Studio dei portelli di chiusa. La movimentazione (documentazione) | Museoscienza
I portelli delle chiuse provenienti dal Naviglio Martesana e descritti da Leonardo da Vinci raccontano un episodio fondamentale della storia e dell’identità della nostra città.
Dopo 50 anni di permanenza nei depositi del Museo, nel 2016 è iniziato un percorso di studio, indagini e restauro che porterà alla loro futura esposizione all’interno del Museo.
Il filmato documenta le operazioni di movimentazione preliminari alla campagna diagnostica.
L'obiettivo della campagna diagnostica, realizzata nell’ambito del progetto SLIDING DOORS: 600 ANNI DI ECCELLENZA TECNOLOGICA LOMBARDA, promosso dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca in collaborazione con l’ Università Statale degli Studi di Milano e il Politecnico di Milano e finanziata dalla Commissione Europea tramite un bando di Regione Lombardia, è quello di riuscire ad avviare un processo di restauro che permetta di esporre, dopo 50 anni di permanenza nei depositi, i grandi portelli di chiusa all’interno del Museo.
Museo Archeologico
Il 31 maggio 2009 è stato aperto al pubblico il nuovo Museo Archeologico nella chiesa basilicale di San Lorenzo e nella annessa quattrocentesca cappella Meli. Esso costituisce lo sviluppo della vecchia Sezione Archeologica del Museo Civico, chiusa dalla fine degli anni '90 del secolo passato per consentire il restauro di alcune tipologie di materiali -in particolare i mosaici- e completa l'esposizione, tuttora in Palazzo Affaitati, delle collezioni di formazione storica non territoriale, a partire dal lascito del Marchese Ala Ponzone.
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ARCHAEOLOGICAL MUSEUM
On the 31st of May 2009 it was opened the new Archaelogical Museum: it is located in St. Lorenzo's basilical church and in the annexed Meli chapel, dating back to the 15th century. The Museum represents the development of the old archaeological section of the civic museum and it completes the exhibition, now in Palazzo Affaitati, of the historical non territorial collections, starting from the legacy of the Marquess Ala Ponzone.
Philippe Daverio poliglotta con lo sciamano Wilhelm Senoner
Lo sciamano - secondo la definizione di Philippe Daverio - Wilhelm Senoner e le sue opere al Museo Civico/Stadtmuseum di Chiusa-Klausen all'ombra del monastero di Sabiona.
Irresistibile performance di Philippe Daverio alla inaugurazione della mostra di Wilhelm Senoner al Museo Civico/stadtmuseum di Chiusa-Klausen. La sua straordinaria introduzione.
Estratto dalla diretta streaming di presentazione della mostra ie Iona di Wilhelm Senoner.
Chiusa, 28 marzo 2014
Pinkfusion22 in visita di Chiusa - Klausen
Uno de I borghi più belli d'Italia, Chiusa o Klausen è un comune in Trentino-Alto Adige, in provincia di Bolzano, nella Val d'Isarco, che prende il nome dalla sua posizione. Infatti l'etimologia di Klausen è latina: clausa significa chiusa di un corso d'acqua, nel caso specifico l'Isarco. Il suo simbolo è una chiave su sfondo rosso.
Molti artisti se ne innamorarono; il tedesco Albrecht Dürer nel 1494 si trattenne a Chiusa e le sue impressioni di questa cittadina sono nell'incisione Das große Glück. Chiusa gli è riconoscente: in paese si può incontrare una pietra commemorativa in diorite, inaugurata ufficialmente il 18 agosto 1912.
Passandoci in treno, Chiusa dà proprio l'idea di una zona di confine dove si è stretti in una valle, che anticipa, fa immaginare il freddo passo del Brennero. In macchina, accediamo ad un parcheggio vicino la stazione e proseguiamo comodamente a piedi.
