Pronti Partenza...Via - AOSTA la Roma delle Alpi #documentario
In questa puntata di Pronti Partenza ...Via viene presentata AOSTA, fiera capitale della regione autonoma Valle d'Aosta e importante città di fondazione romana nel crocevia delle strade che salgono ai valichi del Gran San Bernardo e del Piccolo San Bernardo.
Grazie alla sua posizione al centro della valle l'imperatore Augusto volle creare un avamposto che in suo onore venne battezzato Augusta Pretoria. La città romana era compresa entro un rettangolo cinto da mura e da 20 torri quadrangolari in cui si aprivano le quattro porte in corrispondenza dei due assi stradali principali: il Cardo e il Decumano. La Porta Pretoria è ancora visibile in tutta la sua imponenza mentre i resti della altre sono comunque visibili attraverso scavi archeologici. La più eloquente architettura romana è il Teatro con la sua parete di 20 metri, poco invece è rimasto del vicino anfiteatro, inglobato nelle costruzioni medievali. Durante questo periodo la città ebbe un secondo momento di fervore, molte torri furono trasformate in dimore fedudali, vennero erette chiese e monasteri che occuparono i luoghi di precedenti costruzioni. La cattedrale venne edificata a cavallo del maestoso criptoportico forense, mentre la Collegiata di Sant'Orso nei pressi di una Basilica paleocristiana. Altri scavi archeologici hanno poi riportato alla luce la vicina villa romana in Regione Consolata.
L'evento più importante della Valle è la millenaria fiera di San'Orso in cui artigiani, canti, balli e folclore richiamano in città miglia di visitatori sino alla notte della Vaillà il 31 gennaio di ogni anno.
Una realizzazione di Fabrizio Vaghi e Paolo Vaghi
Testi, grafica, montaggio e regia di Fabrizio Vaghi
Una produzione Vaghi per il mondo
Puntata condotta da Fabrizio Vaghi e Melania Pecoraro,
con la partecipazione di Andrea Edoardo Paron (Assessore alla Pubblica istruzione, Cultura, Politiche giovanili, Rapporti con l'Università e Innovazione tecnologica della Città di Aosta).
Si ringrazia la Regione Autonoma Valle d'Aosta (Assessorato Istruzione e Cultura - Ufficio Promozione per i beni e le attività culturali), il Comune di Aosta (Ufficio Manifestazioni), l'Istituto Musicale Pareggiato della Valle d'Aosta, la Diocesi di Aosta, la Trattoria degli Artisti.
Tutti i diritti riservati, Vaghi per il mondo, 2015 -
Vietata la duplicazione e la diffusione non autorizzata al di fuori del canale
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Guarda altre puntate di Pronti Partenza...Via, alla scoperta delle più belle città d'arte in Italia:
- serie DISCOVERY (
- serie TRIP (
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Spectacular Medieval castle for sale in Aosta Valley | Valle d'Aosta, Italy - Ref. 3222
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In the soothing setting offered by the Aosta Valley, there is this spectacular Medieval castle for sale.
Built in the 12th century, when it was a square keep surrounded by defensive walls. It was then transformed by Pierre Sarriod in 1260 who gave it a polygonal and almost rounded shape that still distinguishes it from the other castles in this area.
This ancient chateaux was heavily damaged by two big fires in the second half of the 19th century, it was then restored in the early 1900s by Sir Gonella, who put the works in the wise hands of architect Chevalley.
TRA LE MURA DI BARD
Siamo in Valle d'Aosta e........
La fortezza di Bard di origine medioevale è un complesso fortificato fatto riedificare nel XIX secolo dai Casa Savoia situato su una rocca che sovrasta l'antico e omonimo paese di Bard.
Caduto in disuso dalla fine del XIX secolo, il forte fu adibito a carcere militare e successivamente fino al 1975 a polveriera dell'Esercito Italiano.
Dopo un lungo periodo di abbandono, è stato totalmente restaurato per essere riaperto al pubblico nel 2006.
Una particolarità di questo sito;
Il forte è stato usato per la scenografia nel film del 2014 Avengers: Age of Ultron, come base segreta dell'Hydra,nemici giurati degli Avengers.
