Trieste meravigliosa LE RIVE
Una passeggiata per ammirare i bellissimi palazzi lungo le rive di Trieste e la stupenda Piazza Unità con il municipio. Dalla torre del municipio giungono i rintocchi di Micheze e Jacheze. La chiesa greco - ortodossa di San Nicolò incanta il visitatore.
triesteturismo.eu
Emozionante sorvolo di Trieste: Porto vecchio e le Rive superstar
Una chicca inviataci dal lettore-pilota di velivoli da turismo Jean François La Cloche: l'emozionante sorvolo della città di Trieste effettuato qualche giorno fa. Spicca l'ampia distesa del Porto vecchio e lo spettacolare splendore delle Rive.
TRIESTE,LE RIVE E PIAZZA UNITA' D'ITALIA
Girato con la Nikon D800, Nikkor 24-120 f4
Banda e Coro di Trieste - La Campana di San Giusto
La campana di San Giusto è un brano musicale patriottico scritto da Giovanni Drovetti e musicato da Colombino Arona nel 1915. Fu molto popolare durante la prima guerra mondiale.
Il brano fa riferimento a una delle campane della cattedrale di San Giusto, che si trova sulla sommità dell'omonimo colle che domina Trieste. Questo edificio religioso fu particolarmente caro agli irredentisti italiani durante la prima guerra mondiale. L'Italia prese infatti parte a questo conflitto per completare l'unità nazionale con l'annessione del Trentino-Alto Adige e della Venezia Giulia.
La campana di San Giusto, che venne composta nel 1915 a Torino, fu molto popolare durante la prima guerra mondiale e toccò il culmine della popolarità il 5 novembre 1918, ovvero due giorni dopo l'armistizio di Villa Giusti, con il quale l'Impero austroungarico si arrendeva all'Italia, consentendo alle truppe del Regio Esercito, nella data citata, di entrare vittoriose a Trento e a Trieste.
Guido Ciccolini : Per le spiaggie, per le rive di Trieste, Edison Record 82304 del 1921 (?)
Dalla collezione di Roberto Marcocci, lavoceantica.it
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TRIESTE E LE RIVE 1986
Le rive a Trieste nel 1986
La Campana di San Giusto
Italian Patriotic song from 1918
* * *
Trieste, Piazza dell'Unità d'Italia
Domenica 2 Ottobre 2011
Cerimonia di Commemorazione con la presenza
della Fanfara della Brigata Alpina Julia, del Sindaco della Città
e dei Gonfaloni .
Dopo l'Inno Nazionale la Fanfara della Brigata Julia ha suonato il famoso
brano La Campana di Trieste.
La canzone fu composta a Torino nel 1915 ed eseguita nell'arco dell'intero periodo bellico in tutte le manifestazioni patriottiche, nei café chantant e nei teatri di varietà italiani, conobbe il suo momento di maggiore splendore con la vittoria e l'entrata a Trieste delle truppe italiane il 5 novembre 1918.
Per le spiagge, per le rive di Trieste
suona e chiama di San Giusto la campana,
l'ora suona, l'ora suona non lontana
che più schiava non sarà!
Le ragazze di Trieste
cantan tutte con ardore:
Oh Italia, oh Italia del mio core
tu ci vieni a liberar!
Avrà baci, fiori e rose la marina,
la campana perderà la nota mesta
su San Giusto sventolar vedremo a festa
il vessillo tricolor!
Che commozione!
TRIESTE STREET RIVE
Foto di Trieste
Trieste, Italy. E' una bella citta' Trieste.
Trieste | Barcola e Rive su Due Ruote!
Trieste da non perdere.
Giro in scooter da Miramare lungo tutta Barcola per poi raggiungere le Rive, fino al Museo Ferroviario! Trieste regala sempre degli scorci stupendi!
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BACK IN SUMMER by Nicolai Heidlas Music
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Screenshot miniatura da:
Trieste - Le Rive - Tra sole e pioggia
Le rive di Trieste durante la Maratona 2019
Trieste: Canal Grande, Ponterosso
Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d'Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio. Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando l’imperatrice Maria Teresa decise di interrarle per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci. Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio Nuovo con al centro una grande fontana. Nell'interramento è stata sepolta anche una piccola nave torpediniera che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra.
La chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (chiamata comunemente chiesa di Sant'Antonio Nuovo), in stile neoclassico completata nel 1849 su progetto di Pietro Nobile, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste. Sulla piazza si affaccia il caffè Stella Polare, uno dei caffè storici di Trieste.
ll tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, opera dell'architetto Carlo Maciachini (1869), è la chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Il complesso architettonico riflette un gusto bizantino e si caratterizza per un cupola più alta dei quattro campanili, per le calotte emisferiche azzurre e per le ampie decorazioni a mosaico che abbelliscono le pareti esterne. Ornano la facciata nove grandi statue opera dello scultore milanese Emilio Bisi (1850-1920). L'interno è riccamente decorato secondo i canoni bizantini, interamente ornato da pitture ad olio imitanti il mosaico. Nel presbiterio sono situati tre altari. La grande lampada d'argento che pende all'ingresso è dono dello zar Paolo I.