Il centro, la città alta
La città alta (Oberstadt) è il vero centro, dominato dal monastero di Sabiona e dal Castello. Si entra attraverso un arco, attraversando il borgo longitudinalmente. Si viene rapiti dai vicoli, dagli angoli inaspettatamente accoglienti a dispetto della sensazione di freddo data dalla pietra delle costruzioni, dalle decorazioni ricche di storia delle abitazioni.
La gente passeggia ammirata; anche noi siamo attirati da negozi e ristorantini. Quando arriviamo a uno slargo, Piazza Parrocchia, siamo colpiti da un bassorilievo con un volto incorniciato da decorazioni floreali, che segna l'angolo di un edificio. L'elemento architettonico si chiama bovindo ed è una finestra che consente di vedere sia lateralmente che frontalmente. L'origine dello strano nome? Non lo sapevamo, ma l'abbiamo imparato: dall'inglese bow window, che significa finestra ad arco. L´edificio è di epoca tardo-medioevale, ed ora è sede della Cassa di Risparmio dell´Alto Adige: se si sbircia dalle finiste si intravedono i soffitti decorati.
Sul nostro cammino, niente meno che una mostra d'arte, auto-prodotta: impossibile non essere attratti dalle sue segnalazioni.
Il monastero di Sabiona (Kloster Säben) è la principale attrazione storica di Chiusa, poiché è uno dei più antichi monumenti cristiani della regione. Tra l'800 e il 1000 è sede vescovile, prima che questa si trasferisca a Bressanone, potente sede del famoso Principe-Vescovo. Ora il monastero di Sabiona è abitato da suore benedettine di clausura.
Si trova in cima alla rupe di Sabiona. Per raggiungerlo compiamo il percorso che parte dal centro del paese e percorre la via crucis. Cammino in salita, impegnativo ma fattibile, e qualcuno lo affronta in mountain bike.
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Piccoli musei, grandi storie - Museo della Navigazione Fluviale. Battaglia Terme
Bologne (Italie) : Itinéraire de visite touristique et culturelle par vue aérienne de la ville en 3D
aircitytour.com, l'itinéraire de vos visites touristiques et culturelles en vidéo en 3D (visite virtuelle). D'autres visites sont disponibles sur aircitytour.com
Visite virtuelle de la ville de Bologne (Italie), par vue aérienne en 3D, à partir du logiciel Google Earth.
Détail de la visite par lieux :
- Parco Della Chiusa
- Sanctuaire Madonna di San Luca
- Villa Ghigi
- Villa Spada
- Giardini Margherita
- Basilique San Domenico
- San Giovanni in Monte, Bologna
- Basilique Santa Maria dei Servi
- Basilique Santo Stefano
- Musée international et bibliothèque de la musique
- Museo della Storia di Bologna
- Palais de l'Archiginnasio
- The Archaeological Civic Museum (MCA) of Bologna
- Casa Lucio Dalla
- Piazza Maggiore
- Basilique San Petronio
- Terrazza di San Petronio
- Palazzo della Mercanzia
- Mercato di Mezzo
- Santa Maria della Vita
- Palais du Podestat
- Palazzo Re Enzo
- Fontaine de Neptune
- Palais des Notaires
- Palazzo d'Accursio
- Palazzo dei Banchi
- Collezioni Comunali d'Arte
- Basilique San Francesco
- Musée Médiéval Municipal
- Palazzo Fava
- Cathédrale de Bologne
- Altabella Tower
- Il Riparo dei Prendiparte
- Palazzo Grassi, Bologna
- Basilique San Giacomo Maggiore
- Oratory of Saints Cecilia and Valeriano, Bologna
- Teatro comunale
- Saint Vitale and Agricola
- Palazzo Poggi Museum
- Pinacothèque nationale
- Orto Botanico ed Erbario
- La Piccola Venezia
- Finestrella
- Park of Montagnola, Bologna
- Porte Galliera
- Musée d'art moderne de Bologne
- Museo per la Memoria di Ustica
- Ducati Museum
museo.flv
Il Museo della Bilancia di Campogalliano ospite di Mimmo Vita su Canale Italia a Bianco Rosso e Verde, 15 gennaio 2012
Aversa (CE) - Museo Civico, parlano le docenti della Parente (29.05.14)
- Aversa (Caserta) - Giovedì mattina due classi dell'Istituto Comprensivo 'Gaetano Parente', guidato dalla professoressa Enrichetta Ferrara, hanno visitato il museo civico di storia militare.
