PIANTRAVIGNE (TERRANUOVA BRACCIOLINI, AREZZO, ITALY)
Piantravigne, frazione di Terranuova Bracciolini, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Sorge a 255 metri sul livello del mare e vi risiedono 138 abitanti. Caratteristico il circostante paesaggio delle Balze, che si sono formate dai sedimenti depositati da un lago nel Pliocene e nel Pleistocene, lungo circa 20 km, che occupava l'attuale Valdarno. Nel corso dei millenni, quando il lago si è ritirato, i suoi sedimenti sono stati sottoposti ad una continua azione di erosione da parte degli agenti atmosferici, che li hanno modellati fino ad assumere le affascinanti forme conosciute con il nome di Balze. Con i loro pinnacoli e guglie rocciose rappresentano un paesaggio caratteristico, ma poco conosciuto, del Valdarno, che merita di essere visto Anche Leonardo Da Vinci ne rimase affascinato e lo raffigurò in alcuni suoi dipinti, come nel paesaggio di sfondo alla Gioconda.
Una grotta-rifugio tra le Balze del Valdarno
Escursione dentro una grotta ricavata dentro le balze e che serviva come rifugio ai civili durante la Seconda Guerra Mondiale. Si trova a Persignano nel comune di Terranuova Bracciolini (Ar).
Terranuova Bracciolini
L'antica Castel Santa Maria, fondata nel 1337, fu l'ultima delle Terre Nuove costruite dalla Repubblica di Firenze nel Valdarno, fu poi gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, ma il nucleo più antico conserva l'impianto originario ortogonale, delimitato da una cinta muraria ancora a tratti evidente, mentre delle porte-torri resta solo il piedritto della Porta San Niccolò, situata a nord.
Chiesa di santa Maria
Sulla grande piazza centrale venne edificata la chiesa dedicata alla Natività della Vergine, poi radicalmente modificata tra il Seicento e il Settecento.
All'interno, possiamo osservare molte opere seicentesche ma tra tutte spicca, nella canonica, la Samaritana al Pozzo del montevarchino Giovanni Martinelli, ricca di riferimenti caravaggeschi.
Palazzo Concini
Palazzo Concini era proprietà della omonima famiglia nobile dei Conti della Penna.
Fu Bartolomeo di Giovanbattista, nato nel 1507 e segretario di Cosimo I de' Medici, a volere edificare il palazzo di famiglia.
Il palazzo oggi è di proprietà del comune e i suoi spazi ospitano un ricco calendario di attività espositive e culturali.
I Castelli
Le frazioni di Terranuova Bracciolini, Penna, Cicogna, Tasso, Campogialli, Persignano, Le Ville, Castiglion Ubertini sono le vestigia di antichi castelli appartenuti alla famiglia comitale dei Conti Guidi e ai loro feudatari, Pazzi e Ubertini.
Il piccolo e suggestivo borgo di Piantravigne ha la particolarità di essere inserito in un ambiente naturale di notevole suggestione, affacciandosi sullo straordinario scenario delle balze, che come un anfiteatro naturale, rende il paesaggio decisamente fiabesco.
In un ambiente campestre quasi incontaminato troviamo la Traiana, resa famosa oggi dal ritrovamento di un bellissima e struggente tela dell'Annunciazione di Giovanni Martinelli, che dopo il restauro tornerà nella piccola chiesa parrocchiale per offrirsi ai fedeli e ai visitatori.
All'antico castello di Montemarciano, riedificato nel Trecento come una terra murata, si accede ancora oggi tramite la medievale Porta Campana opposta alla porta detta Arco Etrusco, dalla quale si scende per la strada delle Cave.
Dall'altra parte, invece, inserendoci nella strada Setteponti incontriamo l'Oratorio della Madonna delle Grazie, riconoscibile dal bel porticato seicentesco e al cui interno sono conservate notevoli opere pittoriche rinascimentali e seicentesche.
le balze del valdarno
Le Balze del Valdarno, conosciute a Montevarchi anche come Smotte, sono un geotopo caratteristico, costituite da sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte fino a un centinaio di metri, di forme diversificate, intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell'erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d'acqua.
