Rocca San Giovanni (CH) -Parte III-La Torre e Mura Medioevali
Rocca San Giovanni (CHIETI)-
La Parte III del Video mostra il Mastio e le Mura Medievali della RoccaForte
L'Antico Borgo -in Terra d'Abruzzo-è sorto in difesa dei Monaci della Vicina Abbazia di
San Giovanni in Venere (XI Secolo)
ABRUZZO - ROCCA SAN GIOVANNI Borgo della Costa dei Trabocchi - 4k
© CLAUDIO MORTINI™◊ Rocca San Giovanni è un piccolo centro in provincia di Chieti, fa parte dell'esclusivo club dei “Borghi più belli d'Italia”, disposto sulla sommità di un colle roccioso che si eleva a 155 metri dal livello del mare tra la foce del fiume Sangro e quella del torrente Feltrino.
Di chiara impronta medievale, Rocca San Giovanni, posta su uno sperone roccioso e circondata interamente da campi coltivati, nel tredicesimo secolo, grazie alla volontà dell’Abate Oderisio II, vive un periodo di splendore: la cerchia dell’abitato viene allargata; si costruisce una possente cinta muraria e tre torri quadrangolari con lo scopo di dare rifugio, in caso di assalti, ai monaci appartenenti all’Abbazia di San Giovanni in Venere; inoltre si edificano chiese e monumenti che con il tempo, purtroppo, sono andati perduti. Si conservano alcuni resti delle mura, un torrione e il campanile, costruzioni oggi sapientemente restaurate.
Da vedere, in stile romanico a tre navate, anche la chiesa di San Matteo Apostolo e il Palazzo Municipale del XIX secolo, di ispirazione classica
Da visitare anche il centro storico del paese caratterizzato da piccoli vicoli che un tempo pulsavano di vita e che a poco a poco si vanno rianimando. Discendendo lungo il corso, si raggiunge una splendida terrazza panoramica dalla quale è possibile ammirare la valle sottostante.
Vallevò, stretta fra un mare carezzevole e morbide colline, Vallevò si raccoglie tutta in un pugno: una manciata di case basse affacciate sugli orti, alcuni Trabocchi, e un porto domestico popolato da piccole barche
Rocca San Giovanni ( CH) -Parte I -Le Centre Ville
Rocca San Giovanni,in Provincia di CHIETI
Tra i Borghi più belli d'Italia
Uno dei Borghi Antichi d'Abruzzo
Nella Parte Prima della serie di video,il Centro del Paese
Rocca San Giovanni, Italy Holiday Homes
This is just one of the excellent holiday homes offered by Bungalow.Net in the fabulous Italian region of Abruzzo. Check it out at
Abruzzo is a charming region of medieval castles and towns, cozy, traditional villages and picturesque Italian countryside, making it the perfect destination for agrotourism. See our complete holiday offer for this amazing area at or
Rocca San Giovanni (CH)- Parte IV -La Marina e i Trabocchi
La costa Adriatica in territorio di Rocca San Giovanni (CHIETI)
Questo tratto della costa Teatina conta numerosi Trabocchi....
nel video relativo alla Parte quarta del ervizio su Rocca S.Giovanni
Virtus Rocca San Giovanni-Athletic Club RSG 5-0 170313
Virtus Rocca San Giovanni-Athletic Club RSG 5-0
Campionato di Terza Categoria Girone B (Chieti) 2012-2013
17/03/2013
Rocca SanGiovanni (CH)- Parte II - Il Borgo Antico
Rocca San Giovanni (CHIETI)-Parte II del video-Immagini del Borgo Antico
Antico Borgo d'ABRUZZO-fondato nel 1076-dai Monaci dell'Abbazia di
San Giovanni in Venere-la ROCCA Fortificata costruita per riparo dei Monaci
dalle Incursioni dei Saraceni
Vallevò Rocca San Giovanni 05072013076
Vallevò - Rocca San Giovanni - 05-07-2013 2
2018 Vicopisano borgo medievale nelle vicinanze di Pisa.BELLA ITALIA
Siamo a Vicopisano autentico gioiellino e borgo medievale nelle vicinanze di Pisa (18 km). Ci troviamo in provincia di Pisa ai piedi del Monte Pisano.