La visita guidata rientra nell'ambito della sperimentazione a livello nazionale 'Indicazione nazionale 2012' del progetto In Rete territoriale. Le classi -- hanno spiegato le docenti che hanno accompagnato i ragazzi -- avevano come finalità la conoscenza della propria Città, Aversa.
I ragazzi hanno ascoltato con attenzione le parole di Salvatore de Chiara, responsabile dell'Associazione Gioventù Aversana che cura il museo, ed hanno ammirato con dedizione i cimeli della prima e seconda guerra mondiale. Questo è il modo con cui rispondiamo alle polemiche sterili. -- ha detto il sindaco Sagliocco -- I ragazzi che visitano il museo e vivono la storia attraverso i cimeli delle due guerre è il modo migliore per imparare studiando sui libri e vedendo da vicino ciò che è stato. Per il prossimo anno scolastico coinvolgeremo tutte le scuole della Città e dell'intero agro aversano affinché possano far visitare ai loro alunni il museo civico di storia militare. (29.05.14)
Licenza - Piccola Grande Italia
L’antico borgo di Licenza, ubicato sulla destra orografica del torrente omonimo da cui trae origine il nome, si arrampica a forma di cono su una collina contornata di ulivi.
Il centro abitato presenta ben conservato e leggibile l'impianto urbanistico medievale su cui svetta il maestoso Castello Orsini che domina la valle Ustica.
***** CHIUSI (Siena) MUSEO NAZIONALE ETRUSCO
Il Museo, fondato nel 1871 ed aperto nella sede attuale nel 1901, conserva ed espone reperti che illustrano la storia di Chiusi dall'Età del Bronzo fino a quella Longobarda, con particolare riguardo al periodo etrusco della città.
Il biglietto del Museo comprende anche l'ingresso a due suggestive tombe etrusche, quella del Leone (temporaneamente chiusa per motivi di sicurezza) e quella della Pellegrina, quest'ultima con ricco apparato di urne e sarcofagi ancora in posto; la visita è in programma alle ore 11.00 e alle ore 14.30 nel periodo novembre-febbraio e alle ore 16.00 nel periodo marzo-ottobre.
La Tomba della Scimmia, con ciclo di pitture parietali, e la Tomba del Colle sono visitabili (max 25 persone per volta) con prenotazione da effettuarsi presso il museo.
Le tombe sono situate a poco più di tre chilometri dal Museo, lungo la strada che porta al lago di Chiusi.
Presso il museo sono disponibili laboratori didattici e percorso di approfondimento per le scuole di ogni ordine e grado e per ogni tipo di utenza e accessibilità.
Sono disponibili le APP Guide per la visita al museo e la Guida Kids “Gli etruschi di Porsenna” (
Al Museo è annesso un importante laboratorio di restauro visitabile a richiesta.
IN/VISIBILI - Museo Civico Foggia, 25 gennaio - 5 febbraio 2014 (1)
IN/VISIBILI - ... Tutto tranquillo, non sembra neanche manicomio.
Identità negate
Percorso della memoria, per immagini, suoni, parole
direzione artistica: Antonio Fortarezza
con il contributo artistico di: Fausto Mesolella, Teatro dei Limoni, Antonello Cantiello, Angelo Zollo
Fotografie e video: Antonio Fortarezza
Coordinamento tecnico: Enrico Colecchia
IN/VISIBILI è un percorso per immagini, voci e suoni, pretesto per contribuire all'acquisizione di maggiore consapevolezza verso un passato recente nelle ex strutture manicomiali, delle quali non è mai scontata l'archiviazione.