All'interno sono visitabili alcuni musei storici dove però è permesso fare riprese solamente a scopo privato.Per questo motivo in questo video non si vedono gli interni dei musei.
Musica:
Follow The Shadows - The 126ers
Yellow Jello - Audio Hertz
#Gabry_Mir #Fortezza #Bard
Castello di Fénis Aosta
Il castello di Fénis, situato nell'omonimo comune, è uno dei più famosi manieri medievali della Valle d'Aosta
Noto per la sua straordinaria architettura, con le torri e mura merlate colpisce chi lo osserva e richiama immediatamente la storia, la vita e l’arte del Medio Evo.
music:
Roger-Subirana- Mata_-_ Vikings.mp3
Jamendo.com
Aosta Romana
Aosta è una città fondata dai Romani nel 25 A.C. - all'inizio dell'età augustea - col nome di Augusta Aosta è una città fondata dai Romani nel 25 A.C. - all'inizio dell'età augustea - col nome di Augusta Praetoria. La colonia, edificata nei pressi della confluenza del torrente Buthier col fiume Dora, è un modello esemplare di urbanistica. Per l'importanza dei resti romani ancora visibili, Aosta venne definita la Roma delle Alpi. Della città romana Aosta conserva importanti monumenti quali l'Arco d'Augusto, la Porta Pretoria, il teatro, il criptoportico forense, la cinta muraria quasi interamente conservata. Il ponte-acquedotto romano di Pondel ponte romano.
Music:
Zero Project 1-The Preparation 2- The Light of Truth 3- Memories of the moon
Jamendo.com
Il Castello di Fénis in Valle d'Aosta
Il castello di Fénis, vera icona medioevale, si distingue per la sua straordinaria architettura e la potenza evocativa delle sue torri e mura merlate. La complessa, armoniosa struttura, organizzata concentricamente attorno al cortile interno, evoca un'immagine quasi fiabesca.
Alberto Levi - La Valle d'Aosta che il mondo si aspetta: Sommelier Rino Billia
In questo video:
Hotel Bellevue a Cogne: quante etichette hai in cantina?
Che peso hanno i grandi nomi all'interno della tua cantina?
Quanto è giustificata una bottiglia da 5.000-6.000 euro?
Le vin de la resistance...
Differenza tra Sommelier e Maitre.
Bisogna essere nella bottiglia, per raccontarla...
L'imprenditore della ristorazione guadagna di più con un sommelier in sala?
Quanto siamo lontani in Italia dal capire questa necessità?
La cantina fa parte di un progetto di ristorazione completo, la cantina è importantissima!
Qualche aneddoto dal passato: la Cina, il Dalai Lama...
Ho avuto il piacere di conoscere Rino Billia ormai qualche annetto fa, trovando sempre in questa amicizia spunti e confronti importanti. Rino Billia è un sommelier professionista che vanta una carriera di spessore e un presente che dà lustro a se stesso e a tutta la nostra regione. Essere il sommelier del Bellevue di Cogne non è per tutti.
La cantina di Rino vanta più di 2000 etichette perfettamente ordinate e classificate per annata e per tipologia. Entrando in questo tempio la profondità culturale necessaria per comporlo diventa perfettamente percettibile. Passione e orgoglio. Tempo, molto, speso dentro queste 8 mura e due piccoli corridoi. Arte nella sua più semplice espressione.
Si sente l’amore che Rino prova per le sue bottiglie. Nella scelta, una cernita precisa di un professionista che può parlarti di ogni vino presente in questa meravigliosa selezione senza aprire le bottiglie, ma per conoscenza diretta di produttori e di aneddoti vissuti in prima persona. Esperienza di tanti anni. Anni ben spesi attraverso momenti importanti condivisi con personaggi che hanno scritto la storia del mondo moderno. non solo di quello del vino…
Detto questo, non anticipo nulla di più. lascio che sia Rino a parlare di se stesso, della sua vita e delle sue esperienze. Di come interpreta questo nostro meraviglioso mestiere e di come quest’ultimo sia cambiato negli anni. Della gioia che legge negli occhi dei commensali quando li porta qui. Quando guadagna con la sua empatia la fiducia del cliente e questo si innamora di lui e della sua professionalità. La comunicazione del mondo del vino è questa cosa qui. Nulla di più. Il sommelier di oggi non è più quel personaggio addetto alla mescita e a la servizio che dà il suo massimo durante la decantazione di una vecchia bottiglia al tavolo. Il sommelier di oggi è un comunicatore preparato e tecnico. Appassionato e poeta. Informato e aggiornato sui fatti. Sempre pronto, in punta dei piedi, a consigliare l’emozione più adatta al tipo si serata che si ha intenzione di passare. Sempre pronto a dare informazioni ma solo se richieste. trasmettendo passione. Amore. Sentimenti ed emozioni. tutto attraverso un calice di vino.