CASTELFRANCO DI SOPRA. LE BALZE DEL VALDARNO (AREZZO, ITALY)
Domenica 30 dicembre 2012: vedute delle Balze del Valdarno nella zona di Castelfranco di Sopra, provincia di Arezzo, Toscana, Italia. Le Balze del Valdarno, conosciute a Montevarchi anche come Smotte, sono un fenomeno geologico caratteristico costituito da sabbie, argille e ghiaie stratificate alte fino ad un centinaio di metri, di forme diversificate ed intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell'erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d'acqua. Leonardo da Vinci osservandole comprese questi processi con qualche secolo di anticipo rispetto alle moderne teorie sull'erosione e sulla sedimentazione: ... questa valle (Valdarno di Sopra) riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua di quella intorbidita, la quale si vede ancora a' piedi del Pratomagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata e in fra essa terra si vede le profonde segature dei fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Pratomagno, nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi di terre marine. Il fondovalle del Valdarno come lo vediamo oggi è il risultato dei fenomeni geologici avvenuti dopo l'estinzione del Lago Pliocenico del Valdarno Superiore. Da questo momento in poi iniziò la fase erosiva che continua anche ai nostri giorni: il reticolo idrografico, formato da un fiume più grande nel fondovalle, l'Arno e da molti suoi torrenti trasversali più piccoli, ha iniziato a smantellare i sedimenti lacustri accumulati nelle varie epoche ed a trasportare questi ultimi più a valle. Il corso dell'Arno si è abbassato progressivamente dalla vecchia superficie di colmamento alla quota attuale, circa 150 metri più in basso. I sedimenti sono molto giovani e oppongono poca resistenza all'erosione: per questo si formano valli con pendii molto scoscesi. I sedimenti lacustri si presentano sempre con la stessa successione: più in basso quelli più fini (argille), depositati quando il lago era più profondo, più in alto i sedimenti grossolani (ciottoli), trasportati dagli immissari quando il lago lo era meno. Questa alternanza stratigrafica di terreni argillosi teneri sovrastati da terreni più resistenti (conglomerati ciottolosi) permette la formazione di pareti verticali. Il passaggio tra le due formazioni geologiche è netto e risulta facilmente visibile anche agli occhi meno esperti: la parte inferiore è costituita da limi argillosi e sabbiosi, gialli e grigiastri poco coerenti, la parte superiore invece da ciottoli arenacei tondeggianti, cementati e resistenti di colore marrone con presenza di orizzonti più rugginosi (paleosuoli), quando i vecchi sedimenti rimanevano all'asciutto.
Valdarno, Cartolina dalle Balze
Leonardo da Vinci osservando le balze del Valdarno capì questi processi con qualche secolo di anticipo rispetto alle teorie moderne sull'erosione e la sedimentazione:
«... questa valle (Valdarno di sopra) riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua di quella intorbidita, la quale si vede ancora a' piedi del Pratomagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata e in fra essa terra si vede le profonde segature dei fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Pratomagno, nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi di terre marine»
Stag. 1 Ep. 22 - Le balze del Valdarno e la preistoria
Grandi piccoli in gioco. Fabrizio e Raimondo entrano in contatto con il territorio delle Balze del Valdarno che mostrano le rimanenze collinari dopo l'estinzione del lago Pliocenico.
“La parte inferiore è costituita da limi argillosi e sabbiosi, gialli e grigiastri, poco coerenti. La parte superiore da ciottoli arenacei tondeggianti, cementati e resistenti di colore marrone, con presenza di orizzonti più rugginosi (paleosuoli) quando i vecchi sedimenti rimanevano all'asciutto.
