Museo Civico Archeologico Villa Mirabello Varese
Presentazione Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello - Varese. Sezioni: Preistorica, Protostorica, Età Romana, Epigrafica, Età del Ferro, Medievale, Risorgimento, biblioteca. palafitte, unesco, isolino virginia, cultura, istruzione, cultura di Golasecca, lago di varese
La necropoli del Monsorino e la cultura di Golasecca (VA)
Visitiamo la Necropoli del Monsorino a Golasecca (VA), paese che ha dato il nome alla famosa Cultura celtica autoctona che si stabilì in questo territorio tra il IX e il V-IV secolo a.C., per spostarci poi al Museo Archeologico di Sesto Calende (VA), per vedere le ricostruzioni tombali, le ipotetiche abitazioni e soprattutto i reperti provenienti dai corredi funerari.
Sesto Calende e il nostro Ticino
GOLASECCA La civiltà di Golasecca, Monsorino
La civiltà di Golasecca, storia dei fondatori di Milano
La Civiltà di Golasecca si è sviluppata oltre mille anni fa lungo le acque del fiume. Una storia raccontata dai ritrovamenti archeologici e da quattro musei e spazi espositivi
Sarno. Museo Archeologico Nazionale. Mostra
saraci
La cultura di Golasecca
Dagli scavi golasecchiani al caso di Gattinara
Associazione Culturale di Gattinara
21 gennaio 2018
La cultura celtica di Golasecca
2 Dalla preistoria all'alto medioevo
Le prime importanti testimonianze urbane e culturali nel territorio comasco risalgono al periodo compreso tra l'XI e il IV sec. a.C.. Esse si riferiscono alla Cultura di Golasecca, una civiltà che prende il nome dall'omonima località (oggi in provincia di Varese). La Civiltà di Golasecca si espande in tutta la Lombardia, raggiungendo il lago di Como e contribuendo allo sviluppo commerciale e culturale del territorio. All'interno del Parco Spina Verde, a nord-ovest di Como, tra i numerosi reperti archeologici risalenti alla civiltà di Golasecca, sono visibili le cosiddette Camere in roccia, i più antichi resti di abitazione rinvenuti nel territorio comasco. L'interesse dell'Impero Romano per il lago porta, nel 59 a.C., alla fondazione dell'abitato di Novum Comum e con esso l'edificazione di ville e templi oggi parzialmente riportati alla luce da scavi archeologici. Numerosi reperti ritrovati, sono esposti al Museo Archeologico di Piazza Medaglie D'Oro a Como. Dal 440 d.C. Abbondio, vescovo di Como, è la figura più importante per la diffusione della cultura cristiana nel comasco. Egli si dedica all'evangelizzazione del territorio lariano e della città di Como di cui oggi è il patrono. Grazie alla sua opera numerose chiese, con i loro stucchi ed affreschi, sorgono in tutto il territorio.
Il territorio di Varese in età preistorica e protostorica
Maurizio Harari (Università degli Studi di Pavia)
Presentazione del volume (tavola rotonda) “IL TERRITORIO DI VARESE IN ETÀ PREISTORICA E PROTOSTORICA”, La Storia di Varese, Nomos edizioni.
Grazie a questo volume, emerge una panoramica approfondita e aggiornata sull’ambiente, i popoli, le scritture, sugli scavi archeologici e sulle ricerche, che riguardano il lunghissimo periodo che va dal Paleolitico al periodo preromano. La ricchezza del patrimonio di archeologia preistorica che riguarda il territorio della provincia di Varese è nota (basti pensare agli insediamenti palafitticoli dei laghi e alla Cultura di Golasecca) ed ha permesso agli Autori di trarre pieno e meditato profitto da riflessioni storico-archeologiche dedicate al popolamento antico dell’Italia del nord-ovest. Argomenti dunque attualissimi e, nell’orizzonte pre- e protostorico che li incornicia, ben radicati nel quadro territoriale proprio di una Storia di Varese. L’analisi è stata compiuta da alcuni tra i più autorevoli archeologi e studiosi delle università di Pavia, Milano, Torino, Padova, Venezia e Nottingham, del Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo, del Centro di Studi Preistorici e Archeologici di Varese e di altri prestigiosi laboratori, musei e istituzioni culturali nazionali.
Incontro nell’ambito della Mostra “Alieni. La conquista dell’Italia da parte di piante e animali introdotti dall’uomo”
link della rassegna : uninsubria.it/alieni
I C TROIANO DELFICO Il Guerriero di Capestrano
09 L'eredità dell'alfabeto etrusco
Primi tra tutti i popoli celtici ad evolversi verso la scrittura, i portatori della cultura di Golasecca adattano l'alfabeto etrusco per scrivere nella loro lingua fin dal VII secolo a.C. L'alfabeto moderno, comprensivo di consonanti e vocali, non sillabico, arriva così in modo precoce nel centro dell'Europa, solo un secolo dopo l'adozione da parte degli Etruschi delle lettere greche (negli empori del Tirreno meridionale, a partire da Ischia /Pithecusa) e due secoli circa dopo l'adattamento da parte dei Greci alla loro lingua delle lettere fenicie (negli empori della costa siro-palestinese). Rafforzandosi e diffondendosi nel corso dell'età del Ferro presso i popoli celtici della Cisalpina occidentale , a partire dal II secolo a.C. questa modalità scrittoria in alternativa all'alfabeto latino si diffonde su bastoncini di legno di faggio nel mondo germanico, in particolare nell'ambito sacro e magico, ed è in questo modo che nascono le rune, che, fissatesi nelle loro forme a partire dal II sec. d.C., si diffonderanno fino alla Scandinavia e saranno usate fino all'avanzato Medioevo. In questo modo la scrittura etrusca, attraverso i Celti cisalpini, diventa la prima forma diffusa di alfabetizzazione dell'Europa barbarica.
Varese Press-Golasecca speciale -Ventimiglia e Specchiarelli
varesepress.info
Porte aperte alla Carlo Alberto Alemagna di Salerno
Ancora un open day alla Carlo Alberto Alemagna di Salerno. Porte aperte alla scuola elementare di Torrione Alto. (240115)