Giganti di Mont'e Prama | Museo Archeologico di Cagliari | Sardegna
Chi erano i Giganti di Mont’e Prama? Chi scolpi queste enormi statue e perché?
Storia di Mont'e Prama
Nel marzo del 1974 alcuni contadini nella zona di Cabras, mentre aravano i loro campi, notarono delle strane pietre dalla forma di teste umane gigantesche e di braccia, sepolte a pochi centimetri di
profondità.
Chiamarono le autorità e i primi archeologi che giunsero sul posto scoprirono i primi frammenti delle statue. Non si era mai visto niente di simile nel mondo nuragico.
Nel 1974 vennero eseguiti i primi scavi ad opera di Giovanni Lilliu e Enrico Atzeni, che intuirono l’importanza del ritrovamento. Seguirono gli scavi tra il 1975 e il 1979 ad opera di Bedini e Tronchetti.
La fama del sito balzò alle cronache quando, dopo i primi scavi, una serie di statue emersero dal terreno e vennero ribattezzate “giganti di Mont'e Prama” o “SOS GIGANTES” per le loro dimensioni.
Il nome di Mont’e Prama ( o Monti ‘e Prama o Monte Prama ) deriva dalle piccole palme che un tempo crescevano alla base dell’omonima collina, a circa 2Km dallo stagno di Cabras.
L'archeologo Giovanni Lilliu ipotizzò che le statue, alte fino a 2,5 metri da lui chiamate Kolossoi, risalirebbero ad un periodo tra il 1100 e il 900 a.C e che potessero essere tra le più antiche statue del mediterraneo.
Durante gli scavi emersero decine di sepolture “a cista litica quadrangolare e a pozzetto circolare allineate nell'asse nord-sud.
Le tombe venivano scavate nel terreno a forma di pozzetto sub cilindrico e avevano un diametro dai 60 ai 70 cm ed una profondità dai 70 agli 80cm.
I defunti, quasi tutti uomini morti in età adulta, venivano inseriti all'interno della sepoltura in posizione seduta o inginocchiata, a volte con ceramiche nuragiche.
Dopodiché i pozzetti venivano sigillati con un lastrone quadrato di arenaria gessosa di 100x100cm spesso 14cm.
A ridosso delle tombe venne scoperto un tratto di strada, probabilmente una via cerimoniale con lo stesso orientamento.
Le sepolture appena descritte erano ricoperte da decine di frammenti delle statue giganti; solo per quanto riguarda le statue maschili, gli scopritori parlano di 5178 frammenti totali.
Le statue, tutte frammentarie, furono restaurate fino ad apparire come le vediamo oggi; 28 figure di cui 16 pugilatori, 6 arcieri e 6 guerrieri.
Furono inoltre ritrovati 16 modelli dettagliati di nuraghe tra cui 8 monotorre, 3 quadrilobati e 5 polilobati, oltre ad alcuni betili, pietre sacre di forma troncoconica con incavi quadrangolari.
I pugilatori indossano solo un gonnellino e sono a torso nudo; proteggono la testa con uno scudo tenuto dalla mano sinistra posta alla sommità del capo, mentre la mano destra, protetta da un guanto,
regge l’altro lato dello scudo.
Lo scrittore e blogger Alessandro Atzeni di Sardinian Warriors, appassionato di armi del mondo nuragico, ha ipotizzato che questo guerrieri brandissero un pugnale nuragico all'interno del guanto e che
fossero in realtà antichi gladiatori, e che andrebbero chiamati pugnalatori e non pugilatori.
Gli arcieri indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno un elmo a due corna sulla testa da cui spuntano lunghe trecce; il braccio sinistro, protetto da una guaina e da un guanto, tiene un
arco. Il braccio destro ha avambraccio e mano protesi in avanti. Le gambe sono protette da schinieri.
Dei guerrieri con scudo e spada sfortunatamente non è rimasto molto.