Perché dietro ad una bottiglia c’e’ sempre una storia vera. Una storia che parla di persone, di vite vissute e smorzate, di grandi uomini e di grandi donne del vino.
Tu che sei sommelier…ascolta e segui attentamente questo video. Ne vale la spesa.
Il Santo del giorno Sant’Orso di Aosta
Liturgia del giorno: Eb 12,4-7.11-15; Sal 102; Mc 6,1-6
Sant’Orso, uno dei personaggi più cari alla tradizione popolare valdostana, era un umile sacerdote incaricato di custodire la chiesa dedicata a san Pietro, che sorgeva fuori delle mura di Aosta. Le notizie certe su di lui sono poche, perché in nessuna delle due redazioni medioevali della sua vita – che si può stabilire tra i secoli V e VIII - troviamo dati precisi. Più sicuro è il suo dies natalis, la sua nascita al cielo, che secondo le più antiche fonti è assegnato al 1° febbraio. Egli non si distinse per azioni o eventi particolari: caratteristica della sua santità furono la inesauribile carità verso i poveri, la semplicità e l’umiltà, la pace interiore. Non era nobile, non possedeva ricchezze, esercitava con scrupolo e costanza il suo compito di custode della chiesa e si manteneva col lavoro delle proprie mani, coltivando la terra e lavorando ad un vigneto accanto alla propria abitazione. Il resto del tempo lo trascorreva al servizio dei malati e dei poveri, ai quali donava una parte del suo raccolto. Un’antica tradizione locale gli attribuisce diversi prodigi, tra cui quello di aver fatto scaturire, in tempo di siccità, col solo tocco del suo bastone, la sorgente di Busseyaz, nei pressi della città. Non riuscì purtroppo a smuovere il cuore indurito del vescovo Ploziano, descritto come un eretico ariano dominato dai peggiori vizi, ma che comunque trovò il suo meritato castigo in una fine ingloriosa. Il culto per il santo, oltre che ad Aosta dove venne dedicata al suo nome l’antica chiesa di san Pietro (oggi Collegiata dei santi Pietro e Orso), si estese nelle diocesi di Ivrea, Torino, Vercelli, Novara e, oltre le Alpi, ad Annecy e nel Vallese fin dal secolo XII, nonché nell’Italia Nord-occidentale. Egli è invocato come protettore delle campagne, contro i pericoli delle inondazioni o della siccità e contro le malattie del bestiame. Al suo nome è legata anche l’antichissima fiera degli oggetti in legno, detta appunto Fiera di Sant’Orso, che alla vigilia della festa richiama una gran folla ad Aosta.
PORTA PRETORIA
Un percorso a ritroso di 2000 anni quello di domenica 19 marzo, un percorso affascinante nelle gallerie che, sotto via Cesare Cantù, celano i resti della cosiddetta Porta Pretoria.
Il numeroso gruppo di Albatesi e non ha vissuto con spirito pionieristico l’avventura di conoscere una parte non visibile della storia comasca, densa di richiami ai tempi lontani in cui si andava costruendo la città che oggi chiamiamo “murata”.
Le mura, di cui nella seconda metà del 1° secolo a.Cr. Cesare dotò novum Comum nella convalle sapientemente bonificata dalle preesistenti paludi, erano il primo baluardo difensivo in epoche in cui era facile prevedere incursioni ed attacchi ostili.