Passare una giornata a Vicopisano è un’esperienza davvero speciale. Quasi nascosto e poco reclamizzato, Vicopisano è uno dei comuni Pisani che merita assolutamente una visita! Passeggiando lungo le strade del centro si può ancora, con molta facilità, immaginare come era Vicopisano al tempo del medioevo. Vicopisano sorge ai piedi delle montagne dei monti pisani su di un promontorio da cui è possibile avere una panoramica di un ampio tratto della piana dell’Arno. Anticamente sul borgo vi confluivano due fiumi navigabili: l’Arno, che si poteva navigare fino alla foce del mare e l’Auser che portava all’antico lago di Sextum nella piana di Lucca.
Appare quindi più chiara la sua importanza strategica, oggi difficilmente intuibile a causa dei numerosi interventi di bonifica succedutisi nei secoli.
La sua posizione strategica è stata al centro della sua graduale fortificazione da parte dei Pisani, dal 1230 quando la Repubblica Pisana rese Vicopisano pedina fondamentale nell’organizzazione militare del suo contado rendendolo sede di Capitania. In quel periodo Vicopisano partecipò attivamente alle fortune marinare della Repubblica Pisana, venendo ad accogliere nelle proprie mura un ceto di ricchi mercanti che iniziò a costruire case e torri. Per sopportare la pressione dei nemici di Pisa per mare da Genova e per terra da Lucca e Firenze nel 1330 fu dotata di una Rocca.
Il castello riuscì a respingere gli assalti dei nemici fino al 1406, quando Vicopisano e successivamente Pisa furono conquistati da parte dei Fiorentini. La nuova padrona sfruttò a proprio vantaggio la buona posizione del borgo. Fu rifortificato costruendo la Rocca Nuova di Filippo Brunelleschi.
Nel 1560 il Granduca Cosimo I, promosse grandi opere idrauliche nella zona, con la deviazione del fiume Arno dal borgo. Vicopisano, perdendo l’importante via di comunicazione fluviale, da questo momento in poi, rimase in una posizione marginale. Il periodo d’oro del borgo era però inesorabilmente passato, in quanto ben presto iniziò la lenta trasformazione che ha portato Vicopisano all’ aspetto attuale.
Il Paese mantiene ancora una parte del borgo medievale e il centro storico del XII e XIII secolo su cui svetta la Rocca Brunelleschi, il castello con le mura antiche ricostruito dopo la vittoria di Firenze su Pisa.
Alcune torri si ergono ancora come un tempo facendo immaginare, dove non ci sono, come dovevano essere le mura della città. Rimangono ben 9 torri medievali (la Torre di Brunelleschi, le due Torri Gemelle, la torre dei Serretti, dell’Orologio, la Malanima, delle Quattro Porte, del Soccorso e di via Petraia).
Anche delle mura difensive sono rimaste per una minima parte intatte con solo quattro bastioni lungo il perimetro delle mura.
Nella parte alta di Vicopisano si trova il castello detto anche Palazzo Pretorio dove le antiche mura di collegamento con la torre del Brunelleschi sono ancora visibili.
A Vicopisano è possibile ammirare anche la Pieve romanica con una deposizione lignea tra le più antiche d’Europa. (X sec.).
La gente del luogo sta scoprendo il turismo da pochi anni a questa parte, e ci molti luoghi di interesse storico.
Vicopisano è molto speciale che vi consiglio vivamente di visitare.
Musica :
-Dramatic Epic Orchestra-Andrew McMilleniuml [royalty-free]
-Tempest - RhoMusic (Copyright and Royalty Free)
Rocca San Giovanni (Chieti) 09 gennaio 2017
09 gennaio 2017
Viaggiando verso Rocca San Giovanni ...nella veste bianca, ed è più magica del solito.
Rocca San Giovanni celebra l'Europa
Lanciano, servizio Tgmax 9 maggio 2013. Festa dell'Europa: il piccolo borgo di Rocca San Giovanni (Chieti) celebra la ricorrenza della dichiarazione di Robert Schuman quale fondazione dell'Unione Europa.
Rocca San Giovanni
George Fraser Gallie (1922-2006) a Second World War Veteran wrote this Poem, it was discovered amongst his papers in 2009 three years after his decease.
We made this song out of it and highlighted it with some WWII Footage.