Il dettaglio che colpisce maggiormente di queste grandi statue è il viso: possiamo osservare al posto degli occhi due grandi cerchi perfettamente concentrici, sopracciglia, mento e naso molto
pronunciati e solo un piccolo solco lineare al posto della bocca, quasi senza espressione.
A vederle potrebbero sembrare vagamente aliene, e in effetti c'è una somiglianza con il robot umanoide C-3PO del film di Guerre Stellari uscito nel 1977 (ndr).
Gli antichi scultori dei giganti molto probabilmente presero spunto dai modelli dei bronzetti nuragici ritrovati in tutta la Sardegna, perlopiù nei pozzi sacri.
Si ipotizza che la necropoli di Mont’e Prama possa essere stata un'opera funeraria riservata ad un gruppo familiare dominante nella società nuragica della prima età del Ferro.
FONTI e APPROFONDIMENTI:
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10-09-2016 Acquaman Diving Center- Villasimius- In esplorazione By Vittorio Chessa
Immersione esplorativa nei fondali di Villasimius.
Places to see in ( Sardinia - Italy ) Olbia
Places to see in ( Sardinia - Italy ) Olbia
Olbia is a coastal city in northeast Sardinia, Italy. It’s known for the medieval San Simplicio basilica, and for cafes dotting central squares like Piazza Matteotti. On the palm-lined waterfront to the east, the Museo Archeologico di Olbia has exhibits ranging from Nuragic artifacts to Roman warships. The hilltop Nuraghe Riu Mulinu is an archaeological complex with views of the Gulf of Olbia.
Olbia is a port and airport town in the north-eastern corner of the island of Sardinia. The town has a long history, and although nowadays it is mostly seen as a transit town for travellers arriving in or leaving Sardinia, Olbia has enough charms to merit some attention in its own right.
Olbia has one or two important sights within the town, and its small historic core is a pleasant place to amble and to sit at a restaurant or bar. The town isn't expensive, and it makes a good base for a day or two - perhaps longer, if you are planning to take a boat trip, visit beaches or explore nearby sights. If you are travelling to or from Olbia Airport, it is certainly worth considering spending a few hours in the town itself.
The enigmatic Nuraghic culture of Sardinia - a Bronze-age people building in stone but leaving no written records - has left many traces around Olbia, some of which can be visited. The Phoenicians were probably the first to develop a settlement and port on the site of Olbia, subsequently occupied by the Greeks and Carthaginians, then conquered by Rome. Roman Olbia was attacked and its ships burned in the harbour by the Vandals in around 450AD. When Olbia finally rose from the ashes it was under a new name, Phausania, in a Sardina ruled by the Byzantine Empire. Later, in a period of self-rule by Sardinian regions, Olbia was a local capital and known as Civita. Next came Pisa, which founded a colony on the site of Olbia, and called it Terranova, a name which was retained through Aragonese rule and up until 1939, when Italy's fascists sought to recapture past glory by re-christening towns with their ancient names; Terranova returned to its Greek name Olbia.
Olbia's important tourist sights are quickly enumerated: two churches and an archaeological museum. The town lies on the shore of a large bay, with a road separating the town from the harbour. Olbia's historic port, in use since pre-Roman times, was in this area, but nowadays the main ferry port is on an island in the bay, connected by a causeway to the town. Olbia's central core is based around Corso Umberto, a lively shop-lined street leading uphill from the waterfront. At the top of a low hill, it opens into Piazza Margherita, a kind of low-key hub of the city. Around this heart there are several attractive narrow lanes lined with old stone buildings, and a few yards from Piazza Margherita, another attractive little square, Piazza Matteotti.