La porta che apriva (e chiudeva) l’ingresso a sud all’altezza del cardo maximus (la strada principale sull’asse nord - sud che coincide con l’attuale via Cantù) con le sue due alte torri era davvero il primo monumentale punto di ingresso là dove poi in epoca medievale, e su un perimetro più avanzato, sarà costruita la Porta Torre.
Le nostre guide, la dott.ssa Clelia Orsenigo e la dott.ssa Franca Aiani, ci hanno magistralmente accompagnato a scoprire i vari passaggi di funzione e di struttura dei resti, che furono scoperti proprio cent’anni fa durante i lavori di costruzione dell’Istituto tecnico: emozionante scoprire i solchi nei quali venivano fatte scorrere le saracinesche di chiusura, o i buchi in cui venivano fissate le lastre di marmo, o i segni lasciati dal passaggio delle ruote dei carri nelle pietre di soglia!.
Oggi, ben valorizzati da un ottimo lavoro di restauro ed accompagnati da efficaci strumenti di comunicazione mediale, ci danno un’ulteriore prova della ricchezza della storia della nostra Città.
la valle d'aosta
« ...la vecchia Aosta di cesaree mura
ammantellata, che nel varco alpino
èleva sopra i barbari manieri
larco di Augusto... »
Il Castello di Fenis
Il castello di Fénis, situato nell'omonimo comune, è uno dei più famosi manieri medievali della Valle d'Aosta.
Noto per la sua architettura scenografica, con la doppia cinta muraria merlata che racchiude l'edificio centrale e le numerose torri, il castello è una delle maggiori attrazioni turistiche della Valle. Il castello di Fénis è uno dei castelli medievali meglio conservati in Italia.
Diversamente da altri manieri della regione, quali Verrès e Ussel, costruiti in cima a promontori rocciosi per essere meglio difendibili, il castello di Fénis si trova in un punto del tutto privo di difese naturali. Questo porta a pensare che la sua funzione fosse soprattutto di prestigiosa sede amministrativa della famiglia Challant-Fénis e che anche la doppia cinta muraria servisse soprattutto in funzione ostentativa, per intimidire e stupire la popolazione.
La posizione del castello, sulla cima di una collina circondata da una serie di prati, fa pensare che un tempo possa essere stata la sede di una villa romana, ma diversamente dal castello di Issogne, dove la stessa ipotesi è stata confermata da resti di mura di epoca romana trovati nei sotterranei del maniero, a Fénis non sono ancora state trovate prove di questa teoria.
Vista invernale del castello
Il castello viene menzionato apertamente per la prima volta in un documento del 1242, nel quale un castrum Fenitii è indicato come proprietà del visconte di Aosta Gotofredo di Challant e dei suoi fratelli. A quel tempo il maniero probabilmente comprendeva solo la torre colombaia sul lato sud e la torre quadrata, un corpo abitativo centrale e una singola cinta muraria.
I miei video:
#castellofenis #ripreseaereecondrone #luoghi #drone
Slideshow Valle d'Aosta - Itinerario di Viaggio
La Valle d'Aosta raccontata tramite le nostre foto migliori.
La Valle d'Aosta è una regione autonoma dell'Italia e si trova nel nord-ovest del paese. Prende il nome dal suo capoluogo, Aosta.
In Valle d' Aosta ci sono moltissime cose da vedere, luoghi da visitare, castelli e parchi. Tramite la nostra slideshow vedrete il Parco del Gran Paradiso, che si estende per circa 70.000 ettari.
All'interno del Parco ci sono le Cascate di Lillaz, facilmente raggiungibili con un breve sentiero a piedi.
Passiamo poi a descrivere la città di Aosta, riconoscibile dalla Porta Pretoria, ancora in perfette condizioni. Da visitare anche il teatro romano e il museo archeologico.
Molto interessante il Criptoportico forense: una galleria sotterranea che circondava l'area sacra del foro romano. Da non perdere la Basilica Paleocristiana di San Lorenzo: una chiesa del V secolo riconducibile ad una delle prime chiese cittadine eretta sulle tombe dei primi martiri.