John Hawkwood, la Repubblica di Pisa e la Repubblica di Firenze
Secondo la leggenda, era il secondo figlio d'un conciatore di pelli dal villaggio di Sible, presso il castrum di Hedingham nella contea d'Essex. Altre leggende fanno di lui un sarto prima di diventare soldato. In ogni caso intraprese la carriera militare e combatté per il suo re Edoardo III d'Inghilterra durante la guerra dei cent'anni. Dopo la pace di Brétigny (trattato che pose fine alla prima fase del conflitto) fondò una banda di mercenari, la Compagnia Bianca del Falco, che si schierava in difesa dello Stato che la pagava meglio.
Nel 1362 venne reclutato dal Marchese del Monferrato e scese in Italia; a Lanzo Torinese sorprese Amedeo VI di Savoia, il quale fu costretto a pagare un ricco riscatto per la sua libertà e quella delle località sabaude cadute in mano agli avventurieri. Successivamente si spostò in Toscana dove combatté per la Repubblica di Pisa nella battaglia di Cascina del 1364. In seguito fu al servizio prima di Firenze e in seguito di Bernabò Visconti, del quale sposò una figlia illegittima nel 1377. Poco dopo sciolse l'alleanza anti-papale, provocando l'ira dei Visconti: dopo un acceso diverbio con il signore, firmò un trattato di amicizia e alleanza con la Repubblica di Firenze.
Poi combatté per Pisa e per il papa Gregorio XI nella guerra degli otto santi che contrapponeva lo Stato Pontificio a Firenze: in questo conflitto egli si mise in luce nella distruzione della città di Cesena, da lui eseguita nel febbraio del 1377. Passò poi dalla parte degli Angioini di Napoli contro quelli di Durazzo e contro Gian Galeazzo Visconti.
Nel 1381 il re inglese Riccardo II lo nominò baronetto; da quel momento Giovanni Acuto visse nel paese natio, per poi tornare in Italia come ambasciatore presso la Santa Sede e ancora contro i Visconti.
Di questo periodo, è famosa la battaglia di Castagnaro (1387), considerata una delle grandi battaglie dell'epoca dei capitani di ventura: Giovanni Ordelaffi e Ostasio II da Polenta, che combattevano per Verona, furono sconfitti da Giovanni Acuto e Francesco Novello da Carrara, che combattevano per Padova.
Giovanni Acuto si mise infine al servizio di Firenze, che gli concesse quale residenza il Castello di Montecchio Vesponi, presso Castiglion Fiorentino, in Val di Chiana ed ebbe in dono anche il castello della Rocchetta, nei pressi di Poggibonsi, che sovrasta la strada per Siena e una tenuta con castello a San Donato in Polverosa.
Giovanni Acuto morì il 14 marzo 1394 a Firenze, dove venne sepolto con grandi onori in Duomo. In seguito, le spoglie furono traslate nella città natale dal figlio, su invocazione del sovrano inglese Riccardo II. In sua memoria la città di Firenze commissionò il celebre ritratto equestre a Paolo Uccello, capolavoro eseguito nel 1436 e conservato nel duomo, dov'era tumulato il condottiero, recante l'iscrizione: «Joannes Acutus Eques Britannicus Dux Aetatis Suae Cautissimus Et Rei Militaris Peritissimus Habitus Est».
Castel d'Alfero: l'antico borgo medievale abbandonato / disegno e perlustrazione
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Sopra il fiume Alferello si trova un antico borgo medievale abbandonato: Castel d'Alfero. Edificato intorno al IX secolo, si hanno notizie certe di esso sin dal 1216. Già intorno all'anno 1000 questo luogo storico era sede di un importante castello controllato dall'abbazia del Trivio di Verghereto. Oggi del castello non rimane che una cinta muraria, infatti le mura vennero abbattute nel 1968. Il borgo è composto da alcuni fabbricati formanti due cortine continue e da un edificio finale che ingloba un tronco dell'antica rocca trapezoidale. L'abbandono risale agli anni '70.
Visitando questo borgo si entra nel passato: infatti le case sono quasi perfettamente conservate (nonostante che vi siano stati diversi terremoti nel corso dei secoli) e sembra di vivere ancora l'atmosfera contadina di una volta.
Per realizzare questo video NON è stato danneggiato nessun edificio.
Grazie per la visione del video!
Musica:
Aretes di Kevin MacLeod è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (
Fonte:
Artista:
Marche- Paesi Medievali- Rocca di Gradara HD
Castello di Gradara
Ultima tappa del nostro breve tour alla scoperta di borghi, paesi e cittadine medievali marchigiane.