Olbia's important archaeological museum - Museo Archeologico - was first conceived in the 1980s, but has been a work in progress ever since. When we visited, it still felt rather incomplete, but there was a fair quantity of interesting exhibits, and admission was free. The museum and adjacent mainland roads are on the site of the Roman harbour of Olbia. At the beginning of the twenty-first century the remains of 24 Roman and medieval ships were found here, some probably vessels sunk during the sacking of Olbia by the Vandals. Restoration is a slow business, but when we visited two of the ships and a smaller medieval vessel were on display on the museum's ground floor, the relics including an 8m high Roman mast - a rare survival. Accompanying videos explain ancient ship construction techniques and provide a dramatic, film-trailer-style account of the Vandals' arrival. If the ships are not visible when you visit the museum, ask at the information desk - we were allowed in on an escorted tour. Other highlights in the museum include a small bronze boat from the Nuraghic era, a head of Hercules which was found in the sea, some fine Roman decorated glassware, an incense burner depicting musicians riding a camel, and a small gold cross. Check the museum's latest opening times on your arrival in Olbia - you may find it closed for several hours in the afternoon, and at weekends.
( Sardinia - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Sardinia . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Sardinia - Italy
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Cagliari capitale de la Sardaigne 2018
Cagliari
Ville en Sardaigne, Italie
Cagliari est la capitale de la Sardaigne, une île italienne. Elle est célèbre pour le quartier médiéval du Castello, entouré de remparts et situé au sommet de la colline, bien au-dessus du reste de la ville. Parmi les monuments importants, on trouve la cathédrale de Cagliari, datant du XIIIe siècle. Aménagé dans un ancien arsenal, le Museo Archeologico Nazionale di Cagliari possède des objets en bronze, des céramiques romaines et des artefacts datant de l'époque nuragique à l'ère Byzantine.
Météo : 19 °C, vent SE à 16 km/h, 71 % d'humidité
Nom français : Caglier (vieilli)
Maire : Massimo Zedda; 2011-en cours
Population : 154 083 (2017) ISTAT
Nom sarde : Casteddu
(Wikipédia)
Images et montage : A. BENSADAT (bensadat47@gmail.com)
Domus De Janas della Spiaggia del Riso ~ 3 Dicembre 2017 | Viaggiare in Sardegna
Le prime testimonianze di insediamenti umani nel territorio di Villasimius risalgono al Neolitico e sono localizzati nei pressi della spiaggia del Riso.
Dell’intera necropoli è sopravissuta intatta un’unica tomba, un monumento semplice ma davvero affascinante che proietta il territorio indietro nel tempo di circa seimila anni.
La domus è stata scavata nel granito dalla Cultura di Ozieri, popolazione sviluppatasi nell’Isola tra il 4000 e il 3000 a.C.
Costituita da una cella e da un’anticella con portello quadrangolare classico, la domus presenta sul bordo superiore del portello tracce di ocra rossa, simbolo di rigenerazione per quelle popolazioni.
La caratteristica particolare di questa domus è la presenza, davanti all'ingresso, di alcuni lastroni granitici infissi nel terreno.
Probabilmente esisteva un corridoio dolmenico d’accesso ( oggi andato perduto ), costruito successivamente rispetto allo scavo del monumento da una cultura sviluppatasi dopo quella di Ozieri, chiamata di Abealzu – Filigosa, di cui abbiamo tracce tra il 2700 e il 2400 a.C. La domus di Villasimius rappresenta l'incontro fra le due culture nuragiche differenti, la prima legata alla terra e alla dea-madre mentre la seconda legata al cielo ed al padre eroe.
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OLBIA Top 24 Tourist Places | Olbia Tourism | ITALY
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City in Sardinia, Italy
Olbia is a coastal city in northeast Sardinia, Italy. It’s known for the medieval San Simplicio basilica, and for cafes dotting central squares like Piazza Matteotti.
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Benvenuti a Pula: La migliore destinazione per le tue vacanze in Sardegna
Offerta Casa Vacanza In Affitto a Pula Sud Sardegna
Site Web : aiosardegna.it or aiosardegna.com
Contact : info@aiosardegna.it
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Benvenuti a Pula: Il comune di Pula si trova in una posizione ottimale lungo la costa sud-occidentale del Golfo degli Angeli Sud Sardegna. È un importante centro agricolo, che durante l'estate raddoppia il numero dei suoi abitanti grazie al turismo balneare. La prima attestazione per la città di Nora si trova su una stele in arenaria risalente al IX secolo a.c. dove per la prima volta in alfabeto fenicio è citato il nome della città e quello della Sardegna.