È un percorso attraverso spazi vuoti, sulle tracce della memoria di un passato recente nelle ex strutture manicomiali. Spazi e assenze che, per contrapposizione, rivelano identità costrette e nascoste. Vuoti che a voler guardare oltre, attraverso gli oggetti e gli scorci, se ne intuiscono i volti, gesti, solitudini, sofferenze, vite non-vissute. È un invito a soffermarsi per pensare, allontanandosi per poco dalla superficie della quotidianità, e riconoscersi nell'Altro come parte di sé.
La Castiglia di Saluzzo
Sede dei marchesi di Saluzzo dal Medioevo alla fine del Cinquecento, la Castiglia (nome che tra origine da i castelli), viene adibita a caserma e poi, dalla prima metà dell'Ottocento a carcere, chiusa poi nel 1992. Dal 2006 il complesso è stato sottoposto ad un lungo e attento restauro, ed è stato restituito alla funzione pubblica e ora ospita spazi museali, espositivi e archivistici.
Suggestivo ed emozionante il percorso al piano seminterrato, nella visita al museo della Memoria carceraria. L'allestimento multimediale consente una riflessione sul carcere, il suo significato storico e i suoi rapporti con l'arte il cinema e la letteratura. Personaggi virtuali raccontano storie di malavita,come il brigante Delpero, nato a Canale nel 1832 e giustiziato a Bra nel 1858, oppure di impegno civile e solidarietà come quella raccontata dalla marchesa Giulia Colbert di Barolo.
Al terzo piano della manica ottocentesca della Castiglia è visitabile il museo ella Civiltà cavalleresca. Un percorso multimediale nelle undici sale, tra imponenti e a volte solenni scenografie alla scoperta del Marchesato di Saluzzo, delle vicissitudini dei Ludovico e dei Tommaso, ma anche di Margherita di Foix e di Griselda. Un viaggio nella storia e nella società cavalleresca e cortese del Marchesato,con Saluzzo al centro di una fitta rete di relazioni tra poteri civili e religiosi.
Saumur il Castello - Valle della Loira
Saumur il Castello - Valle della Loira
Il castello di Saumur è un castello situato alla confluenza del fiume Thouet nella Loira, nella città omonima, antico centro carolingio.
Fa parte dei castelli della Loira, classificati come patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 2000.
In origine sulla collina che dominava il fiume sorse probabilmente una torre di guardia contro le invasioni dei Vichinghi che minacciavano di penetrare nella valle della Loira.
Intorno al 956 venne edificato un monastero (Saint-Florent du Château), fondato da Tibaldo, conte di Blois. Un decennio dopo i sginori di Saumur vi aggiunsero una residenza fortificata, che fu circondata, insieme al monastero, da una cinta difensiva fornita di due porte di accesso.
Nel 1026 la fortezza venne conquistata da Folco III Nerra o il Nero, conte di Angiò e fu distrutta in quell'occasione da un incendio. La fortezza fu ricostruita e comprendeva un vasto muro di cinta (mur du Boile) con una possente torre in pietra a pianta quadrata e all'interno dell'ampia superficie racchiusa dal recinto solo poche costruzioni, tra cui una sala di rappresentanza.
Nel 1203 il castello fu conquistato dal re di Francia Filippo Augusto e annesso ai possedimenti della corona. Intorno al 1227 sotto il re Luigi IX, viene edificato intorno alla vecchia torre quadrata un ristretto recinto quadrangolare con quattro grandi torri rotonde agli angoli, di cui quella nord-orientale sembra fosse più alta che le altre. Il livello del suolo viene rialzato all'altezza dell'originario primo piano della vecchia torre. Venne inoltre costruita una seconda recinzione, intermedia tra quella più vasta già esistente e il castello.
