Amorosi, BRIGANTAGGIO TELESINO - Museo di storia - neo-borbonici attaccano memorie di Garibaldi ?
Guerra a parole tra incerte discendenze di briganti, dal Matese alla Valle Telesina, presunte rappresentanze di Borboni contrari al museo, neo-garibaldini e neo-borbonici bellicosi a chiacchiere.
§ Il neo-garibaldino Umberto Cicconi, da Roma giunto ad Amorosi, come presidente della fondazione Allori, che si è presa gratuitamente i locali di Palazzo Maturi di Amorosi, per ospitare in un museo - dal 16 marzo 2014 - la propria collezione di memorie garibaldine, è stato foto reporter del PSI di Bettino Craxi. Dice, al microfono di MediaTv, che i propri nonni erano briganti del Matese (i briganti Cicconi), ma - da come parla - non mostra affatto interesse per il brigantaggio nelle città telesine, dove è ospite, né per ricordare le sopraffazioni storiche dei vinti da parte dei vincitori. Il fotografo di Craxi ironizza invece attorno ai capi rappresentanti dei Borboni e dei briganti della zona, dicendo che lo avrebbero minacciato, insomma perché incapaci di apprezzare la collezione della fondazione Allori che si potrà ammirare d'ora in avanti nel museo di Amorosi, e quindi in tutte le città telesine, grazie al vivo interesse per il Risorgimento del Sindaco Giuseppe Di Cerbo.
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MUSEI GARIBALDINI / Al Sud sono ce ne sono cinque statali, ma è polemica su quello di Amorosi (BN)
marzo 11, 2014 Arte, Cultura, DueSicilieOggi 0
Come spesso accade .(...)
La cosa che sorprende, però, è che al Sud di musei dedicati a Garibaldi e al Risorgimento, con tutte le bugie storiche che ne conseguno, ce ne sono diversi: ben cinque. Senza contare le strade, le piazze, le statue dedicate al presunto eroe dei due mondi, sparse anche nel resto del mondo, oggi da molti non solo nel Mezzogiorno considerato uno dei principali responsabili della maledetta unità.
Il primo museo è a Teano, ovviamente. Il museo Garibaldino e del Risorgimento di Teano è di recente apertura: fondato nell'anno 2010 su iniziativa della Città di Teano per ricordare l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele (in realtà avvenuto a Taverna Catena) la mattina del 26 ottobre 1860. Con la collaborazione della locale Pro Loco Teano e Borghi, il Museo è andato progressivamente arricchendosi di cimeli, documenti, quadri, stampe, armi, ecc, fino a raggiungere l'attuale sistemazione che, è scritto sul sitto ufficiale, offre un quadro della epopea garibaldina e della più generale fase storica risorgimentale.
Sempre in Campania, a Santa Maria Capua Vetere, dal 1870 c'è il Museo risorgimentale e garibaldino, da qualche anno trasferito nell'ex Convento degli Alcantarini, un complesso demaniale destinato a Carcere Minorile e in parte dismesso dove sono conservati, tra l'altro, autografi di Garibaldi e le bandiere di combattimento, insieme ad alcune delle armi che furono usate nel combattimento finale del 1 Ottobre 1860 contro l'esercito borbonico.
A Marsala, in Sicilia, c'è il Museo Civico con un piano dedicato a Garibaldi, con esposizione permanente di cimeli, documenti originali e di un ricco archivio fotografico risalenti al periodo risorgimentale, e con una sala interamente dedicata, leggiamo sul sito Marsalaturismo, al mito di Giuseppe Garibaldi e al ricordo dei Mille garibaldini; qui si trovano ritratti, quadri, foto e stampe d'epoca che raffigurano i volti degli uomini e dei ragazzi che sposando lo spirito del Risorgimento diedero un contributo fondamentale al processo di unificazione nazionale.
Ancora a Reggio Calabria, a Melito Porto Salvo, c'è un altro museo garibaldino, che è stato costruito nel punto esatto in cui Giuseppe Garibaldi e i Mille sbarcarono nei lontani 1860 e 1861. Il museo si compone di tre parti: l'area esterna (qui si trova la nuova stele garibaldina che si è sostituita alla vecchia originale, ormai smantellata); una zona sotterranea contenenti le tombe di alcuni alleati di Garibaldi; e il museo vero e proprio in cui si possono vedere le armi e gli indumenti dell'eroe dei due mondi, numerosi suoi documenti e fonti inerenti lo sbarco dei Mille.
A Palermo c'era invece il Museo del Risorgimento, ospitato al pianterreno del trecentesco chiostro della chiesa di S. Domenico, che conserva quadri, medaglie, sculture e cimeli che hanno per oggetto la storia risorgimentale e l'impresa dei Mille. La sala del Grande Salone conserva quadri, ritratti, uniformi e divise, incisioni e alcune bacheche con elmi, fazzoletti e fasce del 1848, gagliardetti, pistole e borracce dei garibaldini, riaperto con sventolio di bandiere rosse per i 150 anni dell'unità ma per fortuna chiuso per mancanza di fondi.
Insomma forse sarebbe il caso di muovere qualcosa anche qui o quanto meno di pretendere che la controstoria compaia con la giusta diginità e il giusto spazio.
Lucilla Parlato