Leonardo da Vinci osservando le balze del Valdarno capì questi processi con qualche secolo di anticipo rispetto alle teorie moderne sull'erosione e la sedimentazione:
« ... questa valle (Valdarno di sopra) riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua di quella intorbidita, la quale si vede ancora a' piedi del Pratomagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata e in fra essa terra si vede le profonde segature dei fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Pratomagno, nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi di terre marine » (Citazione da Wikipedia.org)
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PONTE BURIANO - IL PONTE DELLA GIOCONDA (AREZZO, ITALY)
Ponte Buriano, frazione di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Una volta era la Cassia Vetus che nel congiungere Roma e Chiusi a Firenze veniva a scavalcare le acque dell' Arno a Ponte Buriano. Oggi è la strada provinciale dei Setteponti che da Arezzo a Firenze viene ad incontrarlo. Un ponte romanico stupendo solca con le sue sette arcate il corso del più importante fiume toscano. Fu costruito all'incirca verso la seconda metà del 1200. Ponte a Buriano, il ponte della Gioconda: Leonardo da Vinci conosceva bene quel luogo e lo testimonia una sua mappa della zona conservata a Windsor. L'intuizione più geniale è che quella zona dell'aretino con il Ponte Buriano è il paesaggio della Gioconda, della enigmatica Monnalisa. Dietro il suo volto sorridente si intravede il ponte a schiena d'asino identificato da alcuni studiosi e ancor più in lontananza ecco apparire i calanchi del Valdarno, pinnacoli di argilla erosa detti Balze. E' una prova che Leonardo aveva bene in mente la geografia di questi luoghi. Poco distante dal ponte l'Arno riceve le acque di un immissario, il canale della Chiana, nel quale confluiscono le acque dell'omonima valle. Se si risale il corso di questo canale, andando a ritroso, bisogna superare una serie di meandri e poi ci si infila in una gola, la Gola di Prato Antico. Se si osserva il lato sinistro della Gioconda, si vede un corso d'acqua con meandri che si infila in una stretta gola.
Pedalando 27 Marzo 2018 - Gran Premio Delle Balze
Secondo Giro Delle Balze, a Terranuova Bracciolini
Balze 2
Volo sulle Balze, formazioni di calanchi nel comune di Reggello, in Valdarno.
SAN GIOVANNI VALDARNO (TOSCANA, ITALY)
Domenica 30 dicembre 2012: vedute del Palazzo di Arnolfo e del centro storico.
S.Giovanni Valdarno, luogo di nascita dei pittori Masaccio e Giovanni da S.Giovanni, comune di 17141 abitanti, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Come indica il suo nome si trova nella valle del fiume Arno. All'origine (1296) si chiamava Castel S.Giovanni e venne edificato per conto di Firenze sui progetti che l'architetto Arnolfo di Cambio elaborò per realizzare gli avamposti del governo centrale, le terre nuove fiorentine (non vi è però la certezza della diretta partecipazione dell'urbanista ai lavori). La struttura del centro storico richiama l'organizzazione della città romana con la grande piazza centrale dalla quale si dipartono i due assi principali perpendicolari tra loro dai quali nascono le strade secondarie. Tra la fine del XIII ed il XIV secolo l'area del comune, anche oggi denominata Valdarno Superiore, non era ancora inserita in modo stabile nell'ambito del contado di Firenze. A questo scopo il capoluogo fiorentino decise di consolidare il controllo dell'intera area dell'Arno attraverso un complesso sistema di presidi militari. I centri abitati già esistenti vennero difesi con la creazione di cinte murarie come nella vicina Montevarchi, mentre al tempo stesso vennero fondate tre nuove città prontamente munite di difese murarie. La fondazione dei comuni di S.Giovanni e Castelfranco di Sopra risale infatti al 1296, secondo lo storico Giovanni Villani, mentre una provvisione del 26 gennaio 1299 prevedeva la costruzione della terza città, Terranuova Bracciolini, che venne popolata soprattutto grazie alla vicina città di Castel S.Giovanni. I coloni vennero incentivati attraverso notevoli sgravi fiscali, ma sebbene Firenze stessa si fosse accollata la parte economica di queste nuove costruzioni, a loro spettava sempre la manodopera manuale e l'edificazione delle nuove abitazioni. I tre paesi dovevano essere prevalentemente agricoli e come tale venne stabilito che nessun nobile potesse risiedervi stabilmente, ma potesse mantenervi dei possedimenti terrieri, o edilizi. Firenze lamentò in quest'epoca una certa lentezza nell'esecuzione di questi lavori di edificazione e fortificazione, che esponeva l'intera area ad attacchi sempre più frequenti, soprattutto ad opera dei pisani e della vicina Arezzo. Già nel 1352 un rapporto locale indicava come le mura risultassero in pessime condizioni e come tra il 1356 ed il 1363 la cinta muraria venne ristrutturata e rafforzata portando a ventiquattro il numero delle torri difensive. Dopo la conquista di Arezzo lo stato fiorentino dovette poi scontrarsi con la politica espansionistica dei Visconti di Milano, che miravano ad impadronirsi delle terre dell'Emilia e della Toscana. Questo fece sì che il paese di S.Giovanni mantenesse la propria funzione di presidio militare di rilievo.
