TG VENEZIA (12/05/2018) - LISTE CHIUSE, ECCO TUTTI I CANDIDATI SINDACI DEL VENEZIANO
TG VENEZIA (sabato 12 maggio 2018) - Sono scaduti a mezzogiorno i termini per la presentazione delle liste per le prossime elezioni amministrative del 10 giugno. Quattro i comuni al voto nella città metropolitana, di cui due sopra i 15 mila abitanti: San Donà di Piave e Martellago. Niente ballottaggi invece a Pianiga e San Stino di Livenza.
Partita a cinque a San Donà, dove il sindaco uscente Andrea Cereser si ricandida col sostegno del Partito Democratico e di tre liste civiche. A sfidarlo un centrodestra diviso: Francesca Pilla ha messo insieme le liste di Lega, Noi con l'Italia e Fratelli d'Italia, insieme a due civiche, mentre Forza Italia, Francesca Zaccariotto e altre due liste sostengono Oliviero Leo. I 5 stelle hanno candidato Angelo Parrotta, Liberi e Uguali Francesco Maino.
Sei i candidati a Martellago, dove Monica Barbiero si ricandida con Pd e due civiche. Se la dovrà vedere con il candidato ufficiale del centrodestra Andrea Saccarola, sostenuto da Lega, Forza Italia e altre due liste, e con l'outsider della stessa area Alessio Boscolo. A sinistra Rifondazione e Comunisti Italiani hanno formato insieme una lista a sostegno di Virginio Castellaro, mentre i dissidi interni hanno impedito all'annunciato candidato dei 5 stelle Davide Da Ronche di presentarsi. Diversi militanti grillini della prima ora sosterranno la civica dell'ex consigliere pentastellato Andrea Marchiori. C'è poi l'outsider Andrea Zago, candidatosi all'ultimo minuto con una lista di professionisti locali.
A Pianiga sfida a tre tra Federico Calzavara del centrodestra, Michele Zanetti dei 5 stelle e Massimo Mescalchin di Pianiga 2023, civica vicina al Partito Democratico.
A San Stino il PD conferma l'uscente Matteo Cappelletto, che se la vedrà con l'ex assessore provinciale leghista Giuseppe Canali, con Dino Sutto di Forza Italia e Fratelli d'Italia, e col grillino Gabriele Missio. (
Comandi vocali: gie, ào, tiraman, voltafora - Aratura tradizionale con vacche e buoi nel Trevigiano
Prima del trattore, condurre le vacche (o i buoi) durante l'aratura rappresentava l'iniziazione dei bambini al lavoro in campagna.
Si partiva in piena notte (per sfruttare le ore più fresche) e s'impartivano comandi secchi, eseguiti senza batter ciglio da animali da lavoro ben addestrati.
Nel caso della testimone (mia sorella, 1937), dopo aver arato per ore l'attendeva la scuola elementare, a oltre 1 km da casa, da raggiungere attraverso i campi.
Intervista registrata in dialetto a Treviso-S. Angelo, il 6 maggio 2013.
Trascrizione in italiano:
- Devi dirmi come conducevi le vacche. Il comando per farle andare avanti qual'era?
Gíe ... Mora, Bisa, gíe! (ognuna aveva il suo nome)
Quando era ora di fermarsi gli dicevi ao! e loro - pronte - si fermavano come statue. Dopo, se dovevi girare a destra (voltar man): tiraman, dai, tiraman!
Se dovevi girare a sinistra: voltafora! Le spingevi di là col bastone; se non capivano gli davi una piccola botta, ma piano, povere bestie.
(Interviene il marito, G.M., Canizzano, 1934): Le correggevi...
- L'asina, come la comandavi?
Ari!
(G.M.) Per la partenza...
- Ma a che ora partivate al mattino, quando c'era da arare?
Alle due e mezza, tre. Quella era l'ora. Guarda che prima di andare a scuola, io, ricordo di avere arato [interi] campi di terra. Poi quando erano le 7 dovevi tornare a casa e andare a scuola. Quando era l'ora di seminare il frumento e seminare il granoturco andavi fuori alle due e mezza - tre, di notte, con le vacche.
(G.M) Perché le bestie [di giorno, col sole, avrebbero avuto] caldo.
Perché avevano caldo e anche per fare qualcosa [più] lavoro. Dopo, nelle ore peggiori ti fermavi, lasciavi dentro le bestie, sennò tiravano fuori la lingua lunga da qua a là.
- Ti alzavi alle due e mezza, e poi andavi scuola alle sette?
Sempre ho fatto quella vita là.
- E come facevi? Non eri stanca, dopo, a scuola?
Stufa? Io l'ho sempre fatto ... adesso non voglio neanche dirlo, per non vantarmi, ma le pagelle le hai viste...
- Sempre bene! ... Allora [tornavi a casa], ti lavavi...
Quale lavarsi! Sì, un pochino...
Sempre pronti, eravamo. Una volta, avevamo il fienile vecchio, il barco ... buttavo su un carro di fieno con la forca. Io e mio padre. Lui in alto [sul fienile] e io sul carro: buttavo su tutto il carro e poi andavo a scuola.
- Quando eri ancora alle elementari?
Alle elementari, io ho fatto fino alla quinta. Non c'era mica nessuno che lavorava.
- Ma non c'era lo zio G.?
G. era più piccolo di me, aveva 4 anni di meno. Sono tanti 4 anni in meno. Io ero sì una bambina ma ero come un ometto.
- E buttavi su un carro di fieno?
Un carro di fieno, e me barba Davide mi diceva sempre: Cèa te te sassini (ti strapazzi, ti rovini). Ma mi toccava andare, perché lui era vecchio, mio padre era in alto che aspettava. C'era sì mia madre, ma povera ragazza, doveva fare questo e quello e quell'altro. Non sembrano cose vere, ma è la verità, perché le ho fatte io.
E caricare il carro di letame? Quando? Prima di andare a scuola caricavo sempre un carro di letame, quando era il periodo. Erano quei 3-4 giorni, non era mica tutto l'anno...
Il fieno, ad esempio, cominciava di maggio e fino alla fine di giugno dovevi farlo, buttarlo su.
- Ma il letame, non puzzava?
Ti levavi [gli zoccoli] e avevi le galosce per andare a scuola un po' più pulita. Questa era la vita del contadino. Non avevamo mica uomini ...
- Partivi di notte ... e come facevi a vederci, di notte?
Ci si vedeva benissimo, di notte. Anche troppo cammini di notte, con le vacche. Ed era un paradiso, di notte; al giorno ti affannavi, morivi.
(G.M.) Sentivi i grilli che cantavano.
Di giorno era da morire, invece alla notte avevi il fresco, facevi metà fatica. Piuttosto, se si finiva presto - io ero piccola e andavo a scuola - gli uomini si fermavano, avevano da pulire la stalla, da fare qualcosa ... Che di fatto c'era solo mio padre. C'era sì mio nonno, ma ormai era piuttosto vecchietto. Perché allora erano vecchi, a 72 anni mio nonno era vecchio. Tanto vecchi erano! Sarà perché la vita era fatta così, non so, ma erano vecchi. Mia nonna era morta a 66 anni ... ma ha preparato la cena, prima di andare a letto [la sera prima di morire]. A sessantasei anni ...
*
Foto scattata nel marzo 1918 durante l'occupazione austriaca del Veneto - (Tratta da San Donà di Piave, Per non dimenticare ... , di Angelino Battistella e Aldo Milanese, 1998).