Nelle vicinanze di Pula
Il litorale di Su Guventeddu spiagge,Su Guventeddu
La spiaggia di Su Guventeddu ha un arenile di circa 700 m
La spiaggia dei Fichi a Pula
Faro di Capo di Pula ; italy
Le collezioni del Museo Civico Museo Archeologico Giovanni Patroni
Villa San Pietro, chiesa di San Pietro Apostolo
Sarroch, spiaggia di Porto Columbu
Sarroch, arredi della Villa d'Orri
Santa Margherita di Pula, spiaggia di Cala d'Ostia
Santa Margherita di Pula, spiaggia dell'Abamar
Museo Etnografico Regionale a Cagliari
Inaugurazione del Museo Etnografico Regionale
All'inaugurazione dello spazio espositivo, nella cittadella dei musei, erano presenti il presidente dell'ISRE Salvatore Liori, al cui istituto è affidata la gestione e il funzionamento del museo, l'assessore della Difesa dell'Ambiente Giuliano Uras, il sindaco di Cagliari Emilio Floris e l'accademico dei Lincei, Giovanni Lilliu.
Fratelli di pietra
Un omaggio fotografico alle pietre della Sardegna, da guardare come una sorta di meditazione per entrare in risonanza con loro e ascoltare le loro voci
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Places to see in ( Cagliari - Italy )
Places to see in ( Cagliari - Italy )
Cagliari is the capital city of the Italian island of Sardinia. It’s known for the hilltop Castello, a medieval walled quarter situated high over the rest of the town. Architectural highlights include the 13th-century Cagliari Cathedral. Housed in a former arsenal, the Museo Archeologico Nazionale di Cagliari displays bronze objects, Roman ceramics and artifacts from the Nuragic age to the Byzantine era.
An ancient city with a long history, Cagliari has seen the rule of several civilisations. Under the buildings of the modern city there is a continuous stratification attesting to human settlement over the course of some five thousand years, from the Neolithic to today. Historical sites include the prehistoric Domus de Janas, very damaged by cave activity, a large Carthaginian era necropolis, a Roman era amphitheatre, a Byzantine basilica, three Pisan-era towers and a strong system of fortification that made the town the core of Spanish Habsburg imperial power in the western Mediterranean Sea. Its natural resources have always been its sheltered harbour, the often powerfully fortified hill of Castel di Castro, the modern Casteddu, the salt from its lagoons, and, from the hinterland, wheat from the Campidano plain and silver and other ores from the Iglesiente mines.
Cagliari was the capital of the Kingdom of Sardinia from 1324 to 1848, when Turin became the formal capital of the kingdom (which in 1861 became the Kingdom of Italy). Today the city is a regional cultural, educational, political and artistic centre, known for its diverse Art Nouveau architecture and several monuments.
It is also Sardinia's economic and industrial hub, having one of the biggest ports in the Mediterranean Sea, an international airport, and the 106th highest income level in Italy (among 8,092 comuni), comparable to that of several northern Italian cities. It is also the seat of the University of Cagliari, founded in 1607, and of the Primate Roman Catholic archdiocese of Sardinia, since the 5th century AD.
Forget flying: the best way to arrive in Sardinia’s historic capital is by sea, the city rising in a helter-skelter of golden-hued palazzi, domes and facades up to the rocky centrepiece, Il Castello. Although Tunisia is closer than Rome, Cagliari is the most Italian of Sardinia’s cities. Vespas buzz down tree-fringed boulevards and locals hang out at busy cafes tucked under arcades in the seafront Marina district.
