Donato Tommasi - Parli Ancora Di Lei
Parli Ancora Di Lei, il nuovo singolo di Donato Tommasi è disponibile su tutte le piattaforme digitali:
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Music video by Donato Tommasi performing Parli ancora di lei. (C) 2018 Kroma Production S.r.l.s.
Produzione esecutiva: Kroma Production S.r.l.s
Video Credits:
Agenzia Video: Creative Art
Produzione: Gekkol
Regia, DOP, Editing: Graziano Guastella
Aiuto Regia & backstage: Studio fotografico Roberto Alesci
Color Correction: Gekkol
Supporto tecnico: Panatronics & Fotocuratolo
Stylist: Enzo Gurrieri, ConceptStore Proibito
Attrice protagonista: Valentina Tumino
Si ringrazia: Mastro Miscela, Vittoria (RG).
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Gilli Panel & Telegraph Hill (G. L. Pease)
Finalmente parliamo del Telegraph Hill, un tabacco Virginia e Perique di G. L. Pease. Morbido e profumato.
ARD Mediathek Europamagazin Italien Marmor Umweltdesaster Samstag, 06 10 2012 Das Erste
Da sotto, dal centro di Carrara, si può solo intuire che cosa
succede nelle Alpi Apuane. Dall'antichità qui viene estratto
il marmo. Michelangelo è venuto personalmente qui per
scegliere il marmo per il suo Davide. E chi oggi vuole
qualcosa di esclusivo si decide per un bagno, una scala o un
sentiero nel giardino fatto di questa roccia preziosa.
Al porto di New York c'era un imbarco proprio per le navi
di Carrara, fino a 15 anni fa. Marmo, il capitale di questa
regione... è dalla metà degli anni sessanta che vengono usate
macchine sempre più grandi per l'estrazione e il paesaggio
è cambiato drammaticamente. Intere cime di montagne sono
state smontate nel frattempo.
E dal momento che un mestiere artigianale è diventato
un'industria, Elias Pegollo lotta contro la distruzione della sua
patria: Per salvare le Alpi Apuane vanno chiuse le cave che
stanno ancora nella nebbia, a 1400 metri o più in su.
100 anni fa venivano estratte 120 mila tonnellate di marmo
all'anno, oggi 5 milioni. Però solo un quarto è materiale per
scultori o atelier, come questo a Carrara. Arte e artigianato
non sono colpevoli dell'estrazione eccessiva. Una nuova
industria va servita. Ormai, i tre quarti del marmo vengono
triturati in polvere.
Queste ditte, spesso multinazionali, non aprono le loro porte
alle videocamere. La polvere del marmo viene usata per
pitture o vernici, o come sostanze abrasive nei dentifrici. La
conseguenza: particelle di polvere nell'aria che danneggiano la
salute.
Enrica Patani ha subito l'effetto dell'aumento incontrollato
delle quote di estrazione nel proprio corpo: Il respirare
per lei diventava sempre più difficile. Finora ci sono state
alcune medicine, però un giorno è finita al pronto soccorso
e non riusciva più a respirare. (Dottoressa:) La polvere di
marmo può provocare asma, si infiltra nei polmoni e nella
circolazione sanguigna e, a lungo termine, può anche causare
il cancro. Anche se già un centinaio di persone sono state
trattate in ospedale, gli enti preposti alla salute pubblica non
hanno ancora fatto eseguire una ricerca scientifica, sugli effetti
della polvere per l'uomo.
Per Mario Franzoni non sarebbe più di aiuto, sua moglie è
morta 5 anni fa. La sua casa sta proprio sulla strada principale
dalle cave di marmo. 400 camion portano con sé una miscela
di gas e polvere dentro l'appartamento ogni giorno. Senza
dubbio la polvere è la responsabile della sua morte.
