Miniera Valvassera - esplorazione e rilevazione presenze
Esplorazione di una miniera risalente a oltre 2000 anni fa, con tanta storia e tante leggende paranormali... buona visione, oh, yeah!
MINIERA VALVASSERA - VALGANNA (VA)
In Valganna, poco a nord di Varese, ci sono i resti di quella che fu una miniera fin dai tempi dei Celti e dei Romani.
Sulla strada statale che porta da Varese a Ponte Tresa, poco dopo le gallerie delle grotte, c'è il Parco della Martica, una parte del parco di Campo dei Fiori.
Inoltrandosi per qualche centinaio di metri si possono vedere i resti degli alloggi degli operai e degli uffici della ex miniera.
Proseguendo si trovano due cabine elettriche, che rifornivano di corrente le varie strutture della miniera e girando a destra, il sentiero si inerpica su per la montagna, fino a raggiungere la cresta del monte.
Lungo il percorso si possono trovare, nascosti dalla vegetazione, resti di quelle che furono strutture di lavoro, come silos, fornaci e edifici per lo stoccaggio e la frantumazione della roccia.
Sull'altro versante della montagna, seguendo il percorso del torrente Valvassera, affluente dell'Olona, si giunge ad una cascatella che affianca l'ingresso principale della miniera, un antro scavato nella roccia, che si inoltra per circa 5 Km su almeno quattro livelli.
L'origine della miniera viene fatta risalire ad oltre 2000 anni fa, ma non si sa con sicurezza se i primi a scavarla furono i Celti o i Romani.
Cosa certa è che ne venissero estratti oro, argento, piombo, fluorite e pirite, oltre a porfido e travertino.
Per ricavare il minerale, la roccia grezza veniva fatta cuocere fino a quando, spaccandosi per il calore, avrebbe rivelato i minerali puri.
Per questo motivo, gran parte della montagna venne disboscata per poter cuocere la roccia estratta dalla miniera.
Oggi la montagna è nuovamente verde, dopo l'abbandono della miniera.
I primi documenti ufficiali risalgono al 1556 e dicono che la miniera era di proprietà del cardinale Angelo Medici, della Badia di Ganna, che in seguito diventò Papa Pio IV.
Dopo un momentaneo abbandono, nel 1862 la miniera venne data in concessione ad un certo Baglioni, che fece scavare nuove gallerie.
Pochi anni dopo, nel 1870, la concessione passò alla famiglia Bergoglio, che fece scavare nuovi ampliamenti.
A causa della caduta del prezzo del piombo, ai primi del '900 la miniera venne abbandonata, per poi essere riaperta per scopi bellici durante la Prima Guerra Mondiale, quando fu costruita una teleferica automatica per trasportare a valle la roccia estratta.
Nel 1935 la miniera, a causa anche delle scarse tecniche estrattive, venne nuovamente abbandonata.
Solo durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1943, la miniera venne acquisita dalla MiRiVa (Miniere Riunite Varesine), venne riaperta e dava lavoro ad una quarantina di operai.
Purtroppo la produttività della miniera diminuiva progressivamente, tanto che gli operai dovevano estrarre una tonnellata di roccia per ricavarne circa 150 grammi di piombo, dal quale estrarre non più di due o tre grammi di argento (l'oro si era già esaurito nel 16° secolo).
Fu così che nel 1965 la miniera venne definitivamente abbandonata e adesso è meta di esploratori e gruppi speleologici.
Furono appunto tre membri del Gruppo Speleologico Prealpino di Clivio che, qualche anno fa, avvistarono un essere antropomorfo peloso e con una dentatura non indifferente, che, dopo essersi affacciato da un anfratto, si sarebbe nascosto tra i cunicoli.
Questa apparizione è stata confermata da altri speleologi che in seguito hanno avvistato lo stesso essere.
Un'altra storia riguarda un'entità chiamata la Cosa, una forma nebbiosa luminescente che esce dal pozzo allagato vicino all'ingresso secondario, che come una gelatina avvolge i visitatori, che hanno un senso di asfissia e una sensazione di malessere generale.
Anche questa cosa è stata avvistata da più esploratori; c'è chi ritiene che si tratti di fantasmi e chi pensa che si tratti di forme di vita aliene.
Tra storia e misteri, questa miniera è sicuramente un posto affascinante, difficile da raggiungere, ma davvero interessante da visitare.
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Marco Patania (tooSpeed):
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