Like many Italian cities, Cagliari wears its history on its sleeve and everywhere you go you come across traces of its rich past: ancient Roman ruins, museums filled with prehistoric artefacts, centuries-old churches and elegant palazzi. Edging east of town brings you to Poetto beach, the hub of summer life with its limpid blue waters and upbeat party scene.
Considerable remains of the ancient city of Karalis are still visible, including those of the Tuvixeddu necropolis, the Roman amphitheatre, traditionally called Is centu scalas (One hundred steps), and of an aqueduct used to provide generally scarce water. Still visible are also some ancient cisterns of vast extent, the ruins of a small circular temple, and numerous sepulchres on a hill outside the modern town that appear to have formed the necropolis of the ancient city. The amphitheatre stages open-air operas and concerts during the summer.
The Palaeo-Christian Basilica of San Saturnino, dedicated to a martyr killed under Diocletian's reign, Saturninus of Cagliari, patron saint of the city, was built in the 5th century. The old medieval town (called Castello in Italian, Casteddu de susu in Sardinian, the upper castle) lies on top of a hill with a view of the Gulf of Cagliari (also known as Angels' Gulf). Most of its city walls are intact and include two early 14th-century white limestone towers, the Torre di San Pancrazio and the Torre dell'Elefante, typical examples of Pisan military architecture.
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Cabras (OR), Sardegna
A pochi chilometri da Oristano sorge Cabras. Si trova ai bordi dello stagno omonimo, uno tra i più grandi di acqua dolce della Sardegna e comunica col mare attraverso una serie di canali.
Un tempo sullo stagno si andava a pesca con imbarcazioni dalla forma appuntita, is fassonis, costruite con erbe palustri essiccate al sole, avvalendosi della stessa tecnica usata dai Fenici. Sempre a questa popolazione sembra risalire anche la ricetta de sa merca, piatto tipico di Cabras: i muggini vengono avvolti in erbe lacustri e lasciati a macerare in acqua salata.
La più antica testimonianza della presenza umana nel territorio proviene dalla località di Cuccuru is Arrius, dove sono state trovate tombe risalenti al neolitico (4000 a.C.). Le statuette rinvenute nei corredi funerari testimoniano la religiosità di ambito mediterraneo di quel periodo, pervasa dal culto del dio Toro e dalla dea Madre.
All'epoca nuragica risalgono invece le statue monumentali in pietra di guerrieri o atleti provenienti dal sito di Monti Prama, oggi conservate al Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Di particolare interesse a livello storico e archeologico è l'area di Tharros, che conserva numerose testimonianze del periodo nuragico, tra cui due nuraghi e il villaggio sulla collina di Muru Mannu. La fondazione del centro urbano avvenne in realtà ad opera dei Fenici, attorno alla fine dell'VIII secolo a.C. Dell'epoca punica non rimane nulla nei ruderi del centro urbano, che conserva invece soprattutto la fase romana. Le testimonianze più antiche provengono dalle due necropoli ad incinerazione risalenti alla metà circa del VII sec. a.C.
Di sicuro interesse per il visitatore è la festa di San Salvatore, durante la quale si ripete una delle manifestazioni più antiche e suggestive dell'isola. Diverse centinaia di giovani e adulti, vestiti con il saio bianco e scalzi, portano il simulacro dalla parrocchiale sino al santuario di San Salvatore.
La città è conosciuta poi per essere la maggiore produttrice sarda della tipica bottarga, costituita dalle uova del muggine pressate, salate e seccate, che si può assaporare in gustose ricette in diversi ristoranti della cittadina.
Al limite settentrionale del golfo di Oristano si distende la Laguna di Mistras, separata dal mare da due cordoni litoranei. Essa s'inserisce nelle zone umide di importanza internazionale previste dalla convenzione di Ramsar ed è habitat ideale per fenicotteri rosa, cormorani, aironi cinerini e falchi pescatori. Ricco di avifauna anche il vicino stagno Mar 'e Pontis, dove è possibile visitare la Peschiera Pontis, un'antica costruzione per l'itticoltura, con chiuse e lavorieri.