Terra ospitale nel mondo delle Balze - Piantravigne 21 giugno 2015
Nell'ambito della manifestazione annuale Estate a Terranuova, edizione 2015, Terra ospitale nel mondo delle Balze (domenica 21 giugno 2015, dalle h 19:30) è un evento organizzato dal Comune di Terranuova Bracciolini e dagli abitanti di Piantravigne che propone una degustazione di prodotti tipici del territorio e vini attraverso le stradine caratteristiche di Piantravigne, alla scoperta del territorio e dei suoi frutti.
Fra le balze del Valdarno
Un breve tour fra le balze del Valdarno Superiore, da Castelfranco di Sopra a Sammezzano, in una giornata di sole
TB SI VESTE IN FESTA A PIANTRAVIGNE
Balze Valdarno ( educazione ambientale Alcedo )
Corso educazione ambientale - Alcedo - nelle balze del Valdarno - geotopo caratteristico, costituite da sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte fino ad un centinaio di metri,di forme diversificate, intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell'erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d'acqua. Leonardo da Vinci osservando le balze del Valdarno capì questi processi con qualche secolo di anticipo rispetto alle teorie moderne sull'erosione e la sedimentazione:«... questa valle (Valdarno di sopra) riceveva sopra il suo fondo tutta la terra portata dall'acqua di quella intorbidita, la quale si vede ancora a' piedi del Pratomagno restare altissima, dove li fiumi l'han consumata e in fra essa terra si vede le profonde segature dei fiumi, che quivi son passati, li quali discendono dal gran monte di Pratomagno, nelle quali segature non si vede vestigio alcuno di nichi[1] di terre marine» ( wikipedia )
balze - Apple TV (2nd Gen.).m4v
Le Balze del Valdarno, sono un geotopo caratteristico, costituite da sabbie, argille e ghiaie stratificate, alte fino ad un centinaio di metri,di forme diversificate, intercalate da profonde gole. Queste sono il risultato dell'erosione dei sedimenti pliocenici lacustri del Valdarno Superiore da parte degli agenti atmosferici e dei corsi d'acqua.
(tratto da wikipedia)
Con Barbara alla scoperta del Valdarno.
di Arber Agalliu
Ho conosciuto Barbara durante un incontro dove eravamo invitati entrambi per parlare del Valdarno.
Dopo aver parlato e dopo esserci confrontati su varie tematiche, tra cui la promozione del territorio, ho deciso di intervistarla e chiacchierare con lei tra i luoghi a lei più cari come le Balze.
Con molta professionalità e passione, Barbara, si dedica alla promozione del Valdarno nel mondo, a partire dalla Germania, sua terra natia.
Anche il nome della sua azienda è particolare: IndòValdarno, che potete visitare su questo sito:
terra ospitale piantravigne
Utopia del Buongusto del 09/07/2016 - Terranuova Bracciolini, Piazza Unità Italiana
Nell'ambito della manifestazione annuale Estate a Terranuova, edizione 2016 A cura del Comune di Terranuova Bracciolini e dell'Associazione Internazionale di Teatro Guascone
La Macchina del Tuono presenta
C'era una volta l'Italia
29 luglio 2016
Le Balze nella nebbia e nel sole di Rigli-Martoglio eseguita in versione per banda
Le Balze nella nebbia e nel sole di Rigli-Martoglio eseguita in versione per banda trascritta di David Macinai, dalla Filarmonica Giuseppe Verdi di Terranuova Bracciolini. Dirige David Macinai