Amandola, Cristo con colobio - The crucified Christ is vested in a Colobio (manortiz)
Amandola (Marche)Cristo vestito con il colobio - The crucified Christ is vested in a Colobio,
that is the garment of the Byzantine emperor to signify that on the cross He has become the King of the Universe
Colòbio
Vocabolario on line
colòbio s. m. [dal lat. tardo colobium, gr. κολόβιον, der. di κολοβός «troncato, monco»]. – Sorta di tunica senza maniche, o con maniche corte, usata dai primi monaci.
Salite nella parte alta di Amandola, andate poco sotto il teatro la Fenice. Vi accoglierà la Chiesa di San Francesco con un elegante portale bianco quattrocentesco. Osservatelo bene prima di entrare. Sulla parte sinistra noterete il diavolo, sulla destra invece un drago. Insomma il maligno per l’uomo e per il regno animale. Spostate lo sguardo sulla parte destra della facciata, c’è la pietra bianca della fondazione, peccato che sia stata posta al contrario, di certo il posatore era distratto o non aveva molta dimestichezza con la scrittura.
Rompiamo gli induci ed entriamo: la chiesa è stata restaurata da poco dopo il terremoto del ’96. Ad una prima vista sembra poco interessante: stile settecentesco, bianca, stucchi sobri. Poi lo sguardo corre sulla sinistra e nota due splendidi affreschi, sono stati scoperti con i lavori di restauro. Il più interessante è di certo il primo, vicino all’ingresso, molto naif con disegni di animali e rondini, ma guardate in alto, il nido della rondine con annessa inquilina è in rilievo!
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Il pezzo forte della chiesa deve ancora venire: guardate verso l’altare: il mammoccio (nome che negli anni 50/60 venne dato da alcuni ragazzi alla statua quando era relegata in un ripostiglio e non aveva la valenza di Crocefisso) è un pezzo a dir poco raro. Sto parlando del cristo ligneo che troneggia e domina tutta la Chiesa; è raro perché non rappresenta l’iconografia del Cristo Crocefisso che tutti conosciamo: ha la corona da re e non di spine, non è sofferente ma anzi trionfante. Dopo il concilio la Chiesa decise infatti come dovesse essere raffigurato il cristo in croce, tutto ciò che non era conforme doveva essere distrutto, per fortuna il mammoccio di Amandola, a parte croce, braccia e qualche bruciacchiatura ai piedi, si è salvato e trova ora, dopo anni di oblio, la sua degna collocazione. Osservatelo bene, vi sembrano tratti latini? E le trecce?
Sul lato destro della chiesa trovate la cappellina dell’annunciazione con i relativi affreschi e poco più giù un’altra cappellina con una splendida Madonna del latte, figura a cui il Piceno è molto devoto, tant’è che Madonne simili si trovano spesso nei paesi limitrofi. Di fianco la chiesa il Chiostro di San Francesco. Su ogni lunetta è raffigurata la vita del santo con la descrizione della scena rappresentata, ottimo per ripassarla. Visto che ci siete non perdetevi il museo Antropogeografico, specie se siete con dei bambini, si divertiranno un mondo ed impareranno un sacco di cose sui Sibillini.
Ps: un ringraziamento speciale va a Luigi e Basilio che con pazienza e passione ci hanno scorazzato per Amandola facendoci conoscere ogni suo angolo. Fanno parte del Centro Culturale Dinos, sul loro sito trovate tutte le info storico e artistiche sulla città.
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Marche-Paesi medioevali-Montemonaco- Montegallo HD
Montemonaco è una piccola località montana a ridosso dei monti Sibillini.
Montemonaco deve il suo nome alla sua origine: su quest’altura trovò infatti rifugio nel Medio Evo un monaco benedettino. Nel IX secolo fu fondata una fortificazione benedettina. Alla fine del XIII secolo i nuclei rurali disseminati ai piedi dei monti Sibillini decisero di unirsi in un libero comune e scelsero come capoluogo Montemonaco, il monte del monaco,ossia l’altura al centro del territorio, facile da difendere. A tutela della loro libertà i montemonachesi costruirono le mura castellane intervallate da robusti torrioni. Tentarono invano di sottomettere il borgo Francesco Sforza, Niccolò Piccinino e alcune delle città confinanti tra cui Arquata del Tronto, Monte-fortino, Montegallo e Norcia.
Il centro storico è uno spaccato di vita medievale: i resti dell’antica Rocca (sec. XIII) e le tre torririmaste sono opera dei maestri muratori lombardi; nella Chiesetta di S. Giovanni Battista, originaria del XIV sec., si conserva la pala della Vergine del Soccorso di Giulio Vergari (1521); la Chiesa di S.Biagio (sec. XV) e quella di S. Benedetto (sec. VI) sono ricche di opere d’arte: in quest’ultima si possono ammirare un portale datato 1546 e, all’interno, un affresco attribuito alla scuola del Crivelli, un Crocifisso intagliato in legno policromo e un prezioso reliquiario dell’orafo Cristoforo da Norcia. IlPalazzo Comunale eretto nel 1549 per volontà del Cardinale Famese, è la base d’appoggio della trecentesca Torre civica.
Montemonaco è uno dei posti più misteriosi delle Marche e della zona dei Sibillini. Questo suo fascino misterioso è legato al mito della Sibilla che dà il nome a questo fantastico posto.
Secondo la leggenda da queste parti viveva una SIBILLA, una sorta di profetessa o medichessa che aveva poteri magici e sapeva curare utilizzando erbe e rimedi naturali. Tanta e varia la letteratura che si è occupata dal Medio Evo di questa leggenda, anche perché sono legate alla presenza di questa Sibilla Cumana, le gesta e le avventure di un cavaliere alla ricerca di questa magica entità.