A partire dal 1367 Luigi I d'Angiò fece rafforzare le difese e contemporaneamente trasformò il castello in una vera e propria residenza: le torri rotonde angolari furono sostituite con torri poligonali, la torre centrale venne abbattuta e vennero ingranditi gli ambienti sul lato nord, mentre sugli altri lati venivano addossati al recinto delle gallerie poggianti su arcate, Una scala elicoidale leggermente sporgente dalla facciata, decorata con logge aperte e nicchie con statue, permetteva l'accesso ai piani superiori. Il castello come appariva in quest'epoca venne raffigurato in un calendario miniato (Trés riches heures du duc de Berry).
Renato d'Angiò (1454-1473) fece realizzare ulteriori modifiche: la torre nord-orientale venne fiancheggiata da una più piccola torre quadrata, venne mutata la disposizione interna e la sala di rappresentanza fu affrescata da allievi del pittore Jan Van Eyck.
Nel XVI secolo il castello non era più abitato con continuità e la torre nord-occidentale, fessurata, venne chiusa e abbandonata. A partire dal 1590 furono realizzati dei bastioni che rimpiazzavano l'antica cinta intermedia. La nuova recinzione presentava una pianta a stella, con quattro delle punte in pietra e le altre due in terra. I bastioni erano dotati di casamatte. L'opera fu dovuta a Philippe Duplessis-Mornay. Nel 1596 il governatore si trasferì al castello e vennero per l'occasione intrapresi nuovi lavori di sistemazione negli appartamenti, compresa una galleria ornata di arazzi.
Altri lavori si ebbero sotto il governatorato di Urbano di Maillé-Brézé (restauro della cappella, nuovi lavori ai bastioni). Intorno a quest'epoca dovette scomparire l'ala occidentale del castello, più interna.
Sotto Luigi XIV, persa in gran parte la sua funzione strategica, il castello fu utilizzato soprattutto per rinchiudervi dei prigionieri e nel corso del XVIII secolo si degradò progressivamente (nel 1801 si è costretti ad abbattere la torre nord-orientale, che minacciava di crollare).
In epoca napoleonica si decise di trasformare l'edificio in prigione di stato e i lavori vennero affidati all'ingegner Charles-Marie Normand (1811-1814): vennero ricostruite le torri crollate del lato nord, affacciato sulla Loira, mentre il resto dell'edificio veniva pesantemente manomesso. Dopo la caduta di Napoleone il progetto fu abbandonato e il castello venne utilizzato soprattutto come caserma fino al 1889.
Nel 1902 la città di Saumur acquista il castello dallo stato e intraprende notevoli lavori di restauro (1904-1912), affidati all'architetto Lucien Magne. Nell'ala settentrionale si installa quindi il museo civico, che sarà danneggiato durante i combattimenti del 1940. Tra il 1963 e il 2001 si sono inoltre verificati diversi crolli di parti dei bastioni. Nel contempo sono stati intrapresi restauri nell'ala meridionale (1997-2004) che hanno in seguito interessato anche la sistemazione dei bastioni. I restauri sono ancora in corso. Attualmente ospita il Museo delle Arti decorative e il Museo del Cavallo.
TG BASSANO (22/02/2018) - AL CHIOSTRO DEL MUSEO CIVICO «LA BELLEZZA DELL’INUTILE»
TG BASSANO (giovedì 22 febbraio 2018) - Il contemporaneo entra nel chiostro del museo civico di Bassano, dove sono allestiti, per i prossimi 4 mesi, tre lavori firmati dall’artista abruzzese d’origine, romano d’adozione Ivan Barlafante. In scena la bellezza dell’inutile, titolo di un’opera e dell’intera esposizione. All’origine una radice d’olmo, scoperta da Barlafante durante uno dei suoi viaggi. E per lui è stata folgorazione. A metà marzo l’inaugurazione dell’esposizione allestita al museo civico (
Molfetta, nuova gestione per il Museo del Pulo
Un piccolo gioiello in mezzo alla periferia di Molfetta, fagocitato dalla speculazione edilizia, che presto tornerà a disposizione dei cittadini. La riqualificazione e la nuova gestione del Museo Archeologico del Pulo di Molfetta nella Casina Cappelluti, che accoglierà i visitatori anche nei weekend con la possibilità di avere visite guidate in lingua, consentirà di utilizzare la struttura non solo come strumento didattico per le scolaresche ma anche come location per gli eventi cittadini. Aperto il museo, infatti, resta irrisolta la questione dell'area del Pulo, chiusa da settimane per il mancato rinnovo della convenzione tra lo stesso consorzio di associazioni Polje che si occuperà del museo e la Provincia di Bari, proprietaria del sito archeologico, scaduta nello scorso novembre.