Altre foto che vederete nella slideshow riguarderanno i castelli valdostani. Tra cui ricordiamo il castello di Fenis, costruito dalla famiglia Challant, si trova su una piccola collina circondato da prati. Il Castello Gamba edificato a inizio ‘900 contenente una collezione di arte moderna e contemporanea composta da più di 150 opere. Il castello è circondato da 5 ettari di parco all’inglese. Interessante anche il Castello di Issogne una villa signorile trasformata in castello attraverso le modifiche del conte Giacomo di Challant e conosciuto soprattutto per la fontana del melograno ed il portico affrescato con graffiti incisi nelle pareti risalenti all’epoca della costruzione del castello. Il Castello di Verres: una fortezza militare del XIV secolo composto da un cubo di 30 metri per lato circondato da mura e raggiungibile solo attraverso una ripida mulattiera sulla cima di una collina. Molto bello anche il borgo di Bard con il suo forte.
Per leggere il nostro itinerario della Valle d'Aosta cliccate qui
Itinerario 3 giorni in Valle d'Aosta
La mappa interattiva della città:
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euronews le mag - Al Forte di Bard, in Valle d'Aosta: Juan Miro' dal 18 maggio
Joan Miró, Poème , Jean Miro, la poesia, è il titolo della mostra cominciata il 18 maggio tra le mura del Forte di Bard in Valle d'Aosta.
Questa mostra curata da Sylvie Forrster con il contributo di Isabelle Maeght e Gabriele Accornero è realizzata dalla associazione Fort de Bard con il sostegno della regione vadostana.
Create tra il 47 e l'80 queste opere esposte nei luoghi nobili e austeri del forte evocano quella rivoluzione plastiva che caratterizzò quel periodo artistico di cui Mirò fu grande internprete.
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Attività di abbigliamento in vendita in centro Aosta, via Challand (AO)
Nel centro storico di Aosta, in via Challand, zona di grande passaggio pedonale, VENDESI attività di abbigliamento in un locale disposto su 2 livelli e ottimamente ristrutturato. L'immobile dispone anche di un magazzino nel piano interrato e si presta per svolgere qualsiasi tipo di attività. Il riscaldamento è autonomo a metano e non ci sono spese condominiali.
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Aosta Romana - Elisa Ercolin (22/05/2018)
AOSTA ROMANA
a cura di Elisa Ercolin
Dedotta nel 25 a.C. in seguito alla vittoria riportata sulla popolazione dei Salassi da parte del comandante Aulo Terenzio Varrone Murena, la colonia di Aosta (anticamente denominata Augusta Praetoria Salassorum) costituisce una delle più recenti fondazioni augustee dell’arco alpino occidentale.
Snodo fondamentale nel sistema di comunicazioni verso la Gallia e l’Europa centrale, essa divenne ben presto un riferimento imprescindibile per le attività amministrative ed economiche della regione, tanto da essere dotata delle infrastrutture, degli spazi pubblici e dei monumenti più caratteristici delle città romane di età imperiale.
Nel corso dell’incontro seminariale verranno quindi illustrate le motivazioni politiche e strategiche che portarono alla fondazione della colonia e ne saranno analizzati l’impianto urbanistico e quelle peculiari emergenze archeologiche – come le mura, le porte urbiche, la piazza forense, il teatro – destinate ad essere visitate durante la tradizionale escursione primaverile del Club.
Castello di Fènis Valle d'Aosta
LA STORIA
Le origini interno
Il castello si trova alla base di un dolce pendio verde. Data la collocazione dell'edificio, si può immaginare che in origine fosse una villa romana. Purtroppo, a differenza del maniero di Issogne, non vi sono fonti storiche che confermano questa ipotesi.
Nulla si sa della costruzione e dello sviluppo del castello fino al XIII secolo. Infatti, la prima citazione del castrum Fenitii risale al 1242 quando apparteneva alla famiglia Challant, visconti di Aosta.
La costruzione
Tra il 1320 e il 1420, con le signorie di Aimone e Bonifacio I di Challant, si concentrò il più importante sviluppo del castello.
A seguito delle opere edilizie ordinate da Aimone, la pianta del nucleo centrale del castello assunse l'attuale forma pentagonale. Tuttavia, l'interno del castello era ancora molto diverso: il cortile, molto più ampio di quello attuale, era sovrastato da un lungo ballatoio in legno e mancava totalmente il secondo piano dell'edificio. Venne aggiunta anche la cinta muraria esterna priva della torre meridionale che fu costruita in un'epoca successiva.
