BARONE ANTONIO RICOLLOCAZIONE BUSTO BRONZEO 4 NOVEMBRE 2019
FRANCESCO ANASTASIO
4 NOVEMBRE 2019 ORE 10
Queste immagini ripercorrono la storia di quel 5 giugno 1909 , giorno della inaugurazione.
Oggi l' eroico ANTONIO BARONE viene onorato con questa manifestazione
ANTONIO BARONE
Lo ripetiamo molto spesso che appropriandosi del proprio passato si conosce e si scopre la propria identità. La storia di eventi locali, evoca condizioni di vita dei cittadini, situazioni politiche, situazioni di convivenza. E quello che è accaduto nel lontano 9 febbraio del 1909, è un evento che descrive la società gioiese dopo il tremendo terremoto del 28 dicembre 1908.
Le case lesionate furono numerose e quindi comprenderete il disagio che si era creato . La nostra cittadina, già da allora snodo ferroviario, era divenuta deposito degli aiuti che giungevano da ogni parte. I cittadini assistevano allo smistamento di questi materiali verso i paesi dell’interno piana e quindi comprenderete che questo stato di cose rendeva agitata la popolazione di Gioia Tauro. A nulla sono valse le parole degli Amministratori del tempo per convincere i cittadini alla calma . Giorno 9 febbraio l’esasperazione dei gioiesi culminò in un tumulto in piazza della Posada, oggi piazza Matteotti. La gente era disperata anche per la mancanta di distribuzione di beni di prima necessità. Durante la concitazione un colpo di rivoltella colpì all’inguine il Caporale Antonio Barone , il quale con slancio spontaneo fece scudo con il proprio corpo al suo superiore rimanendo colpito a morte. La morte del giovane caporale per mano di un certo sig. Trinchera, lascio nello sgomento tutta la popolazione.
Il principe Vittorio Gagarini di Castelfidardo ( Roma ) venne a sapere dell’eroico gesto del giovane Antonio e come segno di solidarietà affidò allo scultore romano H.St.Lerche, il compito di scolpire la sua immagine in un busto bronzeo, affinchè nel tempo non si dimenticasse la figura ed il gesto di questo eroe. Il monumento sistemato nella piazzetta al piano delle fosse il 5 giugno 1910 prese il nome di largo ed affaccio Barone Antonio.
Sulla stele di granito lo addita al ricordo con la seguente scritra:
Antonio Barone esempio di eroica/abnegazione e di virtù militari/ qui sacrificando la vita/rendeva la sua memoria/ imperitura.
Gioia Tauro 11 febbraio 1887 - 8 febbraio 1908
La vicenda del prode Barone è stata scritta e raccontata su molti libri. Il busto bronzeo , durante gli anni ha subito l’incuria delle persone . Era stato un tempo tolto dal piedistallo e buttato in una discarica, fortunatamente ritrovato e ricollocato.
Chi ammirera' questo monumento? by ale
Siamo a Reggio Calabria mi trovo con la mia mountainbike sulla zona dei fortini di pentimele per non parlare del degrado e dei fortini all'abbandono totale oltre che ad una strada interrotta da anni,spostandomi al di sotto del forte lato sud c'e' un monumento finito in parte...con i suoi restanti componenti di blocchi di cemento molto pesanti abbandonati sarebbero serviti per completare qualche altra statua? fatto sta che una statua e piazzata...guarda verso il centro di reggio calabria,avra' senz'altro uno scopo per stare li,un suo fascino..e giusto fare anche un complimento all'all'artista...Ma chi andra' a vederla?quale cittadino che magari per sentito dire avra' saputo di questa statua potra andare ad ammirarla con la sua famiglia se la strada e interrotta? oltre a privare la bella vista del panorama...non sarebbe stato piu' opportuno finire prima la strada???!!!ci vorrebbe anni e anni per descrivere tutte le cose che non vanno bene di questa citta'!
Klaus Davi dichiara: “Sono fidanzato con un carabiniere”
#KlausDavi, #dichiara“Sono, #fidanzato, #carabiniere”
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Klaus Davi in genere restio a parlare della sua vita privata, soprattutto se vita sentimentale, decide di comunicare al pubblico che lo ama e lo odia (perchè sì, è il genere di persona che si ama o si odia senza mezze misure) una grande novità, si è innamorato ed è fidanzato con un carabiniere.
Si tratta di un carabiniere di Gioia Tauro, Reggio Calabria del quale però anche a causa del suo lavoro che impone di mantenere privacy, si sa pochissimo.