Il canale è attraversato oggi da due ponti e da una passerella pedonale dedicata a James Joyce e detta ponte curto. Il nome dei ponti deriva dal colore con cui erano dipinte in origine le loro strutture. All'epoca della loro costruzione i ponti erano girevoli o apribili, per permettere l’accesso al canale dei velieri per lo scarico delle merci. I ponti mobili furono successivamente sostituiti dagli attuali ponti fissi in muratura, che però consentono soltanto il passaggio di piccole imbarcazioni durante la bassa marea. Il Ponte Rosso, a metà canale, fu costruito in legno nel 1756, appena ultimata la costruzione del canale. Era allora l'unico ponte esistente, in quanto gli altri ponti vennero costruiti in epoca successiva. Fu rifatto ampliandolo una decina d'anni dopo e rifatto ancora, questa volta in ferro, nel 1832. Sul Ponte Rosso si trova la statua dello scrittore irlandese James Joyce, in ricordo della sua permanenza in città. Il Ponte Verde, all'inizio del canale, all'imbocco dal mare, fu costruito in ferro nel 1858. Gli fu affiancato nel 1904 un altro ponte, detto Ponte Bianco o Ponte Nuovo, sul quale passava la ferrovia che una volta collegava il porto vecchio al porto nuovo passando per le Rive. A fianco del Ponte Rosso si trova l’omonima piazza Ponterosso, sede di mercatino all’aperto di frutta, verdura e fiori. Su un lato della piazza si trova una fontana del 1753 –di Giovanni Battista Mazzoleni), con al centro la statua di un puttino, familiarmente chiamato Giovannin de Ponterosso, per il fatto che l’acqua che lo alimentava proveniva dal rione di San Giovanni. All'inizio del canale, a ridosso del ponte, si trova uno squero per la messa a secco e la manutenzione delle piccole imbarcazioni.
Sull’area del canale si affacciano il fianco del palazzo Aedes, detto grattacielo rosso (1928 – architetto Arduino Berlam) (facciata principale sulle Rive), la sede espositiva del palazzo Gopcevich (1850 – architetto Giovanni Andrea Berlam), dal particolare intonaco bianco e rosso, sede anche del Museo Teatrale Carlo Schmidl, il fianco del Palazzo Genel (1873 – Domenico Monti) (facciata principale su Piazza Ponterosso), il fianco del Palazzo Carciotti (1805 – architetto Matteo Pertsch) (facciata principale sulle Rive)m a fianco della chiesa serboortodossa il palazzo Curtovich del 1777 ecc.
Dedicato alla mia amica triestina Fulvia e a tute le bele mule de Trieste!! :)
Musica: Tchaikovsky: walzer dei fiori, tratto da youtube.
Piazza Unità e rive di Trieste
La liberazione di Trieste: l'arrivo delle truppe italiane in città (1954)
Trieste italiana: le truppe inglesi e americane lasciano la città, mentre le truppe italiane varcano il confine di Duino. Bandiere italiane sventolano dalla torre di San Giusto e la folla si riversa in Piazza dell'Unità d'Italia.
La settimana Incom 01164 del 30/10/1954
Archivio Storico Luce .
Istituto Luce Cinecittà: tutte le immagini e i fotogrammi più belli di come eravamo, rivissuti attraverso i film, i documentari e i video che hanno fatto la storia del nostro Paese.