Il castello di Gradara è il complesso che sorge sulla sommità di una collina nel comune di Gradara, in provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, costituito da un castello-fortezza medievale (la rocca) e dall'adiacente borgo storico, protetto da una cinta muraria esterna che si estende per quasi 800 metri, rendendo l'intera struttura imponente. Gradara è stata, per posizione geografica, fin dai tempi antichi un crocevia di traffici e genti: durante il periodo medioevale la fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le turbolente signorie marchigiane e romagnole.
La leggenda vuole che la rocca abbia fatto da sfondo al tragico amore tra Paolo e Francesca, moglie di Gianciotto Malatesta, fratello di Paolo, cantato da Dante nella Divina commedia. Il castello, di proprietà dello Stato Italiano, dal dicembre 2014 fa parte dei beni gestiti dal Polo museale delle Marche.
Nel tempo il castello è progressivamente diventato uno dei monumenti più visitati della regione ed è teatro di eventi museali, musicali ed artistici. Particolarmente suggestiva è la vista della rocca e del sottostante borgo storico nelle ore notturne.
La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata; è possibile arrivare con lo sguardo fino al mare Adriatico, a nord, o verso il monte Carpegna, ad ovest.
Fu costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo: successivamente caduta in disgrazia presso il papato, venne sottratta loro l'investitura della Curte Cretarie e affidata al condottiero dei Guelfi di Romagna, Malatesta da Verucchio(detto Mastin Vecchio), capostipite e fondatore della dinastia dei Malatesta, i grandi Signori di Rimini, Cesena e Pesaro.
Furono i Malatesta a decidere l'edificazione delle due cinte di mura, erette tra il XIIIe il XIV secolo. Nel 1445 Galeazzo Malatesta decise di vendere Gradara a Francesco Sforza per 20.000 fiorini d'oro; quando però Francesco arrivò a Gradara per entrarne in possesso, Sigismondo Pandolfo Malatesta, uomo d'arme e mecenate, si rifiutò di consegnargliela e anche di restituire il denaro.
A seguito di ciò nel 1446 Francesco Sforza, alleato del Duca Federico da Montefeltro, mosse verso Gradara per prendersela con le armi: il suo esercito, ben fornito di cannoni,bombarde e schioppi, cinse d'assedio ed attaccò duramente per 40 giorni la fortezza, la quale sembrava destinata a cadere. Grazie alle intemperie e all'imminente arrivo dei rinforzi del Malatesta, Francesco Sforza fu tuttavia costretto a ritirarsi, lasciando Gradara nelle mani di Sigismondo.
Il dominio del casato su Gradara finì nel 1463 quando Sigismondo Pandolfo Malatesta, scomunicato da papa Pio II, si scontrò direttamente con Federico da Montefeltro, che assediò Gradara per conto della Chiesa. La fortezza, che aveva resistito a numerosi assedi in passato, in quella circostanza dovette arrendersi, per poi essere consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa.
Da quel momento Gradara passerà di mano diverse volte e alcune tra le più importanti casate della penisola si contenderanno il suo possesso: i Della Rovere, i Borgia, i Medici hanno passeggiato per i saloni del castello, confermando il ruolo da protagonista della fortezza malatestiana nel complicato e tumultuoso scacchiere politico dei territori pontifici situati nelle attuali Marche e Romagna.
Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia.
Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, il castello e la cinta muraria erano ridotti allo stato di rudere. Umberto Zanvettori finanziò il restauro del castello e della cinta muraria del borgo e, pur facendo degli interventi più interpretativi che filologici, riportò il sito all'originario splendore.
Nel 1928 la rocca fu venduta allo Stato italiano, con diritto di usufrutto da parte della vedova di Zanvettori, Alberta Porta Natale, fino al 1983.
Pistoia Medievale
Seguendo il viaggio di Vittoria Giusti dentro la città di Pistoia, scopriamo alcuni suoi angoli: la Basilica della Madonna dell'umiltà, la testa di moro sul Palazzo del Comune, il vicolo de' fuggiti, l'Ospedale del Ceppo, le mura cittadine.
