Cimitero Vecchio Viggiù (VA) - esplorazione
Il cimitero vecchio di Viggiù sorge nel centro del paese.
Venne edificato nel 1804, nel rispetto delle leggi napoleoniche che, per motivi igienici e di spazio, imponevano la costruzione dei cimiteri fuori dai cortili delle chiese ed indipendenti da esse e, allo stesso tempo, la messa in disuso dei cortili delle chiese come luoghi di sepoltura.
Fu così che venne edificato il cimitero vecchio di Viggiù... vecchio perché nel 1912 venne chiuso per questioni di spazio disponibile (che era finito) e venne inaugurato il cimitero nuovo, qualche chilometro più a valle.
Il cimitero vecchio è ormai privo di tante opere d'arte, quali erano le sculture che ne ornavano le tombe.
Le statue più considerevoli, come quelle in marmo di Antonio Bottinelli (1827/1898) sono attualmente conservate a Villa Borromeo, sempre a Viggiù, al Museo dell’Ottocento.
Nonostante ciò, anche oggi questo luogo è impregnato di arte, lapidi coperte di bassorilievi, sculture e affreschi, anche se ormai il tutto sta venendo riassorbito dalla vegetazione.
Sculture e bassorilievi sono eseguiti con il marmo e la pietra provenienti dalla cava poco distante, ormai in disuso, dove era impegnata parte della popolazione di Viggiù e delle vicine Saltrio e Clivio.
Una cosa curiosa è la netta distinzione tra le tombe di chi apparteneva ai vari ceti sociali.
Lungo il perimetro ci sono le tombe delle famiglie nobili o ricche, con lapidi e cripte artisticamente elaborate.
Nel cortile si trovano le tombe degli appartenenti al ceto medio, con lapidi meno ricche e senza cripte o tombe famigliari.
Tra di esse ci sono innumerevoli piccole lapidi numerate e anonime, appartenenti a coloro che non potevano permettersi una sepoltura migliore.
E' impressionante camminare in mezzo a questa distesa di lapidi, c'è tutta l'atmosfera del periodo romantico durante il quale il cimitero è stato costruito e usato, oltre a qualche aggiunta di monumenti in stili più moderni, ma non oltre al 1912.
Purtroppo poco tempo fa è stata fatta una trasmissione (decisamente fasulla e piena di forzature) su un noto canale televisivo, che ha invogliato tanti, troppi curiosi ad introdursi abusivamente nel cimitero, cosa che ha attirato anche numerosi vandali, che si sono sfogati sui muri di recinzione, cercando di abbatterne alcuni tratti, e su alcune lapidi... un vero scempio.
Invece l'unico mistero di questo posto è, come in troppi posti, perché c'è gente che si diverte a vandalizzare opere d'arte e monumenti storici che, invece, andrebbero conservati.
Un'altra curiosità sono le targhe affisse ad ogni albero, che commemorano soldati della zona morti durante la Prima Guerra Mondiale.
Il cimitero è chiuso ai visitatori, ma in rare occasioni apre al pubblico ed ogni anno da undici anni, la notte del 2 novembre, viene aperto e al suo interno si svolgono letture e recite.
Per i primi nove anni si sono tenute letture di epitaffi tratti dall'Antologia di Spoon River, famoso libro di Edgar Lee Masters, in cui ogni poesia raccontava la vita di un personaggio sepolto nel cimitero di un immaginario paesino statunitense.
L’anno scorso, tuttavia, per commemorare il centenario della Grande Guerra si è preferito inscenare un dialogo tra i caduti in guerra: nel cimitero infatti è presente il Parco delle Rimembranze per onorare i caduti di Viggiù, ricordati dalle targhe affisse sugli alberi.
Quest anno si sono svolti, oltre alle recite e alle letture, anche eventi musicali, con la musica del compositore Marco Testa.
Durante questa celebrazioni il cimitero è stato illuminato da lumini e candele apposti lungo il perimetro e ad ogni lapide, sulle quali erano posti anche addobbi floreali: un vero spettacolo.
A differenza di altri posti che ho esplorato e visitato, questo cimitero, sebbene semidistrutto, conserva ancora tutta l'atmosfera del periodo romantico, un posto che va preservato come monumento storico e memoria collettiva del passato di un intero paese, oltre che testimonianza dell'arte ottocentesca e dei primi anni del 20° secolo.
Insomma, un posto che merita di essere visitato, ma con tutto il rispetto dovuto ad un monumento simile.
Il gruppo ufficiale su Facebook è URBEX & MYSTERY:
Marco Patania (tooSpeed):
COMUNE DI VIGGIU':
Il vecchio cimitero abbandonato di Viggiù
Il vecchio Cimitero abbandonato di Viggiù e molte cose: è un camposanto, ma è anche un museo, è una leggenda, ed è un palcoscenico. Apre solo nel periodo dell’anno dedicato ai morti, Fu abbandonato nel 1910 dopo un secolo dalla sua realizzazione. Qui venivano sepolte le famiglie benestanti della zona quello che potevano permettersi una tomba con una scultura. Le lapidi e le statue, nere come il marmo delle cave locali, sono vere proprie opere d’arte, realizzati dai famosi scultori della zona che divennero famosi in tutta la nazione proprio per l’arte cimiteriale. È un cimitero che mette i brividi si, ma per l’emozione, la nostalgia, le espressioni degli angeli e delle sculture che si osservano passeggiando.
Ve ne parlo anche in questo post del mio blog Dove vi racconto anche che cosa succede in quel posto 2 novembre:
cortili di viggiu
Luoghi, storie e personaggi
I luoghi, le opere d'arte, gli oggetti, logorati dalla loro stessa celebrità, si appiattiscono e diventano una sorta di illustrazione a due dimensioni, di figurina. E quando un oggetto (o un luogo) diventa una figurina, non fa molta differenza guardarne la riproduzione in televisione o l'originale nella realtà: in un caso e nell'altro, ciò che vediamo è una silhouette impersonale, mentre il nostro desiderio vorrebbe percepirvi tutto lo spessore della vita.
Chi vi vive, chi ama le sue origini, vi propone di visitare un'altra città: una città da scoprire i suoi angoli più appartati, cogliendo la dimensione nascosta delle cose, le tracce della storia e della leggenda, perché così facendo vi scopriremo anche noi stessi e i nostri sogni.
Ogni pagina di questo libro rievoca alcuni dei segreti della città e descrive un episodio del passato - tragico, comico, sentimentale, macabro, erotico ed eroico - ambientato in un luogo reale della Viggiù di oggi, visto com'era nel momento che lo ha reso immortale.