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Concerto delle Crocerossine - La campana di San Giusto - Banda Esercito Italiano - www.HTO.tv
L’articolo, di cronaca, prevede una descrizione, un riassunto, una specie di “bignami” se preferite, più o meno asettica, degli eventi; una sorta di “report” del “che cosa”, freddo, sintetico, diretto ed essenziale. Se mi conformassi a questo, dovrei, necessariamente, e semplicemente, elencare i brani eseguiti, descrivere, magari sommariamente, il Calendario, citare i vari ospiti e riportare qualche virgolettato; insomma una cosa facile facile, veloce, indolore ed insapore, una di quelle che non ti toccano da vicino, che, semplicemente, ti scivolano addosso senza lasciare alone di sorta. Ma così non può essere. Ho deciso, per l’occasione, di non scrivere il mio articolo in maniera “canonica” ma, questa volta, di descrivere l’atmosfera, le sensazioni, le emozioni, analizzare i sensi più che gli scenari, riportare il “chi” e non, come detto sopra, semplicemente il “cosa”. Sono loro, le Crocerossine, le Infermiere Volontarie della C.R.I., le protagoniste assolute di questo evento. Al loro instancabile impegno è dedicata l’intera serata dove, in parallelo, viene presentato sia Il concerto dell’Avvento sia il Calendario istituzionale 2016. La parte “strumentale” del concerto ha come protagonista la Banda Musicale dell’Esercito Italiano magistralmente diretta dal M° Cap. Antonella Bona. Le “vocalist”, tanto per usare un termine alla moda, sono le Sorelle del Coro delle Crocerossine. Coro intitolato alla memoria di S.lla Maria Cristina Luinetti, barbaramente uccisa a Mogadiscio il 9 Dicembre 1993. Insomma, i brani eseguiti hanno fatto da colonna sonora portante alle pagine del Calendario contestualizzandole al percorso storico del Corpo, dalle sue origini sino ai giorni nostri. Il brillante storico Michele D’Andrea ci ha guidato attraverso un secolo di accadimenti, ci ha condotto, quasi prendendoci per mano, lungo quel percorso tortuoso che è stata la storia del nostro Paese. Ci ha fatto rivivere, in maniera non convenzionale, gli eventi che hanno segnato, così profondamente, il nostro passato, descrivendoli con la schiettezza di colui che vuole divulgare e non indottrinare. Quasi fossimo stati catapultati in una macchina del tempo, gli accadimenti vengono tragicamente scanditi. Scopriamo così come la storia delle Crocerossine sia sistematicamente, ed intrinsecamente, legata a filo doppio a tutti quegli accadimenti, locali e non, che hanno segnato, sia nel corpo che nell’anima, le sorti dei nostri connazionali. Diviene quasi naturale, allora, provare a “dimensionare” gli impressionanti numeri che “macinano” annualmente le Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana. Loro che sono il Volontariato elevato ad istituzione, che lo interpretano con lo spirito più puro. Con il loro instancabile impegno, con il loro duro lavoro, “producono” un reddito innegabilmente impressionante per il sistema Paese, per l’Italia. Ed è proprio ora che sorgono spontanee le domande. Cosa fa scaturire nell’animo di una Donna il desiderio di diventare una Crocerossina? Cosa vuol dire far parte del Corpo delle Infermiere Volontarie della C.R.I.? Cosa si prova ad essere una Crocerossina? Domande, queste, che trovano la logica risposta negli occhi di una di loro. S.lla Giuliana Simondetti Cibrario. Quasi 101 anni ed una vita spesa in favore degli altri, dei bisognosi, dei meno fortunati. Una “carriera” iniziata a bordo delle Navi Ospedale durante la Seconda Guerra Mondiale; l’esempio più fulgido del significato profondo dell’essere Infermiera Volontaria della C.R.I.. Commuove, fin quasi alle lacrime, il rispetto e l’affetto dimostrato nei confronti di S.lla Giuliana Simondetti Cibrario; un “muro” di uniformi candide si innalza e si erge quasi per proteggere S.lla Giuliana Simondetti Cibrario mentre viene accompagnata sul palco dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Claudio Graziano, e da S.lla Monica Dialuce Gambino, Ispettrice Nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della CRI. Il volto di S.lla Giuliana Simondetti Cibrario è stato impietosamente segnato dal tempo ma, gli occhi ed il sorriso, quelli no. Sono gentili, affabili, sinceri, schietti. Vi si legge, immutato, tutto l’impegno, la passione e l’amore per il prossimo, la dedizione ai bisognosi, quasi fosse ancora il suo primo giorno da Infermiera Volontaria. Nell’immaginario collettivo, le Crocerossine, sono Donne che vestono una candida divisa bianca con una Croce Rossa sul petto, quella, tanto per capirci, con la quale sfilano, applauditissime, in via dei Fori Imperiali, il 2 Giugno, in occasione della Festa della Repubblica.
L'articolo completo su
Michela Cossidente
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18/10/2019 - SCATTATA LA NUOVA VIABILITA' IN PIAZZA DELA LIBERTA'
IL NOTIZIARIO (venerdì 18 ottobre 2019) - E' scattata oggi la nuova viabilità lungo piazza della Libertà: è una piccola rivoluzione giacché chi proviene da via Cellini dovrà proseguire diritto per viale Miramare. Per immettersi verso le rive, si deve percorrere tutta via Ghega.
Trieste sott'acqua
Incredibile nubifragio nella notte del 15 ottobre 2014, in pochi minuti la pioggia era caduta nella stessa quantità che normalmente cade in un intero anno. Tutta la città era sommersa sotto più di 50 cm. d'acqua e negozi/locali adiacenti le rive, avevano subito ingenti danni.
Trieste - Le rive.wmv
Le rive di Trieste con i palazzi di maggior pregio
Trieste...la storia
Un viaggio alla scoperta di Trieste e i suoi dintorni, la risiera di Sansabba, campo di sterminio Italiano utilizzato dai nazisti nella seconda guerra mondiale, il castello Miramare, la grotta Gigante, e il Sacrario Militare di Redipuglia.
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