Gli opposti si attraggono
Davi, è un giornalista italo svizzero di Biel e sta lottando al momento per ottenere la poltrona di sindaco di San Luca nella Locride, questo lo rende praticamente il contrario del fidanzato che invece svolge un lavoro delicato. Klaus vive di comunicazione, lui invece non si può esporre per alcun motivo altrimenti metterebbe a rischio la sua vita e quella della famiglia o comunque dei più cari.
Qualora dovesse essere eletto sindaco le distanze tra loro si accorcerebbero tantissimo, al momento si vedono solamente due volte al mese e proprio in quelle due volte hanno girato qualunque ristorante calabrese. Tropea, Reggio, Condorfuri, Gioia Tauro, Soverato sono i paesi che hanno frequentato maggiormente.
A breve l’acquisto di una casa
In caso di elezione Klaus dice di voler comprare casa per se stesso non per andare a convivere, al momento non è possibile per la distanza, però in linea generale nella sua vita ha sempre evitato questo epilogo. Dice di non essere fatto per la vita di coppia ed infatti a 53 anni non è ancora sposato.
Per quanto riguarda la distanza non sembra essere particolarmente preoccupato, si tratta di 1000 chilometri di distanza, non sono pochi, ma lui ha la possibilità di spostarsi e girare l’Italia quindi il modo per ritrovarsi è riuscito a trovarlo adesso e riuscirà a trovarlo anche dopo. E’ anche vero che quando c’è l’amore qualsiasi ostacolo non è un vero ostacolo.
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Завод «Fabbrica d'Armi Pietro Beretta s.p.a.» Gardone Val Trompia,Italia
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Citta Gardone Val Trompia, Italia
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Descrizione sequenze:edifici semidistrutti dalle bombe e macerie per le strade ; su un foglio di carta da giornale si ritaglia il tagliando della tessera annonaria ; giovani ancora adolescenti si affrontano bendati in un ring all'aperto: tratta dal film Sciuscià ; un bambino si ferma davanti au un cartello di un cantiere ; ragazzo si avviano per i campi con le pale e i picconi ; ragazzo lavorano negli orti ; ragazzi in canotto sul mare ; bambini attorno a una boccia di vetro in cui nuotano i pesci rossi ; bambini giocano con i colori sui banchi di scuola ; bambini nel cortile della scuola sventolano fazzoletti bianchi rossi ; bambine in grembiule recitano davanti ai compagni testi in diverse lingue europee ; studentesse in grembiule davanti alle macchine da scrivere durante una lezione di dattilografia ; studenti davanti ai torni assieme all'insegnante che ne illustra il funzionamento ; studenti ai tavoli da disegni eseguono disegni tecnici ; una classe durante la lezione di chimica: sulla cattedra le provette e gli alambicchi ; scolaresche escono dall'edificio scolastico ; studenti giocano in un parco ; bambini sullo scivolo in un giardino all'aperto ; bambini corrono verso uno stabile di edilizia popolare ; interno di famiglia: una donna accudisce il bambino accanto a una donna anziana seduta sul divano che lavora a maglia ; famiglia riunita in salotto attorno alla radio ; mercato: i banchi della carne e della frutta ; rullo compressore lavora davanti a un complesso di edifici di edilizia popolare ; vista dall'alto di un complesso di edifici di edilizia popolare in costruzione ; conadini davanti alle case coloniche sede delle nuove cooperative agrarie ; contadini durante la bacchiatura delle olive ; contadini a lavoro nei campi con i trattori meccanici ; operaie con mascherina e tuta davanti a un nastro mobile in una fabbrica ; minatori spingono i carrelli carichi di carbone ; minatori a lavoro nelle solfare ; scintille incandescenti sprizzano da una fiamma ossidrica manovrata da un operaio che si ripara gli occhi con una schermo ; metallo incandescente in uno stabilimento siderurgico ; operai si allontanano dal cortile della fabbrica in bicicletta ; in una periferia in un teatro provvisorio, pubblico assiste allo spettacolo allestito dalla compagnia di Ermete Zacconi ; attori recitano sul palco ; facciata del teatro dell'opera di Roma e cartellone dell'opera in programma ; pagina di un giornale in cui sono segnalate le programmazioni cinematografiche ; insegne che indicano la presenza del telefono nei locali pubblici ; un uomo di campagna compone un numero di telefono ; passeggeri salgono sul treno; passeggeri negli scompartimenti ; immagini di una nave in mare ; interno di una nave: la sala ristorante ; una donna di servizio sulla nave prepara i letti della cabine dei passeggeri ; fasi di una gara amichevole di hockey ; fasi di una gara tra squadre femminili di pallacanestro ; pubblico affolla uno stadio ; folla di motocicli in un parcheggio ; immagini del traffico cittadino: automobili e motocicli ; famiglia sui prati per la colazione ; paesaggio alpino ; una donna in seggiovia saluta con il fazzoletto in direzione della macchina da presa ;