In alcuni giorni ci vogliono più di 1000 corse di camion
per portare il marmo a valle. Da Aprile c'è una galleria per
allontanare i camion dal centro di Carrara, però il problema
così non è ancora risolto. Perché la polvere è dappertutto
-- i teloni non possono coprirla totalmente -- e il vento può
facilmente diffondere il materiale più fine.
L'associazione degli industriali sostiene che la polvere sarebbe
un prodotto naturale e non danneggiante: Dalla fine degli
anni 80, dal momento che la polvere viene usata nell'industria,
la nostra zona ha ricevuto una spinta ascensionale che ha
creato tanti posti di lavoro.
Elia pensa: La legge regionale va cambiata e la proporzione
di estrazione andrebbe invertita: Un quarto di polvere, tre
quarti di marmo. Però la polvere non è l'unico problema.
Nel frattempo anche l'acqua potabile potrebbe essere in
pericolo. Per mostrarci questo ci porta ad Altagnana, un
piccolo paese a 500 metri sopra il livello del mare. Nella zona
dell'estrazione i proprietari già da tanto non ci permettono più
di entrare, ancora meno con videocamere. Dietro ci sono le
cave di pietra di Rocchetta, un po' più sotto ci sono le sorgenti
idriche della città.
Anni fa i giornali hanno già parlato di una bomba ecologica.
Perché una frana aveva sotterrato alcuni fusti d'olio esausti.
Da decenni propone agli enti regionali e comunali come
evitare una catastrofe ecologica. La risposta è sempre la
stessa: un silenzio assordante. Però questo silenzio non lo
rende né sordo né muto. Vuole continuare a bombardare gli
enti e la politica con le sue proposte. Smettere, perché? -- dice
-- dopo tutto si tratta della sopravvivenza di questo paesaggio.
Come scrivere con il cioccolato (decorazioni artistiche)
Il mastro cioccolatiere Mirco Della Vecchia spiega come fare a realizzare delle scritte con il cioccolato, utilizzando un sac a posh: imparare la tecnica per farne uso per ogni decoro o abbellimento.
Words at War: Der Fuehrer / A Bell For Adano / Wild River
The town of Adano is a fictional Sicilian port town modeled after the real town of Licata, one of the disembarkation town of the Allied Occupation of Italy. Just like Adano, the town of Licata has a shipping and sulfur industry, a fishing port, and its largest church is the Church of Sant'Angelo. Additionally, Benito Mussolini did have Licata's 700 year old bell melted to make ammunition.[5] Major Joppolo is based on the American military governor of Licata named Frank E. Toscani. John Hersey visited Toscani for four or five days during the war and created Victor Joppolo from him, even noting that he held a job as a civilian clerk in the New York City Sanitation Department.[6] General Marvin is an obvious depiction of the World War II General Patton, who was known for his bitterness and cruelty, but also his effectiveness.
Führer was the unique name granted by Hitler to himself, and this in his function as Vorsitzender (chairman) of the Nazi Party. It was at the time common to refer to party leaders as Führer, yet only with an addition to indicate the leader of which party was meant. Hitler's adoption of the title was partly inspired by its earlier use by the Austro-German nationalist Georg von Schönerer, whose followers also commonly referred to as the Führer without qualification, and who also used the Sieg Heil-salute.[3] Hitler's choice for this political epithet was unprecedented in German. Like much of the early symbolism of Nazi Germany, it was modeled after Benito Mussolini's Italian Fascism. Mussolini's chosen epithet il Duce or Dux if Latin ('the Leader') was widely used, though unlike Hitler he never made it his official title. The Italian word Duce (unlike the German word Führer) is no longer used as a generic term for a leader, but almost always refers to Mussolini himself.
After Hitlers' appointment as Reichskanzler (Chancellor of the Reich) the Reichstag passed the Enabling Act which allowed Hitler's cabinet to promulgate laws by decree. One day before the death of Reichspräsident Paul von Hindenburg Hitler and his cabinet issued a decree, that dissolved the office of the president and made Hitler Hindenburg's successor. However this move was in breach of the Enabling Act. Hitler adopted Führer und Reichskanzler, combining his positions in party and government, as his title.[1][2] Ostensibly Hitler did not use the title president out of respect for Hindenburg's achievements as a heroic figure in World War I (though the decree, rather impiously, was already passed before Hindenburg's death on August 2, 1934).