I due testi storici più conosciuti e famosi sulla leggenda della Sibilla sono: IL GUERIN MESCHINO di ANDREA DA BARBERINO, opera del 1409, e LA PARADISE DE LA REINE SYBILLE di ANTOINE DE LA SALE del 1420.
Ancora oggi nelle vicinanze di Montemonaco, presso il rifugio Sibilla, si può salire tramite un percorso di media difficoltà sino alla grotta che la leggenda attribuisce alla Sibilla: è rimasto un piccolo canale fra le rocce, all’interno la grotta è crollata da anni, ma in passato molti avventurieri provarono a svelare cosa ci fosse.
A parte la leggenda, Montemonaco e la zona circostante dei Sibillini restano un posto meraviglioso per quanto riguarda i colori e le forme del territorio, e per le varie escursioni che si possono fare in qualsiasi stagione.
E regna comunque un’atmosfera strana, che sa di antico e di magico.
Partendo per escursioni sul Monte Sibilla o sul Monte Vettore, non si possono perdere la misterosaGrotta delle Fate o il piccolo Lago di Pilato, luogo ricco di antiche leggende, dalla caratteristica forma ad occhiali e famoso per la presenza del Chirocephalus Marchesonii, piccolo crostaceo rinvenuto nel 1954 dal professore Marchesoni, che durante i mesi estivi colora di rosso le acque.
Montegallo
Sul versante orientale del Monte Vettore è situato Montegallo. Anticamente era Mons Sanctae Mariae in Gallo (1357), distribuito in 23 frazioni il territorio pone il suo centro al “Castello di Balzo” (collocazione strategica nei confronti del Piceno e in rapporto ai due torrenti Fluvione e Rio). Terra di transito per i traffici della pastorizia e commerciali (itinerario della chiesa di S.Maria in Pantana), rientrava nel sistema di collegamento delle zone pedemontane (Amandola, Montefortino, Montemonaco), garantendo una vitalità economica a tutta la popolazione. L’architettura è legata alla presenza dei monaci benedettini, insediatisi a Montegallo prima del nascere delle magistrature comunali.
Chiesa di S. Maria in Lapide ricostruita nella seconda metà del secolo XV, ha caratteri architettonici riconducibile all’opera dei monaci benedettini. La pianta dell’edificio è a croce latina con navata unica, presenta feritorie, pusterle e mensole atte a garantire il controllo e la difesa dell’inseguimento.
Chiesa di S. Maria delle Sibille (IX secolo) custodisce affreschi delle Sibille Frigia, Delfica, Ellespontina ed Agrippina. Esempio di come queste abbiamo creato un connubio tra sacro e profano.
Palazzetto Branconi pregevole edificio in pietra arenaria, è sede del C.E.A. (Centro di Educazione Ambientale) che svolge attività ludico-ricreative-didattiche con finalità di valorizzazione del territorio. Di notevole interesse turistico – didattico il Museo Ornitologico (a Balzo) e il Museo della Civiltà Contadina (a Uscerno).
Viaggio a Montegallo e nei suoi Borghi nel Parco dei Monti Sibillini - Sibilliniweb.it
Montegallo è un comune di circa 600 abitanti della provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, situato a 870 Mt. s.l.m. e si estende in una superficie di 49 Km2.
Situato ai piedi del Monte Vettore, è comune sparso con sede nella frazione di Balzo e fa parte della Comunità Montana del Tronto.
Negli anni passati ha raggiunto una popolazione massima anche di oltre 3.000 abitanti ma poi, con le congiunture negative degli anni sessanta-settanta e la conseguente emigrazione verso Germania, Svizzera, Brasile e altre destinazioni, l'intero comune si è spopolato, anche perché gli emigranti, al ritorno, hanno deciso di stabilirsi nelle città più grandi. L'economia di questo piccolo comune si basa sul turismo e su alcune attività agricole come la silvicoltura, la produzione del tartufo, delle castagne e di altre varietà di prodotti tutti rigorosamente biologici.
Negli ultimi anni lo sviluppo del turismo e della promozione del territorio hanno dato vita ad eventi di ritrovo come le sagre di organizzate dalle pro loco, diversi raduni di moto da cross e quad, escursioni organizzate, gite a cavallo.
Inoltre, sono presenti percorsi turistici attraverso la macchia mediterranea, siti di interesse storico-culturale come soprattutto la chiesa di Santa Maria in Lapide, la Grande Piana di Castelluccio di Norcia ed il Lago di Piato.
Frazioni e Borghi del Comune di Montegallo:
Abetito, Astorara, Balzo, Balzetto, Bisignano, Casale, Castro, Colle, Collefratta, Colleluce, Collicello, Corbara, Fonditore, Forca, Interprete, Migliarelli, Piano, Pistrino, Propezzano, Rigo, Santa Maria in Lapide, Uscerno, Vallorsara.
Luoghi d'Interesse nel Comune di Montegallo:
Museo della Civiltà Contadina
Palazzetto Branconi
Chiesa Santa Maria in Lapide
Chiesa di Santa Maria delle Sibille o in Pantano
Chiesa di San Bernardino (frazione Balzo)
Coordinate GPS: 42°50'29?N -- 13°19'56E
Nomi degli abitanti: montegallesi
Santo Patrono: 20 Maggio -- San Bernardino
.: A soli 35 Km da Ascoli Piceno (Marche).
.: A soli 37 km da Norcia (Umbria).
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