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Taurianova Quarant'anni fa l'assassinio del maresciallo di Ps Domenico Taverna.di Giovanni Tomarchio
TAURIANOVA - Quarant'anni fa il maresciallo di Ps, Domenico Taverna, veniva ucciso a Roma dalle Brigate Rosse. Originario di Taurianova, ove era nato nel 1921, il martire, in questi giorni, viene ricordato dal signor Salvatore d'Agostino, con una nota fatta pervenire alla stampa nella quale si rileva, per iniziare, che Domenico Taverna, servitore della Patria e vittima del dovere, è stato completamente dimenticato dalla sua terra nativa. Nel prosieguo, d'Agostino traccia una breve biografia dell'eroico rappresentante delle forze dell'ordine. Nel 1948, dopo essere rientrato in Patria, servita combattendo sul fronte russo, Taverna si arruolò nella Polizia con il grado di Maresciallo, assegnato al Raggruppamento Guardie di P.S. in Roma, ove svolse la sua attività con impegno e dedizione. Sposato e padre di una figlia, quando ormai era quasi prossimo alla pensione e ricopriva l'incarico di comandante della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato Appio Nuovo, il mattino del 27 novembre 1979, mentre si stava recando a ritirare la propria automobile in un'autorimessa di via Cherso 32, in Roma, due uomini della colonna brigatista '28 marzo', armati di pistola, giunsero alla sue spalle ed aprirono il fuoco, attingendolo con otto pallottole che lo colpirono alla schiena, alle gambe ed al torace. I terroristi -- si legge ancora nella nota - , compiuto l'infame gesto, fuggirono per unirsi ad altri complici celati a loro copertura, L'attentato venne poi rivendicato dalle Brigate Rosse con una telefonata ad un quotidiano romano e con un volantino fatto rinvenire in un cestino di rifiuti. Le indagini della Polizia consentirono di individuare e catturare tutti i componenti del commando, che vennero poi condannati con sentenza passata in giudicato. Il 29 settembre 2004 -- fa sapere d'Agostino -, dopo ben 25 anni dalla morte di Domenico Taverna, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi consegnava ai familiari della vittima del terrorismo la medaglia d'oro al valor civile, con la seguente motivazione: 'Componente della squadra di polizia giudiziaria, veniva barbaramente trucidato nei pressi della propria abitazione in un vile e proditorio attentato, rivendicato poi da un gruppo terroristico. Mirabile esempio di elette virtù civiche ed alto senso del dovere'. Il 28 novembre 2011, il questore Francesco Tagliente, in occasione del 32° anniversario della scomparsa di Domenico Taverna, deponeva una corona di alloro sulla lapide in sua memoria eretta presso il Commissariato Appio Nuovo. Il firmatario del documento conclude il suo intervento osservando mestamente: Anche se tardivamente, il riconoscimento della Patria al suo martire è stato tributato, ma a Taurianova Domenico Taverna è morto due volte: quando i terroristi falciarono con violenza la sua esistenza e quando la sua vita è stata coperta dall'oblio che caratterizza la nostra cittadina dove nessuno sembra avere interesse a coltivare il ricordo dei suoi concittadini che si sono distinti per coraggio e per onore. Fin qui il signor d'Agostino. Il quale implicitamente spera che il suo ricordo della vittima della barbarie brigatista possa trovare orecchie istituzionali attente. Tanto più che Taurianova ha già dedicato dei monumenti a tre carabinieri assassinati dalla 'ndrangheta in tempi diversi, dimostrando di non essere completamente insensibile alla questione. Esattamente: una stele e una piazza a Stefano Condello e Vincenzo Caruso, uccisi il 1° aprile 1977 in contrada Razzà, e un bassorilievo bronzeo ad Antonino Fava, ucciso il 18 gennaio 1994, assieme al collega Vincenzo Garofalo. E di questi solo Fava era di origine taurianovese.
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