Il lungomare di Crotone e il Castello di Carlo V
#Crotone #Castello #CittàDiPitagora
Il lungomare di Crotone è il suo biglietto da visita. Fare una passeggiata sul lungomare è piacevole. Il mar jonio offre un panorama splendido. Detto castello di Carlo V, fu fortificato per espresso volere del re spagnolo. Il possente castello di Crotone era una rudimentale fortezza bizantina costruita sull'antica acropoli greca, a difesa del territorio circostante. Oggi il castello di Crotone è sede della biblioteca comunale, del museo civico, e di importanti manifestazioni a sfondo culturale.
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LARINO ( Campobasso ) - IL CENTRO STORICO - Viaggio nella citta' Antica -
Larino è un comune italiano di 6763 abitanti della provincia di Campobasso in Molise. Sede di alcune istituzioni e servizi pubblici, tra cui il tribunale, il carcere di massima sicurezza e l'ospedale, è uno dei principali centri del Basso Molise. Oltre al terziario, le attività produttive prevalenti sono l'agricoltura e la piccola industria.Notevoli sono le testimonianze storiche delle epoche passate, soprattutto dell'età romana, con siti archeologici di notevole interesse quali l'anfiteatro, le terme, il foro e mosaici, di epoca medievale come la Cattedrale romanico - gotica dedicata al Santo Patrono San Pardo, dal caratteristico e unico nel suo genere rosone a 13 raggi, il Palazzo Ducale fondato nell'XI secolo e nei secoli ampliato e modificato, attualmente sede del Museo Civico, della Biblioteca Comunale e dell'archivio storico, il museo e l'archivio Diocesano all'interno del Palazzo Vescovile, il Convento dei frati Cappuccini e alcuni palazzi e ville nobiliari del XVIII e XIX secolo.La città di Larino vanta anche il primo seminario vescovile della Cristianità, fondato dal vescovo Belisario Balduino (1555-1591) il 26 gennaio 1564, il giorno stesso in cui Pio IV aveva confermato i decreti del Concilio di Trento.
A SUD DEL 900
A Sud del 900
A cura di Paolo La Motta e Saverio Otof Ammendola
Galleria Mediterranea
2 Marzo 2016
A SUD DEL NOVECENTO
Una selezione di opere di Amoroso, Brancaccio, Bizanzio, Cajati, Guido Casciaro, Cecola, Ciardo, Chiancone, Crisconio, De Veroli, Girosi, Giarrizzo,Lippi, La Motta, Notte, Orsatti, Parente, Perez, Striccoli, G. Tizzano, F. Tizzano, R. Tizzano, Verdecchia, Villani, Viti, Vittorio, Waschimps.
Negli ultimi anni sono tante le mostre dedicate al Novecento italiano, gli studi critici più attenti risalgono alla fine degli anni Settanta, da allora, una riscoperta anche delle arti cosiddette minori ha dato una notevole spinta finanche al mercato.
Ahimè però, tutto ciò succedeva da Roma in su, per Napoli e il Meridione, tranne qualche sporadico episodio, abbiamo dovuto aspettare il 2001, con l’interessante mostra “Gli anni difficili”, curata da Maria Antonietta Picone; mentre di recente una mostra importante sul Novecento si è chiusa a Forlì. Questa rassegna allargava il suo sguardo alle arti applicate, con una panoramica completa a tutta l’Italia. Insieme ai nomi illustri si aggiungeva qualche novità, ripescando qualche artista ancora in ombra. Avrebbe fatto piacere scorgere tra le novità maestri di pari levatura, come Viti, Tizzano, Gatto, Crisconio, solo per citarne alcuni. La loro presenza, oltre ad impreziosire l’esposizione, avrebbe conferito alla stessa un’impronta più completa.
