOTEL CATANIA (CATANIA)
LIBERTY HOTEL 40, V. S. VITO Tel 0039095311651 Liberty Hotel. Nel cuore della citt?una villa Liberty sapientemente restaurata si ?rasformata in un lussuoso ma intimo albergo quattro stelle de luxe, concepito per offrire anche alla clientela pi?igente qualit? ricercatezza nell'ospitalit?#13;In videograficaVia San Vito,40 - Cataniatelefono 095 311651libertyhotel.it
Il ritorno di Bologna la grassa: siamo la capitale del cibo - Radiobici.it
Bologna rivendica il titolo di capitale del cibo. Dal medioevo la mescolanza tra la città grassa e quella dotta forma il cuore del capoluogo emiliano.Nel mondo se dici Bologna dici cibo, dici Mortadella e non intendo Romano Prodi, che attenzione è reggiano! ricorda Franco Grillini, che da parlamentare nazionale aveva proposto il riconoscimento della professione di sfoglina: E' la solita Italia. Un lavoro che ha più di 500 anni e che produce bontà straordinarie, siccome è un mestiere da donne non è riconosciuto.
Una riscoperta, quella dell'orgoglio culinario bolognese, dopo anni in cui anche dal punto di vista economico era la Fiera a dominare la città. Vito, all'anagrafe Stefano Bicocchi, noto attore ma a Bologna anche apprezzato cuoco, lo spiega così ai fornelli di Radiobici: “Bologna si è un po' addormentata, accontentandosi della sufficienza, quando invece ha un patrimonio enogastronomico enorme”. Nella città grassa non si temono rivali, almeno in Emilia-Romagna, parola della sfoglina in capo Alessandra Spisni: “Ci hanno sfidato a più riprese ma abbiamo sempre vinto, quando vogliono tentare ancora noi siamo pronti”.
al Mucchione ...preparazione....
Regalbuto: Tombolando insieme 2016 (Videoclip)
Davvero riuscito il primo evento di solidarietà organizzato dalle associazioni di volontariato locali al ristorante la Terrazza con lo scopo di regalare un giornata di divertimento a chi è restio a stare in compagnia.
Clip a cura di Prospero Trovato.
Taormina ed il suo mare
Taormina è un vero angolo di Paradiso e della terrazza della piazza centrale si può ammirare tutto il Golfo, con il mare cristallino e la tipica vegetazione
Orvinio (Rieti) - Borghi d'Italia (TV2000)
Il Comune di Orvinio si trova in Provincia di Rieti a 840 metri sul livello del mare e conta circa 500 abitanti.
ABRUZZO - ROCCA SAN GIOVANNI Borgo della Costa dei Trabocchi - 4k
© CLAUDIO MORTINI™◊ Rocca San Giovanni è un piccolo centro in provincia di Chieti, fa parte dell'esclusivo club dei “Borghi più belli d'Italia”, disposto sulla sommità di un colle roccioso che si eleva a 155 metri dal livello del mare tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino.
Di chiara impronta medievale, Rocca San Giovanni, posta su uno sperone roccioso e circondata interamente da campi coltivati, nel tredicesimo secolo, grazie alla volontà dell’Abate Oderisio II, vive un periodo di splendore: la cerchia dell’abitato viene allargata; si costruisce una possente cinta muraria e tre torri quadrangolari con lo scopo di dare rifugio, in caso di assalti, ai monaci appartenenti all’Abbazia di San Giovanni in Venere; inoltre si edificano chiese e monumenti che con il tempo, purtroppo, sono andati perduti. Si conservano alcuni resti delle mura, un torrione e il campanile, costruzioni oggi sapientemente restaurate.
Da vedere, in stile romanico a tre navate, anche la chiesa di San Matteo Apostolo e il Palazzo Municipale del XIX secolo, di ispirazione classica
Da visitare anche il centro storico del paese caratterizzato da piccoli vicoli che un tempo pulsavano di vita e che a poco a poco si vanno rianimando. Discendendo lungo il corso, si raggiunge una splendida terrazza panoramica dalla quale è possibile ammirare la valle sottostante.
Vallevò, stretta fra un mare carezzevole e morbide colline, Vallevò si raccoglie tutta in un pugno: una manciata di case basse affacciate sugli orti, alcuni Trabocchi, e un porto domestico popolato da piccole barche
La Strage di Auletta (30 Luglio 1861) - Per non dimenticare mai.
Per non dimenticare...La STRAGE di Auletta...
Auletta 30 luglio 1861..