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Modena (Emilia Romagna, ITALIA): pt 2
Della topografia originale romana di Modena poco è rimasto. Si conservano le zone edificate verso la fine del Medioevo e nel Rinascimento, a struttura topografica anulare, con strade strette fiancheggiate da portici. In luogo delle mura medievali, alla fine del 15° sec. Ercole d’Este cinse la città di una nuova muraglia pentagonale, distrutta nei due primi decenni del 20° sec., quando al suo posto furono aperti viali e giardini. Una serie di piani regolatori (1893, 1958 e 1965) cercò di frenarne lo sviluppo a macchia d’olio e l’affollamento di attività industriali e terziarie nel centro storico.
Il centro della città è costituito dalla Piazza Grande, con il Palazzo Comunale (medievale ma rifatto nei sec. 17°-18°); il palazzo della Cassa di risparmio (1960, di Giò Ponti) e il fianco sud del duomo. Questo fu iniziato da Lanfranco nel 1099, consacrato nel 1184, e continuato fino al 14° sec. con l’intervento dei maestri campionesi; la facciata (con galleria a loggette e grandi arcature) è decorata dalle sculture di Wiligelmo; sul fianco sud si aprono la Porta dei principi (sculture del Maestro di S. Geminiano) e la Porta regia (maestri campionesi), nel fianco nord la Porta della pescheria (sculture di un continuatore di Wiligelmo, 12° sec.); il grandioso interno è a tre navate con finti matronei e presbiterio rialzato. Accanto al duomo sorge la torre campanaria (Ghirlandina), con coronamento gotico di Enrico da Campione. Numerose e importanti le altre chiese della città: S. Francesco (antica struttura gotica, 1244, modificata nel 1828); S. Pietro (1476, a cinque navate con decorazioni in cotto sulla facciata), S. Bartolomeo (1607, affreschi di A. Pozzo); S. Vincenzo (1617, pantheon ottocentesco degli Estensi); S. Biagio (14° sec., rifatto nel 1661); S. Agostino (1663); S. Domenico (1708); S. Maria Pomposa (ricostruita nel 1717); S. Giovanni Battista (1730). Fra gli edifici civili: Ospedale civile (1753) e palazzi rinascimentali Ghisellini e Ferrari-Moreni; Palazzo Ducale (1634 su disegno di B. Avanzini, completato nel 19° sec.); Palazzo dei musei (1753), in seguito (1788) Albergo delle arti; nuovo cimitero (1973-80) di A. Rossi.
I Paesi delle Meraviglie: Riti e Leggende lungo il sentiero delle streghe in Valsusa - 29.11.2016
Castello Visconti di Pagazzano (3)
L'ultimo dei tre filmati realizzati presso il Castello di Pagazzano in compagnia del sindaco Giuseppe Pezzoni.----------------
STORIA: Il nucleo originario della costruzione fortificata di Pagazzano era già noto nel basso medioevo, quando un'antica strada romana partendo da Pontirolo, toccava Castel Rozzone, Brignano, Pagazzano e andava a collegarsi ad una strada per Brescia.
Il castello sorge all'esterno del paese, lungo la strada per Treviglio. Il nucleo dell'originaria rocca medioevale doveva essere pressoché corrispondente all'attuale perimetro della fortificazione (80 m di lato), ma la costruzione del castello, nella forma e nei particolari giunti fino a noi, è stata realizzata tra il 1450 e il 1475.
Una caratteristica che quasi tutti i castelli della bergamasca hanno in comune è quella di avere una paternità sconosciuta; infatti non è giunto fino a noi il nome dei progettisti e degli architetti che lo edificarono.
Nel 1272 il castello apparteneva alla famiglia Torriani, successivamente passò in mano ai Visconti dopo un lungo contenzioso legato anche al castello di Brignano, col quale pare fosse collegato da un passaggio segreto sotterraneo.
Bernabò Visconti proprio dal castello di Pagazzano, diresse la strage dei guelfi nel bergamasco.
Altre cruente battaglie avvennero sotto queste mura nel 1431 e nel 1437 durante la guerra tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia; per circa un ventennio tutti i castelli situati ai confini dei due stati furono aspramente contesi per la loro posizione strategica.
Solo nel 1509, dopo la definitiva sconfitta dei veneziani, questo castello divenne quella residenza civile che è rimasta praticamente immutata fino ai giorni nostri, mantenendo una struttura tipicamente quattrocentesca.
Associazione Il Diario
Autore: Roberto Fabbrucci