(fonte video: Rai2 Si Viaggiare)
Welcome to Cagliari...
SONG:Editor di YouTobe Creator Studio
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La bellissima città di Cagliari è una delle tante sorprese che riserva il sud della Sardegna. Una città solare e vivace, ricca di storia, arte e cultura a pochi passi dal mare. La città, identificata dai suoi abitanti con il nome “Casteddu” ha una lunga storia segnata da un susseguirsi di insediamenti e dominazioni che hanno lasciato nel capoluogo sardo numerose tracce tuttora visibili. In questa guida vi proporremo cosa vedere a Cagliari: un’affascinate itinerario nel cuore antico della città, partendo dal quartiere Castello, fondato in epoca pisana, per ammirare scorci panoramici davvero spettacolari e gli angoli più suggestivi di questa meravigliosa città.Il centro storico di Cagliari è piuttosto raccolto e può essere visitato a piedi iniziando da Piazza Costituzione dove si erge l’imponente bastione di Saint Remy. Il bastione, costruito tra il 1899 e 1902 in pietra calcarea e granito bianco sulle basi degli antichi bastioni pisani e spagnoli, prende il nome dal primo viceré piemontese. Suggeriamo di salire sulla terrazza panoramica dedicata a Umberto I dal quale si può godere di una vista spettacolare sull’intera città e il suo porto sul Mediterraneo.Proseguendo il tour, nella parte alta del quartiere si entra nella Cittadella dei Musei, un polo culturale che comprende la Pinacoteca nazionale, il Museo archeologico e di arte orientale oltre alla Mostra delle cere anatomiche di Clemente Susini. Il quartiere di Castello domina sui tre quartieri storici di Cagliari. Oltrepassando la Porta Cristina, il primo che si raggiunge è Spampace che ancora oggi conserva il suo fascino originale e medioevale; viuzze strette e strade ciottolose si snodano tra le vie Santa Margerita e Ospedale, costeggiate da chiese di epoche diverse.In particolare ammirate San Michele, tra i maggiori esempi di barocco spagnolo costruita dai gesuiti nel 1600, insieme alla bellissima chiesa di Sant’Anna, ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, e la piccola chiesa di Sant’Efisio, dedicata al protettore di Cagliari. Interessante perché proprio da qui ogni anno, il 1° maggio, parte la famosa Sagra di Sant’Efisio, una processione tra le vie della città in cui sfilano numerosi costumi tradizionali provenienti da ogni angolo della Sardegna.Dalla via Roma inerpicandosi tra i vicoli si giunge al pittoresco quartiere della Marina, un rione multietnico ricco di botteghe artigiane, piccole oreficerie e tante trattorie dove gustare la deliziosa cucina tradizionale sarda. Se dopo un lungo giro volete fare una sosta, vi consigliamo la Piazza Yenne dominata dalla statua di Carlo Felice, cuore della movida di Cagliari, piena zeppa di bar, ristoranti e tavoli all’aperto dove bere, mangiare e divertirsi.
Spostandosi di pochi passi si raggiungono le due strade dello shopping, via Garibaldi e via Manno, affollate a qualsiasi ora del giorno. Tanti sono i negozi e boutique alla moda dove fare acquisti a Cagliari così come molti sono i ristoranti e le pizzerie nei dintorni per una piacevole cena. Ultimo ma non meno importante è il quartiere di Villanova, contraddistinto da numerose stradine caratteristiche, vecchie residenze nobiliari e luoghi piacevoli in cui rilassarsi all’aria aperta.Cosa fare a Cagliari? Non dimenticate di rilassarvi sulla Spiaggia del Poetto durante il vostro viaggio! È la più vicina alla città.
Potete prendere la vostra macchina per arrivarci, i parcheggi sono infatti disponibili lungo la spiaggia (più ci si avvicina all’inizio della spiaggia, più è probabile che si trovi un posto).