Un pugno di mesi appena dalla proclamazione dell'Unità d'Italia, e già l'intero Mezzogiorno brucia in un inferno di sangue e violenza. Nei territori periferici dell'ormai defunto Regno delle Due Sicilie divampa furiosa la rivolta legittimista contro le truppe piemontesi, contro la leva obbligatoria, contro le nuove tasse. Una vera e propria guerra civile, liquidata troppo frettolosamente dalla storiografia ufficiale come una successione di eventi puramente criminali. Campania, Lucania, Calabria: la mappa dell'insurrezione popolare è vasta. Decine i centri che si sollevano contro «l'invasore calato dal Nord» , aprendo le porte alle bande di «briganti», bruciando tricolori ed effigi della nuova dinastia sabauda. E scatenando rappresaglie ordinate dai vari Pallavicini, La Marmora o Cialdini, generale celebre per aver confessato di preferire di gran lunga «beduini affricani ai cafoni meridionali».
Una lunga lista di paesi martiri: Pontelandolfo e Casalduni i più noti, ma anche Auletta, teatro di un eccidio troppo spesso dimenticato. È il pomeriggio del 28 luglio quando una nutrita colonna di legittimisti invade il piccolo centro sulle rive del Tanagro. Accolta, secondo le accuse, da «ignobili feste, balli e canti». Da giorni i ribelli si concentrano nella vicina località Lontrano, in attesa di rinforzi che arrivano alla spicciolata. Contadini delusi, nobiluomini spiantati, disertori, soldati del disciolto esercito napoletano, cani sciolti. Disperati che non hanno nulla da perdere. Il primo atto, altamente simbolico, è la rimozione coatta dei ritratti di Vittorio Emanuele e di Garibaldi, i padri della Patria. Il vessillo borbonico sventola di nuovo sul palazzo comunale, mentre nella chiesa di San Nicola di Mira riecheggia il Te Deum il suono delle campane invita l'intero circondario alla rivolta. Possidenti e liberali filo-piemontesi si sono già volatilizzati da un pezzo, incalzati dallo spettro di inevitabili ritorsioni. Dalla vicina Pertosa, sede di un drappello della Guardia Nazionale, scatta immediato l'allarme. Decine di guardie e carabinieri calano su Auletta nel tentativo di snidare i ribelli ma vengono respinti a suon di fucilate.
Troppo alto il numero degli insorti: urge una repentina ed esemplare azione di forza, l'analisi dei vertici militari del VI Comando, anche per scongiurare pericolosi tentativi di emulazione. Si decide l'invio dei bersaglieri, affiancati da una squadra di mercenari ungheresi. Al soldo dei Savoia già da diversi anni, gli ausiliari magiari (ma non mancano polacchi, russi, tedeschi, americani, avventurieri e tagliagole) affiancano spesso le truppe sabaude, incaricandosi del «lavoro sporco». Li precede una sinistra fama, alimentata da stupri, saccheggi, abusi e vessazioni. I soldati espugnano Auletta all'alba del 30 luglio, attraversando quella contrada Piano lasciata indifesa dagli assediati. È il caos.
Per le strade e i vicoli si apre una caccia al brigante, criminale e stupida, lo si intuisce ben presto, poiché in giro ci sono soltanto civili inermi: i veri guerriglieri hanno ritenuto più conveniente ripiegare nei boschi che affrontare un avversario superiore per numero ed equipaggiamento. Il paese viene messo a ferro e fuoco. I colpi di baionetta come colonna sonora, basta uno sguardo, una parola di troppo, un semplice sospetto per finire davanti al plotone di esecuzione. Un massacro. Sono proprio gli ungheresi a rendersi protagonisti dei crimini più orrendi, penetrano nelle case, saccheggiano, bruciano. La furia cieca e selvaggia della rappresaglia non risparmia nemmeno i luoghi di culto. E i preti, additati come i veri ispiratori della sedizione.
Il parroco Giuseppe Pucciarelli viene barbaramente seviziato a coltellate nella canonica, letteralmente fatto a pezzi dalla soldataglia assetata di violenza. Che ha il tempo di far piazza pulita di arredi sacri, ex-voto e reliquie. Stessa sorte tocca a quattro religiosi, pestati a sangue in piazza, obbligati ad inginocchiarsi al cospetto del tricolore sabaudo tra risate di scherno ed umiliazioni. Uno di loro - «quasi ottantenne» raccontano le ingiallite cronache del tempo - non resiste nella scomoda posizione, prova ad alzarsi in piedi ma un sergente gli fracassa il cranio con il calcio del fucile. Il bilancio finale della mattanza è terribile: 45 morti accertati (ma potrebbero essere molti di più) e oltre duecento arrestati, condotti a marcire nelle carceri di Salerno con l'accusa di rivolta e cospirazione.
FM | Trattoria Venezia | 2015.11.17.
Demolizione Hotel Papillon
Tricase @ Diabolika Living 231108 - Dj Marracash 2
ancora una volta Dj Marracash nella SmokingZone del Diabolika Living...non ci sono parole!
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Balcone sul mare - cortile Vazzana 1, secondo piano
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