In popular reception, the title of Führer and Chancellor was soon understood to mean Head of State and Head of Government -- a view that becomes even more accurate[citation needed] seeing that he was given by propaganda the title of Führer des deutschen Reiches und Volkes (Leader of the German Reich and People), the name the soldiers had to swear to. However, it keeps some meaning as Leader of Party and Head of Government with reference to the confusing relationship of party and state, including posts in personal union as well as offices with the same portfolio Hitler wanted to fight for his favour. The style of the Head of State was changed on July 28, 1942 to Führer des Großdeutschen Reiches (Leader of the Greater German Reich). In his political testament, Hitler also refers to himself as Führer der Nation.[4]
Nazi Germany cultivated the Führerprinzip (leader principle),[5] and Hitler was generally known as just der Führer (the Leader). One of the Nazis' most-repeated political slogans was Ein Volk, ein Reich, ein Führer — One People, One Nation, One Leader.
According to the Constitution of Weimar, the President was Commander-in-chief of the Armed Forces. Unlike President, Hitler did take this title (Oberbefehlshaber) for himself. When conscription was reintroduced in 1935, Hitler had himself promoted to the new title Oberster Befehlshaber der Wehrmacht (Supreme Commander of the Armed Forces), which meant then a presidential position over the Wehrmacht in fact led by another (newly instituted) Commander-in-chief, the Minister for War. Following the Blomberg--Fritsch Affair in 1938, Hitler took the responsibilities of this commander-in-chief for himself, though he kept on using the older formally higher title of Supreme Commander, which was thus filled with a somewhat new meaning. Combining it with Führer, he used the style Führer und Oberster Befehlshaber der Wehrmacht (Leader and Supreme Commander of the Wehrmacht), yet a simple Führer since May 1942.
Words at War: Barriers Down / Camp Follower / The Guys on the Ground
Alfred Friendly (December 30, 1911 -- November 7, 1983) was an American journalist, editor and writer for the Washington Post. He began his career as a reporter with the Post in 1939 and became Managing Editor in 1955. In 1967 he covered the Mideast War for the Post in a series of articles for which he won the Pulitzer Prize for International Reporting in 1968. He is credited with bringing the Post from being a local paper to having a position of national prominence.
Friendly was born in Salt Lake City. After graduating in from Amherst College in 1933, he came to Washington, DC to look for work. A former professor who worked in the Commerce Department hired him, but his appointment to a high position at such a young age earned him criticism in the press and he resigned. For the next year he travelled the country in the middle of the Depression, eventually returning to become a reporter at the Washington Daily News, writing a column for government employees. Less than two years later he was hired to write the same kind of column for the Post, where he was soon assigned to cover war mobilization efforts and anti-war strikes.
When World War II broke out he entered the Army Air Force, rising to the rank of Major before leaving in 1945. While in the military he was involved in cryptography and intelligence operations, finally becoming the second in command at Bletchley Park, and the highest ranking American officer there. After the war he remained in Europe as press aide to W. Averell Harriman supervisor of the Marshall Plan.
A year later he returned to Washington and to the Post, where he became assistant managing editor in 1952 and managing editor in 1955. In 1966 he became an associate editor and a foreign correspondent based out of London. Hearing rumors of war in 1967 he headed to the Middle East where he was present throughout the 1967 War and wrote his series of award winning articles. He retired from the Post in 1971, though he continued writing occasional editorials and book reviews.
During his retirement he wrote several books, and after his death the Alfred Friendly Foundation was established. It administers the Alfred Friendly Press Fellowships to bring foreign journalists to the United States for internships at prominent newspapers. The Archives and Special Collections at Amherst College holds a collection of his papers.