La vostra seconda opzione è quella di prendere l’autobus da Piazza Matteotti: vi ci porterà in pochi minuti.
La spiaggia del Poetto, con i suoi 7 km di estensione, è una delle spiagge più lunghe della Sardegna e dell’Italia. Troverete qui tutto ciò che vi serve per trascorrere una giornata in pieno relax: bar, ristoranti, venditori di ogni genere e beach club privati per noleggiare lettini e ombrelloni.
Il posto è molto gradito dalle famiglie grazie alle sue numerose attrezzature e alle sue acque poco profonde.Cagliari una citta da scoprire...
San Teodoro, Sardegna, Italy.
che sorprenderà con una roccia modellata da vento e mare a forma di tartaruga, una delle attrazioni naturali più amate, soprattutto dai bambini. E poi ci sono le meno famose e altrettanto belle: Baia Salinedda, Cala d’Ambra, Cala Suaraccia, Li Corri di Li Becchi, Li Marini e Seghefusti. Lo spettacolo della costa è completato, alle spalle delle spiagge, dalla la laguna di San Teodoro, punto di sosta dei fenicotteri rosa nei periodi migratori e residenza del cavaliere d’Italia, luogo ideale per passeggiate e birdwatching.
Conosciuto in Gallura come Santu Diàdoru, il borgo è abitato da poco meno di cinquemila residenti in inverno, animato da decine di migliaia di turisti d’estate. Il centro prese vita nel XVII secolo, nell’immediato entroterra alle pendici orientali del massiccio di monte Nieddu, quando pastori e pescatori popolarono la splendida porzione di terra, frequentata comunque sin dalla preistoria. Il nuraghe della borgata Naracheddu è la testimonianza più rilevante. Esisteva un centro abitato anche in età romana: i reperti archeologici sono documentati nel museo del Mare.
Fra gli appuntamenti da non perdere, le feste del patrono san Teodoro, la cui chiesa fu ricostruita a metà XX secolo, e quella di sant’Andrea, che si svolge nel quartiere di Montipitrosu. Molto suggestivi i fuochi di sant’Antonio Abate, festa detta Lu Fuculoni, durante la quale la popolazione si raccoglie attorno ai falò in onore del santo. San Teodoro è luogo di delizie per il palato: a maggio ecco l’Aglióla, dove assaporare i piatti tipici. La cucina ti conquisterà con la zuppa gallurese, fatta con pane, formaggio e brodo di manzo. Arrivato al dolce, fatti tentare da cucciuléddi milàti, fagottini al miele, frisjióli léti, frittelle, e niuléddha, con mandorla e arancia grattugiata. Tutto accompagnato da un calice di vermentino di Gallura
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The beach of Sa Colonia -Chia- Domus De Maria
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È uno dei gioielli di Chia e di tutto il golfo degli Angeli, nell’estrema costa sud-occidentale della Sardegna, un’ampia e splendida spiaggia di sabbia fine e chiara.La potrai raggiungere anche a piedi percorrendo un sentiero che attraversa il promontorio sormontato da una torre spagnola e ricoperto da macchia mediterranea, ai piedi del quale vedrai i ruderi della città fenicia di Bithia (VIII secolo a.C.). La spiaggia di sa Colonia è uno dei ‘pezzi pregiati’ della lunga costa di Chia, nel territorio di Domus de Maria: una grande distesa di sabbia soffice di colore bianco-ambrato, che s’immerge in un mare cristallino e color smeraldo, con fondali che digradano dolcemente verso il largo. A caratterizzare ulteriormente l’arenile è l’isolotto del Cardolinu, unito alla spiaggia da uno stretto istmo sabbioso.