Sicuramente il nuovo museo di Castel Sant’Elmo dedicato al nostro Novecento non ha dato il contributo sperato. Minimizzando il primo ’900, con opere poco rappresentative e significative mancanze, questo museo ha in realtà generato sotterranee polemiche. C’è però chi ha ribadito che tutto sommato è “sempre meglio averlo che non averlo un museo del '900 . Purtroppo questa riflessione ci consola poco, e sottolinea l’approssimazione di un periodo storico-artistico sempre poco considerato e male approfondito dalle amministrazioni e dagli addetti ai lavori.
In questi ultimi anni è arrivato più di un segnale positivo, una importante mostra sulla scultura “Il Bello o il Vero” curata da Isabella Valente, ha dato la possibilità a studiosi e collezionisti di riscoprire autori straordinari della scultura meridionale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio Novecento, nomi come Cifariello, Tizzano, Francesco Parente, Uccella, De Martino, De Val, finalmente inquadrati storicamente con opere rappresentative.
Ma l’altro evento di vitale importanza per la nostra città, è la nuova sistemazione della sala del Novecento al Museo Civico di Castel Nuovo, tutte opere di proprietà del comune strappate dalle pareti dei sonnolenti e angusti uffici comunali. La collezione si è arricchita di importanti donazioni da parte degli eredi Renda, Gatto e Chiancone, Attesa e significativa la donazione da parte degli eredi di Giovanni Tizzano che ha incrementato il suo corpus di 26 gessi, con dipinti di Renato e Francesco Tizzano, entrambi figli del grande scultore napoletano.
Se questa è la situazione museale, diversa negli anni è stata la posizione delle gallerie. La Mediterranea dal 1954 ad oggi, ininterrottamente, non senza difficoltà, si è occupata del nostro migliore Novecento: Striccoli, Chiancone, Viti, Villani, Girosi, Crisconio, Ciardo, Brancaccio, Tizzano, Verdecchia, Galante, Guido Casciaro, Lippi, Cajati : protagonisti non solo del panorama napoletano, pensiamo a Brancaccio e Ciardo ed il loro rapporto con la galleria Gian Ferrari di Milano, oppure alle 11 partecipazioni di Tizzano alla Biennale di Venezia, solo per citarne qualcuno.
Dunque oggi con questa mostra, la galleria sottolinea il suo impegno e la sua ricerca, dando un particolare spazio alla scultura, con il tentativo di suggerire spunti e creando stimoli per una ricerca più approfondita.
Video: TV Cultura Bruno Aymone Channel
Cam: Maria Del Monaco
Montaggio: Maria Del Monaco
Ottimizzazione: Lucrezia Verbena
Postproduzione: Baypressagency
Soundtrack: Okey Dokey Smokey di Audionautix è un brano autorizzato da Creative Commons Attribution (
Artista:
Regia: Bruno Aymone
MUSEO DELLA CERAMICA
MUSEO DELLA CERAMICA
Museo multimediale, 2011
Mondovì
studioazzurro.com
Sono oltre seicento le ceramiche esposte, distribuite su quasi 600 metri quadrati; duemila pezzi sono poi custoditi nei depositi visitabili, destinati a studiosi, collezionisti, cultori della materia. Le ceramiche provengono dalle collezioni di Marco Levi (1910-2001), ultimo proprietario e direttore della fabbrica Vedova Besio e figlio, e di Carlo Baggioli.Quella di Baggioli - la più ricca collezione di ceramiche del distretto monregalese era stata acquistata negli anni Novanta del secolo scorso da Marco Levi, che l'aveva poi donata insieme alla propria alla Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì. Sin da allora Marco Levi aveva coltivato il sogno di preservare e trasmettere la memoria storica di una plurisecolare esperienza artistica e industriale e di farla rivivere in una prestigiosa sede museale. A quasi dieci anni di distanza dalla scomparsa di Marco Levi e dopo il lungo periodo di lavori di restauro, quel sogno si è tradotto in realtà.L'avventura del distretto industriale monregalese della ceramica inizia in età napoleonica e si esaurisce alla fine degli anni Settanta del Novecento. La produzione della terraglia, materiale innovativo della rivoluzione industriale usato per stoviglie a costi contenuti, segna nell'Ottocento e nel Novecento la cultura e l'economia della città di Mondovì e di un ampio distretto (Villanova, Roccaforte, Chiusa di Pesio, Vicoforte, Mombasiglio), generando simboli visivi caratteristici e inconfondibili, tra cui il galletto dalla coda variopinta e le vivaci decorazioni a spugna intagliata.