Nel 1392 Bonifacio pianificò una nuova campagna edilizia: al pian terreno fu costruita la prigione, mentre il cortile interno fu dotato della scala a gradini semicircolari circondata dai ballatoi in legno. Inoltre, tra il 1414 e il 1420, commissionò a Giacomo Jaquerio gli affreschi della cappella e del cortile interno. Ancora oggi non è chiaro se l’artista piemontese abbia effettivamente preso parte alla realizzazione degli affreschi, tuttavia è certo che gli autori appartengono alla bottega jaqueriana.
A quest'epoca, è probabile che il castello fosse una vera e propria corte, circondato da un orto, una vigna e un giardino utilizzato come luogo di svago per il signore e gli ospiti.
Il declino
Dopo la morte di Bonifacio I cominciò il declino economico della famiglia Challant che, inevitabilmente, segnò anche lo sviluppo del castello. Infatti, se si esclude l’albero genealogico del Seicento dipinto al secondo piano e gli affreschi di paesaggi, non furono più realizzate opere di rilievo.
Il castello rimase nelle mani dei Challant fino al 1716 quando Georges François fu costretto a venderlo alla famiglia Saluzzo Paesana per far fronte ai debiti contratti dal padre. Da quel momento in poi, per circa due secoli, il castello fu utilizzato come casa colonica: le sale al pianterreno furono trasformate in stalle, mentre al primo piano vi erano i fienili. Anche la cappella con i suoi preziosi dipinti non fece eccezione e venne adibita a fienile. Dopo diversi passaggi di proprietà, il 3 Settembre 1895 il castello fu acquistato dallo Stato. Le condizioni del castello erano spaventose: pavimenti e soffitti erano pericolanti o crollati, diverse zone del tetto così come alcuni tratti della cinta muraria erano fatiscenti, almeno una torre era diroccata.
La rinascita
Nel 1898 cominciò un lento lavoro di restauro per riportare il castello allo splendore originale.
Le attività si svolsero in due fasi principali:
La campagna D'Andrade-Bertea-Seglie. A causa della scarsità dei fondi stanziati, vennero realizzati solo interventi di messa in sicurezza dell'edificio: furono rinforzate le mura pericolanti, ricostruiti le parti di tetto fatiscenti, restaurati serramenti e solai, installati parafulmini sulle torri, costruita la nuova strada di accesso al castello a Est. I lavori - conclusosi nel 1920 - posero fine al degrado del castello.
La campagna De Vecchi-Mesturino. Nel 1935 iniziarono accurati lavori di restauro che riportarono il castello allo splendore di un tempo. In questo periodo venne realizzato anche il riarredo delle stanze con mobili provenienti da altri castelli.
la leggenda della citta di rama
Le memorie secolari che si tramandano da generazioni in questa vallata hanno trasmesso fino al ventesimo secolo la leggenda della splendida Rama . Si sa ben poco di questa civiltà che forse ha contribuito in modo decisivo all’evoluzione dei futuri abitanti della Valle, anche se questo territorio ha visto il passaggio di popolazioni di diversa origine che hanno lasciato indelebili tracce delle loro tradizioni e della loro primitiva cultura .Circondata dalle rocciose ed impervie montagne che ne delimitavano i confini come autentiche sentinelle naturali, era un vero simbolo di potenza e di somma regalità. Possedeva ampi e lunghissimi portici che si estendevano dall’attuale paese di Bussoleno fino alle ghiaie desolate di Bruzolo e terminavano alla riva della Dora Riparia. Tutte queste costruzioni erano situate sul lato destro del succitato rivo e si diramavano verso l’attuale complesso premontano di Susa .Affrontiamo l'argomento attraverso il contributo degli storici Maria Baron , Maria Teresa Riggio e Bruno Portigliatti
Area Megalitica Aosta
Ricostruzione tridimensionale dell'Area Megalitica di Aosta sottoposta a restauro archeologico.
Area Megalitica Aosta
Ricostruzione tridimensionale degli interni dell'Area Megalitica di Aosta sottoposta a restauro archeologico.