Da una parte l’arenile è chiuso dal promontorio di torre Chia, dall’altra è delimitato da monte Cogoni, che lo separa da un altro gioiello, la spiaggia di su Portu. Nei dintorni numerosi servizi: noleggio attrezzature da spiaggia e canoe, campeggio, bar, ristoranti, comodo parcheggio e servizi di accessibilità. Sa Colonia è anche una delle mete preferite per gli amanti del surf, esposta a forti venti, di pesca subacquea e immersioni, per la bellezza dei fondali. Alle sue spalle, oltre a bellissime dune, ammirerai lo stagno di Chia. Al mare assocerai un tuffo nell’archeologia: tra le rovine di Bithia ammirerai i resti di un tophet, cimitero per i bambini, della strada che portava alla città principale, Nora, e della necropoli, dove era collocato anche il tempio del dio Bes, la cui statua è conservata al museo archeologico nazionale di Cagliari.
La baia di Chia è una delle località turistiche più belle e rinomate dell’intera Sardegna: un angolo di paradiso lungo sette chilometri. Andando da torre Chia verso ovest, incontrerai le spiagge di sa Tuerra, Porto Campana, de su Sali sino ad arrivare a su Giudeu, la più bella, spesso scelta come scenario di spot televisivi. Alla spalle c’è lo stagno di Spartivento, habitat di numerose specie rare. All’estremità occidentale, in un’insenatura riparata, c’è Cala Cipolla. Da qui raggiungerai il faro di capo Spartivento, dalla cui vetta il tuo sguardo dominerà l’intera costa del basso Sulcis.
El Parque Arqueológico de Arzachena | Cerdeña #7
La gran ventaja de la localización de Arzachena como campamento base es la cercanía de muchos puntos interés de la Costa Esmeralda, o de islas como Budelli, Spargi o Razzoli.
La ciudad pasó a ser conocida con el boom turístico ya que toda la zona de playas está muy cercana y la red de alojamientos, hoteles, B&B y villas permiten dormir sin pagar los precios de Porto Cervo y el resto de pueblos turísticos de la costa Esmeralda.
Si quieres saber que hicimos allí visitanos siguiendo el enlace del blog:
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Fenici e Cartaginesi in Sardegna
-NO COPYRIGHT INFRINGEMENT INTENDED; TEACHING PURPOSES-
Un estratto da altri documentari di Youtube per approfondire in classe ed avvicinare la civiltà dei Fenici al quotidiano dei bimbi.
Storia della Sardegna a partire dal X secolo a. C. al 238 a. C. - Primi scali in Sardegna, monte Sirai, i fenici conquistano una fascia di territorio, reazione dei nuragici, arrivano i cartaginesi, i cartaginesi conquistano la Sardegna, rivolta dei mercenari punici, arrivo dei romani.
Dei Fenici ricordiamo anche la PORPORA, tintura rossa per tessuti. Il rosso porpora. Il pigmento si estrae dal murice comune (Haustellum brandaris Linneo, 1758), un mollusco gasteropode appartenente alla famiglia dei Muricidae. Viene secreta da una ghiandola, come liquido vischioso di colore violaceo e già nell'antichità veniva utilizzata per la colorazione delle stoffe. In età imperiale rappresentava il colore per eccellenza. In realtà, soprattutto all'epoca, la porpora poteva avere diverse sfumature di colore, in base alla preparazione. Il più ricercato era sempre il colore rosso porpora come conosciuto oggi, simile al colore del sangue e del fuoco. Per riuscire a tingere anche una sola veste occorrevano migliaia di esemplari. Inoltre era un colore molto resistente ai lavaggi: era quindi preziosissima e solo in pochi potevano esibire in pubblico questo colore. Per lungo tempo fu riservata all'uso sacerdotale e regale, ma in seguito venne utilizzata anche dagli aristocratici romani per abbellirne le vesti. Sembra che i primi a produrre la porpora fossero i Fenici. La lavorazione della porpora costituì la fortuna delle città di Tiro e Sidone, quindi di numerose città greche, italiane, spagnole e nordafricane. Questa tecnica andò perduta, almeno in Europa, dal periodo che va dal pieno Medioevo al XVII secolo.