Riqualificata area Cappella Sansevero, i residenti protestano
Possiamo chiamare l'iniziativa dell'amministrazione della Cappella Sansevero 'sussidiarietà orizzontale', perché dove il Comune non può arrivare spesso le risorse dei privati e una buona collaborazione con essi è la risposta giusta, a parlare è l'assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele nel corso della presentazione dei lavori di riqualificazione dell'area circostante alla cappella, tra via Raimondo de Sangro e via Francesco De Sanctis. I lavori, attuati nell'ambito della delibera comunale Adotta una Strada e interamente finanziati dalla famiglia Masucci proprietaria dell'edificio, sono durati meno di un mese e hanno previsto il rifacimento dell'arredo urbano con nuove panchine provviste di prese elettriche, attacchi usb e rete wi-fi; un nuovo impianto di illuminazione; sistemazione dei basoli vesuviani lungo le strade; nuove fioriere e cassonetti per la raccolta differenziata. Contemporaneamente è stato interdetto il traffico veicolare nella zona tramite l'inserimento di dissuasori elettronici, ciò per salvaguardare l'integrità del bene che risentiva delle vibrazioni causate dal passaggio di veicoli nelle strade ad esso adiacenti. Proprio su quest'ultimo punto, una composta protesta di residenti delle strade interessate al progetto ha prolungato di qualche minuto la conferenza di presentazione. Due residenti hanno preso parola lamentando di essere stati esclusi dal confronto con l'amministrazione comunale sulla chiusura al traffico della zona anche per loro, e ciò recherebbe problemi a chi in quelle strade abita o ha un'attività commerciale. L'assessore Daniele e l'avvocato Masucci hanno subito tranquillizzato i residenti presenti comunicando loro che avrebbero organizzato momenti di confronto per non arrecare problemi pur salvaguardando il bene artistico-architettonico. Cappella Sansevero - ha aggiunto Daniele - è da alcuni anni il luogo più conosciuto è più visitato di Napoli. È un attrattore turistico formidabile, oltre naturalmente al valore storico, artistico e identitario che racchiude. A Napoli simili a questo si stanno moltiplicando e ciò ci fa ben sperare che la lotta ai disservizi e al degrado possa conquistare ogni giorno nuovi risultati positivi. Bisognerebbe insistere sempre di più per una politica di defiscalizzazione per chi, come la famiglia Masucci che amministra Cappella Sansevero, assume questo atteggiamento civico responsabile. Carmine Masucci, amministratore del Complesso Monumentale Cappella Sansevero, si è detto entusiasta del risultato raggiunto: Abbiamo provveduto a riqualificare la zona a nostra spese, anche l'elettricità del nuovo impianto di illuminazione è a nostro carico; il nostro impegno servirà a rendere confortevole il passeggio di residenti e turisti e, magari, l'incremento costante di questi ultimi. Lunga la fila per accedere al museo, per la giornata di oggi le visite erano gratuite.